RECENSIONE in ANTEPRIMA - Keira Knightley protagonista - al fianco di Lily-Rose Depp, Annabelle Wallis, Matthew Goode, Roman Griffin Davis - nel film d'esordio di Camille Griffin - Presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival 2021 (il 16 settembre 2021) ed è stato distribuito il 3 dicembre 2021 nel Regno Unito da Altitude Film Distribution e negli Stati Uniti da AMC + / RLJE Films.
Cast: Keira Knightley (Nell) Matthew Goode (Simon) Roman Griffin Davis (Art) Annabelle Wallis (Sandra) Lily-Rose Depp (Sophie) Kirby Howell-Baptiste (Alex) Sope Dirisu (James) Rufus Jones (Tony) Lucy Punch (Bella) Davida McKenzie (Kitty) Gilby Griffin Davis (Thomas) Hardy Griffin Davis (Hardy) Trudie Styler (Nicole) Holly Aird (Susie) Dora Davis (Dani)
Musica: Lorne Balfe
Costumi: Stephanie Collie
Scenografia: Franckie Diago
Fotografia: Sam Renton
Montaggio: Pia Di Ciaula
Effetti Speciali: Matthew Strange (supervisore)
Makeup: Lisa Zipper (supervisore)
Casting: Daniel Hubbard
Scheda film aggiornata al:
14 Dicembre 2022
Sinossi:
In breve:
Una famiglia allargata si riunisce per una cena di Natale in campagna.
Nell (Keira Knightley), Simon (Matthew Goode) e il loro figlio Art (Roman Griffin Davis) sono pronti ad accogliere amici e parenti per quello che promette di essere un perfetto raduno di Natale. Perfetto tranne per una cosa: tutti moriranno.
In dettaglio:
Paradossalmente il film si apre come una normale commedia natalizia. Si avvicina la vigilia e un gruppo di amici intende festeggiare insieme in una bellissima villa nelle campagne inglesi. Nell (Keira Knightley) si affretta nei preparativi prima dell’arrivo dei suoi invitati. In cucina, Art (Roman Griffin Davis, vero figlio della regista, come pure i due gemelli) affetta le carote, mentre la madre prepara i letti delle stanze degli ospiti. Fuori, il marito Simon (Matthew Goode) insegue le galline nel cortile e i gemelli Thomas (Gilby Griffin Davis) e Hardy (Hardy Griffin Davis) giocano nel bosco dietro casa, sfuggendo il più possibile al doveroso bagno e ai preparativi.
L’atmosfera è di lieto bisticcio e all’insegna di una colorita familiarità , mentre gli ospiti iniziano ad arrivare alla spicciolata. L’altezzosa e capricciosissima adolescente Kitty (Davida McKenzie) pretende pudding di tofu, punzecchia i suoi coetanei, viene insultata giustamente e va a lamentarsi dalla madre, la snob Sandra (Annabelle Wallis). Quest’ultima si è presentata strizzata in un attillato vestitino rosso di paillette e scarpe griffate, ammettendo candidamente di averne finanziato lo shopping dispendiosissimo con il fondo per il college della figlia.
Qualcuno insinua anche che la mise – decisamente troppo sexy per una cena informale tra compagni di college di vecchia data – sia tesa a impressionare una sua ex fiamma, l’affascinante cardiologo James (Sope Dirisu), che però si presenta accompagnato dalla giovanissima Sophie (Lily-Rose Depp). Le affiatatissime Bella (Lucy Punch) e Alex (Kirby Howell-Baptiste) scherzano invece con Nell e Sandra sull’età della ragazza e si lasciano sfuggire qualche malignità , per poi concludere con un paio di battute sulla loro intensa vita sessuale.
Tra scherzi e freddure in linea col tipico humor inglese, compito e tagliente, si arriva alla cena senza nessuna avvisaglia, se non la ‘clamorosa’ assenza di patate (ne è servita soltanto una per commensale), alcune informazioni lette di sfuggita su un cellulare o qualche frammento di dialogo che lascia trasparire una allarmante e indefinita verità .
Poi, una volta arrivati al dolce, la rivelazione agghiacciante. Tra lo scontento generale, Art menziona ciò che tutti gli altri vogliono solo dimenticare, almeno per qualche ora: una nube tossica, letale quanto inevitabile, incombe su tutti loro, mietendo inesorabilmente vittime ovunque in UK durante il suo passaggio. È una questione di tempo, poi anche la villa sperduta nelle campagne inglesi verrà inglobata senza possibilità di fuggire. Il destino che aspetta i protagonisti è quindi orribile, e la soluzione ai limiti del paradossale. Il Governo suggerisce il ricorso a una pillola – prontamente fornita a ogni cittadino 'regolare’ – che conceda una morte veloce e indolore...
Short Synopsis:
An extended family come together for a Christmas dinner in the country.
Nell, Simon and their son Art host a yearly Christmas dinner at their country estate for their former school friends and their spouses. It is gradually revealed that there is an imminent environmental catastrophe and that this dinner will be their last night alive
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
“Non prenderò la pillola… Non mi voglio arrendere, e penso che nessuno dovrebbe farloâ€
Silent Night è l’opera prima di Camille Griffin, girata per diversi Festival, tra cui in anteprima mondiale al Toronto Film Festival 2021, ma sostanzialmente inedita in Italia. E al primo impatto si ha l’impressione di trovarsi nei paraggi di una di quelle ‘commedie natalizie’ corali all’inglese, condite con un sano humour, prettamente british, appunto. Se non fosse per certe argomentazioni pungenti e scomode, che proprio il più piccolo della combriccola - tra parenti e amici convenuti in una bella villa nella campagna inglese per festeggiare il Natale - tira fuori ad ogni occasione, per mettere il dito in piaghe ambientali e sociali di ben altra portata. Questioni che gli adulti cercano di evitare. A vestire i panni di questo ragazzino, è il bravissimo Roman Griffin Davis (Jojo Rabbit), reale figlio della regista - così come i gemelli
Ma come è possibile? Beh, diciamo che lo si è reso possibile con una ‘sterzata narrativa’ che tira in ballo imprevedibilmente catastrofi climatiche e ambientali: quel che garantisce l’approdo certo ad uno stadio
di avvelenamento irreversibile. Irreversibile al punto che, tutti gli adulti intervenuti, al di là delle apparenze, sono più che consapevoli, che quello sarà il loro ultimo Natale. Un ‘artificio’ previsto con tanto di appuntamento sul calendario, puntuale come una previsione metereologica. Il che è tutto dire! Ma qui forse è più appropriato appellarsi al detto ‘puntuale come… la morte’, appunto! Ora, in tutto questo, dopo i preamboli, ben poco scoppiettanti, in groppa ai canonici scandali sessuali e alle liti consuete proprio nelle reunion natalizie, l’unico rimedio alla debacle universale è il sistema - si direbbe un revival di marca nazista! - di inghiottire una pillola che almeno non li farà soffrire. La fine è per tutti, ma lo scarto tra atroci sofferenze e la dolce morte sta in una questione di classe. La società abbiente può permettersi la pillola antidolore, agli altri non resta che una morte sofferta tra atroci
tormenti. Eppure, mentre tutti sembrano essersene fatta una ragione, il piccolo Art/Griffin Davis manifesta un’avversione vera e propria con la linea collettiva e non se la sente proprio di inghiottire la pillola. E, per come andranno le cose, con la nube tossica che avanza sempre più, si può affermare che sia l’unico ‘dritto’ dell’intera squadra. Uno che non si fa convincere così facilmente e che sa come far valere i propri diritti e le proprie scelte, anche fingendo, se necessario: la ‘recitazione nella recitazione’, come un ‘quadro nel quadro’, o, nella fattispecie, ‘il suo film nel film’.
Ora, alla luce della piega che prende la commedia, mentre si citano persino Greta Thumberg e Leonardo Di Caprio,
notoriamente impegnato in questioni ambientali, ogni riferimento non ci sembra affatto ‘puramente casuale’. Anzi, al contrario, si direbbe piuttosto alquanto mirato ed ammiccante. E questo malgrado la regista Camille Griffin, abbia fermamente negato ogni aggancio alla catena di anelli impostata in seno alla famigerata pandemia (con il vaccino-non vaccino, cura-non cura, contagio-non contagio, con morte certa e via di quel passo), dichiarando che il film è stato congegnato in precedenza. Beh! Meglio negare e poter dire, ammiccando tra le righe di una sceneggiatura pure a firma della stessa regista, che ammettere l’ardimento e guadagnarsi la gogna mediatica pubblica come è stato il caso dello ‘stellatissimo’ Don’t Look Up di Adam McKay, di gran lunga superiore per comicità ed ironia: qualità di cui Silent Night sembra decisamente ben più sguarnito.
Ma… comunque, tranquilli…â€andrà tutto bene!â€. Non si dice sempre così?
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)