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    THE IMPOSSIBLE: QUANDO LA NATURA PUO' RIVELARSI IL PEGGIOR NEMICO DELL'UOMO. LO TSUNAMI TAILANDESE DEL 2004 RAGGIUNGE LA CELLULOIDE CON NAOMI WATTS, EWAN MCGREGOR E GERALDINE CHAPLIN DIRETTI DA JUAN ANTONIO BAYONA ('THE ORPHANAGE')

    RECENSIONE - Dal 31 GENNAIO

    "È stata un’esperienza incredibile. Fin dal primo momento, quando Jota (il regista) ci ha detto: ‘Voglio realizzare un film sulla vostra storia’, abbiamo risposto: ‘Non è la nostra storia, ma la storia di molte, moltissime persone’. Solo che non tutti sono stati fortunati quanto noi".
    Maria Belon

    "Non si tratta soltanto di un film che parla di sopravvivenza. L’interrogativo che solleva è: per chi puoi sopravvivere e in che modo. Dietro la tragicità del tema c’è qualcosa di molto forte, un richiamo alla condizione umana, qualcosa che commuove profondamente chiunque ascolti la storia... È una storia incredibilmente avvincente e di grande impatto emotivo, e tutti hanno avuto la stessa reazione quando gliel’abbiamo raccontata. Il film inizia con un episodio che in pochi secondi cambia completamente le loro vite, ma da quel momento in poi si trasforma in un viaggio, in una fuga senza sosta. Tutti noi avevamo visto la calamità e la forza devastante dello tsunami in televisione e su Internet, quasi in tempo reale. Ciò che 'The Impossible' esplora è la storia umana, commovente ed emozionante della gente che l’ha vissuta in prima persona. Non ha niente a che vedere con ciò che abbiamo sentito al telegiornale".
    Il regista Juan Antonio Bayona

    "Ciò che mi spaventava e mi frenava di più era l’idea di raccontare le vicende di cinque sopravvissuti in un contesto in cui erano morte quasi trecentomila persone. La cosa che mi sembrava più importante era trovare il modo di raccontare con rispetto le dinamiche di una tragica perdita che avrebbe profondamente turbato il pubblico – raccontare una storia drammatica, fedele alla realtà, che avrebbe spinto la gente a identificarsi con questa famiglia e con chiunque avesse perso una persona cara – nello tsunami o in altre circostanze. Poi dovevamo trovare la struttura adatta, ed era la parte più difficile perché avevamo cinque persone che avevano una storia in comune e sapevamo che alla fine del film sarebbero sopravvissute. Tuttavia i personaggi subiscono una separazione – un’esperienza che vivono con grande dolore dall’inizio alla fine perché sono convinti che l’altra metà della famiglia sia morta. La sfida per noi era raccontare la storia dei cinque membri mantenendo però la tensione che avevano provato, in modo che anche chi non la conosceva restasse con il fiato sospeso".
    Lo sceneggiatore Sergio G. Sanchez

    (The Impossible; SPAGNA/USA 2012; Drammatico; 114'; Produz.: Apaches Entertainment/Telecinco Cinema; Distribuz.: Eagle Pictures)

    Locandina italiana The Impossible

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    Titolo in italiano: The Impossible

    Titolo in lingua originale: The Impossible

    Anno di produzione: 2012

    Anno di uscita: 2013

    Regia: Juan Antonio Bayona

    Sceneggiatura: Sergio G. Sanchez

    Soggetto: Film ispirato alla storia vera di Maria Belon e famiglia (gli spagnoli Alvarez-Belon), avvenuta in concomitanza con lo Tsunami che nel 2004 colpì le coste della Tailandia. Su queste basi The Impossible ricrea il drammatico racconto di una famiglia che, con altre decine di migliaia di stranieri, si trova nel caos di una delle peggiori catastrofi naturali del nostro tempo.

    PRELIMINARA:

    Il 26 dicembre del 2004 lo tsunami più violento della storia ha colpito la costa sudorientale dell’Asia, uccidendo 300.000 persone. Ogni morte ha cambiato per sempre la vita di innumerevoli famiglie in tutto il mondo. Questa è la storia di una di quelle famiglie. Un fatto realmente accaduto. Il film THE IMPOSSIBLE racconta la vera storia di Maria, Quique, Lucas, Tomas e Simon.

    Nel 2004, il giorno dopo Natale, il mare si è intorbidito e, mugghiando, ha divorato la costa occidentale della Tailandia – il disastro naturale più terribile che avesse mai colpito la nazione. Schiantandosi contro i villaggi costieri a intervalli di dieci minuti, le onde letali hanno provocato solo in quel paese più di cinquemila morti e oltre duemilaottocento dispersi e si sono lasciate alle spalle 1480 orfani.
    Henry e Maria, marito e moglie, e i loro figli Lucas, Simon e Thomas – in Tailandia per trascorrere le feste di Natale – rimangono intrappolati nelle spire dello tsunami. Separati nell’arco di pochi secondi e gravemente feriti, combattono per sopravvivere e si riuniscono in una storia vera di perseveranza, amore e fede incrollabile gli uni negli altri e nelle altre migliaia di stranieri travolti dalla catastrofe.

    PRELIMINARIA - Buono a sapersi!

    Bayona ha insistito per girare nei luoghi in cui la famiglia Alvarez-Belon ha affrontato la terribile prova e come comparse ha utilizzato persone che, a loro volta, avevano vissuto l’esperienza dello tsunami. Uno dei siti più critici è stato l’Orchid Resort, che la famiglia aveva scelto per trascorrere le vacanze di Natale. Maria Belon ha raggiunto la troupe al villaggio turistico, tornandovi per la prima volta dai tempi del disastro.

    Cast: Naomi Watts (Maria)
    Ewan McGregor (Henry)
    Tom Holland (Lucas)
    Samuel Joslin (Thomas)
    Oaklee Pendergast (Simon)
    Marta Etura (Simone)
    Sönke Möhring (Karl)
    Geraldine Chaplin (Vecchia)
    Ploy Jindachote (Caregiver)
    Jomjaoi Sae-Limh (Infermiera della Croce Rossa)
    Johan Sundberg (Daniel)
    Jan Roland Sundberg (Padre di Daniel)
    La-Orng Thongruang (Vecchio tailandese)
    Tor Klathaley (Giovane tailandese)
    Douglas Johansson (Mr. Benstrom)
    Cast completo

    Musica: Fernando Velázquez

    Costumi: Anna Bingemann, Sparka Lee Hall e Maria Reyes

    Scenografia: Eugenio Caballero

    Fotografia: Óscar Faura

    Montaggio: Elena Ruiz e Bernat Vilaplana

    Effetti Speciali: Pau Costa

    Makeup: Chiara Ugolini

    Casting: Shaheen Baig e Raweeporn 'Non' Srimonju

    Scheda film aggiornata al: 25 Febbraio 2013

    Sinossi:

    Maria (Naomi Watts), Henry (Ewan McGregor) e i loro tre figli iniziano le loro vacanze invernali in Thailandia per un paio di giorni in un paradiso tropicale. Ma la mattina del 26 dicembre, mentre la famiglia si rilassa in piscina dopo la festa di Natale della sera prima, un boato terrificante si alza dal centro della terra. Mentre Maria si blocca per la paura, un muro enorme di acqua nera attraversa l'hotel e si dirige verso di lei. Henry afferra i due ragazzi più giovani, Simon e Thomas, ma è troppo tardi: l'onda irrompe contro di lui con una forza incredibile e gli fa perdere la presa. Maria è spinta sott'acqua, dove è schiacciata e battuta dalle macerie e si trova sull'orlo della morte. Finalmente riesce a tornare sulla superficie del mare nero in tempesta, che ha completamente sommerso l'hotel di tre piani e il paesaggio circostante. Mentre Maria cerca una boccata d'aria, prova a capire quanto è appena accaduto, convinta che la sua famiglia sia stata cancellata in un batter d'occhio. Ma poi, il figlio maggiore Lucas (Tom Holland) riemerge pochi metri più avanti di lei tra la corrente selvaggia. Faccia a faccia con qualcosa di incomprensibile e inaspettato, deve lottare contro l'impossibile per la sopravvivenza del figlio. E della sua.

    SHORT SYNOPSIS:

    An account of a family caught, with tens of thousands of strangers, in the mayhem of one of the worst natural catastrophes of our time.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    QUANDO LA REALTA' ISPIRA LA CELLULOIDE: UNA STORIA DI 'EROI PER CASO IN CIRCOSTANZE STRAORDINARIE' PESCATA TRA I DETRITI DELLO TSUNAMI OCCORSO NEL 2004 SULLE COSTE DELLA TAILANDIA. IL REGISTA JUAN ANTONIO BAYONA ('THE ORPHANAGE') RITRAE UNA FAMIGLIA DI SOPRAVVISSUTI IN SENO AL TRAGICO EVENTO CON SENSO DI RESPONSABILITA' MORALE E UNO STILE CHE SA PRENDERE LE DISTANZE DALLA SPETTACOLARIZZAZIONE GRATUITA, UMORI PIENAMENTE CONDIVISI DAI 'DENSI' INTERPRETI NATURALI NAOMI WATTS ED EWAN MCGREGOR

    Ogni qualvolta si prende la decisione di portare sul grande schermo un evento catastrofico ispirato a fatti realmente accaduti ci si assumono responsabilità e rischi non indifferenti. Alle implicite difficoltà di essere il più aderenti possibile alla realtà, vanno ad aggiungersi quelle della ricerca di un equilibrio accettabile con la finzione. Registro delicato quanto quello dell'implicito rispetto per le vittime che purtroppo entrano di diritto nel conto di ogni disastro di considerevoli proporzioni. Ed è questo il

    caso. Il film The Impossible di Juan Antonio Bayona (The Orphanage), com'è noto, si ispira allo tsunami che nel 2004 colpì e devastò le coste della Tailandia portandosi dietro ben 300.000 vittime. Ora, volendo portare al cinema un evento come questo, le bucce di banana su cui potenzialmente scivolare, non senza le inevitabili conseguenze, si contano a grappolo: dalla spettacolarizzazione auto celebrativa dell'evento in sé, al fascino melo di marca populista appuntato sulle sequenze d'obbligo in cui è protagonista il dolore a vari livelli (da smarrimento e solitudine alla perdita temporanea o definitiva dei propri familiari, dalle ferite fisiche a quelle psicologiche a vario titolo e grado...), dallo sfruttamento d'immagine attraverso il facile protagonismo di star di punta, al finale già scritto dalla storia dei fatti e dunque senza sorpresa, dal tentativo di spuntarla scegliendo la cifra documentaristica a quello opposto di selezionare un'icona familiare tipo, simbolica ed emblematica dell'insieme.

    E, in effetti, Bayona opera proprio una selezione iconica, puntando l'obiettivo sulla incredibile vicenda vissuta dalla famiglia spagnola Alvarez-Belon, all'epoca in vacanza sul luogo dello tsunami, ma riesce straordinariamente a non perdere mai di vista le maglie intermedie che legano quella famiglia a tutti gli altri, vittime e sopravvissuti, e a quell'ambientazione da paradiso terrestre trasformata in pochi istanti in un inferno senza alcuna possibilità di appello.

    Chi non conosce il potente registro espressivo drammatico di Naomi Watts? Basta ricordarla nelle vesti di Cristina Peck nel 21 Grammi del messicano Alejandro González Iñárritu per rinfrescarci la memoria. Bayona l'ha scelta per interpretare la sopravvissuta Maria Belon in The Impossible, ruolo che le è intanto valsa una Nomination all'Oscar. Sopravvissuta con il marito (nel film incarnato da un 'denso' Ewan McGregor) e i loro tre figli, Maria realizza veramente 'l'impossibile' con la salvezza della famiglia al completo, pagata il prezzo di un

    piccolo grande calvario cui il film rende testimonianza e giustizia, muovendosi elegantemente sulle simboliche tessere delle varie molle scattate all'indomani del disastro. Così, se il film apre (con il rumore dell'acqua in sottofondo e le didascalie cronachistiche sull'accaduto) e chiude (con il mare aperto quale unico protagonista) nella maniera stilistica più classica e anonima, dopo essersi preso tutto il tempo per presentare l'identikit di una normale famiglia in vacanza, con le piccole paure di turbolenze aeree e crucci vari di prevaricazioni tra fratelli, Bayona affronta faccia a faccia la catastrofe, impiegando notevole dispiego di forze che, per sua scelta e nostra fortuna, ha scartato dal digitale: il risultato è stato quello di riuscire, non solo ad esprimere realisticamente la portata dell'evento, ma soprattutto a raggiungere l'anima nera dello tsunami in agguato dietro la maschera di un luogo davvero paradisiaco. Da questo momento in poi a sua m. d. p. si

    mantiene in rispettosa equidistanza tra i volti delle due 'metamorfosi' che lo stesso tsunami ha provocato sulle persone e sull'ambiente: i primissimi piani sui protagonisti e sui loro sforzi nella lotta per la sopravvivenza si alternano così ad inquadrature a tutto campo sull'irriconoscibile scenario di flora e fauna. Le due metamorfosi sembra di poterle toccare con mano ma, quella più importante, ripresa in corso d'opera, inizia da subito ad affiorare dallo strato interiore più profondo: quello che non fa dimenticare a Maria/Watts, il dovere, malgrado il pericolo incombente di una nuova ondata, di aiutare altri in difficoltà (è il caso del bambino rinvenuto solo e piangente abbrancato ad un tronco d'albero).

    E' dunque anche una storia di 'eroi per caso in circostanze straordinarie', che questa volta ha trovato nella realtà, prima ancora che nella finzione, la materia viva per il soggetto da narrare per immagini. Ci sono sequenze forti in cui

    è protagonista la solidarietà, nel film dominante sull'egoismo di fare unicamente per se stessi (vedi il tizio che nega l'uso del suo cellulare). Con l'aiuto concreto che il figlio più grande Lucas (Tom Holland) porge nella ricerca dei familiari dispersi di altre persone, mentre la madre è in ospedale (grazie ai rudimentali ma efficaci soccorsi di gente del luogo) ed il prestito del suo cellulare da parte di un compagno disastrato quanto lui ad Henry/McGregor - momento che registra peraltro un climax drammatico con un pianto da Oscar - Bayona inanella le perle più pure di questa catena di solidarietà, innescatasi in tutta naturalezza. In circostanze come queste, l'ottica generale, i parametri di valutazione e di interazione con le altre persone assumono connotazioni alle volte opposte a quelle ricorrenti nell'ordinaria vita di tutti i giorni e questo diventa centrale nel film tanto da rendere superflue alcune battute di sceneggiatura -

    per fortuna pochissime - che sono state lasciate a rimarcarne i tratti (del tipo "mi dispiace se qualche volta ti ho deluso").

    Lambendo epidermicamente qua e là il metodo ad incastro su cui lo stesso Alejandro González Iñárritu ha normalmente costruito l'intera architettura della maggior parte dei suoi film, nella seconda parte di The Impossible Bayona ricostruisce alcune realtà attraverso la ricongiunzione di frammenti che costringono a tornare al punto di origine di un filo narrativo di sottotrama, sfiorando appena, al contempo, i tasti di una sinfonia emotiva che può esprimersi solo sulle sponde dell'io più profondo, quando, nel sonno naturale o indotto dall'anestesia, la memoria fisica e psichica rivede il proprio film personale sull'accaduto. Ed è proprio qui che Bayona, con un ralenti spiccato ed importante fino al fermo immagine, assesta un potente scorcio di cinema che, per alcuni istanti, ci richiama alla mente Hereafter di Clint Eastwood, sull'onda di

    quell'inconscia consapevolezza di quanto sottile sia in assoluto - e di quanto lo sia stato in quelle circostanze per i sopravvissuti - quel filo che separa la vita dalla morte.

    Altre voci dal set:

    La sopravvissuta allo Tsunami Maria Belon:

    "Non solo mi sono ritrovata all’Orchid, ma sedevo esattamente dove l’onda ci aveva colpiti. I suoni della colazione, l’aria rilassata dei turisti, la certezza che tutto lo staff dell’albergo fosse in assetto da lavoro, qualche ospite intento a programmare la giornata; la situazione nel film era identica a
    quella che ricordavo. Eravamo in vacanza, ed era una splendida mattina, poi la vita è cambiata nel giro di pochi minuti. Dentro di me convivono le emozioni più diverse… Se non sbaglio, lo chiamano ‘il senso di colpa del sopravvissuto’. Ma nei giorni che ho trascorso all’Orchid per seguire le riprese ho avuto l’opportunità di interagire con alcune persone del posto che erano sopravvissute allo tsunami e di parlarne con loro. È stata un’esperienza scioccante, e mi sono resa conto di quanto J.A.
    (Bayona) fosse stato abile nel rappresentare nel film gli eventi e le emozioni che avevano provocato in me".

    Il supervisore degli effetti speciali Félix Bergés:

    "L’acqua digitale era una possibilità che abbiamo scartato quasi subito perché non ci sembrava abbastanza realistica... L’idea era di realizzare un canale di circa sessanta metri. Ma ci siamo resi conto che dovevamo costruirne uno tra i dieci e i quindici metri, per proteggere gli attori e guidarli senza rischi quando usavamo elementi come alberi, macerie e molti altri. Mi riferisco a una sequenza che, fin dall’inizio, sapevamo sarebbe durata circa otto minuti e avrebbe richiesto un centinaio di riprese e che pertanto doveva essere qualcosa di molto versatile. La troupe ha filmato le scene in cui l’onda trascina via la famiglia, soffermandosi soprattutto sui primi piani di Maria mentre viene letteralmente inghiottita e travolta dall’acqua. Le riprese hanno avuto luogo in una cisterna in Spagna e sono durate circa un mese e mezzo, un’operazione che Bergés ha definito 'un incubo'... Abbiamo filmato l’inondazione con due squadre, e le scene sott’acqua erano molto complesse e richiedevano una grande abilità tecnica. La cisterna misurava 100 metri per 80 e aveva uno schermo azzurro sullo sfondo. Non potevamo usare uno schermo verde perché gli elementi di quel colore erano già moltissimi, ma un tradizionale schermo blu sarebbe stato troppo scuro, così lo abbiamo dipinto noi. La difficoltà maggiore nel riprendere un’inondazione è che l’acqua si muove a una velocità vertiginosa, o meglio, che tutto si muove. Perciò ogni cambio richiedeva una gru enorme, capace di muovere una massa di quattro tonnellate".

    Bibliografia:

    Nota: Si ringrazia Marianna Giorgi (Ufficio Stampa Eagle Pictures)

    Pressbook:

    PRESSBOOK in ITALIANO di THE IMPOSSIBLE

    Links:

    • Juan Antonio Bayona (Regista)

    • Naomi Watts

    • Ewan McGregor

    • Dominic Power

    • Tom Holland

    • Samuel Joslin

    • Oaklee Pendergast

    • The Impossible (BLU-RAY + DVD)

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    Galleria Video:

    The Impossible - trailer

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