"Forse istintivamente sono portata a scegliere certi ruoli per esorcizzare le mie paure. Non so se sia giusto, ma come attrice mi piace immergermi nel dolore... Tutti noi abbiamo livelli inferiori di sofferenza, luoghi oscuri che cerchiamo magari di rimuovere. io non sono d'acciaio, ho le mie paure, e quando mi capita di portarle sullo schermo, diventa quasi un esercizio liberatorio. Non che poi non ti rimangano. Ma per un pò ti illudi" Naomi Watts (The Impossible, 2013) (*)
(*)(Settimanale "F", n. 5, 6 Febbraio 2013, p. 20)
"Quando ho letto la sceneggiatura per la prima volta ho pensato: wow, sembra così vera e trasparente; non ha l’aria di voler sfruttare lo tsunami come mero sfondo per questa famiglia. Più avanti ho scoperto che molto della storia era basata sulle parole di Henry e Maria e sulle loro esperienze. Incontrare Maria e parlarne con lei mi ha dato un’emozione fortissima. Ogni volta era così gentile, disponibile e corretta. Era come se tutto fluisse dalla sua persona. È una donna incredibilmente forte e coraggiosa... Mi piace molto la relazione che nel corso del film si sviluppa tra madre e figlio, e Tom (Holland) ha un talento incredibile. Lavorare con lui è stato facile e mi ha ispirata moltissimo. Ha valorizzato l’interpretazione di chiunque lo circondasse perché la cosa che gli riesce meglio è dire la verità. E abbiamo affrontato subito la parte più orribile, più fisica dello tsunami. In realtà non abbiamo dovuto recitare molto, per quella – venivamo colpiti da acqua e detriti e sembrava che fossero le onde a dettare le emozioni, come immagino sia successo anche nella vita reale. Era quasi impossibile parlare. Potevamo solo sentire e vivere quell’esperienza. Tom ed io abbiamo avuto un paio di momenti in cui recitavamo insieme e mi sono resa conto di quanto fosse fantastico e incredibilmente abile e geniale. Uno degli aspetti più belli è stato sviluppare un rapporto di amicizia con Tom sia sul set che fuori ed esplorare questa splendida relazione tra madre e figlio... Un film basato su fatti realmente accaduti è allo stesso tempo più facile e più difficile da realizzare. È più facile perché la voce della verità rappresenta un termine di confronto, ma il fatto che le persone abbiano vissuto davvero una simile esperienza crea una certa tensione. Dovevamo anche affrontare il tema con la massima autenticità ed esprimere il più onestamente possibile le emozioni provate in quell’occasione... (lo tsunami) È stata senza dubbio la parte più impegnativa del film. Non ho l’età di Tom (Holland) e non sono abituata a essere sbatacchiata così. È stato difficile farlo per un mese. Ricordo che J.A. (Bayona) mi suggeriva le battute e io rispondevo: ‘Non riesco a parlare, ho la bocca piena d’acqua’...
... Eppure certe cose succedono. E allora, per chi non è religioso come me, alla fine le domande arrivano. Ti chiedi: perché é accaduto? Perché mi sono salvata, perché altri sono morti? E' un pò il senso del film, e ovviamente non solo... Vivo a New York. E, come in qualsiasi altra metropoli, il nostro è un vivere immerso nell'indifferenza. Non ci si guarda nemmeno in faccia, tutti presi dal nostro fare, dal nostro correre. Tragedie come questa, come uno tsunami, riportano tutti allo stesso livello. Allora, ecco che forse riemerge la solidarietà, la generosità. Certo, sarebbe meglio non aspettare che si verifichino questi eventi, ma purtroppo è spesso un'utopia". Naomi Watts
Karen è la madre single di un ragazzino di 14 anni di nome Chris, che è diventato un monello irrefrenabile, come capita spesso in età adolescenziale. L’onestà e le ammissioni che traspaiono nelle lettere di Davis svegliano qualcosa in Karen e, assieme, queste due persone si avventurano in un viaggio di riscoperta:
“Karen rimane davvero colpita dall’onestà di Davis. Lui è molto complicato, ma lei apprezza la sua onestà. Rimane affascinata dalle parole che legge, che fungono da campanello d’allarme per lei... è come se lui stesse scrivendo proprio a lei. Lui fa appello a una parte della sua psiche che le appare eccitante e pericolosa. Credo siano entrambe due persone che hanno bisogno di essere guarite – di essere svegliate – e questo accade nel momento in cui si crea un legame tra di loro. È come se avessero bisogno di una rinascita, e ridiventano come due ragazzini. È molto dolce e onesto e puro e innocente" Naomi Watts
Naomi Watts (The Impossible, 2013) (*)
(*)(Settimanale "F", n. 5, 6 Febbraio 2013, p. 20)