INSIEME PER FORZA: TERZA COMMEDIA NATA DALLA COLLABORAZIONE FRA ADAM SANDLER E DREW BARRYMORE, DOPO IL SUCCESSO CHE LE DUE STAR HANNO OTTENUTO INSIEME IN '50 VOLTE IL PRIMO BACIO' E 'PRIMA O POI ME LA SPOSO'
RECENSIONE ITALIANA IN ANTEPRIMA e PREVIEW in ENGLISH by ANDREW BARKER (www.variety.com) - Dal 2 LUGLIO
(Blended; USA 2014; Commedia; 117'; Produz.: Warner Brothers/Happy Madison Productions/Karz Entertainment; Distribuz.: Warner Bros. Pictures Italia)
Cast: Adam Sandler (Jim Friedman) Drew Barrymore (Lauren Reynolds) Bella Thorne (Hilary Friedman) Kyle Red Silverstein (Tyler) Emma Fuhrmann (Espn) Alyvia Alyn Lind (Lou) Braxton Beckham (Brendan) Zak Henri (Jake) Kevin Nealon (Eddy) Terry Crews (Nickens) Wendi McLendon-Covey (Jen) Jessica Lowe (Ginger) Abdoulaye NGom (Mfana) Joel McHale (Mark) Shaquille O'Neal (Doug) Cast completo
Dan Patrick (Dick) Alexis Arquette (Georgina) Susan Yeagley (Southern Stepmom) Lauren Lapkus (Babysitter) Anna Colwell (Bubbles)
Musica: Rupert Gregson-Williams
Costumi: Christine Wada
Fotografia: Julio Macat
Montaggio: Tom Costain
Scheda film aggiornata al:
24 Luglio 2014
Sinossi:
IN BREVE:
Dopo un pessimo appuntamento al buio, Lauren (Drew Barrymore) e Jim (Adam Sandler), entrambi genitori single, si ripromettono di non incontrarsi mai piÚ. Dopo un po' di tempo però si trovano bloccati insieme per una settimana in un lussuoso resort sudafricano. Durante la vacanza forzata, aumenterà la loro reciproca attrazione e a beneficiare della nascente relazione saranno soprattutto i rispettivi figli.
SHORT SYNOPSIS:
After a bad blind date, a man and woman find themselves stuck together at a resort for families, where their attraction grows as their respective kids benefit from the burgeoning relationship.
Commento critico (a cura di FRANCESCO ADAMI)
Insieme per forza (Blended) è una commedia americana diretta da Frank Coraci e prodotta da Adam Sandler, già alla loro quarta collaborazione nella realizzazione di film che si sviluppano su storie ingenue, comiche e divertenti. Il soggetto del film è molto semplice, dato che vede due genitori single Lauren (Drew Barrymore) e Jim (Adam Sandler), darsi un appuntamento al buio all'interno di un locale: sin da subito i due non legano, ma a seguito di eventi che li portano inevitabilmente ad incontrarsi, pur senza saperlo, organizzano entrambi la stessa vacanza con i propri figli in un safari in Sud Africa ritrovandosi a dover condividere una suite in un lussuoso resort.
CosÏ ha inizio un'avventura densa di situazioni comiche e sentimentali che attorniano la vita dei due protagonisti e dei loro figli: dal punto di vista drammaturgico c'è un'attenzione rivolta verso i personaggi in modo particolare anche sui figli di Jim e
Lauren. Bella Thome nel ruolo di Hilary, la figlia maggiore di Jim e Braxton Berckham nel ruolo di Brendan, il figlio maggiore di Lauren, si impegnano in modo particolare nell'interpretare il loro ruolo nel film, grazie anche alla particolare cura dei loro personaggi nella sceneggiatura. Non solo i personaggi protagonisti sono ben delineati ed interagiscono tra loro al fine di rendere interessante ed accattivante la storia, ma anche i personaggi secondari hanno un ruolo importante nello svolgimento della storia di Lauren e Jim. Ad esempio la figura di Jen (Wendi McLendon-Covey),
migliore amica e collaboratrice lavorativa di Lauren, sarĂ colei che, pur senza volerlo, darĂ la possibilitĂ alla sua amica di approfondire il rapporto con Jim. D'altra parte la coppia di neo sposi, Eddy (Kevin Nealon) e Ginger (Jessica Lowe), presente nel resort in Africa, fa da divertente ed anche assiduo sostegno morale per Lauren e Jim, che
pur ritrovandosi in una
vacanza, sono costretti a vivere situazioni di coppia, pur non essendola affatto.
Nel soggiorno sudafricano di Lauren e Jim, i vari momenti di tensione, e di imbarazzo vissuti, sono raccontati ed esaltati da una sorta di coro greco
itinerante chiamato Thathoo. I Thathoo sono nove cantanti che armonizzano in pieno stile corale sudafricano alcuni momenti particolari del lungometraggio. Questi personaggi sembrano dover procurare risate e momenti divertenti nell'arco dello svolgimento delle azioni del film, ma in veritĂ , anche se simboleggiano la cultura musicale sudafricana, sono poco convincenti e quasi assurdi, andando a sminuire altresĂŹ l'enorme
cultura che c'è in quel determinato gruppo musicale interpretato dai Juniior Manbazo
e Nkosinathi Shabalala.
Un aspetto interessate del film è che presenta numerosi effetti visivi che si integrano alla perfezione con le riprese effettuate in digitale con la
macchina da presa Arri Alexa XT. Vi è una sequenza del film, nel quale Jim condivide un momento speciale con
Tyler (Kyle Red Silverstein), il figlio piĂš piccolo di Lauren, e socializza con quest'ultimo affrontandolo in una gara al trotto su di un paio di struzzi. Gli struzzi, anche se resi in maniera veramente realistica, sono stati aggiunti in
digitale, e i due attori hanno cavalcato su selle speciali collocate sul dorso di uomini vestiti di blu. Il supervisore effetti visivi Peter G. Travers, che ha lavorato con Coraci in tre dei suoi film, ha elaborato digitalmente gli struzzi generati al computer sostituendoli con la tecnologia del performance capture ma nello stesso tempo è riuscito a fare i modo che gli animali elaborati fossero manipolati nei movimenti grazie ad un software specifico. D'altra parte anche Drew Barrymore si è avvalsa di un trucco per interpretare una sequenza nella quale la si vede fare una sorta di parasailing terrestre. Per girare la sequenza lâattrice è salita su un camion e sollevata
da una
fune agganciata a due gru, che ha creato lâimpressione di raggiungere i 30 metri di altezza mentre in realtĂ si trattava di circa 12 metri da terra. In seguito, grazie agli effetti visivi, sono stati aggiunti il paracadute, le riprese aree con una controfigura a 40 metri, i rinoceronti generati al computer ed infine l'atterraggio su una piattaforma sulla quale l'attrice atterra ed inizia a correre è stata eliminata e sostituita dalle immagini riprese da terra. Una commedia che verte sull'interpretazione sinergica di Drew Barrymore ed Adam Sandler, alla loro terza esperienza filmica di
coppia, in un'avventura emozionante e comica in pieno stile dei precedenti film di Sandler.
Secondo commento critico (a cura di ANDREW BARKER, www.variety.com)
THIRD TIME LACKS CHARM FOR ADAM SANDLER-DREW BARRYMORE REUNION, UNDERCUTTING SINCERE MOMENTS WITH NUMBSKULL GAGS.
Thereâs a scene midway through the Adam Sandler-Drew Barrymore vehicle âBlendedâ that sees the two stars, playing single parents thrust together on a South African resort, accidentally meet up for morning coffee. They donât say much, commiserating over their respective kidsâ sleeping habits, but what they do say is believable, radiating an unhurried, unforced chemistry thatâs enough to make one wonder why these two actors have only made three movies together over the past 16 years. Then they gaze out toward the resort grounds, and witness two poorly rendered CGI rhinos copulating with great vigor. Cut to a shot of the barista addressing the camera with a Catskills smirk: âYou donât see that in New Jersey!â This scene serves as a perfect microcosm for the film as a whole, which should see solid if unspectacular
family business over Memorial Day weekend.
Granted, that sequence is the only one in the film that includes a direct rupture of the fourth-wall, or a depiction of wildlife mating, or any mention at all of New Jersey, but it nonetheless epitomizes the picâs perverse instinct to undercut its own charms at every opportunity.
Reuniting Sandler and Barrymore for the first time in a decade, and the pair with director Frank Coraci for the first time since âThe Wedding Singer,â âBlendedâ suffers from a fundamental lack of trust in its audience, following every unexpectedly smart exchange with a numbskull pratfall or one-liner, and every instance of genuine sincerity with an avalanche of schmaltz. Unquestionably an improvement over recent Sandler efforts like âGrown Ups 2,â âJack and Jillâ and âJust Go With Itâ â which, to be fair, were all truly vile, âdeath of cinemaâ sorts of affairs â the film is
all the more disappointing for having actual potential to squander.
Here Sandler plays Jim, a widowed everyman sporting goods seller with three daughters, while Barrymore tackles the role of Lauren, an interior decorator who specializes in closets, and a divorced mother to two boys. The two meet for a disastrous blind date at Hooters in the filmâs opening scene, after which they resolve never to speak to one another again. In no time, they randomly meet again at a drugstore, then meet again thanks to an odd credit card mixup, then meet once more at a fabulous resort in South Africa with each claiming the same assumed identity, forcing the two â and their children â to bunk up in the same suite for a week.
This laborious setup takes at least 45 minutes of screen time to get through, and it may well go down as the most boring extended stretch
in Sandlerâs entire filmography. Screenwriters Ivan Menchell and Clare Sera seem problematically aware of how unlikely this central scenario must seem, and thus spend an exhausting amount of time explaining every little step. This will not be the first time the film screeches to a halt in order to address potential structural problems that arenât particularly important, creating bigger issues in the process.
Once they finally arrive in Africa (and rarely do the characters refer to their current location with any more specificity than that), Jim and Lauren gradually start to catch on that theyâre perfect for one another, while the huge communal brood struggles to make nice while sorting out their own individual issues. Jimâs children include teenage Hillary (Bella Thorne), eternally mistaken for a boy despite her supermodel good looks on account of a slightly masculine haircut; Espn (Emma Fuhrmann), who believes she can still communicate with her dead
mother, a strange quirk that will be ruthlessly exploited to jerk a few tears later on; and youngster Lou (Alyvia Alyn Lind), who suffers from a near toxic excess of cuteness. On Laurenâs end, Jake (Braxton Beckham) is a chronic masturbator (otherwise known as a 13-year-old boy), while Tyler (Kyle Red Silverstein) is having trouble with his baseball skills â if only there were a potential father figure around to teach him.
In general, the film is at its absolute worst when it tries to shoehorn in bits of schtick, which rarely arise organically out of the narrative. A painfully unfunny throwaway gag in which Lauren and her business partner (Wendi McLendon-Cobey) are mistaken for lesbians, for example, requires no fewer that three otherwise inexplicable bits of extended exposition just to set up, and hardly elicits a half-chuckle when the punchline arrives.
The harder the film tries to wring out a
laugh, the more awkwardly it whiffs, which makes it all the more puzzling that Sandler and Barrymoreâs far looser, seemingly unscripted banter isnât afforded more screentime. Though her character here is little more than a standard-issue fretful fussbudget, Barrymore brings the best out of Sandler whenever sheâs granted a little leeway.
One has to give âBlendedâ some credit though. It is, after all, among the rare Sandler pics that feature no farting, pooping or vomiting of any kind. (And its lone urination gag is actually pretty funny!) It also passes the Bechdel test with flying colors, giving female characters decent screentime together. And breaking from the long string of projects in which Sandler exclusively limned successful, super-rich, sexually alluring characters harassed by their socioeconomic inferiors, his character here is thoroughly middle class and believably harried, giving the filmâs inherently conservative, family-focused agenda a welcome grounding in something resembling reality.
Popping up
in smaller roles, Kevin Nealon and Jessica Lowe have some decent lines as randy fellow vacationers, though Terry Crews steals the most scenes as an insinuating South African lounge singer who appears throughout as a sort of sleazy Greek chorus. (Aside from Crews and Abdoulaye NâGomâs hotel activities manager, actual African characters function purely as props here â which is disappointing, though one could argue thatâs how they likely appear to rich Westerners on luxury package tours in real life, too.)
On a technical level, the filmmaking is at times surprisingly sloppy, with a few noticeably mismatched edits, poorly focused shots, and imperfectly synced dialogue. Locations, however, are well-scouted.
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Warner Bros. Pictures Italia e Silvia Saba (SwService)