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    THE MAURITANIAN

    RECENSIONE in ANTEPRIMA - Golden Globes 2021 - VINCITORE di 1 Golden Globe ('Migliore Attrice Non Protagonista' a Jodie Foster) su 2 Nominations: al 'Migliore Attore in un Film Drammatico' (Tahar Rahim) e alla 'Migliore Attrice Non Protagonista' (Jodie Foster) - Ancora l'ombra lunga del terrorismo post 11 settembre in un thriller di Kevin McDonald che vede in prima linea Tahar Rahim, Jodie Foster, Shailene Woodley e Benedict Cumberbatch - Da 3 Giugno in streaming su Amazon Prime Video

    (The Mauritanian; REGNO UNITO/USA 2021; thriller; 129'; Produz.: Wonder Street, 30WEST, BBC Films, Convergent Media, Great Point Media, Shadowplay Features, SunnyMarch, Topic Studios; Distribuz.: BIM Distribuzione/Amazon Prime Video)

    Locandina italiana The Mauritanian

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    Celluloid Portraits:



    See Synopsis

    Titolo in italiano: The Mauritanian

    Titolo in lingua originale: The Mauritanian

    Anno di produzione: 2021

    Anno di uscita: 2021

    Regia: Kevin MacDonald

    Sceneggiatura: Michael Bronner, Rory Haines e Sohrab Noshirvan

    Soggetto: Storia per lo schermo di Michael Bronner (come M.B. Traven).

    Cast: Jodie Foster (Nancy Hollander)
    Tahar Rahim (Mohamedou Ould Slahi)
    Benedict Cumberbatch (Stu Couch)
    Shailene Woodley (Teri Duncan)
    Zachary Levi (Neil Buckland)
    Langley Kirkwood (Sergente Sands)
    David Fynn (Kent)
    Corey Johnson (Bill Seidel)
    Matthew Marsh (Generale Miller)
    Saamer Usmani (Arjun)
    Andre Jacobs (Giudice Robertson)
    Robert Hobbs (Capitano Collins)
    Justine Mitchell (Cathy)
    Meena Rayann (Wafa)

    Musica: Tom Hodge

    Costumi: Alexandra Byrne

    Scenografia: Michael Carlin

    Fotografia: Alwin H. Küchler

    Effetti Speciali: Doug Hardy (supervisore)

    Scheda film aggiornata al: 26 Giugno 2022

    Sinossi:

    Il film racconta la vera storia di Mohamedou Ould Slahi (Tahar Rahim), un uomo musulmano proveniente dalla Mauritania, che contro la sua volontà viene catturato dal governo Americano insieme a molti altri stranieri, quando dopo gli attacchi dell'11 settembre del 2001, gli Stati Uniti fecero partire una serie di operazioni militari con lo scopo d'individuare tutti coloro che fossero coinvolti con il terrorismo anti-americano. Mohamedou fu trattenuto nella prigione di Guantanamo per quattordici lunghi anni, sebbene non fosse mai stata presentata alcuna accusa contro di lui.

    A difendere legalmente l'uomo è Nancy Hollander (Jodie Foster) che insieme alla sua associata Teri Duncan (Shailene Woodley), per garantire la libertà di Mohamedou, dovrà far fronte in mezzo a mille ostacoli, anche allo scetticismo federale. Il procuratore militare tenente colonnello Stuart Couch (Benedict Cumberbatch), che spera di vendicare la morte dei suoi colleghi militari uccisi negli attacchi terroristici dell'11 settembre, alla fine si troverà a collaborare con Hollander e porterà alla luce sorprendenti e scioccanti scoperte.

    Synopsis:

    Mohamedou Ould Salahi fights for freedom after being detained and imprisoned without charge by the U.S. Government for years.

    Based on the NY Times best-selling memoir "Guantánamo Diary" by Mohamedou Ould Slahi, this is the true story of Slahi's fight for freedom after being detained and imprisoned without charge by the U.S. Government for years. Alone and afraid, Slahi finds allies in defense attorney Nancy Hollander and her associate Teri Duncan who battle the U.S. government in a fight for justice that tests their commitment to the law and their client at every turn. Their controversial advocacy, along with evidence uncovered by a formidable military prosecutor, Lt. Colonel Stuart Couch, uncovers shocking truths and ultimately proves that the human spirit cannot be locked up.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    “Sono andato là e non mi è piaciuto quello che ho visto†- L’avvocato dell’accusa Stu Couch (Benedict Cumberbatch)

    Se c’è un’immagine che possa riassumere l’essenza della libertà e della gioia di vivere, è quella del mare. Ed è là che lo troviamo per la prima volta. Una gran festa di famiglia è il momento successivo. L’ultimo, prima di un’assurda prigionia durata 14 anni. Senza un vero capo di accusa. Senza prove effettive. Solo sospetti. Ed un’innocenza evidente, negata ad oltranza. C’è di più. Il fattore più grave, inaccettabile, è che si è pretesa la confessione di colpevolezza a colpi di inimmaginabile tortura, reiterata in un’agghiacciante girandola di declinazioni.

    E’ la storia vera di Mohamedou Ould Slahi, pacifico cittadino mauritano, che il regista Kevin MacDonald (L'ultimo re di Scozia, State of Play, Black Sea) raccoglie dal suo libro di memorie scritto per l’appunto durante la prigionia, intitolato Guantanamo Diary - il più

    venduto del 2015 – prima di portarla sul grande schermo con The Mauritanian. Molti altri film si sono focalizzati sugli ‘effetti collaterali’ dell’11 settembre, principalmente riuniti sotto il comun denominatore della ‘demonizzazione’ del ‘musulmano’, a prescindere dalla verità sulla persona. Paura, rabbia e sete di vendetta, a riscatto di un’onta gravissima che vede come prima parte offesa gli Stati Uniti d’America - ma ovviamente non solo - hanno accecato gran parte del corpo istituzionale militare preposto alla sicurezza del Paese. Ogni minimo indizio si è trasformato in facile sospetto e capo di accusa, a prescindere dallo stato delle cose. Stato che si è disposti a costruire di sana pianta, magari oscurando documentazioni che provano il contrario. E’ esattamente quanto è capitato a Mohamedou Ould Slahi, rapito da casa propria, dalla sua famiglia, da una madre ragionevolmente in ansia fin da subito, da parenti ed amici. Rapito con l’inganno, perché sospettato

    di essere coinvolto nell’attentato dell’11 settembre, e rilasciato solo 14 anni dopo. Neppure la comprovata innocenza dopo sette anni è servita ad evitargli la custodia cautelare per altri sette.

    A dare volto e anima al protagonista Mohamedou Ould Slahi nel film, è uno straordinario Tahar Rahim (Nomination ai Golden Globe), di lì a poco affiancato da una altrettanto straordinaria Jodie Foster (vincitrice di un Golden Globe) nei panni dell’avvocato della difesa Nancy Hollander, insieme all’assistente Teri Duncan di Shailene Woodley. Per contraltare, l’avvocato dell’accusa Stu Couch (Benedict Cumberbatch). Diverse teste e diverse coscienze applicate su un medesimo caso che, poco a poco, diventa persona, per tutti quanti. Per cui questo The Mauritanian è molto più di un semplice ‘legal thriller’: è una scalata lenta e faticosa, anche da accettare, verso la verità, per quanto occultata in ogni modo possibile. E quello che verrà alla luce sarà la parte più bruta, il

    lato più oscuro di quel Paese che tanto sventola il vessillo del ‘sogno americano’, con tutta la bontà possibile, solo di copertina. The Mauritanian diventa piuttosto un film in cui serpeggia il modo di fare politica, le scelte che fanno la differenza per la libertà o la condanna di persone come Mohamedou Ould Slahi, indebitamente incarcerate in quella famigerata baia a Guantanamo, ben lontano da ogni tribunale. Così, strada facendo, con i protagonisti, si ha modo di interrogarci sullo stato di diritto, sul diritto alla difesa di un terrorista presunto, e molto altro. Con un tema del genere, paradossalmente, non c’è modo di annoiarsi, semmai di stupirsi, di varie cose, a cominciare dall’approccio del protagonista, dotato di un umorismo inimmaginabile, date le circostanze, oltre che di un tocco di scrittura brillante e, soprattutto, di una fede incrollabile, genuina, quella che lo ha sostenuto per tutto questo allucinante, folle, percorso.

    Percorso in grado di generare vergogna ed imbarazzo anche in molti tra coloro preposti ad estorcere in ogni modo al protagonista una verità inesistente.

    Neil Buckland (Zachary Levi): “Qualcuno deve rispondere per questo†(l’attentato dell’11 settembre)
    Avv. Stu (Cumberbatch): “Si, qualcuno, non chiunqueâ€

    Rimarranno impressi a lungo nella memoria interazioni umane speciali in contesti fuori dall’ordinario: oltre il particolare rapporto avvocato-cliente, l’amicizia tra i due prigionieri che non si sono mai visti perché separati ognuno dalle pareti fittizie del rispettivo box all’aperto: quanto basta per comunicare speranze e sogni condivisibili, almeno sulle ali del pensiero. Speciali interazioni umane di cui fanno parte anche i rispettivi avvocati, della difesa e dell’accusa, celebrate in particolare, oltre la metà di questo drammatico excursus, quando, uno straordinario montaggio alternato, li ritrae nella graduale presa di coscienza della verità: riga dopo riga, pagina dopo pagina. E che dire del cedimento dell’amabile comprensione di Teri/Woodley di fronte ad una

    confessione di colpevolezza firmata? Se ha dell’incredibile scoprire perché e come sia nato il libro del protagonista, lascia letteralmente senza parole il monologo della testimonianza finale rilasciata, a distanza on line, dal protagonista all’indirizzo processuale a suo carico in tribunale. Monumentale, spiazzante, illuminante! Quasi quanto i veri protagonisti che compaiono nei micro-filmati sui titoli di coda, laddove proprio lui, solare e sereno canta Bob Dylan, la parte sana dell’America, la parte più sana di ogni Paese quando sceglie la via della cultura dell’arte e della pace come veicolo di comunicazione universale.

    Secondo commento critico (a cura di La parola al film)








    trailer ufficiale (V.O.):

    Links:

    • Kevin MacDonald (Regista)

    • Jodie Foster

    • Benedict Cumberbatch

    • Zachary Levi

    • Tahar Rahim

    • Shailene Woodley

    1 | 2

    Galleria Video:

    The Mauritanian - trailer (versione originale)

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