L'omaggio di CelluloidPortraits alla MEMORIA del Papa Emerito Benedetto XVI (Joseph Aloisius Ratzinger), scomparso il 31 dicembre 2022 - Anthony Hopkins e Jonathan Pryce vestono i panni rispettivamente di Papa Benedetto e Papa Francesco per Fernando Meirelles - RECENSIONE - Disponibile in streaming da Dicembre 2019
Nomination migliore attore non protagonista a Anthony Hopkins
Nomination migliore attore protagonista a Jonathan Pryce
Nomination migliore sceneggiatura non originale a Anthony McCarten
Golden Globe - 2020:
Nomination miglior film drammatico
Nomination migliore attore in un film drammatico a Jonathan Pryce
Nomination migliore attore non protagonista in un film a Anthony Hopkins
Nomination migliore sceneggiatura a Anthony McCarten
BAFTA - 2020:
Nomination miglior film britannico
Nomination migliore attore non protagonista a Anthony Hopkins
Nomination migliore attore protagonista a Jonathan Pryce
Nomination migliore sceneggiatura non originale a Anthony McCarten
La Chiesa cattolica è chiamata a stare a passo con il tempo. Occorre affrontare il passato per costruire quello che sarà il futuro. Consci di questo, due differenti papi nel XXI secolo proveranno a lasciare il segno, ognuno con la propria visione: papa Benedetto XVI e papa Francesco I.
In altre parole:
Il film vede protagonisti Anthony Hopkins e Jonathan Pryce, rispettivamente nei panni di Papa Benedetto XVI e del Cardinale Jorge Mario Bergoglio, futuro Papa Francesco. Il film, ispirato a fatti reali, ci offre uno sguardo intimo su un periodo di svolta storico per la Chiesa Cattolica, una delle più drammatiche transizione di poteri nei 2000 anni della sua Storia.
Siamo nel 2012, frustrato dalla direzione in cui sta andando la Chiesa, Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, chiede a Papa Benedetto il permesso per andare in pensione. Invece, di fronte allo scandalo e al dubbio, l'introspettivo Joseph Ratzinger convoca il suo critico più duro e futuro successore a Roma per rivelargli un segreto che avrebbe scosso le basi della Chiesa Cattolica.
Dietro le mura vaticane, inizia una lotta tra tradizione e progresso, senso di colpa e perdono. I due uomini molto diversi affrontano il loro passato per trovare un terreno comune e forgiare un futuro per un miliardo di credenti in tutto il mondo.
Short Synopsis:
Explores the relationship and opposing visions between two of the most powerful leaders in the Catholic Church, both of whom must address their own pasts and the demands of the modern world in order to move the church forward
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
“La Verità può essere vitale ma senza l’Amore è insostenibileâ€
Parte con una nota umoristica il film del regista e sceneggiatore brasiliano Fernando Meirelles (City of God, The Constant Gardner-La cospirazione, Blindness-Cecità ) I due Papi. La telefonata per prenotare un biglietto aereo ricorda quella analoga in Air Force One. Difficile per un’impiegata credere che sia un Presidente o… un Papa, a fare una richiesta comune in maniera diretta. Potrà sembrare paradossale l’avvio sulle ali di una sequenza umoristica per una pellicola seria e raffinata come questa, ma in realtà , si intende qui rispondere allo spirito di Papa Bergoglio che, nel film, racconta a Papa Ratzinger pure qualche barzelletta. Pellicola che avrebbe potuto essere il film dell’Anno se… Meirelles non fosse caduto nella trappola della partigianeria. Una partigianeria non già in merito alle intense riflessioni teologiche o alle decisioni intraprese da entrambi i due Papi, cercando di intravedere il disegno di Dio,
a quanto pare tutt’altro che a portata di mano: neppure per il Papa. Un confronto questo, tra due Papi, esponenti di due visioni opposte del Sacro Magistero nelle sue applicazioni pratiche nel mondo, del tutto immaginario. Un bel ‘viaggio’, interessante e in grado di lasciare qualcosa di spirituale su cui riflettere e persino da abbracciare: il dubbio e, d’altra parte, la certezza.
Per dare anima e corpo a questi due Papi, Ratzinger e Bergoglio, Meirelles chiama in causa: un monumento della recitazione come Anthony Hopkins per il Papa Emerito Joseph Ratzinger, alias Benedetto XVI, e lo pone principalmente nel ruolo dell’ascolto e della determinazione nell’importante decisione da intraprendere in merito al suo Pontificato; e Jonathan Pryce per Papa Bergoglio, a cui l’attore somiglia così tanto, fisionomicamente parlando, da richiamarne naturalmente la caratura. Ma quel che resta dentro allo spettatore di entrambi, è l’immensa portata umana, oltre che spirituale, contrapposta eppure condivisa,
al punto da rinunciare ognuno alla personale visione per concordare la migliore soluzione per il bene della Chiesa nel mondo. Inutile addentrarsi nei meandri di come stiano veramente le cose, questo è, e resta, un ‘viaggio immaginario’ che, d’altra parte, nell’artificio formale di un prolungato faccia a faccia ‘teologico-politico-umano-spirituale-etico’, finisce per trovare spazio - forse più del dovuto - per certi gigioneggiamenti anche sul lato più ludico della vita: con le diverse preferenze accordate alla musica - interessanti su questo registro anche le scelte di Meirelles per il film tra cui gli Abba e Bella ciao - allo sport, al ballo o alle letture, apportando al contempo alla figura di un Papa molte delle umane imperfezioni, tra cui gravi errori commessi durante i rispettivi percorsi. E alla luce di tutto questo, in una sorta di imbarazzante bilancio, il modo di rapportarsi a certi noti scandali proprio in seno alla Chiesa.
E’ sufficiente la Confessione per perdonare? E’ sufficiente per assorbire il danno subito dalle vittime?
Dunque l’incrocio voluto tra due parabole umane, a tu per tu con la chiamata e la risposta a Dio, di cui non sempre è dato di sentire la voce, ma di cui c’è sempre sete di ricerca. Una ideale confessione reciproca che nel film viene realmente officiata da entrambe le parti, per un’assoluzione necessaria, dopo quel che è dato di vedere e di ascoltare, per quanto più su una sponda che su un’altra. Ma l’immensità di Anthony Hopkins, sinuoso ed incalzante nelle controbattute a Bergoglio/Pryce, controbilancia questa anomala pendenza, andando a controbilanciare le parti. Ovvio che la sceneggiatura dovesse avere un respiro modulato in punta di profondità ed eleganza e Meirelles ne gestisce la partitura con estrema leggiadria, come fosse una sinfonia, grazie anche ad un montaggio superbo, che sa danzare sull’incastro dei fotogrammi come
sui tasti di un pianoforte, mentre aggancia pensieri, confronti, pillole di teologia e di esperienze di vita, catturate in flashback in bianco e nero, di estremo interesse. Peccato che questi siano solo unidirezionali, verso Papa Bergoglio, mentre a Papa Benedetto XVI è concessa solo l’espressione del presente vissuto all’ombra delle imminenti dimissioni di cui cerca di spiegarne le ragioni profonde. Così come Bergoglio allora non ancora Papa, cerca di spiegare i motivi delle sue dimissioni da Vescovo per poter tornare a fare il semplice parroco. E invece…. Beh, sappiamo benissimo com’è andata, e nel film, passando prima per l’elezione papale di Ratzinger, si immagina che la questione, sia scaturita proprio dallo scavo interiore di questo incontro, durato giorni.
Mentre intanto si oltrepassa la drammatica sequenza in cui il declassato Bergoglio a prete di montagna, confessa ai fedeli la ragione per cui quel giorno non è in grado di fare il sermone,
se c’è un qualcosa di veramente memorabile che accomuna entrambi, è quella constatazione che, alla luce di una Fede autentica, diventa poi una incontrovertibile, sacrosanta Verità : ‘se non fosse stato in questo modo, sono certo che Lui ne avrebbe trovato un altro, per farmi capire la via che deve essere intrapresa’. Insomma se sui titoli di testa campeggia una partita di calcio - memorabile! -condivisa dai due Papi sul divano, Argentina-Germania, con la storica vittoria della Germania, su tutto il resto, non ci sta niente da fare, vince sempre Lui!