RECENSIONE - Dal 24 Giugno - Sequel del thriller/horror A Quiet Place - Un posto tranquillo (2018), di cui il regista era protagonista nel ruolo di Lee Abbott, insieme alla moglie (anche nella vita reale)
(A Quiet Place: Part II; USA 2020; Thriller Horror; 96'; Produz.: Paramount Pictures, Platinum Dunes; Distribuz.: Eagle Pictures)
Effetti Speciali: Scott Farrar (supervisore effetti visivi)
Makeup: Kelley Mitchell ed Evelyne Noraz (direttori trucco); Michelle Johnson (direttrice parrucco)
Scheda film aggiornata al:
26 Luglio 2021
Sinossi:
In breve:
L'azione - che molto probabilmente si concentrerà nuovamente sulla famiglia Abbott e sulla sua lotta per la sopravvivenza in un mondo dove il rumore è bandito, pena essere individuati e massacrati da creature aliene - dovrebbe vedere coinvolte un numero maggiori di persone, se non addirittura l'umanità intera e il destino che la aspetta nel mondo post-apocalittico in cui è ambientata la storia.
In altre parole:
In seguito agli ultimi tragici eventi, la famiglia Abbot (Emily Blunt, Millicent Simmonds, Noah Jupe) deve ora affrontare il terrore del mondo esterno, mentre continuano la loro lotta per la sopravvivenza, mantenendo ancora il silenzio. Costretti ad avventurarsi nell'ignoto, si renderanno presto conto che le creature a caccia del suono non sono le uniche minacce che si nascondono oltre il sentiero di sabbia.
Short Synopsis:
Following the events at home, the Abbott family now face the terrors of the outside world. Forced to venture into the unknown, they realize the creatures that hunt by sound are not the only threats lurking beyond the sand path
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Delusione cocente!
Si poteva non tornare a ripercorrere le orme silenziose del primo atto? Il silenzio come arma di difesa resta l’affascinante leitmotiv anche del II atto di A Quiet Place. Ma là dove non è mancata la fantasia per una nuova storia - mal collazionata in un pessimo e caotico montaggio - l’insistita presenza dei mostri alieni, questa volta sempre in bella mostra, pronti a tallonare i protagonisti ad ogni minimo rumore, funziona decisamente meno e, per certi versi, sembra la brutta copia della serie: Alien è sempre nei paraggi, dunque … allerta continua. Si diceva: ‘ad ogni minimo rumore’ ma… se il vagito di un neonato non è tanto minimo, figurarsi il dolore di chi si imbatte in una tagliola che ne incastra e rovina malamente il piede!
Mentre scarsa è l’innovazione, sensibilmente più efficaci si direbbero certe sortite, come il riparo in una sorta di grande forno in un
a tirar le fila sui pochi elementi che emergono e che vanno a coincidere con i limiti degli alieni, dunque validi come armi per vincerli. Ma scorgendo già il terzo atto all’orizzonte, ne siamo proprio sicuri?
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)