L'attore COLIN FARRELL (Golden Globe per la sua interpretazione nella dark comedy 'In Bruges') veste ora i panni di Mark Walsh, un fotoreporter in zone belliche inviato in Kurdistan, in TRIAGE di DANIS TANOVIC, presentato al IV. Festival Internazionale del film di Roma.
COLIN FARRELL era consapevole che con una pellicola come TRIAGE "sarebbero sorte tante domande interessanti, come la ragione per cui compiono queste azioni e l'effetto di esse sulle loro vite". Per avere una buona comprensione del personaggio, COLIN FARRELL ha studiato libri fotografici di guerra e ha osservato dei documentari bellici, mentre è rimasto sorpreso da "come si possa rimanere facilmente dipendenti dopo poche settimane". ("www.celluloidportraits.com")
"La prima volta che ho visto ‘Fright Night’ avevo 11 o 12 anni. Non voglio dire che sia ‘sacro’, ma in un certo senso è perfetto così com’è. Ma dopo aver letto il copione di Marti, mi sono sentito davvero confuso perché la storia era scritta benissimo e nonostante il mio attaccamento al primo film, desideravo assolutamente far parte di questo remake! Proprio come l’originale, anche questo è un horror con un delicato tocco comico ed irriverente". Colin Farrell
"La storia è comune, un uomo che sente di non stare vivendo la vita che vorrebbe-un uomo che sta attraversando un periodo di malcontento. Ma il suo è un brusco risveglio. Quaid non ha idea di chi sia veramente, oltre a un profondo ed emotivo livello cellulare. L’intero film prova a dimostrare chi sia Quaid in realtà... Porta a galla problemi di identità, ego e superego – è molto divertente guadare questo stagno psicologico". Colin Farrell
"E’ importante capire da dove proviene Marty. Si è innamorato di questo titolo, ma non ha creato nessuno psicopatico. Marty è famoso per gli ottimi dialoghi e le storie violente, ma in realtà cerca di prendere questa violenza e inserirla in una storia che fondamentalmente parla di pace e amore". Colin Farrell
"Se mi chiedete quello che è alla base di una buona storia d’amore rispondo che è quando la gente si perde nell’amore, quando fin dal primo momento in cui si incontrano scoprono gli aspetti migliori di loro stessi alla presenza dell’altra persona. E’ questo che succede a Peter quando incontra Beverly. Immediatamente. I sentimenti che provano trascendono le costrizioni del tempo". Colin Farrell
"Il livello di orchestrazione in cui Ambrose si coinvolge è piuttosto complesso e articolato. Fondamentalmente orchestra la maggior parte dell'azione che si svolge nell’arco del film. Tutto ciò che Ambrose fa è incontrare Clancy... (Ambrose è) ...un personaggio solitario... Sente il Dottor. Clancy, lo rintraccia, scopre il suo lavoro con l'FBI. Ha una visione di qualcosa che ha avuto luogo nel passato di Clancy, che paragona facilmente a ciò che sta facendo. In questo modo, realmente, pensa che lui e Clancy sono due facce della stessa medaglia ed è determinato a incontrarlo... Il mio personaggio scatena una serie di eventi e i suoi omicidi diventano volutamente un po’ più sciatti, in modo da lasciare indizi per la polizia. Lui è aiutato dal fatto di sapere dove le persone si trovano e come assecondarle... Durante tutto il film si avverte che qualcosa di brutto sta per
accadere. Si vede che le persone stanno cercando di capire cosa si celi dietro questi omicidi. Allo stesso tempo, stanno cercando di capire la propria vita in rapporto a se stessi e agli altri personaggi del film. Alla fine tutti loro stanno soffrendo". Colin Farrell
"... rivela come qualunque innocenza fosse stata preservata, in tempo di guerra viene persa. Esplora anche come gli aspetti più animaleschi del comportamento umano possano essere provocati – e pervadere – anche quando non ci si trova in prima linea. La violenza del cuore umano è un tema senza tempo, prescinde dal periodo in cui si svolge la storia... Ho amato la sobrietà del film; c’è pure un po’ di melodramma... Le interazioni tra l’uomo e queste donne sono tutte basate sull’etichetta sociale – fino a che qualcuno non esce dalla forma accettata. E allora non è più un ambiente emotivamente formale. Non vedevo il mio personaggio come uno molto attento all’etichetta, ma Sofia ha chiesto anche a me di incontrare l’insegnante di buone maniere, e io l’ho fatto... Lui è piuttosto narcisista, ma è anche uno che sa valutare le persone perché sa leggere quello di cui hanno bisogno. Sente quello che le persone potrebbero trovare disdicevole e se ne tiene alla larga, facendo leva piuttosto sul loro lato debole – sia che questo significhi offrire una parola di conforto o, al contrario, essere più discreto. Probabilmente l’unica con la quale lui è sincero è il personaggio di Oona, Amy. Lei è generosa con lui fin dall’inizio, ma anche questa innocenza verrà perduta" Colin Farrell
"La prima volta che ho visto il make up del mio personaggio, era su una scultura che Mike Marino aveva realizzato per costruire Oz. Guardandolo prendere forma su di me ho provato un senso di paura, minaccia. Ma confesso anche di simpatia per un personaggio che amerei approfondire, con tutte le sue cicatrici. Ho immaginato che fosse una persona che ne aveva passate molte, e che sicuramente era stato spesso frainteso nella sua vita. Ma davvero: non ci siamo spinti molto in profondità nel film. Ho solo 6, forse 7 scene. Essendo avido per natura, ne voglio altre... La mia insegnante di dialetto, con la quale lavoro da molti anni, è meravigliosa. Jessica Drake sa essere anche una rottura di palle, ma è per questo che è pagata... Le sono molto grato per il suo tempo, la sua attenzione e il lavoro sul dialetto fatto insieme. Abbiamo indagato sul background socioeconomico, emotivo e psicologico. La nostra voce è il risultato di dove siamo cresciuti. Questo è l’aspetto più importante di un accento: il modo in cui suoniamo, il modo in cui ci articoliamo, la nostra cadenza… È questione di design... Tutto mi è stato chiaro il giorno della prova costume. Quando fai l’attore da così tanti anni, per me sono 20 oramai, ti abitui un po’ al dietro le quinte, diventa routine. Ma quel giorno invece è stato magico: sono stato come trasportato e la voce alla fine è uscita da sola. Indossare una maschera come quella del Pinguino è una cosa molto potente. Nascondersi in quel modo, pensavo potesse essere limitante, invece è stato l’opposto. È stata una liberazione assoluta. La prima volta che l’ho sentito, quando è uscita la voce e stavo camminando, è stato bello... Senza le sue nemesi, l’Uomo pipistrello non esisterebbe. Loro lo rendano ciò che è. Sono un po’ il suo riflesso. La domanda è: lui agisce per senso di giustizia o per espiare le sue 'colpe' e la sua oscurità interiore?". Colin Farrell
COLIN FARRELL era consapevole che con una pellicola come TRIAGE "sarebbero sorte tante domande interessanti, come la ragione per cui compiono queste azioni e l'effetto di esse sulle loro vite". Per avere una buona comprensione del personaggio, COLIN FARRELL ha studiato libri fotografici di guerra e ha osservato dei documentari bellici, mentre è rimasto sorpreso da "come si possa rimanere facilmente dipendenti dopo poche settimane". ("www.celluloidportraits.com")