"Per il teatro, scrivo farse sulle vostre paure più oscure. Sta tutto nel modo di gestirle. Mi piace prendere sentimenti ed esperienze e trasformarli in qualcosa di positivo di cui le persone possano ridere. Tutti amano riconoscersi nelle commedie, aiuta ad interessarsi alla storia... Questa famiglia - che ha due mamme – ritrae il mondo di oggi sia per la figura della madre single Maggie, che per la lotta di Ray. Ho amici LGBTQ e ho cercato di fare del mio meglio per rappresentare momenti della loro vita di cui ero a conoscenza. L'idea era quella di demistificare un argomento, di solito più trattato nel cinema di nicchia, dicendo 'ecco una famiglia media americana!'. Questa storia parla di famiglia, di identità , di amore e di accettazione. Si tratta di domande che sono centrali per ogni famiglia"
La sceneggiatrice Nikole Beckwith
Titolo in italiano: 3 Generations - Una famiglia quasi perfetta
Titolo in lingua originale:
About Ray (Three Generations)
Anno di produzione:
2015
Anno di uscita:
2016
Regia: Gaby Dellal
Sceneggiatura:
Nikole Beckwith
Soggetto: Storia di Gaby Dellal.
PRELIMINARIA - L'idea di fondo:
Non molto tempo dopo la premiere del suo terzo lungometraggio, Angels Crest, al Tribeca Film Festival 2011, la regista Gaby Dellal ha iniziato a rimuginare su un'idea per un nuovo film. Prima a New York e poi a Londra, ha avuto modo di conoscere molte persone che stavano crescendo i figli in contesti familiari “moderni†in cui uno dei membri - un genitore, un nonno o un figlio - era gay o transgender. Le loro storie e le loro esperienze con i figli adolescenti hanno catturato la sua attenzione: che cosa si prova a crescere un adolescente in una cultura che vive un gran cambiamento relativamente all’atteggiamento verso il sesso e il genere, decenni dopo la rivoluzione sessuale della fine degli anni ’60 e dei primi anni ‘70? Le sue domande l’hanno portata a creare la storia di tre generazioni - nonna lesbica,
figlia etero e nipote adolescente che, pur essendo nata femmina, si sente e vive come un maschio - che vivono sotto lo stesso tetto a New York.
Cast: Elle Fanning (Ray) Naomi Watts (Maggie) Susan Sarandon (Dolly) Tate Donovan (Craig) Maria Dizzia (Sinda) Sam Trammell (Matthew) Jordan Carlos (Youngie) Linda Emond (Frances) Tessa Albertson (Spoon) Maxwell Simkins (Cole) Rob Yang (autonoleggiatore Clerk) Sebastian Marocola (Studente) Eva Kaminsky (Amministratrice)
Musica: Michael Brook
Costumi: Arjun Bhasin
Scenografia: Stephanie Carroll
Fotografia: David Johnson
Montaggio: Joe Landauer
Casting: Douglas Aibel e Stephanie Holbrook
Scheda film aggiornata al:
11 Dicembre 2016
Sinossi:
In breve:
3 Generations - Una famiglia quasi perfetta racconta la storia di tre donne della stessa famiglia newyorkese, appartenenti a tre generazioni differenti e di come la trasformazione di una di loro influisca sulle altre.
Ray (Elle Fanning) è una ragazza adolescente che sente il desiderio di diventare un ragazzo. Sua madre single, Maggie (Naomi Watts) deve quindi rintracciare il padre biologico per ottenere il consenso legale per il cambiamento. Dolly (Susan Sarandon), la nonna lesbica di Ray, ha qualche difficoltà ad accettare la scelta di sua nipote. Tutte loro si ritrovano a dover fare i conti con la propria identità per comprendere la trasformazione di Ray e ritrovare la serenità e l’equilibrio della famiglia.
After Ray decides to transition from female to male, Ray's mother, Maggie, must come to terms with the decision while tracking down Ray's biological father to get his legal consent.
Family living under one roof in New York must deal with a life-changing transformation by one that ultimately affects them all. Ray is a teenager who has come to the realization that she isn't meant to be a girl and has decided to transition from female to male. His single mother, Maggie, must track down Ray's biological father to get his legal consent to allow Ray's transition. Dolly, Ray's lesbian grandmother, is having a hard time accepting that she now has a grandson. They must each confront their own identities and learn to embrace change and their strength as a family in order to ultimately find acceptance and understanding.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
A PROPOSITO DI RAY
Di famiglie squinternate si che ne abbiamo viste sul grande schermo! Beh, 3 Generations si inserisce senza alcun dubbio in una di queste! Tre iconiche rappresentanti di generazioni diverse, ognuna in cerca, consapevole o inconsapevole, della propria normalità , o, per meglio dire, della propria autenticità . Ed è tutto più facile a dirsi che a farsi. A cominciare dalla sedicenne Ramona, interpretata da una giovane, ma già più che matura professionalmente parlando, Elle Fanning, nei panni dell'aspirante maschio Ray. Il suo è un dilemma non di poco conto: sentirsi maschio fin dall'età di 4 anni e trovarsi in un corpo da femmina con nessuna voglia di accettarlo o di conviverci, non è esattamente solo una questione personale. Possiamo dire senza ombra di dubbio che si tratta di una questione di famiglia. E, aggiungerei, di importanza capitale, la cui decisione, qualunque potrà essere, non potrà che essere sofferta. Ancor
più se a farsene carico sono ovviamente la madre Maggie di Naomi Watts, separata da anni da un marito inesistente, ma anche la invadente nonna lesbica Dolly di Susan Sarandon, sedimentata convivente con la compagna Frances (Linda Emon). Un team familiare al femminile integrale, almeno ai dati di fatto, che deve prendere atto di un problema ad alto rischio, in caso di una decisione a favore della trasformazione di un cambio di sesso.
E quella parvenza di toni leggeri da commedia stesa come un velo di una rugiada che umidifica l'aridità di un vero e proprio dramma, non manca il dovere di esternare tutti quegli interrogativi che sgorgano inevitabilmente come logica e dolorosa preoccupazione di un genitore. Onore al merito della regia di Gaby Dellal (On a Clear Day, Angel Crest) e della sceneggiatrice Nikole Beckwith, scrittrice di Brooklyn e membro del Emerging Writers Group del Public Theater, le
cui commedie sono caratterizzate per l'appunto da dialoghi veloci su argomenti tristi. Beh, il film 3 Generations ci dà un'idea abbastanza chiara del disagio percepito a pelle nel sentirsi persona a metà , puntando l'ago della bilancia a favore del diritto di poter coltivare e maturare la propria identità nella vita. E ce la dà scegliendo per l'appunto la cifra del dramedy, prendendo intenzionalmente le dovute distanze dal melodramma o anche semplicemente dal dramma integrale. La comparsa sulla scena di alcune verità sotterranee complica le cose ma tutto, forse un pò troppo superficialmente, ritorna sul binario del protagonismo in prima persona - sottoscritto dal primo titolo originale About Ray/A proposito di Ray - di un'aspirazione, come dire, ingombrante a dir poco. E non solo per una questione di etica che qui, nel film, non si pone neppure, ma dei rischi e delle conseguenze oggettive che una scelta del genere può comportare
per il futuro di un adolescente. Rischi che qui ci si accontenta di accennare, così come non si entra nelle profondità del conflitto di paternità , che a un certo punto spunta a sorpresa come il coniglio dal cappello di un prestigiatore. In 3 generations non troverete certo gli asperrimi toni del Boy's Don't Cry (1999) di Kimberly Peirce, film basato sul fatto di cronaca realativo alle vicissitudini del giovane Brandon Teena, transgender biologicamente donna nata Teena Brandon, personaggio che ha lanciato sul podio della notorietà una temeraria Hilary Swank. Mentre sarà semmai più facile scorgere qualche familiare stridore di denti negli umori pulsanti da un'altra famiglia atipica, come ad esempio quella de I ragazzi stanno bene (2010) di Lisa Cholodenko, con le 'moms' Annette Bennig e Julianne Moore.
La voce fuori campo dell'inizio con quella nervosa soggettiva che muove dalla velocità ansiogena della/del protagonista Ray/Fanning sul suo skateboard, scorci di primissimi
persona sente dentro - con l'ardente desiderio di completare l'opera, alla fine, volente o nolente, pur temendo di non riuscire a fare la cosa giusta, una decisione deve comunque prenderla e non può che prenderla con il cuore di mamma. Ecco, 3 Generations tenta di virare sulla rotta della positività un dramma personale che, d'altra parte, mentre rivendica con sovrumana determinazione la propria identità , non riesce ad ignorare il senso di famiglia, per quanto allargata oltre ogni più logica comprensione. Una famiglia in cui potersi ritrovare ed essere accettati per quello che si è.