(Maraviglioso Boccaccio; ITALIA/FRANCIA 2015; Storico-letterario; 120'; Produz.: Stemal Entertainment/Cinemaundici e Barbary Films con Rai Cinema; Distribuz.: Teodora Film)
Sullo sfondo la Firenze trecentesca colpita dalla peste, che spinge dieci giovani a rifugiarsi in campagna e a impiegare il tempo raccontandosi delle brevi storie. Drammatiche o argute, erotiche o grottesche, tutte le novelle hanno in realtà un unico, grande protagonista: l’amore, nelle sue innumerevoli sfumature. Sarà proprio l’amore a diventare per tutti il migliore antidoto contro le sofferenze e le incertezze di un’epoca.
Commento critico (a cura di ROSS DI GIOIA)
È il 1348 e la città di Firenze è martoriata dalla peste. La malattia, che infuria sui fiorentini e li soffoca con una cappa di morte e dolore, non fa distinzione di sesso o ceto sociale. Decisi a sopravvivere ad ogni costo a quello che sembra un destino del tutto ineludibile, dieci giovani (7 ragazze e 3 ragazzi) decidono di darsi alla fuga. Il gruppo si trasferisce quindi in una casa di campagna. Per dieci giorni, nel tentativo di far passare più velocemente il tempo - ma anche per alleviare il dolore del ricordo dei cari persi e della paura ancora strisciante di perdere la vita - i giovani si raccontano storie di sentimenti corrisposti o meno e di sesso, ma anche di burle fragorose o “incidenti†non si sa bene quanto casuali. Ma che siano tragiche o divertenti, pruriginose o stravaganti, tutte le novelle hanno in realtà un unico,
vero protagonista: l’amore, sempre e solo l’amore.
Con Maraviglioso Boccaccio, i fratelli Paolo e Vittorio Taviani traslano il Decamerone sul cinema del Ventunesimo secolo. Un’operazione che a prima vista può sembrare bizzarra. In realtà non lo è. I più “artisti†dei nostri registi mettono infatti tutto il proprio mestiere in un affresco che parla di modernità . Capaci di uno sguardo pittorico, oltre che teatrale (è in quest’ottica che s’inquadra il successo internazionale di Cesare deve morire, che è valso loro l’Orso d’Oro al Festival di Berlino del 2012), i Taviani usano la Firenze del XIV secolo e l’inquietudine del tempo per raccontare lo smarrimento dei giovani che, a questo punto possiamo anche dirlo, si somiglia in tutte le epoche della Storia. E come in tutte le epoche della Storia (ma questo lo sapevamo già ), è l’amore il vero antidoto alla suddetta inquietudine. Kim Rossi Stuart, Vittoria Puccini, Riccardo Scamarcio, Paola
Cortellesi, Kasia Smutniak, Jasmine Trinca, Josafath Vagni, Carolina Crescentini, Michele Riondino, Lello Arena, sono i punti fermi di un cast assonante che dà vita ad un racconto forse un po’ troppo scevro dalla carnalità dello stesso Boccaccio, tuttavia la messa in scena della porzione accuratamente arpionata dal libro (5 novelle) rispecchia la cifra artistica dei due registi-sceneggiatori nella sua totalità . Dei cinque, ad ogni modo, preferiamo l’ultimo episodio, quello del falcone (con Trinca e Vagni). Chi ama i Taviani non faticherà a ritrovarvi la loro espressività “minimalâ€.
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Teodora Film e lo Studio PUNTO&VIRGOLA.