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    NESSUNO SI SALVA DA SOLO

    RECENSIONE ITALIANA in ANTEPRIMA - Dal 5 MARZO

    (Nessuno si salva da solo; ITALIA 2015; Drammatico; 100'; Produz.: Indiana/Rai Cinema/Wildside/Alien; Distribuz.: Universal Pictures International Italy)

    Locandina italiana Nessuno si salva da solo

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    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Nessuno si salva da solo

    Titolo in lingua originale: Nessuno si salva da solo

    Anno di produzione: 2015

    Anno di uscita: 2015

    Regia: Sergio Castellitto

    Sceneggiatura: Margaret Mazzantini

    Soggetto: Dall'omonimo romanzo di Margaret Mazzantini edito da Mondadori (2014).

    Cast: Jasmine Trinca (Delia)
    Riccardo Scamarcio (Gaetano)
    Anna Galiena (Viola)
    Marina Rocco (Matilde)
    Massimo Bonetti (Luigi)
    Massimo Ciavarro (Fulvio)
    Renato Marchetti (Giancarlo)
    Valentina Cenni (Micol)
    Eliana Miglio (Serena)

    Musica: Paolo Amici

    Costumi: Patrizia Chiericoni

    Scenografia: Luca Merlini

    Fotografia: Gianfilippo Corticelli

    Montaggio: Chiara Vullo

    Effetti Speciali: Chiara Feriani

    Makeup: Esmé Sciaroni

    Scheda film aggiornata al: 31 Marzo 2015

    Sinossi:

    Delia (Jasmine Trinca) e Gaetano (Gae) (Riccardo Scamarcio) sono stati sposati e hanno due figli, Cosmo e Nico. Da poco tempo vivono separati, lei ha tenuto la casa con i bambini, lui vive in un residence. Delia, che in passato ha sofferto di anoressia, è una biologa nutrizionista, Gaetano è uno sceneggiatore di programmi televisivi.
    Delia e Gae si incontrano per una cena in un ristorante, devono apparentemente discutere dell’organizzazione delle vacanze dei loro figli... ma presto capiamo che quell’incontro servirà ai due protagonisti per compiere un viaggio dentro la loro storia d’amore e scoprirne le ragioni della fine.
    La cena occupa l’intero svolgimento del film, ma attraverso una serie di flash back, viene ripercorsa la vita di Delia e Gaetano, dall’entusiasmo dei primi anni di vita in comune, l’amore, la passione, ai primi problemi e frustrazioni reciproche che hanno cominciato ad allontanarli, fino alla separazione.
    Sia Delia che Gae sono stati condizionati dai difficili rapporti avuti con i genitori. Delia ha molto sofferto quando la madre, Viola, ha abbandonato lei e il padre, un medico morto da tempo. Gaetano si è sempre sentito incompreso dal padre, Luigi, che non è riuscito a infondergli autostima.
    I conflitti tra Delia e Gae hanno un influsso negativo anche sui figli, in particolare su Cosmo, che diventa un bambino molto sensibile e insicuro. Durante una festa organizzata per il compleanno di Cosmo, Gaetano conosce Matilde, una giovane animatrice; Matilde e Gaetano cominciano a frequentarsi e in breve diventano amanti. La relazione viene scoperta nel più tragicomico dei modi: Matilde e Gaetano si baciano in un parco senza curarsi della presenza dei figli di lui, e Nico racconta il fatto alla madre.
    Un altro episodio che ha fortemente influito sui rapporti tra Delia e Gaetano è stato l’aborto a cui Delia è stata costretta quando era incinta del terzo figlio. Il dentista, all’oscuro della gravidanza, aveva fatto radiografie senza protezione, così si era reso necessario l’aborto per evitare pericoli di malformazioni...
    Quando Delia e Gaetano decidono di separarsi, la vita continua a essere difficile per entrambi. Delia rischia di ricadere nell’anoressia; è così nervosa che arriva a sfogare la sua ira contro Cosmo, un giorno in cui era irritata dal mancato arrivo di Gaetano che, sommerso dal lavoro, non può venire a prendere i figli per trascorrere con loro la domenica.
    Al termine della cena Delia e Gaetano vengono avvicinati da una coppia di anziani, Vito e Lea, sorridenti, bizzarri, nonostante l’età ancora innamorati... Vito li ha osservati a lungo durante la cena e ne ha percepito i problemi. Vito confida loro di essere malato di cancro e chiede a Delia e Gae di pregare per lui perché, sostiene, «nessuno si salva da solo»...

    Commento critico (a cura di ERMINIO FISCHETTI)

    Eppure l’idea del titolo è così bella: nessuno si salva da solo. Nella coppia c’è sempre bisogno l’uno dell’altro. Implica, questo splendido titolo, l’idea della necessità dell’individuo alla consapevolezza che è necessario sorreggersi all’altro e viceversa per andare avanti. E la bellezza del film si limita alle parole scritte quindi sulla locandina. Perché le parole, che pur sono il pane quotidiano della scrittrice Margaret Mazzantini, che adatta un suo stesso omonimo romanzo, sono prive di senso all’interno di un film vacuo per ogni tematica che mette in scena, scandagliando le esistenze di Gaetano e Delia. Si incontrano a cena, borghesi, compassati – almeno in apparenza – ormai separati, per discutere delle vacanze dei figli, e si vomitano addosso qualsiasi dolore del loro rapporto. Con sostenuti e ammorbanti flashback di una vita di coppia che si riduce all’arco di una decina d’anni. Una trama abusata, ma in fondo sempre attuale, che

    ha generato pagine e pagine di amori dolorosi sia nella letteratura che nel cinema. Di esempi se ne possono fare molti, ma è forse doveroso limitarsi all’essenziale in questo sciabordio di liquame di arroganza borghese pseudo-intellettuale e il ricordo e il desiderio di un amore per il cinema, che alla vista della pellicola di Sergio Castellitto svanirebbe per chiunque, rimandando ad un’opera di convincente semplicità e buona espressione cinematografica che si limita ai canoni della convenzione di qualità: The Happy Ending di Richard Brooks con l’allora moglie (anche in quel caso una coppia nella vita che lavora insieme ad un’opera sulla fine di un amore) Jean Simmons – signor regista e sceneggiatore e fine attrice dei tempi che furono che in questo caso si beccò anche la sua seconda candidatura agli Oscar – e John Forsythe – futuro patriarca di Dynasty. Anche quello era un film sulla fine di un

    matrimonio e anche quello finisce con uno sguardo. Sincero. Doloroso. Onesto. E anche lì si parlava di borghesia dal punto di vista di una borghesia, attenta a raccontare se stessa, forse anche con un pizzico di lungimiranza. Poi ci sarebbe un dimenticato film con Shirley MacLaine, che le valse nel 1971 un premio come migliore attrice al Festival di Berlino, di Frank D. Gilroy: Desperate Characters, da un romanzo della riscoperta scrittrice Paula Fox (nonna biologica di Courtney Love, ma questa è un’altra storia, certo altrettanto dolorosa) … ma no, si potrebbe andare avanti per pagine e pagine con titoli e titoli e qui si deve essere per una volta sintetici e dire che il film di Sergio Castellitto alla regia e di Margaret Mazzantini alla sceneggiatura è di una volgarità emotiva non solo sconcertante, ma offensiva, disgustosa, riprovevole, sguaiata … schifosa. Dialoghi che non sono dialoghi, dove anche

    la grammatica, quel po’ che ne è rimasta, è messa a dura prova. Una parodia involontaria che lascia spazio a cento infiniti minuti di totale abbandono a qualsivoglia senso di logica, dove tutto è banalizzato in una pochezza di umanità che sancisce tutta l’arroganza di una coppia (quella dei due protagonisti, specchio del regista e della sceneggiatrice) che se la crede troppo, snob, fastidiosamente piena di sé, incapace di raccontare qualcosa che sia vero. I due ricchi autori, a cui è in parte affidata la sorte del nostro cinema, e a gente come loro, raccontano la storia di una giovane donna, che è stata anoressica perché – poverina – deve rovinarsi la vita e rovinarla agli altri, perché la madre tradiva il padre ed era troppo figa e non indossava costumi da bagno che la coprissero adeguatamente, mentre lui vuole fare lo scrittore ed è figlio di due hippy fuori

    moda ridicoli, ma poveraccio è costretto a “vendersi†alla televisione e alle biografie sui santi, a prendere soldi dal padre e a vivere della pochezza dell’odore di ciucci e pannolini della sua famiglia (nel frattempo hanno fatto due figli) e del troppo ammorbidente che lei usa per i panni lavati in lavatrice. Giustamente come può raccontare uno scrittore la vita se vive nella realtà del mondo di noi poveri comuni mortali?! Qui, Castellitto e Mazzantini, non sanno di quello di cui stanno parlando o sono troppo spocchiosi e snob, o meglio arroganti, sì arroganti, un’arroganza che viene dalla supponenza, dalla maleducazione di chi possiede tutto e vive nel proprio mondo senza nemmeno sforzarsi di capire quello vero, per credere che soltanto a loro e a gente del loro censo economico e della loro (creduta) levatura intellettuale è permesso potere illuminare la povera plebe ignorante che non appartiene al loro giro.

    E la disprezzano pure ovviamente, magari proprio quella che paga il biglietto per vedersi i loro film, che lo hanno pagato col denaro guadagnato alzandosi presto al mattino e andando al lavoro. E poi offendono chiunque: dai malati di Alzheimer, ai gay, ai genitori dei gay, a chi ha sofferto o soffre di anoressia, a chi è figlio di genitori separati, a chi abortisce, a chi ha semplicemente una madre figa. Perché chiunque ha avuto una madre bella è destinato all’anoressia! In sostanza vengono blaterate cose che non sembra siano conosciute e/o comunque approfondite, ma solo elencate come la lista della spesa, che la gente comune utilizza solo per appuntarsi le necessità da acquistare, e il duo Castellitto – Mazzantini manda al macello i suoi due primi attori, Riccardo Scamarcio, che dovunque viene messo fa sempre lo stesso ruolo, e Jasmine Trinca, che sussurra o grida, affidando a lei le

    battute più infelici del “copioneâ€. Senza badare agli errori cronologici, tanto per dirne uno, i flashback degli anni passati con sullo sfondo stralci dell’edizione dell’ultimo Festival di Roma con tanto di locandine di film visibili (Trash e Soap Opera, che per inciso sembrano in confronto due film di Bergman e Woody Allen del periodo migliore). Castellitto pensa che manco a questo sappiamo arrivare? Però il product placement bello evidente con la copertina della ristampa giusta di Non ti muovere, risalente al 2004, quella è precisa e in bella evidenza sullo scaffale della libreria dove Gaetano e Delia vivono una delle prime fasi dell’innamoramento.

    Bibliografia:

    Nota: Si ringraziano Universal Pictures International Italy e Silvia Saba (SwService)

    Pressbook:

    PRESSBOOK COMPLETO in ITALIANO di NESSUNO SI SALVA DA SOLO

    Links:

    • Riccardo Scamarcio

    • Marina Rocco

    • Jasmine Trinca

    • Nessuno si salva da solo (BLU-RAY + DVD)

    1

    Galleria Video:

    Nessuno si salva da solo - trailer

    Nessuno si salva da solo - spot 'Posso baciarti?'

    Nessuno si salva da solo - clip 'Ho paura'

    Nessuno si salva da solo - clip 'La generazione della patacca'

    Nessuno si salva da solo - clip 'Ma tu mangi?'

    Nessuno si salva da solo - clip 'Tu sei cambiata'

    Nessuno si salva da solo - clip 'Nessuno salverà te, Gaetano'

    Nessuno si salva da solo - clip 'Ho bisogno di stare da sola'

    Nessuno si salva da solo - clip 'Finalmente un sorriso'

    Nessuno si salva da solo - clip 'Tu non sai niente di me'

    Nessuno si salva da solo - clip 'Mi piacciono le storie sospese'

    Nessuno si salva da solo - clip 'Sei ancora innamorata di me'

    Nessuno si salva da solo - clip '7 minuti del film'

    Nessuno si salva da solo - featurette 'Creep'

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