A chi non ha mancato di chiederle, dopo tanto insistito ‘vociferare’, se sentiva propria la veste di “aristocratica ice queen/regina di ghiaccio” che i media le hanno con troppa faciloneria incollata addosso, trovando in "algida" uno degli aggettivi più gettonabili a suo carico, KRISTIN SCOTT THOMAS non ha avuto incertezze a rispondere a tono, smentendo prontamente tale immeritata fama. Personaggi particolari come quelli da lei incarnati sempre con appassionato trasporto, dopo approcci ‘trattenuti’, con Il paziente inglese del compianto Anthony Minghella - che non a caso le è valso una Nomination all’Oscar - con L’uomo che sussurrava ai cavalli di Robert Redford, ma anche con Destini incrociati del recentemente scomparso Sydney Pollack, la incoronano piuttosto sensuale ed elegante interprete dell’intero caleidoscopio introspettivo contemplato per l’umana specie. E l’eleganza, la classe che la contraddistinguono senza rinnegare generose dosi di vulnerabilità e sensibilità virata spesso in palpabile, persino impacciata, timidezza, portano piuttosto a scoprire il suo cocktail preferito, là dove il ‘distacco’, quando c’è, è momentaneo e nasconde sempre qualcosa di più pieno, magari in odore di un radicale cambiamento, ed è comunque sempre potentemente aromatizzato da forza, intelligenza, ironia e spiccato senso dello humour. Chi non ricorda il mitico Gosford Park di Robert Altman premiato con l’Oscar? In EASY VIRTUE (UN MATRIMONIO ALL’INGLESE) presentato al III. Festival Internazionale del Film di Roma, dell’australiano regista STEPHAN ELLIOTT, KRISTIN SCOTT THOMAS svela forse il suo lato più perfido, sia pure in qualche modo legittimato: nelle vesti di suocera all’antica (Mrs. Whittaker) sul filo di una tensione forte nei confronti della neo nuora Larita (JESSICA BIEL), esprime un genere di glaciale ostilità che tradisce anche il suo sentirsi, in qualche modo, intimidita. (P. Ferretti, "www.celluloidportraits.com").
Lo scrittore e neo regista PHILIPPE CLAUDEL che l’ha diretta in TI AMERO’ SEMPRE, ha dichiarato che KRISTIN SCOTT THOMAS “… è un’attrice incredibile. E questo lo sapevamo. Ha d’altra parte aggiunto “ma ritengo che il cinema francese l’abbia usata al di sotto delle sue potenzialità…. In questo caso, precisa, “… ha avuto il coraggio e l’intelligenza di calarsi nel ruolo di Juliette, il che non era davvero la cosa più istintiva”. E ‘calarsi’, per KRISTIN SCOTT THOMAS ha significato rinunciare al genere di ‘glamour’ cui il pubblico è abituato a vederla. Non c’è eleganza e particolare classe in chi trascorre quindici anni in carcere. “… In prigione è facile andare in pezzi. I detenuti poco alla volta prendono il colore delle mura, sia dentro che fuori. Le mura diventano i loro vestiti, la loro pelle, la loro anima. E’ molto difficile che qualcuno conservi la propria energia, la propria luce interiore e i propri desideri. Ed è fondamentale mostrarlo…”. E’ difatti questo che KRISTIN SCOTT THOMAS questa volta è riuscita a fare sul grande schermo: trasmutarsi usando le ‘nuances’ grigiastre di una donna ‘perduta’, la cui presenza spesso coincide con l’assenza, di pensiero e di emozioni, salvo poi lasciarsi scoprire gradualmente per sfumature che non tardano a svelare, in bilico tra l’impaccio e i pallidi sorrisi di una finta allegria che flirta con lacrime represse, i cangiantismi insospettati di un essere umano che da grande per intelligenza, sensibilità e capacità di amare, ha voluto farsi piccolo e profondamente malato nell’anima, per immensa disperazione e immenso amore.
Elegante e riservata, Madame Rousset viene ascoltata con attenzione dal potente marito. E’ una moglie felice e fedele, fino a quando non diventa vittima dell’irresistibile potere seducente di Georges
"Ho letto il libro anni fa e mi ha fatto sbellicare dalle risate, ma la sceneggiatura è scritta in modo completamente diverso. Per prima cosa, nel libro il mio personaggio è un uomo. Poi il libro è leggermente più politico. Ma l’essenza del libro è presente anche nella sceneggiatura". Kristin Scott Thomas
"Nel libro è descritta come una donna estremamente religiosa, molto minuta e con i capelli bianchi; è abbastanza diversa da come abbiamo visto noi il suo personaggio. Volevamo che Madame Angellier desse l’impressione di una persona cupa, per questo indossa principalmente abiti neri. Volevamo trasmettere un aspetto della guerra più francese che fosse in contrasto con quello inglese o americano." Kristin Scott Thomas
"... Lei e Winston si adoravano a vicenda e avevano un rapporto molto saldo. Il modo in cui ha guidato il Paese in quelle settimane di Maggio e Giugno istillando un senso di patriottismo, coraggio e orgoglio è stato straordinario... un materiale da studiare di una mole abbastanza scoraggiante. Ho ricevuto questa scatola piena di libri dagli uffici di produzione, e ogni singolo libro era enorme. Mi ci sono comunque immersa e nel fare le mie ricerche sono rimasta affascinata. Inoltre ero cosciente di quante attrici hanno in passato interpretato Clemmie, ognuna con la sua versione. Il mio obiettivo è stato di trovare la mia strada, con la mia interpretazione e la mia visione di Clemmie... In una delle sue lettere Churchill afferma che non sarebbe stato in grado di sopravvivere alla guerra senza la vicinanza di Clemmie. È chiaro che fosse di grande supporto con idee politiche molto decise, ben consapevole di come suo marito dovesse guidare la situazione e molto chiara con Winston sulle proprie idee" Kristin Scott Thomas
Il monologo di Juliette (Kristin Scott Thomas) in Ti amerò sempre di Philippe Claudel: