'THE INTERPRETER' - INTRIGO INTERNAZIONALE BY SYDNEY POLLACK. PROTAGONISTA LA COPPIA DI STAR 'FUORICLASSE' PIU' VERSATILE DEL MONDO: L'INTERPRETE NICOLE KIDMAN E L'AGENTE FEDERALE SEAN PENN
“L’ONU è il luogo ideale dove ambientare un intrigo internazionale, ha un’atmosfera che ricorda i vecchi classici di Hitchcock. Le decisioni che vengono prese nei corridoi del potere all’ONU hanno un forte impatto in tutto il mondo e soprattutto in questo periodo storico, la posta in gioco è ancora molto alta. In questo film l’ONU diventa lo straordinario punto di incontro di due persone comuni, ognuna a suo modo vulnerabile, che vengono coinvolte in una cospirazione che va in qualche modo fermataâ€.
Lo sceneggiatore Charles Randolph
(The Interpreter, USA 2005; thriller drammatico-politico;128’; Produz.: Working Title in associazione con Misher Films e Mirage Entertainment; Distribuz.: Eagle Pictures)
DESTINI INCROCIATI ALL’ONU TRA NICOLE KIDMAN E SEAN PENN. INEDITA COPPIA DEL GRANDE SCHERMO CHE SI RIVELA ESPLOSIVA MA ANCHE MOLTO SOFISTICATA, ALMENO QUANTO LA REGIA DI SYDNEY POLLACK , INEGUAGLIABILE NEL RENDERE DENSE E FLUIDE ALLO STESSO TEMPO LE SITUAZIONI PIU’ COMPLESSE E INTRIGATE CHE SI POSSANO IMMAGINARE, SIA SUL PIANO DI UNA STORIA, CHE SU QUELLO PERSONALE DEI PROTAGONISTI, SCELTI SEMPRE, NON CASO, NELL’OLIMPO DEGLI DEI IN CELLULOIDE.
Le inquadrature di avvio ci proiettano nell’aura rosata e polverosa di un’alba in Africa, quando un camioncino avanza sollevando il pulviscolo di una strada sterrata. Il contrasto tra la poesia di questo spaccato aurorale e la tragicità di un’esecuzione è forte. Sovrasta il tutto la drammaticità del fatto che ad eseguirla sono dei ragazzi, poco più che bambini, eppure perfettamente in grado di imbracciare un’arma e far fuori a sangue freddo due adulti sopraggiunti per la verifica di uno stuolo di
cadaveri, senza immaginare che di lì a poco sarebbero andati ad incrementare il già nutrito nucleo dei soppressi. Una realtà peraltro già denunciata sul grande schermo da un episodio di All the Invisible Children (62° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica).
Non è che la premessa con la quale quel mostro sacro della cinematografia internazionale di Sydney Pollack - e qui con The Interpreter si conferma tale - ci introduce in una storia che ha come sfondo un sanguinoso capitolo di terrorismo nel Matobo, nazione (fittizia) subsahariana dell’Africa Meridionale. La vicenda è proiettata nella prospettiva internazionale che vede protagonisti l’ONU e i servizi segreti USA, ma soprattutto, e qui torna un leitmotiv della regia Pollack, nella prospettiva interiore di specifiche dimensioni umane, di cui offrono peraltro superlative interpretazioni, da Oscar, due star d’eccezione: Nicole Kidman (l’interprete ONU Silvia Broome) e Sean Penn (l’agente federale Tobin Keller), per la prima volta in coppia sul
grande schermo. Due personaggi agli antipodi che si urtano fin dal primo incontro, prima di intraprendere un difficile cammino, irto di ostacoli, che li porterà ad un graduale smussamento dei rispettivi spigoli. Complice di questo ammorbidimento relazionale, l’unico motivo in comune che scopriranno di avere e che avvicinerà le loro distanti sponde: l’atroce sofferenza dei rispettivi, molto diversi, lutti familiari, talmente cocenti da impedire loro di andare avanti, non senza conseguenze. Il regista Sydney Pollack intanto, stratifica gli elementi che strada facendo faranno conoscere meglio i personaggi tra loro, svelandoli a poco a poco allo spettatore fin nelle sfumature delle loro diverse personalità . Maestro di impeccabili strutture in celluloide, Pollack introduce così i due personaggi alternando i passi che li inquadrano nell’intimità delle rispettive case. Dai dettagli di foto e di maschere appesi alla parete si capisce subito che Silvia Broome - una moderna Nicole Kidman, capello liscio e un
look ‘acqua e sapone’ funzionale al realismo del ruolo che la carica di uno charme unico - ha, o ha avuto in qualche modo a che fare, con l’Africa, mentre qualcosa della tumultuosa realtà sentimentale di Tobin Keller (Sean Penn) si intuisce dalla ricezione di un messaggio della moglie alla segreteria telefonica, mentre lui sorseggia un drink in piena solitudine. Altri passi alternati ritraggono i protagonisti ognuno dedito al proprio lavoro, rispettivamente di insegnante della sicurezza (Tobin) e di interprete (Silvia).
La cosa più sorprendente infatti, non è tanto il fatto che Sydney Pollack sia riuscito là dove non ha potuto neanche Alfred Hitchcock, ossia girare delle scene direttamente all’interno della vera sede ONU, quanto il modo in cui ci coinvolge facendoci respirare la ricreata atmosfera vissuta dall’interno di quei super servizi di sicurezza, al di là della realtà esteriore dell’ambiente. Un primo esempio è dato dalla sequenza in
ascoltato alla cuffia di trasmissione qualcosa che non avrebbe dovuto sentire: la ‘frase killer’ - “Finirà qui. Il Maestro non lascerà mai vivo questa sala†- ai danni di un Capo di Stato africano. Ecco innescato il motivo propulsore di un percorso avviato sull’onda lunga di un’ansia palpitante che costringe la protagonista Silvia a guardarsi continuamente alle spalle, fiutando pericolosi pedinamenti. Da questo momento in poi si interseca tutta una fitta rete di accadimenti a catena, anche estremamente drammatici come l’esplosione sul pullman, oltre che tutta una serie di inciampi tra cui compare, su analoga lunghezza d’onda dell’hitchcockiano Frantic di Roman Polanski, il camion della nettezza urbana posto ad intralciare una delle grandi corse del tortuoso percorso del film.
In questo scenario di paura, Silvia Broome vorrebbe protezione mentre l’agente della sicurezza Tobin Keller preposto alla salvaguardia del Capo di Stato in arrivo, indaga su di lei per testare la veridicitÃ
Le parole scritte dal Capo di Stato africano nel suo libro “quando ancora ci credeva†che Silvia lo obbliga a rileggere con la pistola puntata contro: “… Gli spari intorno a noi ci impediscono di udire, ma la voce umana sovrasta tutto, perfino quando non grida… quando è solo un bisbiglio. Perfino il più lieve bisbiglio può essere udito al di sopra degli eserciti, quando dice la verità â€.