I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Cast stellare per Xavier Dolan: ad affiancare la star de Il trono di spadeKit Harington, Jacob Tremblay, i premi Oscar Natalie Portman, Kathy Bates e Susan Sarandon - Dal 27 Giugno 2019
"Questa è una storia su come un business ha avuto così paura di perdere un pubblico che riteneva illetterato e limitato, che di fatto l’ha tenuto illetterato e limitato per decenni! Qui si parla di noi come società . Di quello che vogliamo, di quello che inseguiamo".
"Tutto nella sceneggiatura è ispirato alle cose a cui ho assistito, che ho sentito raccontare o di cui sono venuto a sapere. E il fatto che io sia un regista e anche un attore mi ha facilitato le cose... Il film passa dal tema dello show business a un’analisi più privata della vita quotidiana di un giovane uomo che lotta per diventare una grande star, per essere ricordato come un grande attore, e che allo stesso tempo vuole vivere liberamente il suo sogno e la sua vita. E racconta di quanto sia difficile riuscire a fare tutto questo a Hollywood. Fondamentalmente la storia descrive come la celebrità cambia la vita privata delle persone e di come si affronta questa cosa a livello personale. È un film che tratta il tema della celebrità in maniera molta intimaâ€.
Il regista e co-sceneggiatore Xavier Dolan
(The Death and Life of John F. Donovan; CANADA 2017; Drammatico; 123'; Produz.: Lyla Films/Pipeline Entertainment (Unità di New York)/Sons of Manual; Distribuz.: Lucky Red)
Soggetto: Un film che segna il debutto hollywoodiano di Dolan e che vede riportati sul grande schermo tutti i temi che lo hanno reso famoso nel mondo: la relazione madre/figlio, l’omosessualità , l’infanzia.
Cast: Kit Harington (John F. Donovan) Natalie Portman (Sam Turner) Ben Schnetzer (Rupert Turner) Jacob Tremblay (Rupert Turner bambino) Susan Sarandon (Grace Donovan) Jared Keeso (James Donovan) Kathy Bates (Barbara Haggermaker) Thandie Newton (Audrey Newhouse) Chris Zylka (Will Jefford Jr.) Amara Karan (Miss Kureishi) Sarah Gadon (Liz Jones) Emily Hampshire (Amy Bosworth) Michael Gambon (Uomo nel ristorante) Dakota Taylor (Connor Jefford) Ari Millen (Big Billy) Cast completo
Effetti Speciali: Doug Facciponti (unità di New York)
Makeup: Kathy Kelso (direttrice);Camiel McLean; Scott Hersh (Unità di New York)
Casting: Carmen Cuba
Scheda film aggiornata al:
28 Novembre 2023
Sinossi:
In breve:
Primo film diretto in lingua inglese da Xavier Dolan, racconta la storia della star americana John F. Donovan che, a causa di un'amicizia con un bambino di 11 anni, vedrà la sua carriera compromessa.
Rupert Turner (Ben Schnetzer), giovane attore, decide di raccontare la vera storia di John F. Donovan (Kit Harington), star della televisione americana scomparsa dieci anni prima, che in una corrispondenza epistolare gli aveva aperto le porte del cuore, svelando i turbamenti di un segreto celato agli occhi di tutti. Ne ripercorre così la vita e la carriera, dall’ascesa al declino, causato da uno scandalo tutto da dimostrare.
Short Synopsis:
A decade after the death of an American TV star, a young actor reminisces the written correspondence he shared with him, as well as the impact those letters had on both their lives
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
“Non l’amore, non i soldi, non la fama, datemi la verità †Henry David Thoreau
Non rinnega nulla delle sue predilezioni l’attore, regista e sceneggiatore canadese Xavier Dolan (Mommy, E’ solo la fine del mondo), qui al suo debutto Hollywoodiano. E’ dunque naturale ritrovare anche ne The Death and Life of John F. Donovan (La mia vita con John Donovan), i temi canonici della relazione madre/figlio, l’omosessualità , l’infanzia. Ma sembra altrettanto naturale l’intimità con la settima arte: un amore elettivo che rende affascinante anche una storia affatto facile come questa, narrativamente a doppio binario, che fa perno su un’amicizia di penna condivisa a distanza, fondata sui molti elementi comuni di esistenze apparentemente inconciliabili. Ma le passioni, i sogni, le ambizioni, soprattutto in nome dell’Arte, in questo caso della recitazione, consentono una sorta di miracolo che sfuma, purtroppo, come spesso accade, con conseguenze peraltro devastanti, nel fraintendimento stampa, nel gossip, nel bullismo e
nel frullatore mediatico di quel che fa più comodo veicolare, senza preoccuparsi della verità . E un artista, come può vivere e/o sopravvivere a tutto questo?
Il primo protagonista ad innescare la storia è proprio il cinema, o, per meglio dire, il ‘modus operandi’ di fare cinema di Xavier Dolan: un cinema che ammicca per poi sottrarre, al momento opportuno, la nitidezza, sia visiva che sonora: laddove tutto diventa nebuloso, prima di tornare alla realtà narrativa corrente. Ed è qui che si avvia la storia vera e propria, imbastita sulle fondamenta di un’intervista quasi obbligata, ed accettata comunque di malavoglia, dalla giornalista Audrey Newhouse (Thandie Newton). Intervista rivolta al ventunenne Rupert Turner (Ben Schnetzer) in un caffè di Praga, riguardo al libro appena pubblicato, contenente le lettere che lui e la star americana John Donovan (il Kit Harington de Il trono di spade) si sono inviati quando Rupert era un ragazzino di
appena undici anni (Jacob Tremblay). Un ragazzino non comune, da ogni punto di vista, così come ci appare dal racconto in prima persona dell’ormai ventunenne alla intervistatrice che, partita con il piede sbagliato per idee preconcette sul suo conto, dovrà ricredersi strada facendo.
In questo racconto binato, condotto in alternanza di montaggio e voci fuori campo, a seguito di un prologo autoriale, scorrono, rispettivamente, le due esistenze, vissute in mondi paralleli: della star in questione, John/Harington, tra set cinematografici, red carpet e rapporti umani distillati alla fonte primaria della solitudine per scelta; e quella dell’undicenne Rupert/Tremblay, aspirante attore, alle prese con qualche provino, mentre cresce non senza difficoltà , all’ombra di una madre a se stante (l’avvincente Sam di Natalie Portman), che l’ha cresciuto da sola dopo l’abbandono del marito e che non ha decollato nella recitazione come sperato. Gli attriti tra loro, frequenti e oltremodo spinosi, rivelano al contempo: la
Speculare al difficile rapporto con la madre di Rupert/Tremblay c’è quello di Donovan/Kerrington con la sua: l’esuberante Grace di Susan Sarandon, con la tendenza ad alzare il gomito e a sparlare, senza freni inibitori. Ma in entrambi i casi, con tutti i pregi e difetti del caso, le madri vengono qui assolte e salvate dall’affetto incondizionato a prova di ‘debacle’ quotidiana e scelte indipendenti. La solitudine della star e quella del ragazzino, ormai
raggiunta la piena gioventù, trovano rispettivamente, diverso tempo e modo per colmare il vuoto delle rispettive esistenze: stemperato alla luce di sentimenti analoghi per lo stesso sesso, registro su cui Dolan si sofferma a volo d’uccello in una magistrale sequenza, assolutamente artistica, per Donovan/Kerrington e Will (Chris Zylka). Ma sulla crisi esistenziale di Donovan pesa anche la guida della manager Barbara di Kathy Bates che, ad un certo punto, come spiega in un monologo ‘spettacolare’ - fiore all’occhiello della sceneggiatura a quattro mani di Xavier Dolan e Jacob Tierney - gli comunica che non può più seguirlo, invitandolo a perseguire la verità , di contro alla finzione, e di far finalmente prevalere l’autenticità .
entrambe. “Lo stile è sapere chi sei†e Rupert (Tremblay e Schnetzer) lo ha sempre saputo, era semmai il mondo a non sapere chi fosse o a non accettarlo, prima del libro e dell’intervista. Si torna dunque a rivendicare la verità , tramite l’arte, dello scrivere, così come della trasposizione visiva, in uno sguardo che suona quasi ‘personale’, per quanto filtrato dalla finzione di personaggi. Ma non è proprio questo che fa il miglior cinema?