(Small Things Like These; Usa, Irlanda, Belgio 2023; Drammatico; 96'; Produz.: Artists Equity, Big Things Films, Wilder Content; Distribuz.: Teodora Film)
Titolo in lingua originale:
Small Things Like These
Anno di produzione:
2023
Anno di uscita:
2024
Regia: Tim Mielants
Sceneggiatura:
Enda Walsh
Soggetto: Tratto dal romanzo Small Things Like These di Claire Keegan (in Italia Piccole cose da nulla, 2021, edito da Einaudi).
La storia si svolge nel 1985 in un piccolo paesino dell'Irlanda, durante le settimane che precedono il Natale. Bill Furlong, devoto padre di famiglia e commerciante di carbone, sta vivendo il periodo migliore per la sua attività . Durante una consegna al convento locale, Bill farà però una scoperta che lo costringerà a confrontarsi sia con il proprio passato sia con sepolti segreti locali, mantenuti da una cittadinanza connivente e controllata dalla Chiesa.
Preliminaria - Il libro:
Sono giorni che Bill Furlong gira per fattorie e villaggi con il camion carico di legna, torba e carbone. Nessuno vuole restare al freddo la settimana di Natale. Sotto la neve che continua a scendere, tutto va come sempre in quel pezzo d’Irlanda. Poi, nel cortile silenzioso di un convento, Bill fa un incontro che smuove la sua anima e i suoi ricordi. Lasciar correre, girarsi dall’altra parte, sarebbe la scelta piú semplice, di certo la piú comoda. Ma forse, per Bill Furlong, è arrivato il momento di ascoltare il proprio cuore.
«Mentre proseguivano e incontravano altre persone che conosceva e non conosceva, si ritrovò a domandarsi che senso aveva essere vivi se non ci si aiutava l’uno con l’altro. Era possibile tirare avanti per anni, decenni, una vita intera senza avere per una volta il coraggio di andare contro le cose com’erano e continuare a dirsi cristiani, a guardarsi allo specchio?».
Cast: Cillian Murphy (Bill Furlong) Eileen Walsh (Eileen Furlong) Emily Watson (Suor Mary) Michelle Fairley (Signora Wilson) Clare Dunne (Suor Carmel) Helen Behan (Signora Kehon) Zara Devlin (Sarah Redmond) Agnes O'Casey (Sarah Furlong) Liadan Dunlea (Kathleen Furlong) Patrick Ryan (Supervisor Pat) Amy De Bhrún (Emma) Joanne Crawford (Norma Sinnott) Abby Fitz (Lisa) Ian O'Reilly (PJ) Cillian O'Gairbhi (Padre di Sarah)
Bill Furlong è un commerciante di carbone nel 1985 a New Ross, in Irlanda. Quando nacque, sua madre era un'adolescente non sposata, ostracizzata dalla sua famiglia ma autorizzata a continuare a lavorare rispettabilmente come domestica dal suo datore di lavoro di buon cuore. Ora che è un adulto finanziariamente indipendente, Bill si prepara per l'avvicinarsi del Natale con sua moglie e le sue cinque figlie.
Mentre consegna il carbone al convento locale, inizia a sospettare che la loro presunta scuola di formazione per ragazze sia, in realtà , una lavanderia Magdalene crudelmente abusiva. Per prima cosa, trova un gruppo di giovani donne dall'aspetto svantaggiato che lucidano i pavimenti, una delle quali chiede il suo aiuto per uscire in un fiume per annegarsi. Al suo prossimo parto, trova una ragazza di nome Sarah rinchiusa in una dependance, che è rimasta fuori al freddo tutta la notte. Quando lui la fa uscire, lei gli chiede di scoprire del suo bambino, ma la Madre Superiora li interrompe. Dice a Bill che Sarah ha una malattia mentale ed è finita fuori per errore, e lo distrae con il tè e la sua mancia di Natale.
Bill Furlong is a coal merchant in 1985 New Ross, Ireland. When he was born, his mother was an unmarried teenager, ostracised by her family but permitted to continue working respectably as a maid by her kind-hearted employer. Now a financially independent adult, Bill prepares for the approaching Christmas with his wife and five daughters.
While delivering coal to the local convent, he begins to suspect that their supposed training school for girls is, in fact, a cruelly abusive Magdalene laundry. First, he finds a group of deprived-looking young women polishing the floors, one of whom asks for his help getting out to a river to drown herself. On his next delivery, he finds a girl named Sarah locked in an outbuilding, who has been out in the cold all night. When he lets her out, she asks him to find out about her baby, but the Mother Superior interrupts them. She tells Bill that Sarah has a mental illness and has ended up outside by mistake, and distracts Bill with tea and his Christmas tip.
Bill attempts to ignore the convent, as his wife suggests. On a social call to a farmhand, he realises that, Ned, whom he'd known as a child, is his unknown father. On another visit, the local pub owner warns him not to publicly criticise the convent since the church is involved in all parts of town life.
He returns to the convent, where he finds Sarah again locked in the cold. He gives her his coat and walks with her back to his own house, attracting attention from the locals they pass. He reaches his front door, afraid but optimistic that doing the right thing will work out.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
I rintocchi delle campane aprono sui titoli di testa e chiudono sui titoli di coda. Ma non è il rintocco di un idillio, anzi, si direbbe piuttosto il contrario. E’ il rintocco del non detto, dell’accettazione silenziosa nei riguardi di un qualcosa che, ad esser giusti, andrebbe gridato ai quattro venti. Lo si fa oggi, in vario modo, e possiamo solo dire, ‘meglio tardi che mai’. E l'adesione di Matt Damon e Ben Affleck con la loro Artist Equity alla produzione di questa nuova pellicola, con lo stesso Cillian Murphy, ne sottoscrive l'esigenza di continuare a parlarne con sensibilità partecipata.
Il tema è quello dello scandalo delle Case Magdalene, istituti religiosi in Irlanda che nel secolo scorso sono stati teatro di abusi nei confronti di ragazze e giovani madri. Anche Piccole cose come queste, tratto dal romanzo Small Things Like These di Claire Keegan (in Italia Piccole cose da nulla, 2021,
edito da Einaudi), torna su questo tema, ma quasi non ce ne accorgiamo. Quel che voglio dire è che, rispetto ai precedenti Magdalene (Leone d’Oro alla 59. Mostra del Cinema di Venezia) di Peter Mullan, o a Philomena di Stephen Frears - due film di gran carattere - questa nuova pellicola di nicchia del regista belga Tim Mielants (per lo più televisivo a parte Patrick e poco altro), quello stesso tema lo dà per scontato e preferisce optare per il punto di vista maschile: quello di Bill Furlong (il Cillian Murphy più criptico ed introspettivo dopo Oppenheimer), un uomo buono, generoso, onesto lavoratore nella distribuzione del carbone, marito e padre di famiglia con cinque figlie a carico. Un uomo cui per caso è dato di vedere, di capire, e di non sapere bene che pesci pigliare, nei confronti di quel convento locale che, mentre accoglie il suo carbone, istruisce giÃ
due delle sue figlie, si professa a tutela di ragazze sfortunate, madri involontarie per varie ragioni, cui qui, paradossalmente, viene negato ogni protagonismo. A parte la giovane Sarah (Zara Devlin) - lo stesso nome di sua madre, morta quando lui era ancora piccolo - che, recalcitrante, supplica di non essere lasciata in quel convento.
Se d’altra parte Bill/Murphy è più sensibile degli altri, e della stessa moglie che coglie ogni giorno il suo silente turbamento ma, scoperta la ragione, lo incoraggia a passare oltre, si deve proprio ai suoi trascorsi che, in un montaggio alternato non propriamente ben costruito, fanno la loro comparsa in veste di ricordi indelebili, magari proprio quando ogni sera lava via energicamente la polvere nera di carbone dalle mani. La macchina da presa è sempre su di lui, sulla sua schiena curva sotto l’ennesimo sacco di carbone da consegnare, ma non solo: la sofferenza di un’infanzia
non propriamente felice - e non solo per il regalo di Natale indesiderato come la borsa per l’acqua calda ricevuto dalla madre - traspare non solo dai suoi ricordi e rimuginii interiori, ma dal suo volto provato, rassegnato, illuminato solo dalla fioca luce del suo sguardo ceruleo. Quel che scopre un giorno nella rimessa destinata al carbone adiacente al convento, gli toglierà anche quel velo superstite di tranquillità apparente, di cui si nutre ogni santo giorno. Con la scoperta di Sarah/Devlin raggomitolata per terra tra lamenti e lacrime, arriveranno le bugie manipolatrici della madre superiora Suor Mary: l’ingrato ruolo di Emily Watson per ritrarre la gentilezza gelida e falsa di chi ha tanto da nascondere da giocarsi abili ricatti per ottenere il silenzio di chi ha compreso. E’ solo questo l’indizio lanciato dal film come richiamo al tema: poco più di un cenno, accompagnato da fugaci visioni in lavanderia, in
cucina, mentre qualche vagito di neonato riecheggia nell’aria.
anni Ottanta, sembra che il tempo si sia fermato ad un’epoca ben più remota: si ha come l’impressione di respirare ancora quell’atmosfera rurale di inizi Novecento, con i tempi lenti di vite moderate, e con ben poche, autentiche, aspirazioni o ambizioni, laddove persino i regali di Natale più desiderati sono semplici e, magari, solo necessari.
chi la dovrà sostituire come novella vittima. La retorica deve purtroppo aver vinto anche nella realtà , se le ‘Case Magdalene’ sono state destituite solo nel 1998. Da non credere!
Bill Furlong bambino (Louis Kirwan): Vivrò nel passato, nel presente e nel futuro. Non trascurerò i loro insegnamenti.
Suor Mary (Emily Watson): Il Signore è pietoso e clemente, lento all'ira e ricco di misericordia.
Voce off: Se vuoi andare avanti in questa vita, ci sono cose che devi ignorare.
Altre voci dal set:
"Con 'Small Things Like These', Tim Mielants racconta la storia di un uomo di poche parole, con gli occhi spalancati, limpidi come i cieli d’Irlanda. In 'The Quiet Girl' avevamo già intuito la bravura di Claire Keegan nel ritrarre personaggi piccoli, apparentemente semplici, e nel renderli indimenticabili; qui la sua scrittura delicata, ricca e allo stesso tempo concreta trova in Cillian Murphy una grande interprete. Siamo fiduciosi che questa storia, che unisce la gentilezza nei confronti dei più fragili e la forza di volontà per opporsi all’ingiustizia, risuonerà a tutti. Non vediamo l’ora di lanciare questo film 'tranquillo' ma davvero eccezionale all’inizio di Zeitgeist Irland 24, una celebrazione della cultura irlandese in Germania che dura un anno"
Il direttore artistico della Berlinale Carlo Chatrian