Alla 63a Mostra con THE QUEEN (IN CONCORSO), il regista di Le relazioni pericolose, Mary Reilly e Liam, approda alla monarchia con questo suo The Queen: un sorprendente umanissimo ritratto che scava a fondo nell'intimità dela famiglia reale all'indomani del tragico evento della Principessa Diana, passando per le corde emotive della commozione così come dell'ironia umoristica. Un'oprazione peraltro 'politically correct', pare, in quanto forte di una capillare documentazione nonché della strabiliante interpretazione di Helen Mirren nelle vesti della regina Elisabetta II. (Patrizia Ferretti, La nostra scelta in Home Page di www.celluloidportraits.com)
"Non ho alcun piano nel dirigere i miei film. Sono più che altro guidato dal mio inconscio; quando mi guardo alle spalle capisco il perché della scelta di alcune sceneggiature piuttosto che di altre. All’inizio cercavo solo di imparare a fare il regista. Facevo il regista di quello che mi chiedevano di dirigere. Poi ho cominciato a fare dei film che mi interessavano veramente. Ad ogni modo funziona più o meno così: io sto a casa, la gente mi manda delle sceneggiature. E lavoro a un progetto per volta, è già abbastanza difficile così!". Stephen Frears (XXI. Courmayeur NOIR InFestival (5-11 Dicembre 2011))
"Sono molti gli elementi di questa storia che mi hanno incuriosito. Ho apprezzato in particolare il fatto che si trattasse di una storia drammatica frammista ad una specie di commedia romantica. E' piena di tristezza e di gioia allo stesso tempo, in un miscuglio particolarmente interessante". Stephen Frears
"Vittoria era prigioniera delle convenzioni, come succede a molti di noi... Il loro è stato un incontro assurdo. E’ questo che rende così soddisfacente
raccontare questa storia. La natura dell’amore è di cambiare tutto tra due persone, quindi Vittoria e Abdul è sicuramente una storia d’amore... Vittoria non è mai andata in India perché c’era una fatwa [una sentenza religiosa] contro di lei; era diventata Imperatrice nel 1858, dopo quello che l’Impero ha chiamato l’ammutinamento e che l’India definisce l’insurrezione... E’ stato sicuramente pregiudizio razziale e bigottismo ma la loro interferenza totale era anche perché loro avevano qualcosa da proteggere e Abdul costituiva una minaccia. Lo stesso continente indiano era una minaccia per l’Impero e per questo è stato represso – e represso da membri della classe che circondava anche la Regina. Questo è stato divertente per noi nel fare il film, non per quegli atteggiamenti terribili, ma perché avevamo degli attori caratteristi inglesi che sono stati molto bravi a tirare fuori l’umorismo di quelle opinioni e reazioni" Stephen Frears
"Devo dire che la maggior parte dei registi inglesi comunque proviene dal teatro: io ho lavorato in scena, ma anche Ken Loach, Danny Boyle, veniamo tutti da lì. E in genere in teatro si lavora con una buona scrittura" Stephen Frears
"Devo dire che la maggior parte dei registi inglesi comunque proviene dal teatro: io ho lavorato in scena, ma anche Ken Loach, Danny Boyle, veniamo tutti da lì. E in genere in teatro si lavora con una buona scrittura" Stephen Frears
"Devo dire che la maggior parte dei registi inglesi comunque proviene dal teatro: io ho lavorato in scena, ma anche Ken Loach, Danny Boyle, veniamo tutti da lì. E in genere in teatro si lavora con una buona scrittura" Stephen Frears