"mother! begins as a chamber story about a marriage. At the center is a woman who is asked to give and give and give until she can give nothing more. Eventually, the chamber story can't contain the pressure boiling inside. It becomes something else..."
Il regista e sceneggiatore Darren Aronofsky
(Mother!; USA 2017; Thriller Horror; 120'; Produz.: Protozoa Pictures; Distribuz.: 20th Century Fox)
Cast: Javier Bardem (Lui) Jennifer Lawrence (Madre) Ed Harris (Uomo) Michelle Pfeiffer (Donna) Brian Gleeson (Fratello minore) Domhnall Gleeson (Figlio maggiore) Jovan Adepo (Uomo che porta la coppa) Amanda Chiu (Damigella) Patricia Summersett (Consolatrice) Eric Davis (Uomo che borbotta) Raphael Grosz-Harvey (Libertino) Emily Hampshire (Stupido) Abraham Aronofsky (Giramondo) Luis Oliva (Fannullone) Stephanie Ng Wan (Donna che bisbiglia) Cast completo
Stephen McHattie (Zelota) Kristen Wiig (Messaggero) Robert Higden (Ubriacone) Amanda Warren (Guaritrice) Laurence Leboeuf (Fanciulla)
Musica: Jóhann Jóhannsson
Costumi: Danny Glicker
Scenografia: Philip Messina
Fotografia: Matthew Libatique
Montaggio: Andrew Weisblum
Effetti Speciali: Mario Dumont (supervisore)
Makeup: Judy Chin (direttrice)
Casting: Lindsay Graham e Mary Vernieu
Scheda film aggiornata al:
25 Ottobre 2017
Sinossi:
In breve:
Un uomo e una donna vivono serenamente la loro relazione amorosa fino a quando un gruppo di ospiti invade casa loro.
Short Synopsis:
Centers on a couple whose relationship is tested when uninvited guests arrive at their home, disrupting their tranquil existence
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
DARREN ARONOFSKY SCAVALCA GENERI E NARRAZIONE PER TRAINARE, DALLE ORIGINI ALLA STORIA, UN SONTUSOSO 'CARRO ALLEGORICO' VERSO I FASTI DI NUOVI 'BACCANALI'. TRA SACRO E PROFANO, VA IN SCENA LA DENUNCIA DI UNA DISFATTA APOCALITTICA: DI COPPIA E FAMIGLIA, DA RILEGGERSI SU SCALA UNIVERSALE PLANETARIA. SUL BLASONATO CAST DI JAVIER BARDEM, ED HARRIS, MICHELLE PFEIFFER, BRIAN E DOMHNALL GLEESON, TRONEGGIA UNA JENNIFER LAWRENCE A TUTTO CAMPO NEL PIU' INTIMO DEGLI SGUARDI
Se non vi piacciono i baccanali non partecipate alla festa. Ma se non vi spaventa osare, anche solo un pò, fatevi avanti. Il gran carro allegorico intitolato mother! trainato da Darren Aronofsky vi attende, per accompagnarvi in un'esperienza onirico-esistenziale, in cui ogni singolo aspetto, cosa e personaggio, indossano la cangiante veste filosofica di simboli e metafore da rapportarsi su scala universale, anzi, planetaria. E' questa l'unica lettura possibile per accettare il nuovo caravanserraglio goticheggiante di Mother! che corteggia a lungo
l'horror mascherato da una suspense spesso illogica prima di lanciarsi nell'abbraccio più intimo. Se si dovesse istituire un avviso di chiamata per mother/madre! potrebbe essere questo: se non trovate la chiave giusta potete anche evitarvi il disturbo di salire a bordo, ma se, memori del glossario aronofskyano (The Fountain ma soprattutto Il cigno nero) prendete la decisione di guardare ben oltre la coltre della narrazione in senso letterale e farvi coinvolgere in questo vorticoso tunnel sospinto da uno sguardo rabbioso rivolto al genere umano e alla sua casa sul pianeta Terra, allora potrete anche affacciarvi a questa finestra, più simile ad una fessura ostile, senza sentirvi offesi. Non dico che debba costituire per forza un'esperienza edificante - anzi, proprio non lo è, ma forse, se ho ben compreso il messaggio, o, per meglio dire, il groviglio di messaggi sottesi nel film, non doveva esserlo. E Mother! non sarà neppure un'opera
perfetta nel senso del capolavoro assoluto, eppure rischia di essere geniale proprio per il mix micidiale di letture trasverse cucite addosso ai singoli elementi, lanciati in campo con profondo senso teatrale, invischiato con il thriller soprannaturale, il dramma familiare contemporaneo e molto altro.
Il fuoco che divampa ovunque e abbraccia il volto in primo piano insanguinato, sono il red carpet per il titolo: mother!. Madre, nel senso più ampio del termine, cui ammicca lo stesso punto esclamativo. La vera chiave di lettura globale, l'infinito da cui tutto ha fine per aver di nuovo inizio. Sono appena una manciata i personaggi protagonisti in primo piano, ed è certo che quella 'madre' singola e simbolo-metafora universale che ha il volto, l'anima e il talento da urlo di Jennifer Lawrence, domina l'intero percorso, nell'infinita girandola di primissimi piani che instaurano con lo spettatore un legame tanto intimo quanto quello instaurato nell'arte e nella vita
e non invitate nel privato 'Eden' di quella immensa casa, vera e propria villa, isolata in mezzo alla natura: la componente del campo di grano è uno dei tanti cuori pulsanti della grande allegoria e della sua cornucopia di metafore.
La moltitudine di gente che da un certo punto in poi invade lo spazio privato della casa, la più assurda ed insidiosa, invadente e distruttiva, dissacrante, nel multietnico portfolio di una pazzia generalizzata come una pandemia virulenta, paradossalmente diventa quella che dà il senso pieno a questo 'carro allegorico' che si fa carico di preziosa materia prima per dei neo Baccanali contemporanei: un agglomerato metaforico della follia che avviluppa il genere umano sul pianeta Terra di questi tempi. Così puoi uscire da una stanza, chiudere una porta e aprirne un'altra, e un'altra ancora, ma non potrai mai liberarti dalla 'folle folla', silente solo nell'attesa di una nuova nascita. E mentre
Un bel guazzabuglio non c'è che dire. Sembra un paradosso nel paradosso, eppure l'apparente 'nonsense' di Mother! ritrova la sua più profonda ragione di essere nelle ultime battute
di un finale 'biblico', che chiude il cerchio per riaprirlo di nuovo risorgendo dalle ceneri come l'araba fenice, nell'ammiccante ciclica follia che avviluppa il genere umano mentre attraversa le varie epoche della Storia. E malgrado tutto, dopo l'Apocalisse, il primigenio Amore vince su tutto e torna sempre per ricominciare da capo. Si potrà discutere quanto si vuole sui mezzi scelti da Darren Aronofsky per dire questo, ma curiosamente, ci troviamo concordi con l'artista a tutto campo Marina Abramovic che pare sintetizzare meglio di me, le ragioni di un giudizio fondamentalmente positivo e che riporto volentieri di seguito, ricordando solo, in ultima analisi, come altre nobili pellicole abbiano avuto esordi nefasti per diventare un cult nel tempo.
Scrive Marina Abramovic usando la forma epistolare:
"Caro Darren, ho letto alcune recensioni di 'Madre!'. Una diceva che fosse il peggior film dell'anno. Voglio solo darti la mia opinione: sono stata così emozionalmente commossa da
questo film. Gli attori che hai scelto erano incredibili e il suono era così innovativo. Nella mia vita, tutte le mie prime opere degli anni '70 sono state massacrate quando sono uscite. Sono stata così criticata dai critici, ma ora queste opere vengono considerate 'storiche' e 'innovative'. Avete avuto il coraggio di esporre il lato più oscuro della natura umana e dell'amore incondizionato. Quando non avevi più niente da dare ti sei strappato il cuore. Questo film è così complesso, con così tanti livelli. Penso che se non questa generazione, la prossima lo capirà . Una buona opera d'arte ha molte vite".