"Quando ho letto per la prima volta 'Shut In', ero eccitato dal fatto che si trattasse di un film di genere con un gran potenziale, se girato con abile maestria. Sono un grande fan di quei film americani minimalisti degli anni '70 che avevano un'estetica europea. In più, 'Shut In' ha una protagonista con cui si instaura davvero un legame e che affronta un percorso interessante, quindi per me è stato un gioco da ragazzi".
Il regista Farren Blackburn
Cast: Naomi Watts (Mary Portman) Oliver Platt (Dr. Wilson) Jacob Tremblay (Tom) David Cubitt (Doug) Crystal Balint (Grace) Charlie Heaton (Stephen) Ellen David (Joan) Tim Post (Sceriffo) Clementine Poidatz (Lucy) Alex Braunstein (Aaron)
Casting: Andrea Kenyon e Lucinda Syson & Kate Ringsell
Scheda film aggiornata al:
30 Dicembre 2016
Sinossi:
IN BREVE:
Mary (Naomi Watts), una psicologa infantile, vive e lavora senza mai allontanarsi dalla sua casa, dove riceve a domicilio i suoi pazienti e soprattutto si occupa del figliastro diciottenne Stephen, ridotto in stato vegetativo dall'incidente stradale in cui e? morto il marito Richard. Quando resta coinvolta nella misteriosa sparizione di uno dei suoi pazienti, il piccolo Tom, Mary comincia tuttavia a essere perseguitata da strani eventi che condurranno a un'agghiacciante scoperta che lascerà tutti col fiato sospeso.
SHORT SYNOPSIS:
A heart-pounding thriller about a widowed child psychologist who lives in an isolated existence in rural New England. Caught in a deadly winter storm, she must find a way to rescue a young boy before he disappears forever.
in cui ha inizio la poco 'singolar tenzone' fatta di scricchiolii, rumori strani e fenomeni ritenuti allucinatori, tali da costringere la psicologa Mary/Watts a far ricorso a sua volta al supporto di un terapeuta (l'insipido Dr. Wilson di Oliver Platt).
Così, se la prima parte tutto sommato si lascia guardare con una certa attenzione, man mano che la storia prosegue in una sorta di 'one woman show', il castello di carte frana su se stesso in un cumulo di prevedibili banalità o di risibili strafalcioni. Insomma, se togliamo Naomi Watts dai panni della psicologa infantile Mary Portman - attrice che ha insito nel suo DNA la natura di polo catalizzatore - lo Shut In del regista televisivo britannico Farren Blackburn, si potrebbe anche cestinare tra i thriller raffazzonati di bassa lega, senza sentirsi neppure troppo in colpa. I rintocchi hitchcockiani sono in Shut In rapinati da derivati illustri, in particolare da Le verità nascoste di Robert Zemeckis. L'idea dell'avvelenamento di matrice criminale psicopatica, il ricorso al fantomatico, iconico simbolo della vasca da bagno, scelto persino per la locandina del film, la scena del pontile, la falsa temporanea liberazione
dallo psicopatico assassino di turno - dall'impronta, ahimè, alquanto slavata - che gravemente ferito si rialza per riprendere il discorso interrotto della sua furia omicida tradiscono la fonte d'ispirazione. L'idea dell'ascia con gli annessi e connessi muove invece dal nobile Shining, ma la cifra stilistica, come ci si può ben immaginare, è distante anni luce dal mostro sacro Stanley Kubrick. Anzi, è proprio questo il momento per lo Shut In di Blackburn, in cui si infittiscono le incongruenze e i personaggi si trasformano in pupazzi impazziti, ammantati in una sorta di turbinosa schizofrenia collettiva, che li muove alle azioni più inconsulte. Così, alla resa dei conti, l'elemento più agghiacciante finisce per essere quello ambientale.
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Notorious Pictures e l'Ufficio Stampa Manzo Piccirillo.