LA GRANDE SCOMMESSA: LA GRANDE SCOMMESSA DI BRAD PITT, PRODUTTORE E INTERPRETE IN UNA STORIA IN CUI C'E' CHI DALLA CRISI ECONOMICA MONDIALE CI HA GUADAGNATO MILIONI SU MILIONI
Seconde visioni - Cinema sotto le stelle: 'The Best of Summer 2016' - Tra i più attesi!!! - VINCITORE dell'OSCAR alla 'MIGLIORE SCENEGGIATURA NON ORIGINALE' (CHARLES RANDOLPH e ADAM MCKAY) - 4 NOMINATIONS ai GOLDEN GLOBE 2016: Miglior Film Commedia e/o Musical; Miglior Sceneggiatura, Miglior Attore Protagonista Commedia/Musical (Christan Bale e Steve Carell) - RECENSIONE - Dal 7 GENNAIO
"... E’ essenzialmente una storia sul come fare soldi, sul crollo del sistema bancario, sulla corruzione e sulla complicità , ed è straordinariamente divertente e drammatica allo stesso tempo... La gente deve conoscere il linguaggio della finanza per poter seguire la storia, ma appena uno sente termini come 'obbligazioni con copertura di rischio' o 'credit default swap', si sente subito stupido e si annoia. Gli esperti di finanza fanno di tutto per far sembrare tali operazioni davvero complicate, e quindi ci è venuta l’idea di utilizzare delle celebrità che entrano in scena nel bel mezzo del film e spiegano le varie cose al pubblico... Questo film esplora come un'intera cultura può rimanere vittima di un sistema corrotto. Nei miei sogni immagino che, vedendo questo film, la gente si arrabbi veramente ed, uscita dal cinema, chieda al proprio rappresentante al Congresso come abbia votato in merito alla riforma bancaria. Questo è il mio sogno. Il mio sogno sarebbe che tutti dicessero ai politici che li rappresentano 'Se non siete pronti a smembrare le grandi banche, non mi importa se siete destra o di sinistra – non avrete il mio voto'".
Il regista e co-sceneggiatore Adam McKay
"Ho iniziato a leggere di come le grandi banche simili a quella in cui avevo
lavorato io avessero perso centinaia di miliardi di dollari negli investimenti in obbligazioni di mutui subprime. Le banche erano diventate i 'polli' al tavolo da gioco e perdevano enormi quantità di denaro ... così mi sono chiesto: 'Ma come può succedere una cosa simile?'... Ho scoperto che c’erano questi tipi stravaganti che si muovevano ai margini del mondo della finanza che hanno intuito quanto fosse corrotto il sistema. Questi sono i ragazzi che hanno fatto di 'The Big Short – Il grande scoperto' un libro e non solo un saggio giornalistico. I ragazzi che hanno scommesso contro le banche e hanno fatto i soldi - erano quelli i personaggi che mi interessavano"
L'autore del best seller che ha ispirato il film Michael Lewis
Soggetto: Basato sul best seller di Michael Lewis sulla storia degli uomini che hanno fatto i milioni dalla crisi economica mondiale.
Cast: Brad Pitt (L'ex banchiere Ben Rickert) Christian Bale (Michael Burry) Ryan Gosling (Il broker della Deutsche Bank Jared Vennett) Selena Gomez (Selena Gomez) Marisa Tomei (Cynthia Baum) Steve Carell (Steve Eisman) Melissa Leo (Georgia Hale) John Magaro (Charlie Geller) Finn Wittrock (Jamie Shipley) Jeremy Strong (Analista della FrontPoint Vinnie Daniel) Hamish Linklater (Analista della FrontPoint Porter Collins) Rafe Spall (Analista della FrontPoint Danny Moses) Margot Robbie (Margot Robbie) Jeffry Griffin (Chris l'assistente di Jared) Byron Mann (Mr. Chau)
Musica: Nicholas Britell
Costumi: Susan Matheson
Scenografia: Clayton Hartley
Fotografia: Barry Ackroyd
Montaggio: Hank Corwin
Makeup: Annabelle MacNeal
Casting: Francine Maisler
Scheda film aggiornata al:
15 Agosto 2016
Sinossi:
IN BREVE:
Quando quattro outsider esperti in finanza si accorgono di ciò che le grandi banche, i media e le autorità di regolamentazione del governo si rifiutano di vedere – l’imminente crisi economica globale – decidono di fare La Grande Scommessa. I loro coraggiosi investimenti li conducono negli oscuri meandri della moderna industria bancaria portandoli a mettere in discussione tutto e tutti.
IN DETTAGLIO:
Nel 2005, Michael Burry (Christian Bale), eccentrico manager di fondi di San Jose appassionato di musica heavy-metal, esamina migliaia di prestiti individuali legati ad obbligazioni di mutui ad alto rischio e fa una scoperta sorprendente: i prodotti finanziari sono costituiti perlopiù da mutui non standardizzati destinati al default nel giro di pochi anni. Mentre i banchieri di Wall Street e le agenzie di regolamentazione governative ignorano questa bomba a orologeria, Burry inventa uno strumento finanziario chiamato credit default swap (derivato di copertura) per mandare in tilt il mercato immobiliare in forte espansione - con grande disappunto dei proprietari e degli investitori coinvolti nella speculazione.
Quando il giovane e rampante banchiere di Wall Street Jared Vennett (Ryan Gosling) intuisce la strategia di Burry, cerca di convincere il manager dei prodotti finaziari ad alto rischio, l’irascibile Mark Baum (Steve Carell), che anche lui dovrebbe investire milioni nei credit default swaps. Inizialmente lo scettico Baum e il suo team di giovani e scaltri analisti (Jeremy Strong, Hamish Linklater e Rafe Spall) indagano per conto proprio. Ricercando il mercato immobiliare in Florida, intervistano broker di mutui immobiliari non standardizzati che abitualmente ottengono prestiti per i loro clienti senza garanzie, come una spogliarellista che si è impegnata nell’acquisto di svariate proprietà senza versare acconti.
Nel frattempo, Jamie Shipley (Finn Wittrock) e Charlie Geller (John Magaro), manager poco più che ventenni, si rendono conto della bolla immobiliare. Sperando di poter entrare nel giro dell’alta finanza, si accorgono però che ai loro 30 milioni di dollari devono aggiungerne almeno ancora un altro miliardo e mezzo per potersi sedere al tavolo degli adulti. Decidono quindi di unirsi al banchiere divenuto ambientalista BEN RICKERT (Brad Pitt), che utilizza i suoi contatti per aiutarli a scommettere contro Wall Street.
Nel 2008, quando il mercato alla fine crolla, questi contro-investitori guadagnano miliardi ma restano per sempre segnati dalla loro esperienza. E, mentre le istituzioni finanziarie il cui comportamento sconsiderato è stato alla base della crisi vengono salvate con il denaro dei contribuenti americani, milioni di quegli stessi americani perdono la casa, il lavoro e i fondi pensione, travolti da una catastrofe economica i cui effetti si fanno sentire ancora oggi.
SHORT SYNOPSIS:
Four outsiders in the world of high-finance who predicted the credit and housing bubble collapse of the mid-2000s decide to take on the big banks for their lack of foresight and greed.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
"Non è ciò che conosci che ti mette nei guai,
è ciò che dai per certo che non lo è"
Mark Twain
Sua Maestà 'La Finanza' si direbbe ormai una veterana nel ruolo di 'prima donna' sulla celluloide: partendo da lontano, con la doppietta di Oliver Stone (Wall Street, 1987 e Wall Street il denaro non dorme mai, 2010), attraversando i cunicoli più sinistri nell'intrigante Margin Call (2012) di J. C. Chandor, raggiunge i tempi a noi più vicini con Il lupo di Wall Street incarnato da Leonardo Di Caprio per Martin Scorsese. L'abbiamo vista più volte imboscarsi, giocare a nascondino e fare tana con nonchalance, abbindolare i giocatori d'azzardo, gli scommettitori più o meno avveduti, più o meno esperti e blasonati in materia, con tiri mancini tali da far ritornare bambini, non per gioia ma per disperazione. Quella che si traduce in lacrime amare e che ha portato non pochi, sull'orlo di
tale reputazione nel corso della sua lunga carriera di attrice sui set dei mercati internazionali, si deve non tanto ai suoi sbalzi di umore quotidiani, quasi fosse da sempre sull'altalena della menopausa, piuttosto ad episodi clamorosi, in cui si è resa prima responsabile di crolli apocalittici. Bolle finanziarie sanguinarie come lupi famelici in pieno inverno.
La grande scommessa del regista e sceneggiatore Adam McKay - fino ad oggi noto più per per le commedie blockbuster di Will Ferrell (Fratellastri a 40 anni e Anchorman - La leggenda di Ron Burgundy oltre allo show di Broadway candidato al premio Tony You’re Welcome America - racconta la storia vera di uno di questi crolli, peraltro ancorato alle fondamenta della nostra contemporaneità , tentando di farci capire che cosa realmente sia successo, ponendo la lente di ingrandimento su quella pelle apparentemente di velluto, dai pori dilatati e alquanto acneica ad un incontro ravvicinato: i punti
neri di un linguaggio incomprensibile, magari fatto di sigle, con il corpo e l'anima di un sebo invadente e ben alimentato. Là dove la parola merda trova per l'appunto il significato più pieno. Ve lo dico così sarete preparati quando nel film sarà di frequente chiamata in causa per essere associata ora al contenuto dei CDO, magari del tipo sintetico, o di altri contenitori finanziari più o meno tossici, comunque altamente dannosi alla salute: senza alcun dubbio per la salute morale, in caso si riuscisse a curare quella delle tasche. La cosa straordinaria è vedere - per sapere già lo sapevamo - toccare quasi con mano, come ci siano individui in grado di ficcare le mani in questa merda come fosse marmellata, provando l'eccitazione di un bambino che si pregusta il sapore del dolce nettare. Questi individui sono irrimediabilmente contaminati da quella 'febbre dell'oro' per la quale non è stata
ancora scoperta la cura e come in delirio per l'alta temperatura camminano sul cornicione di un grattacielo con il rischio incombente di cadere nel vuoto. Se d'altra parte riescono a tenersi in equilibrio - privilegio di pochissimi - i quintali di merda si trasformano davvero in quintali di marmellata. E non per l'intervento di Mary Poppins. Che se fosse stato per un suo magico intervento non avrebbe lasciato nelle mani di un diabetico tanta marmellata, l'avrebbe distribuita tra i milioni di bambini affamati o tra le persone in calo di zuccheri. La metafora serve a scoprire l'acqua calda dei ricchi che chiamano ricchezza e del domino fraudolento di operazioni che, arrecando ricchezza a pochi, lasciano in mutande la maggior parte della gente che confida in un finanziamento bancario per una casa e una dignità di vita quotidiana. Così, mentre un manipolo di pochi gongola sotto una pioggia di milioni, la
marea dei comuni mortali affoga nella famosa merda di cui sopra. Ed è una tragedia. Quella realmente vissuta da milioni di persone e raccontata nel best seller di Michael Lewis, The Big Short-Il grande scoperto cui il film di McKay si ispira. Il primo ad aver gettato uno sguardo a raggi laser sulle circostanze che hanno portato alla nostra crisi economica globale.
Se al centro morale della storia de La grande scommessa c’è il rabbioso - anche per drammi personali difficili da metabolizzare e indubbiamente impossibili da dimenticare - gestore di investimenti ad alto rischio Mark Baum di Steve Carell (che qui mantiene l'alto spessore già evidenziato in Foxcatcher – Una storia americana), il primo ad entrare in scena è quell'eccentrico, focale, dottor Michael Burry, outsider d'alta finanza con un fiuto sopra le righe tanto quanto il suo modo di essere - un occhio di vetro e l'abitudine di presentarsi al
lavoro scalzo non la dicono tutta - plasmato da un Christian Bale in particolare stato di grazia. Ad aiutare Baum/Carell nella sua crociata sono gli insostituibili analisti della FrontPoint Danny Moses (Rafe Spall), Porter Collins (Hamish Linklater) e Vinnie Daniel (Jeremy Strong). Giovani sarcastici e disincantati, se non proprio cinici, che partecipano alla causa di Baum macinando numeri, andando in giro a fare domande scomode e facendo ricerche sul campo. Sollevando il sipario sul marcio di Wall Street, Baum e suoi protetti si presentano come un improbabile manipolo di crociati brutalmente onesti. Ci sono poi l’astuto broker della Deutsche Bank Jared Vennett (Ryan Gosling al quadrato nel doppio ruolo di attore e di narratore), e i giovani investitori, gestori di fondi finanziari Jamie Shipley e Charlie Geller, interpretati rispettivamente da Finn Wittrock e John Magaro. Sono loro ad assmere l’ex banchiere Ben Rickert, indossato camaleonticamente da Brad Pitt (anche produttore
del film), per poter stabilire un accordo ISDA (ISDA Master Agreement), l'unico garante in grado di consentire loro di bypassare i broker e trattare direttamente con le grandi banche. Penso che già da questa sintesi risulti abbastanza chiaro che ci troviamo di fronte ad un'autentica matassa di lana caprina.
Così La grande scommessa di McKay, con sottobraccio il bestseller di Lewis, scopre questa latrina, questa immensa cloaca a cielo aperto, usando però una tavolozza inedita rispetto ai precedenti quadri sul tema, facendo ricorso a pennelli e colori davvero insoliti, per ritrarla nel modo più comprensibile, giacchè il punto di forza è per sua natura incomprensibile. Ed ecco che allora, trattandosi di tragedia, la tragedia greca, venata degli umori di quella commedia cui è avvezzo e da cui si è preso una pausa, deve essergli sembrata la struttura narrativa più consona.
Cito da Wikipedia: "La tragedia greca è strutturata secondo uno
schema rigido, di cui si possono definire le forme con precisione. La tragedia inizia generalmente con un prologo (da prò e logos, discorso preliminare), che ha la funzione di introdurre il dramma; segue la parodo, che consiste nell'entrata in scena del coro attraverso dei corridoi laterali, le pà rodoi; l'azione scenica vera e propria si dispiega quindi attraverso tre o più episodi (epeisòdia), intervallati dagli stasimi, degli intermezzi in cui il coro commenta, illustra o analizza la situazione che si sta sviluppando sulla scena; la tragedia si conclude con l'esodo (èxodos)".
fianco del Dottor Richard Thaler, economista comportamentale, in una scena ambientata in un casinò. E mentre Thaler spiega il concetto di "Pregiudizio di valutazione" – cioè la tendenza a credere che qualcosa che sta accadendo ora continuerà ad accadere – la Gomez è seduta ad un tavolo di blackjack con una pila enorme di fiches. "E 'una sorta di dinamica degli alti e bassi, in cui Selena gioca a blackjack mentre alcuni spettatori, di volta in volta, cercano di indovinare se la sua sarà o meno una mano vincente", spiega McKay. "Sono stati gli investitori che hanno fatto un simile tipo di scommessa sui guadagni o sulle perdite dei titoli garantiti da ipoteca che hanno portato l'intera economia mondiale al collasso". Persino lo chef della TV Anthony Bourdain viene chiamato all'appello, e sarà alquanto convincente nel paragonare il pesce avanzato alle attività finanziarie tossiche.
Eppure, sull'onda degli 'intermezzi', a go-go, ad
oltranza, idea indubbiamente originale da rendere nel complesso La grande scommessa una pellicola outsider in seno alla rosa delle precedenti in materia, la scommessa nella scommessa risulta vinta a metà . Ed è anche vero che se la recitazione è eccelsa, le trovate di regia particolarmente illuminate, la cornice di una vicenda particolarmente interessante perchè spicchio avvelenato della mela tratta dall'albero del nostro Eden contemporaneo, si stringe, come un laccio intorno al collo, alle radici fermamente fissate nel profondo di un terreno arido e roccioso, sprigionando i gas tossici di un ritmo troppo serrato e a tratti più vorticoso della stessa vicenda e del lessico finanziario che qui si intende dipingere dall'interno, con una pennellata più acquerellata possibile. L'impressione è che, intermezzo dopo intermezzo, si smarrisca il filo di Arianna, persi dietro alla girandola dei virtuosismi di estetica cinematografica, qui profusi fin troppo generosamente e che si rincorrono l'un l'altro in
un gioco infinito, aggrappandosi ai fili di una corda che, per non intricarsi oltre, alla fine formano una treccia più lunga di quella di Raperonzolo. E non tutti dispongono dell'agilità di un balzante giovane per inerpicarvisi a cuor leggero. In caso non si fosse dotati di tanta prestanza resta sempre la scorciatoia della scala antincendio con la riassuntiva didascalia finale.
Perle di sceneggiatura
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Universal Pictures International Italy e Xister Pressplay.