Sceneggiatura:
Jon Hartmere, Mark L. Smith, Chris Weitz
Soggetto: Basato sull'omonimo romanzo di Daniel James Brown.
Cast: Callum Turner (Joe Rantz) Joel Edgerton (Coach Al Ulbrickson) Hadley Robinson (Joyce Simdars) James Wolk (Coach Tom Bolles) Courtney Henggeler (Hazel Ulbrickson) Peter Guinness (George Pocock) Chris Diamantopoulos (Royal Brougham) Dominic Tighe (Coach Brown) Alec Newman (Harry Rantz) Jack Mulhern (Don Hume) Sam Strike (Roger Morris) Thomas Elms (Chuck Day) Tom Varey (Johnny White) Luke Slattery (Bobby Moch) Tom Claxton (Nathan Coy)
Musica: Alexandre Desplat
Costumi: Jenny Eagan
Scenografia: Kalina Ivanov
Fotografia: Martin Ruhe
Montaggio: Tanya M. Swerling
Casting: Rachel Tenner
Scheda film aggiornata al:
17 Aprile 2024
Sinossi:
Ambientata nel 1930, la storia si incentra sulla squadra di canottaggio dell'Università di Washington, dai loro inizi dell'era della depressione alla vittoria dell'oro alle Olimpiadi di Berlino del 1936.
A 1930s-set story centered on the University of Washington's rowing team, from their Depression-era beginnings to winning gold at the 1936 Berlin Olympics.
The University of Washington's 1936 eight-oar crew and their epic quest for an Olympic gold medal, a team that transformed the sport and grabbed the attention of millions of Americans. The sons of loggers, shipyard workers, and farmers, the boys defeated elite rivals first from eastern and British universities and finally the German crew rowing for Adolf Hitler in the Olympic games in Berlin, 1936
speciale fatto di cronaca raccolto in prima istanza dal romanzo di Daniel James Brow, cui si è ispirato poi il regista George Clooney per la sua versione cinematografica. Ma Clooney non ha d’altra parte mancato di scavare nei meandri del lato più umano dei ragazzi e dei coach, marcandone stretto gli enormi sacrifici, speculari alle enormi motivazioni, radicate in difficoltà economiche, tali da non essere in grado di pagare la retta all’Università .
bel mezzo della Grande Depressione. Anno più, anno meno, la carenza di mezzi, la fame e la sopravvivenza trovavano spesso, all’epoca, una chance in ambito sportivo, sempre che se ne avesse le capacità . Oggi Clooney apre quest’altra finestra degli Anni Trenta, sul canottaggio: una storia vera, di ragazzi che, per quanto reduci da dure selezioni e ancor più duri addestramenti, restano una squadra di riserve contro professionisti. Una squadra che avrà modo di distinguersi in mezzo a mille difficoltà , ma a un passo dal fallimento di raggiungere Berlino, per mancanza, non di determinazione o di talento, ma di denaro: e cinquemila dollari all’epoca non erano noccioline. Ma, come già nel caso del pugile Braddock/Crowe, anche in The Boys in The Boat, interviene la solidale colletta pubblica, con uno speciale climax all’altezza di una donazione-prestito dei 300 dollari mancanti alla cifra finale, nientemeno che da parte del coach dei professionisti della
squadra ‘California’. Una lezione che insegna davvero molto alla contemporaneità su quali fossero i veri valori e l’umanità più nobile, ingredienti indispensabili per fare la differenza, in ogni senso. Meglio non addentrarsi su quanto succede oggi.
Pur non perdendosi più di tanto nell’affinare i tratti del singolo protagonismo, in The Boys in The Boat c’è comunque particolare attenzione sulla vicenda di Joe Rantz (Callum Tarner), motivato ad entrare nella squadra di canottaggio per l’appunto per pagare la retta universitaria. Con una ragazza che rinnova il filo-flirt iniziato in età infantile, orfano di madre e, se vogliamo, anche di padre, che se n’è andato abbandonandolo al suo destino, Joe/Turner è taciturno, distaccato, ma motivato, e viene assoldato tra i canottieri della squadra Washington. Neppure in quell’occasione esulta, ma eccelle in gara, deragliando solo quando, ben più tardi, incontra casualmente il padre per strada. E’ questo il momento che perde il controllo, rischiando
Dell’importanza dei rapporti umani e delle difficili interazioni per portare avanti un obiettivo parla anche la realtà personale del Coach Al (Joel Edgerton), che deve vedersela, e lottare, con i capi dell’Associazione con i soldi, generosi solo con chi ne ha già . Mai cambiato nulla in tal senso! Ci sarebbe piaciuto sapere qualcosa di più dell’introverso e timido ragazzo pianista, attivo in squadra anche con un virus che debilita le sue forze naturali, ma pazienza! Lo scenario è più o meno questo, il resto parla da solo
nel cuore delle singole gare. Un altro tributo necessario ai sogni raggiunti con onestà e valori autentici in cui il singolo cede il passo alla squadra, tesa in ogni fibra, a far planare la canoa all’unisono. Una sinergia fisica e mentale esemplare inquinata dal macchiettismo di un Hitler sul palco a Berlino, congelato e strafottente come al solito. Uno che decisamente non sopporta di perdere, com’è tragicamente ben noto!