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    PANAMA PAPERS

    I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - Dalla 76. Mostra del Cinema di Venezia - The Laundromat (lett. La lavanderia) è il titolo del film 'All Star' che Steven Soderbergh dedica allo scandalo dei 'Panama Papers': l'inchiesta di un gruppo di giornalisti su una delle più grandi evasioni della storia - RECENSIONE - Dal 18 Ottobre

    "Credo che quello che Scott e Steven siano riusciti a fare sia stato approcciarsi ad un materiale poco interessante Trovando un modo di raccontarlo e trasmetterlo che lo rendesse coinvolgente. E' stata questa la chiave..."
    L'attore Gary Oldman

    "Hanno preso questo grosso problema globale e lo hanno reso umano, a misura d'uomo. Ognuno ci si può ritrovare e tutti lo possono comprendere. Hanno reso divertente un film molto serio, ma è stato sparso del sangue"
    L'attrice Meryl Streep

    (The Laundromat; USA 2019; Drammatico; 95'; Produz.: Anonymous Content, Grey Matter Productions, Netflix, Topic Studios; Distribuz.: Netflix)

    Locandina italiana Panama Papers

    Rating by
    Celluloid Portraits:



    See Synopsis

    Titolo in italiano: Panama Papers

    Titolo in lingua originale: The Laundromat

    Anno di produzione: 2019

    Anno di uscita: 2019

    Regia: Steven Soderbergh

    Sceneggiatura: Scott Z. Burns

    Soggetto: Dal romanzo di Jake Bernstein sullo scandalo dei Panama Papers.

    Cast: Meryl Streep (Ellen Martin/Elena/se stessa)
    Gary Oldman (Jürgen Mossack)
    Antonio Banderas (Ramón Fonseca)
    Jeffrey Wright (Malchus Irvin Boncamper)
    David Schwimmer (Matthew Quirk)
    Robert Patrick (Capitano Perry)
    Cristela Alonzo (Agente Speciale Kilmer)
    Sharon Stone (Hannah)
    James Cromwell (Joe Martin)
    Larry Clarke (Avv. Mike Sugar)
    Jeff Michalski (Norm Sidley)
    Melissa Rauch (Melanie Martin)
    Nonso Anozie (Charles)
    Matthias Schoenaerts (Maywood)
    Nikki Amuka-Bird (Miranda)
    Cast completo

    Musica: David Holmes

    Costumi: Ellen Mirojnick

    Scenografia: Howard Cummings

    Fotografia: Steven Soderbergh

    Montaggio: Steven Soderbergh

    Effetti Speciali: Eric Frazier (supervisore)

    Casting: Carmen Cuba

    Scheda film aggiornata al: 19 Maggio 2020

    Sinossi:

    In breve:

    Una vedova indaga su una frode assicurativa inseguendo a Panama City due soci in affari che strumentalizzano il sistema finanziario mondiale.

    Sotto la superficie del mondo della finanza globale scorre un sistema segreto che trasporta trilioni di dollari dal traffico di droga, dall'evasione fiscale, dalla corruzione e da altre attività illegali. Dietro tale sistema si celano individui che beneficiano degli aiuti di banchieri, avvocati e revisori di conti che vengono pagati per girarsi dall'altra parte. Ciò è quello che scopre un gruppo di giornalisti mettendo le mani su 11,5 milioni di files nascosti.

    Synopsis:

    Follows a group of journalists who take part in unearthing 11.5 million files, linking the world's most powerful political figures to secret banking accounts to avoid taxes.

    A hidden circulatory system flows beneath the surface of global finance, carrying trillions of dollars from drug trafficking, tax evasion, bribery, and other illegal enterprises. This network masks the identities of the individuals who benefit from these activities, aided by bankers, lawyers, and auditors who get paid to look the other way

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    Panama Papers: e fu scandalo, ma l’evasione fiscale continua…

    Trattare la materia finanziaria contemporanea in tutta la sua labirintica e sporca dimensione in questo modo, poteva farlo solo un ‘outsider’ della regia come Steven Soderbergh (Ocean’s 12 e 13, The Informant!, Contagion, La truffa dei Logan), da sempre alla ricerca di nuove linee guida al di fuori del pentagramma narrativo in e per il cinema. E anche se qui, con il suo Panama Papers (The Laundromat), non riesce forse ad esser sempre cristallino nelle dinamiche di ragionamento - già di per sé ‘faccenda’ di lana caprina, a dir poco - prova almeno ad imbastire una sorta di ‘dramedy’ che fa felicemente da cornice all’epicentro narrativo. Epicentro che Soderbergh illustra con piacere partendo dalle sue radici, prima di approdare agli incredibili sviluppi in materia di scambio: vale a dire, dal ‘preistorico ‘baratto’, che nei secoli ha portato alla infernale ‘macchina di

    denaro’ odierna, fatta di offshore con annessi & connessi, che spesso vedono polizze assicurative fantasma ed indennizzi mancati, a tutto vantaggio di un reticolo di operatori che, dietro le quinte, si adoperano solo a vantaggio di profitti personali e di congiunti affiliati. Gang criminali dall’immagine di copertina immacolata, insomma.

    Un’’impalcatura sensazionale’:

    Si potrebbe dire che Steven Soderbergh abbia scoperto l’acqua calda, perché in effetti, per quanto ognuno si guardi bene dal pensarci, sa bene come stiano le cose: non è certo un problema inedito, sconosciuto, anche se lo sguardo in celluloide precedente si è appuntato prevalentemente nelle stanze di Wall Street. Ma nel caso dei ‘Panama Papers’ trattasi di ‘scandalo acclarato’, che si è aggiudicato il ‘primo piano’ anche sulla stampa internazionale. Ma a rendere unico il Panama Papers (The Laundromat) di Steven Soderberg è l’impalcatura di insieme: le armi del mestiere selezionate ad hoc per un racconto realistico e allo

    stesso tempo ironico-sarcastico da commedia ‘scoglionata’, sia pure solo all’apparenza, per affrescare un vero dramma a tutto tondo, mettendo il dito nella piaga, premurandosi di farla toccare con mano allo spettatore.

    Lo spettatore, interlocutore elettivo:

    Dopo aver precisato che il film si basa su veri segreti, ecco che voci fuori campo si rivolgono da subito allo spettatore: “parlano di noi dappertutto e adesso tocca a noi raccontarvi un po’ di storieâ€. E’ così che entrano in campo i truffatori, i protagonisti del problema stesso. E sono Gary Oldman ed Antonio Banderas a prestare volto ed anima alle spudorate ‘facce toste’ dei protagonisti che mentre si confessano, intessono con lo spettatore un’intimità narrativa velata di una sottile complicità, nel dimostrare una sorta di inevitabile boomerang di ‘causa effetto’. Ed è partendo per l’appunto dall’originario baratto - al loro fianco alla stregua di una vignetta parallela - che arrivano ad illustrare la storia

    del credito. Illustrazione un po’ verbosa per arrivare al frazionamento esemplificativo materializzato sul grande schermo in mini capitoli, enumerati come ‘segreti’.

    Così parte il Segreto n. 1: i miti sono fregati:

    I ‘miti’ sarebbero le persone miti, giuste, corrette, cui fa riferimento la Bibbia, per intenderci. E’ qui che entra in campo una ‘dimessa’ Meryl Streep alle prese con le magagne da vecchiaia del marito: una gita in battello finita in naufragio, con numerose vittime tra cui il suo stesso marito, fa scattare la dimostrazione dello spiazzante ‘caos’ che si prova sulla propria pelle nel trovarsi, di lì a poco, a tu per tu con i ‘tranelli’ finanziari di ‘polizze assicurative fantasma’. E Soderbergh riesce ad estrapolare dal drammatico frangente il lato umoristico, estratto da certi risvolti, mentre tenta di farci capire come si evolvono le cose e dove si va a parare, passando sempre, dall’intermittente varco narrativo composto dalla solidale

    coppia Oldman-Banderas, eletta ad interagire con lo spettatore, proprio per dimostrare le teorie chiamate in causa per l’occasione. Diversi ‘segreti’ (capitoli) più tardi, tra transazioni, truffe ed esemplari dinamiche di corruzione, tra cui un uomo indebitamente arricchito, fedifrago con una compagna di scuola della figlia, e una ‘tragica’ digressione in Cina, ritroviamo una sconsolata Meryl Streep in chiesa. In coda al suo fallimento nel cercare di dipanare l’intrico della personale mancata riscossione della polizza assicurativa, si affida a Dio lanciandosi in una sorta di ‘preghiera-inchiesta’: alla luce dei fatti, ‘quando i miti erediteranno la Terra? E quando gli ultimi avranno l’opportunità di diventare i primi?’.

    Un colpo di scena di marca ‘teatrale’ sul filo delle conclusioni:

    A soppiantare la coppia protagonista degli inizi Oldman-Banderas mantenuta in corso d’opera, subentrando per tirar le fila, è proprio lei, che nel film diventa un vero e proprio ‘trittico’ interpretativo - Ellen Martin/Elena/se stessa - assumendo

    toni e umori molto diversi tra loro in uno stesso contesto filmico. Chi, del resto, meglio di Meryl Streep poteva reggere il colpo? Indubbiamente un colpo da maestro, la ‘formula’ scelta da Steven Soderbergh per l’iconica ed estremamente ‘camaleontica’ Meryl, chiamata in causa per chiudere le cortine del ‘palcoscenico’ su cui è andato in scena un inusitato ‘spettacolo’ a dir poco sconcertante. Un racconto che, a dispetto del dramma di cui si parla, risulterà d’altra parte anche divertente. Dovete assolutamente scoprire come e perché. Avendolo mancato al cinema - distribuzione Netflix - è ora a portata ‘digitale’. Fatevi sotto.

    Secondo commento critico (a cura di La parola al film)









    trailer ufficiale (sub ITA):



    intervista a Meryl Streep 'Ellen Martin/Elena/se stessa' e Gary Oldman 'Jürgen Mossack' (dalla 76° Mostra del Cinema di Venezia:

    Links:

    • Steven Soderbergh (Regista)

    • Meryl Streep

    • Jeffrey Wright

    • Robert Patrick

    • Sharon Stone

    • Gary Oldman

    • Antonio Banderas

    • David Schwimmer

    • Matthias Schoenaerts

    1 | 2 | 3 | 4 | 5

    Galleria Video:

    Panama Papers - trailer (versione originale sottotitolata)

    Panama Papers - trailer (versione originale) - The Laundromat

    Panama Papers - intervista video a Meryl Streep 'Ellen Martin/Elena/se stessa' e Gary Oldman 'Jürgen Mossack' (versione originale sottotitolata)

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