RECENSIONE - Dal London Film Festival 2019 - Rilettura inedita del celebre romanzo dickensiano, attraverso lo stile ironico tipico del regista Armando Iannucci (Morto Stalin se ne fa un altro e candidato all’Oscar per In the loop) - Dal 16 Ottobre
"La ragione è che ne percepivo profondamente lo spirito contemporaneo, ma anche che tutti gli adattamenti che avevo visto erano molto seriosi e incentrati sull'aspetto drammatico della storia. Se è vero che la trama è molto densa e i risvolti drammatici sono numerosi, questi per me erano i tratti meno interessanti del racconto, che è ricco di scene spassose e di momenti che rasentano la slapstick comedy. È un testo molto realistico e tuttavia surreale..."
Il regista e co-sceneggiatore Armando Iannucci
(The Personal History of David Copperfield; REGNO UNITO/USA 2019; biopic comedy; 116'; Produz.: Film 4, FilmNation Entertainment; Distribuz.: Lucky Red in associazione con 3 Marys)
Il film attraversa l'Inghilterra del XIX secolo seguendo il destino a zig-zag del suo eroe, il giovane David Copperfield (Dev Patel), un ragazzo baciato inizialmente dalla sfortuna che si ritroverà alle prese con numerose (dis)avventure. In questa brulicante Inghilterra ottocentesca, presa dai fermenti della Rivoluzione Industriale e non priva di divisioni sociali, quella di Copperfield è una vicenda sul grande fiume della vita, che scorre impetuosa tra gli slums londinesi e la campagna britannica.
sono poi molte, in verità , le occasioni per smuovere un sorriso. David Copperfield resta ben ancorato al pilastro drammatico, e non solo sul piano personale. Neppure Iannucci può fare più di tanto, indorare la pillola fatta di: creditori alle porte, per debiti perpetrati a go-go; povertà , soprusi, truffe; e, soprattutto, sfruttamenti, in particolare nell’ambito del lavoro minorile, condito con il bullismo dell’epoca. Su quest’ultimo registro hanno fatto strada l’Oliver Twist di Roman Polanski e persino lo spielberghiano Indiana Jones e il Tempio maledetto. L’unico personaggio che strappa il sorriso è il Mr. Micawber di Peter Capaldi, personaggio in cui ogni pennellata è davvero intrisa di ironia a dispetto del dramma reale che lo porterà pure dietro le sbarre.
E mentre incombe la voce fuori campo narrante in prima persona, David Copperfield finisce per diradare la sua presenza in campo mentre assiste alla sua stessa nascita o ad altri accadimenti della sua
vita passata: un modo molto teatrale, a sua volta, di figurare i tratti più vividi della memoria, per conferire vigore ed autenticità a certe venature del racconto autobiografico. Un racconto che, d’altra parte, si perde in quisquilie narrative senza prendersi la briga di renderle in qualche modo interessanti, per cui alla fine, in questa vita di David Copperfield, prima che si approdi al suo riscatto sociale e professionale, a dominare è la noia, e dunque di straordinario non c’è proprio nulla. Del resto dietro l’ingannevole titolo italiano ci sta l’originale inglese - The Personal History of David Copperfield - che, forse più onestamente, definisce quella di David Copperfield semplicemente come ‘storia personale’. E questo mi sembra che faccia una bella differenza!
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)
trailer ufficiale:
Clip 'La signora Trotwood':
Perle di sceneggiatura
David Copperfield (Dev Patel): "Questo racconto è molto più di una fantasia, è la vera storia della vita che stavo per iniziare. Mi tornano alla mente personaggi dall'animo audace e il loro ricordo si intreccia al viaggio della mia vita".
Mr. Dick (Hugh Laurie): "Entrate, mettetevi in fila!"
Betsey Trotwood (Tilda Swinton): "Siamo in rovina!"
Mr. Dick: "Come un castello!"
David Copperfield: "Ma che fate?!"
Betsey Trotwood: "Medicina! Per farti rinvenire!"
David Copperfield: "È un intingolo per insalate!"