Sceneggiatura:
Fabio Bonifacci e Giulio Manfredonia, con la consulenza di Peppe Ruggiero
Soggetto: Fabio Bonifacci e Giulio Manfredonia
Cast: Stefano Accorsi (Filippo) Sergio Rubini (Cosimo) Maria Rosaria Russo (Rossana) Iaia Forte (Azzurra) Nicola Rignanese (Veleno) Massimo Cagnina (Piero) Giovanni Calcagno (Tore) Giovanni Esposito (Frullo) Silvio Laviano (Salvo) Michel Leroy (Wuambua) Bebo Storti (Dario) Paolo De Vita (Maresciallo) Debora Caprioglio (Jessica) Tommaso Ragno (Nicola Sansone)
Musica: Mauro Pagani
Costumi: Angela Capuano
Scenografia: Stefano Pica
Fotografia: Marcello Montarsi
Montaggio: Cecilia Zanuso e Roberto Martucci
Casting: Francesco Vedovati
Scheda film aggiornata al:
12 Settembre 2014
Sinossi:
La nostra terra è la storia di una strana antimafia, fatta piantando pomodori. E di qualcosa che viene prima: la terra. Quella che ci ospita, ci nutre e ci seppellisce.
Nicola Sansone è proprietario di un podere nel Sud Italia che viene confiscato dallo Stato e assegnato a una cooperativa, che però non riesce - per celati o dichiarati boicottaggi - ad avviare l'attività. Per questo viene mandato in loro aiuto Filippo (Stefano Accorsi), un uomo che da anni fa l'antimafia lavorando in un ufficio del Nord, e quindi impreparato ad affrontare la questione "sul campo". Numerosi sono gli ostacoli che Filippo incontra, e spesso deve resistere all'impulso di mollare tutto: lo trattengono il senso di sfida e le strane dinamiche di questa cooperativa di insolite persone cui inizia ad affezionarsi, in particolar modo Cosimo (Sergio Rubini) l'ex fattore del boss e Rossana, la bella e determinata ragazza che forse ha un passato da riscattare. In un ribaltamento di ruoli, tra sabotaggi e colpi di scena, non appena le cose iniziano ad andare quasi bene, al boss Nicola Sansone vengono concessi i domiciliari. Riuscirà l'antimafia a trionfare?
Commento critico (a cura di ELISABETTA VILLAGGIO)
Ambientato nel profondo Sud, in un paesino pugliese dove per Nord si intende Bari, La nostra terra di Giulio Manfredonia, è un film contro la mafia decisamente buonista e un po’ scontato. Filippo, Stefano Accorsi, è un bolognese pieno di ideali che lavora per una cooperativa antimafia a Bologna. Il suo è un lavoro tutto ufficio, telefonate e scartoffie. Crede profondamente nella legalità e svolge il suo lavoro con dedizione e precisione. Nonostante la sua vita scorra tranquillamente Filippo è un ansioso e prende sistematicamente tranquillanti. Il suo capo decide di mandarlo “in missione” contro la sua volontà. In un paese dell’Italia meridionale hanno confiscato dei terreni ad un boss mafioso e la piccola cooperativa locale, alla quale è stato affidato il terreno, non riesce a mandare avanti il lavoro per i continui dispetti dei soliti anonimi. La cooperativa è composta da un bizzarro quanto scalcinato gruppetto con la bella
bionda ma tosta Rossana che è tenace e deve riscattare un passato incerto; il gay buffo e fidanzatissimo con il geloso e cicciotto Piero, ottimo cuoco; Azzurra, una donna stranetta che cerca se stessa e crede in tutto ciò che è alternativo. Così il sedentario Filippo per la prima volta affronta il lavoro sul campo e si trova a coltivare i campi sequestrati alla malavita assieme a quello strano gruppetto. Si deve scontrare però con Cosimo, Sergio Rubini, l’ex fattore del boss. Cosimo e Filippo hanno una diversa visione della vita e di come ci si muove nel mondo. Filippo ovviamente è impacciato, un po’ signorino mentre Cosimo è rozzo e primitivo, ma conosce molto bene la terra, in particolare quella a cui lavorano, che una volta, quando lui era bambino, apparteneva al padre fino a che il boss se n’era impossessato. Filippo, ovviamente, si innamorerà della bella Rossana, come
risulta ovvio dalle prime inquadrature del film.
La nostra terra affronta un argomento interessante e lo racconta in maniera lieve cadendo spesso nei luoghi comuni, nel già visto, nel prevedibile. Ci sono qua e là sprazzi divertenti soprattutto per quel buffo gruppo di personaggi molto eterogenei tra loro ma che rischiano di diventare macchiette. Riusciranno i
bravi a sconfiggere i cattivi? Riuscirà la legalità a trionfare su un sistema da sempre colluso e corrotto?