'VÃ dove ti porta il cuore' ma... non troppo lontano...!
Proviene dalle pagine nostrane di Milena Agus questo Mal di pietre diretto da Nicole Garcia (regista, sceneggiatrice e attrice francese). Un soggetto intrigante con una bella regia a struttura circolare in cui la maggior parte del carico viene riposta sulle spalle di Gabrielle, protagonista indiscussa cui nessun'altra interprete poteva dare respiro più viscerale di Marion Cotillard. E' stato detto "La Cotillard buca lo schermo" ("Le Figaro"). E' vero! Letteralmente. E non è neppure la prima volta. C'è un incanto, nel suo 'disagio' che ci risucchia come in un vortice. Nel suo vortice, fatto di passione, ardente desiderio e una sensualità che sprizza da tutti i pori della bella ed umbratile contadina che rappresenta, in seno ad una famiglia del Sud della Francia rigida e non propriamente al massimo della sensibilità , a cominciare dalla madre. Famiglie in cui ci si sposa per
fare figli e in cui la donna respira all'ombra del marito, anche quando non c'è mai, o per lavoro, o per uno svago da condividere con gli amici piuttosto che con la moglie, così come in un passaggio fugace ma intenso, sottolinea la sceneggiatura parecchio più avanti. Sono epoche relativamente moderne in cui, a quanto pare, sopravvivono ancora i matrimoni combinati, dove la variabile della convenienza economica investe il destinatario.
il 'caso umano', ai limiti della follia, nasconde dunque la metafora universale di un irrinunciabile desiderio di libertà e di amore al femminile, di profondo riscatto della persona, dell'essere donna nel modo più nobile: inneggiano a questo modo di sentire le sensazioni dipinte sul volto della protagonista mentre assorbe le carezze delle onde sulle sue nudità , o quelle di un improbabile amore nel cuore di un improbabile tradimento, mentre una profonda solitudine interiore erode l'anima di questa splendida giovane donna, consumata da un ardore ideale, così come l'instancabile frangersi delle onde sulla battigia, col tempo si inghiotte generose porzioni di spiaggia. L'aspettativa della protagonista si fa attesa ansiogena e perseverante nel costante cammino intrapreso sui chilometri di inchiostro traboccati direttamente dal cuore. Parole accorate impilate una sull'altra nelle innumerevoli lettere della speranza. La speranza di una via d'uscita dalla gabbia di un amore convenzionale, prima di accorgersi che la