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    LEONE D'ORO ALLA 62A MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA - LIDO DI VENEZIA

    'BROKEBACK MOUNTAIN', vincitore del Leone d'Oro all'ultima edizione cinematografica lagunare (2005) e vincitore di 4 Golden Globe (2006): nel cast di quella che il regista ANG LEE considera "una grande storia epica d'amore", protagonisti HEATH LEDGER e JAKE GYLLENHAAL, cowboys nel Wyoming stretti in un legame profondo, oltre l'amicizia...

    "Per realizzare una grande storia romantica, hai bisogno di forti ostacoli. Ennis e Jack vivono nel West d'America; una terra molto legata alla tradizione e al machismo. Il risultato è che ogni loro sentimento ed ogni loro emozione devono essere tenuti nascosti. E' un qualcosa di prezioso che non si possono permettere di esprimere. Tutto ciò per me è molto drammatico".
    Il regista Ang Lee
    (Brokeback Mountain; USA 2005; drammatico; 134'; Produz. Focus Features con River Road Ent. con la collaborazione di Alberta Film Ent.; Distribuz.: BIM)

    Locandina italiana I segreti di Brokeback Mountain

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    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: I segreti di Brokeback Mountain

    Titolo in lingua originale: Brokeback Mountain

    Anno di produzione: 2005

    Anno di uscita: 2005

    Regia: Ang Lee

    Sceneggiatura: Larry McMurtry

    Soggetto: Dal racconto Brokeback Mountain di Annie Proulx (Vincitrice del 'Premio Pulitzer')

    Cast: Heath Ledger (Ennis Del Mar)
    Jake Gyllenhaal (Jack Twist)
    Michelle Williams (Alma)
    Anne Hathaway (Lureen Newsome)
    Randy Quaid (Joe Aguirre)
    Linda Cardellini (Cassie)
    Anna Faris (Lashawn Malone)
    Kate Mara (Alma Jr.)

    Musica: Gustavo Santaolalla

    Costumi: Marit Allen

    Scenografia: Judy Becker

    Fotografia: Rodrigo Prieto

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    "E' mattina presto a Signal, nel Wyoming. Ennis Del Mar (Heath Ledger) e Jack Twist (Jake Gyllenhaal) si incontrano nell'ufficio del rancher locale Joe Aguirre (Randy Quaid). Stanno cercando tutti e due lavoro.
    Il mondo in cui sono cresciuti entrambi sta cambiando rapidamente ma, allo stesso tempo, si evolve poco.
    Tutti e due i ragazzi sembrano certi degli obiettivi che vogliono raggiungere nella vita - un lavoro stabile, il matrimonio e la famiglia - ma ambiscono anche a qualcosa che non riescono ancora a vedere con chiarezza.
    Quando Aguirre li manda a lavorare come guardiani del gregge in cima alla montagna di Brokeback, fra di loro si instaura prima un rapporto cameratesco e poi un'intimità più profonda.
    Alla fine dell'estate i due devono lasciare Brokeback e separarsi. Ennis rimane in Wyoming, sposa la sua fidanzata Alma (Michelle Williams), con la quale avrà due figlie, e cerca di tirare avanti come meglio può.
    Jack, in Texas, conquista la reginetta del rodeo Lureen Newsome (Anne Hathaway). Si fidanzano, si sposano, fanno un figlio e cominciano a lavorare per il padre di lei.
    Quattro anni dopo, un giorno Alma porta ad Ennis una cartolina di Jack, che è in viaggio verso il Wyoming. Ennis aspetta ansioso il suo amico e quando Jack finalmente arriva si capisce subito che il tempo non ha fatto altro che rafforzare l'affetto tra i due uomini. Negli anni successivi, Ennis e Jack fanno di tutto per mantenere vivo il loro legame segreto. Si vedono diverse volte l'anno e anche quando si trovano lontani si trovano costretti ad affrontare le eterne problematiche della fedeltà, dell'impegno e della fiducia.
    In definitiva la sola costante della loro vita è una forza della natura, l'amore".

    Commento critico (a cura di Patrizia Ferretti)

    ALTA PROVA DI BRAVURA PER REGISTA E ATTORI SU UN TEMA NON FACILE DA TRATTARE, INSIDIATO DAL TRANELLO DI CLICHE’. L’OPERA CINEMATOGRAFICA DIMOSTRA DI NON TRADIRE, AL DI LA’ DEL LIVELLO DI ADERENZA, LA NOBILE DIGNITA’ DEL TESTO LETTERARIO DI RIFERIMENTO. QUESTA CONFEZIONE IN CELLULOIDE DI ANG LEE SFOGGIA UNA CLASSE ED UN’ELEGANZA STILISTICA IMPECCABILI, DOVE ANCHE LE SEQUENZE PIU’ DIRETTE SCARTANO DECISAMENTE DALLA VALENZA GRATUITA, POGGIANDO SOLIDAMENTE SU LOGICHE E PROFONDE RAGIONI DI ESSERE. TRA SCHEGGE DI QUOTIDIANITA’ CONIUGALE E SOCIALE, DI CONTRADDIZIONI MORALI E LACERAZIONI INTERIORI ALLA RICERCA DI UN’IDENTITA’ AUTENTICA E COERENTE, TRA SPACCATI ‘PASTORALI’ IN UNA SORTA DI PANTEISTICA COMUNIONE CON LA NATURA, PER I MEANDRI DI SPECIFICHE CIRCOSTANZE E MOTIVAZIONI PERSONALI, SI FA STRADA UN IDEALE DI AMORE IMPOSSIBILE CHE VA A MORIRE SULLA RISACCA IMPREVISTA DI UN DESTINO PURIFICATORE.

    Dopo aver visto questo film ogni eventuale perplessità sui meriti di cotante vittorie (Leone d’Oro alla

    62° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica a Venezia e quattro Golden Globe su sette Nominations…) si dilegua senza troppi indugi. Il soggetto era tra i più impegnativi, difficili da trattare soprattutto senza cadere in insidiosi tranelli. Soggetto, diciamolo pure, quasi inflazionato di questi tempi, in cui il doveroso rispetto nei confronti del diverso, soprattutto sul piano sessuale, rischia di diventare un tormentone melenso fino a raggiungere un alquanto elevato tasso di stucchevolezza, con tanto di show-businness quando si tratta di star dello spettacolo, John Lennon e ‘consorte’ in testa. Va da sé che l’omosessualità non dovrebbe essere un fenomeno da esibire come una sfilata di moda, tralasciando le non poche, e non di poco conto, questioni morali intrinseche e consequenziali che l’argomento, rievocato o reale che sia, inevitabilmente comporta. Beh, il film Brokeback Mountain (I segreti di Brokeback Mountain) che il regista Ang Lee (Ragione e sentimento, Tempesta di ghiaccio, La

    tigre e il dragone) ha tratto dall’omonimo romanzo di Annie Proulx (Premio Pulitzer), tratta questo tema con stile ed eleganza impeccabili, riuscendo, proprio su un tema come questo, a confezionare un’opera cinematografica di gran classe, dove ogni tessera, compresi alcuni nudi o scene per così dire hard, aprono e chiudono, o sfumano, al momento giusto, con piena giustificazione di essere che scarta dal gratuito, quando non si tocca un certo lirismo dal timbro panico, nel senso di una panteistica comunione con la natura: vedi il tuffo dalla roccia per un bagno che vede i due protagonisti armonicamente assimilati allo splendido, idilliaco, contesto ambientale. E gli spaccati di paesaggi ‘pastorali’ si susseguono sinergicamente con il cameratismo che cresce tra due ragazzi alle prese con un lavoro tutt’altro che soft, condito con una buona dose di sfruttamento da parte del loro datore, proprietario di un ranch. Spaccati di cui la m. d.

    p. non manca di catturare l’essenza cogliendone le infinite spigolature, i dettagli e le sfaccettature meno evidenti nel corso dell’avvicendarsi delle diverse stagioni, o semplicemente dei vari momenti del giorno e della notte, assimilando così a più riprese la natura ambientale ai personaggi, quasi fossero un tutt’uno, colti in graduale, reciproco, assorbimento, mediante primi o primissimi piani alternati a carrellate spalancate su panoramiche mozzafiato.
    Ma forse (non avendo letto il testo di riferimento non è possibile giudicare), il regista è partito avvantaggiato, considerata la fonte da cui ha attinto. D’altra parte Lee si garantisce almeno il merito di non averla comunque tradita, indipendentemente dal grado di aderenza, evitando cadute di tono sul piano cinematografico. Anzi! C’è da dire che, per quanto si tratti indubbiamente di una storia con perno fissato su un amore omosessuale, la sua rappresentazione filmografica va ben oltre i confini e i limiti di un clichè in

    tema. Si tratta di un intreccio di contesti esistenziali plurimi più o meno interrelazionati fra loro che restituiscono una tessitura etremamente complessa e stratificata su più registri e, soprattutto, radicata in motivazioni logiche e profonde. C’è anche da rilevare che, per la coltivazione di questo ispido argomento, Ang Lee ha scelto un terreno estremamente fertile e solido che lo ha senz’altro sostenuto nella messa a punto della costruzione cinematografica, a cominciare dalla scelta dei protagonisti: due giovani astri nascenti pur già codificati, per contrapposto al ruolo, come sex symbol della celluloide. Stiamo parlando di Jake Gyllenhaal (October Sky/Cielo d’Ottobre, Donnie Darko) e Heath Ledger (I fratelli Grimm, Casanova), qui in Brokeback Mountain quasi ‘intagliati’ in un contesto ambientale rude e solitario, così come gli stessi personaggi loro affidati e portati, va detto, ad un livello di recitazione davvero sorprendente: due cowboy dalle personalità alquanto contrapposte, in cerca di un lavoro

    di sopravvivenza che il destino li vuole congiunti come guardiani di un cospicuo gregge di pecore tra le montagne e le praterie del Wyoming, in mezzo a ostacoli e difficoltà pure bestiali. Galeotti dunque, la montagna ‘Brokeback’ e un background familiare non certo idilliaco per entrambi, sofferenti di un bagaglio, ovvero, un pesante fardello carico di gravi lacune affettive fin dall’infanzia. I due, d’altra parte, per forza o per amore, sono anche eterosessuali e il film non manca di aprire finestre su finestre sulle, per diverse ragioni incespicanti, vite coniugali di entrambi. L’idillio della montagna in una dimensione come ‘sospesa’ nel tempo, un presente familiare reale, fatto di mogli e prole, un futuro ‘diverso’ sognato, fantasticato, agognato o ricusato, vissuto neppure a metà per sporadici episodi, da un idealista sognatore (Jack Twist/Jake Gyllenhaal) e da un criptico introverso Ennis Del Mar/Heath Ledger). Il desiderio appagante e la vergogna della diversità

    sentita a pelle, acuita da ciò che rappresentanti di una società ‘normale’ recepiscono, intuiscono e negano a priori come elemento discriminante anche sul piano lavorativo. Spaccati di contraddizioni e contrasti interiori che aprono su altri versanti: dal rapporto di Ennis con Alma Jr., una delle sue figlie, con cui è possibile mantenere un legame affettivo più forte che con gli altri componenti della famiglia perché più incline al rispetto e all’accettazione della diversità, a quello di Jack, con un matrimonio quasi ‘confezionato’ a ‘maschera’ della propria identità, ma non del tutto privo di un affetto destinato a frantumarsi ben presto sulle macerie di un rovinoso rapporto con i suoceri e con la stessa moglie, sempre più ‘codificata’ in ‘convenzionalismi’ sociali e risucchiata da calcolatrici e resoconti economici.
    Una storia d’amore dunque, quella tra Jack ed Ennis, resa ancor più impossibile da epoca e contesto sociale di appartenenza, sovrastata nella parte finale

    del film, davvero superlativa per delicatezza ed intensità emotiva, dall’unico vero grande amore, incontrastato, libero da pregiudizi e arrendevole di fronte alla realtà, qualunque essa sia. Quale amore poteva essere così sopra le righe se non quello materno? E’ quanto viene esemplificato e straordinariamente celebrato nella sequenza che vede il modo unico in cui la madre di Jack (diversamente dal padre) accoglie Ennis, sopraggiunto a casa loro dopo aver appreso della improvvisa e prematura morte dell’amico, offrendo la sua disponibilità a disperdere parte delle ceneri a Brokeback Mountain, come Jack desiderava. Il tempo di un cameo per questa madre basta e avanza a dare un senso profondo a tutto il film. Quel che pure sopravvive è l’elettivo testimone oculare di questo amore ideale, occhieggiante dalle ante interne di un armadio: ‘Brokeback Mountain’ ritratto nell’ultima cartolina inviata da Jack a Ennis e il ricordo (forse un po’ ‘feticistico’) di un giubbetto

    con camicia in particolare, scelto tra le cose di Jack da tenere in memoria su espresso invito della madre.

    Commenti dei protagonisti:

    Jake Gyllenhaal (Jack Twist): "Purtroppo nei film di oggi l'amore ha perso un pò di mistero ma 'Brokeback Mountain' è diverso, una storia diretta, non come i soggetti di oggi che evitano determinati argomenti. Jack è diverso da Ennis, è molto più aperto e credo che tra lui e Lureen ci sia un amore vero, anche se più vicino ad una profonda amicizia. Probabilmente decide di stare con lei perchè il matrimonio rappresenta la sua maschera, un modo di essere come tutti gli altri, riuscendoci per ben quattro anni. La vita di Jack è una continua bugia e avendo mentito a se stesso per anni non può essere onesto con Ennis. Jack sarebbe più disposto a rischiare ma Ennis vuole mantenere il segreto. Come ogni coppia, alla fine dovranno fare insieme delle scelte e affrontare dei sacrifici...".

    Michelle Williams (Alma): "Il mio ruolo è stato molto elaborato rispetto all'originale letterario, pur rimanendo sempre autentico. Inizialmente, Alma ha tutto ciò che vuole perchè il suo destino è di essere casalinga e madre. Lei ha sposato un uomo onesto che lavora e che desidera una famiglia quanto lei. Che Ennis e Alma si amino è evidente ma tra loro non c'è passione e quando lei vede Jack insieme ad Ennis, è sconvolta e desidera che l'altro faccia parte del suo mondo. Per anni, Alma ha paura di affrontare Ennis, ma negli anni la paura diventa rabbia e lei deve andare via. Ciò va contro l'idea del matrimonio che si aveva in Wyoming negli anni '70, in cui il divorzio era un evento raro. Mi sono affezionata molto al ruolo. Alma si è sposata molto giovane e deve vivere in silenzio...".

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    • PRINCE OF PERSIA-LE SABBIE DEL TEMPO - INTERVISTA IN ANTEPRIMA all'attore protagonista JAKE GYLLENHAAL (Interviste)

    • FRATELLANZA - BROTHERHOOD - INTERVISTA al regista NICOLO DONATO (Interviste)

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