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    TEN THOUSAND SAINTS

    I recuperati di CelluloidPortraits - Dal Sundance Film Festival 2015 - RECENSIONE ITALIANA e PREVIEW in ENGLISH by GEOFF BERKSHIRE (www.variety.com)

    “C’è chi dice che la vita è come un fiume, e noi piccoli pesci che lottano contro il ghiaccio, il disgelo e la corrente. A volte è un evento importante, una nascita o una morte, a modificare il corso delle cose, a volte è una cosa banale, il tuo migliore amico che una sera torna a casa prima del solito”
    Jude Keffy-Horn (Asa Butterfield)

    (Ten Thousand Saints; USA 2015; Dramedy musicale; 113'; Produz.: Archer Gray/Bad Medicine Films in associazione con Maven Pictures/Raptor Films/Tashtego Films)

    Locandina italiana Ten Thousand Saints

    Rating by
    Celluloid Portraits:



    See Short Synopsis

    Titolo in italiano: Ten Thousand Saints

    Titolo in lingua originale: Ten Thousand Saints

    Anno di produzione: 2015

    Anno di uscita: 2015

    Regia: Shari Springer Berman e Robert Pulcini

    Sceneggiatura: Shari Springer Berman e Robert Pulcini

    Soggetto: Basato su un romanzo di Eleanor Henderson.

    Cast: Ethan Hawke (Leslie 'Les' Keffy-Horn)
    Asa Butterfield (Jude Keffy-Horn)
    Hailee Steinfeld (Eliza Urbanski)
    Emily Mortimer (Diane Urbanski)
    Julianne Nicholson (Harriet)
    Avan Jogia (Teddy)
    Emile Hirsch (Johnny)
    Nadia Alexander (Prudence Keffy-Horn)
    Jeff O'Donnell (Tory Ventura)
    Nancy Ellen Shore (Madre del VermontLawrence Whitener)
    Michael Elian (Guardia di sicurezza)
    Kevin Cannon (Veterano disabile)
    Henry Kelemen (Jude da bambino)
    Charlotte Ubben (Infermiera)
    Lawrence Whitener (Senzatetto)

    Musica: Garth Stevenson

    Costumi: Suttirat Anne Larlarb e Elisabeth Vastola

    Scenografia: Stephen Beatrice

    Fotografia: Ben Kutchins

    Montaggio: Robert Pulcini

    Effetti Speciali: John Bair (supervisore effetti visivi)

    Makeup: Ma Kalaadevi Ananda (direttrice trucco); Christopher Fulton (direttore acconciature)

    Casting: Ann Goulder

    Scheda film aggiornata al: 01 Novembre 2022

    Sinossi:

    In breve:

    Una pellicola di formazione incentrata su un'adolescente del Vermont, Jude, che si trasferisce con il padre hippy a New York dopo l'overdose del suo migliore amico, Teddy. LĂŹ si ritrova nell'ordinata scena hardcore punk dell'East Village, in cui non ci sono droghe, niente sesso, niente carne. La Steinfeld interpreterĂ  Eliza che rimane incinta del figlio di Teddy e si appoggia al fratello Johnny e a Jude per il supporto.

    In dettaglio:

    Jude Keffy-Horn è un adolescente che, dopo la morte per overdose del suo migliore amico Teddy, si trasferisce a New York, dove vive il padre Les. Qui incontrerà Johnny, fratellastro di Teddy, e ritroverà Eliza, una ragazzina rimasta incinta di Teddy, figlia peraltro della donna con cui il padre di Jude ha una relazione. Da qui' i 3 ragazzi capiscono che dovranno mantenere il segreto per evitare che la madre di Eliza la faccia abortire e, come copertura nel caso che si possa rompere questo segreto, si decide che Johnny dovra' fingere di essere il padre (nel caso che venga fatta una prova del DNA). Durante una giornata di scuola Eliza si sente male perciò Jude sarà costretto a dire la verità su di lei ma, come precedentemente concordato , dirà che Johnny è il padre. Tuttavia il malore di Eliza è momentaneo e cosÏ lei può ritornare alla sua vita A causa di una lettera inviata alla madre di Eliza, Les sarà costretto a dire tutta la verità alla madre, che non sarà contenta. Jude e Johnny partiranno per un tour con la sua band punk, Eliza invece sara' ospitata dalla madre di Jude. Durante il tour Jude scoprirà, attraverso una telefonata, che Johnny è innamorato di un membro della sua band e ha intenzione di andarsene in California con il suo ragazzo. Tornati dal tour Johnny rivela a Eliza che il figlio lo vuole dare al padre naturale di Teddy cosÏ da liberarsene e Jude si arrabbia perchÊ Johnny non può mantenere la promessa di prendersi cura del figlio con Eliza. Eliza scappa dalla casa dicendo che a nessuno importa del bambino che lei vuole tenere, Jude dichiara a Eliza il suo amore e dice che per lei e il bambino farebbe di tutto. Nasce il bambino e mentre lei è ancora a letto fa capire a Jude che anche lei vorrebbe farsi una famiglia insieme a lui. Il film ci portera' alla scena di Johnny che sparge le ceneri del fratello e una voce che spiega che dopo 10 anni Eliza è andata a vivere insieme al figlio e a Jude che diverrà il padre.

    Short Synopsis:

    Set in the 1980s, a teenager from Vermont moves to New York City to live with his father in East Village.

    Follows three screwed up young people and their equally screwed up parents in the age of CBGB's, yuppies and the tinderbox of gentrification that exploded into the Tompkins Square Park Riots in New York's East Village in the 1980s.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    “C’è chi dice che la vita è come un fiume, e noi piccoli pesci che lottano contro il ghiaccio, il disgelo e la corrente. A volte è un evento importante, una nascita o una morte, a modificare il corso delle cose, a volte è una cosa banale, il tuo migliore amico che una sera torna a casa prima del solito”

    Un film come questo Ten Thousand Saints - 10.000 Santi (+ 1) - a firma della inossidabile coppia di coniugi e registi Shari Springer Berman e Robert Pulcini (American Splendor, Il diario di una tata, Un perfetto gentiluomo), non poteva che partire dal Sundance Film Festival. Un film di formazione dal target spiccatamente ‘indipendente’, oltre che portavoce di uno scenario ‘familiare’ prettamente americano, un po' troppo sopra, o sotto le righe, a seconda dei punti di vista. Tutto parte dal Vermont nel 1980, dove uno dei giovani protagonisti, il Jude di

    Asa Butterfield - che in voce fuori campo riflette all’inizio e alla fine della sua storia - alle prese con un video gioco, si interrompe attirato dalle urla ella madre Harriet (Joanne Nicholson), contro suo padre Leslie ‘Les’ (Ethan Hawke). Padre che, ritrovandosi sfrattato da casa seduta stante, deve rifugiarsi nella serra, almeno per quella notte, prima di essere fuori per sempre. Il figlio scavalca il balconcino e passando dalla finestra lo raggiunge. Le rivelazioni che il padre decide di confidargli su due piedi, ‘da uomo a uomo’, sono un paio di shock belli e buoni, ma sputati con quella leggerezza, e con le giustificazioni che seguono, rendono il tutto quasi comico. Non è un caso se in questo film, a fare la parte del leone è stato delegato proprio questo padre squinternato con cui Hawke pattina a meraviglia, quasi volando, come fosse sulle ali di una libellula. E il

    copione sottoscrive, riservandogli le battute piĂš divertenti.

    I giovani protagonisti che si avvicenderanno da questo momento in poi l’uno dopo l’altro, dal migliore amico di Jude/Butterfield, Teddy/Avan Jogia, alla Eliza di Hailee Steinfeld, per quanto possa risultare incredibile e tragicomico al contempo, hanno tutti un comune denominatore: lo stesso padre, ovvero Les/Hawke, che sembra essersi ‘speso’, ogni volta, con donne diverse. Insomma, quello che comunemente potremmo definire senza ombra di dubbio un lurido bastardo, cui va ad aggiungersi la ‘dote’ di ‘spacciatore’ professionista, lo si vede invece come una simpatica canaglia. Tutto merito dell’interprete Ethan Hawke e della sceneggiatura che gli mette in bocca quel genere di sfacciata ‘eloquenza’ che sa bene come tramutare il dramma in commedia. Sicché, questa ‘armata Brancaleone’ familiare allargata a stelle strisce si vedrà presto spinta verso interrelazioni obbligate tra loro: dal nucleo di madri ansiose e talora oppressive, come la ballerina Diane di Emily

    Mortimer e la stessa Harriet di Julianne Nicholson, alla fine fin troppo generosa e comprensiva (ma se si considera che ha conosciuto Les/Hawke ad un’orgia diventa tutto normale!); ai figli di quello stesso padre che non hanno visto se non raramente, perché non si è mai preoccupato di farsene un problema. A coronare il tutto con la degna cornice: la tragedia vera e propria a ciel sereno come l’improvvisa morte di Teddy per overdose; la gravidanza inaspettata di Eliza ancora minorenne; il fratello maggiore di Teddy, il Johnny di Emile Hirsch, che i sensi di colpa nei confronti del fratello morto spingono verso un ruolo improbabile. Perciò potrà anche risultare surreale, ma a fare da collante in tutto questo marasma, sarà proprio il Les di Hawke, mostrandosi perfettamente in grado, alla sua maniera, di ricucire situazioni e sentimenti, di suturare ferite apparentemente non marginabili. Una sorta di guru sopra le

    parti, con una sua logica nella oggettiva illogicità di fatto. In un modo o nell’altro, riesce a sostenere chi è in difficoltà, a tamponare falle previste o impreviste e a sollevare le sorti avverse. Ognuno trova la sua chiave di sopravvivenza per sè stesso e, all’occorrenza, per chi ha comunque a cuore. In un modo o nell’altro si cresce e si torna a riflettere sull’esistenza:

    “Se Teddy non ci avesse lasciato per sempre, se potesse vederci da lassù dieci anni dopo, librandosi sulla città, nella troposfera terrestre, vedrebbe un parco tutto nuovo, vedrebbe Eliza a Brooklyn in procinto di mettere su famiglia, e il suo amico, si, sembra incredibile, che sta per diventare padre anche lui. Capirebbe che non è stato dimenticato, anche se ogni anno che passa, è più difficile ricordare l suo viso, e forse si renderebbe conto di quanto è fragile la vita di noi tutti, che precipitiamo

    sulla terra, sperando di trovare un terreno solido su cui posarci, come fiocchi di neve che scendono dall’immenso cielo del Vermont”

    Secondo commento critico (a cura di GEOFF BERKSHIRE, www.variety.com)





    trailer ufficiale (V.O.):



    ASA BUTTERFIELD AND HAILEE STEINFELD COME OF AGE IN THE '80S, WITH ETHAN HAWKE AS ANOTHER NE'ER-DO-WELL DAD.

    A love letter to a bygone era of New York City, namely the late ‘80s, “Ten Thousand Saints” sees directing duo Shari Springer Berman and Robert Pulcini returning to a more personal approach to filmmaking — or at least as personal as possible when adapting another’s material, in this case the debut novel by author Eleanor Henderson. Part teen romance, part awkward love triangle, part generational-clash portrait, and almost all powered by nostalgia, this warmly conceived dramedy will likely resonate strongest with audiences who have a direct connection to the story’s place and time. Otherwise, there’s not much to suggest a theatrical windfall, and only

    slightly better odds in ancillary.

    The story actually kicks off in 1980 Vermont, on a particularly eventful night for young hero Jude (Henry Kelemen). He’s hit with a double whammy: His no-nonsense mom, Harriet (Julianne Nicholson), has kicked his hippie dad, Les (Ethan Hawke), out of the house for knocking up her friend. As he bids farewell, Les casually reveals Jude was adopted.

    Fast forward several years and Jude (now played by Asa Butterfield) has grown into a surly teen with a wisp of hair permanently obscuring his face and a now-longstanding loathing of his father, who relocated to New York. Jude makes plans with pal Teddy (Avan Jogia) to get high on New Year’s Eve, but Les manages to irritate Jude from afar by sending Eliza (Hailee Steinfeld), the rebellious teen daughter of his current flame, Diane (Emily Mortimer), into town.

    Jude doesn’t want to play tour guide for Eliza, mostly because

    she reminds him of Les, but Teddy happily tags along with the wild child, who flirts with strangers and snorts coke in the bathroom. She also winds up deflowering him, a development that proves pivotal when Teddy and Jude pass out later that night outside in the freezing cold and Teddy never wakes up.

    Teddy’s death sets into motion a series of changes and ultimately unites Jude, Eliza and Teddy’s older half-brother, Johnny (Emile Hirsch), the straight-edge lead singer of a hardcore punk band, in the Big Apple. Eliza discovers she’s pregnant, Johnny offers to help her take care of the baby, Jude slowly reconnects with his dad, and everything culminates in the 1988 riots at Tompkins Square Park.

    Both native New Yorkers, Springer Berman and Pulcini are on their fourth pic set in the city (following “The Nanny Diaries,” “The Extra Man” and “Girl Most Likely”), and here come closest to

    finding a cast of characters as intriguing as those in their Cleveland-set breakout, “American Splendor,” though they still fall considerably short of that high mark.

    What “Ten Thousand Saints” does is capture New York at a moment of change, running parallel to the rise of AIDS, the yuppie invasion and gentrification, and exploring a shift in the counterculture through Jude (named after the Beatles song), who finds a way to rebel against his laid-back, pot-dealing dad in the straight-edge movement (no drugs, no alcohol, no promiscuity).

    Rising young stars Butterfield and Steinfeld are light years away from their previous collaboration in “Ender’s Game,” going back in time to a not-so-distant past (before they were born) to capably convey those universal coming-of-age feelings of rebellion, uncertainty and self-discovery. The more mature members of the ensemble go to town with broader characters that, while never quite fully developed, never feel like caricatures, either. Hawke

    is the clear standout as thoroughly unreliable Les, who keeps disappointing the women and children in his life, but nevertheless comes through when he’s needed most.

    When Jude remarks in the last act that a newborn baby will be a “completely different person in 10 years,” it’s hard not to long for the weight of “Boyhood” in Les’ response, “So will you.” As ne’er-do-well father figures go, Les is hardly a patch on Hawke’s Mason Sr. in Richard Linklater’s coming-of-age landmark, but if “Ten Thousand Saints” is the first of the actor’s films to suffer from the comparison, it surely won’t be the last.

    Tech package is pro, although Ben Kutchins’ muted color palette tends to accentuate the drabness of the film’s low-wattage action. Production designer Stephen Beatrice and costume designer Suttirat Anne Larlarb do admirable work re-creating the late ’80s on a low budget. Music supervisor Linda Cohen packs the pic

    with familiar and less exposed tunes from the likes of the Replacements, the Feelies, the Cure, R.E.M. and Sting (whose wife, Trudie Styler, perhaps not coincidentally is one of the producers).

    Links:

    • Ethan Hawke

    • Emily Mortimer

    • Emile Hirsch

    • Asa Butterfield

    • Hailee Steinfeld

    • Julianne Nicholson

    1 | 2 | 3

    Galleria Video:

    Ten Thousand Saints - trailer (versione originale)

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