Come Wikileaks ha cambiato per sempre il mondo del giornalismo: quando gli inganni e la corruzione dei potenti hanno cominciato a diventare di dominio pubblico, scivolando nella piu' insidiosa delle reti, quella informatica! - RECENSIONE ITALIANA IN ANTEPRIMA - Dal 24 OTTOBRE
(The fifth estate; USA/BELGIO 2013; Thriller; 128'; Produz.: DreamWorks SKG/Reliance Entertainment/Participant Media in associazione con Anonymous Content/FBO/Participant Media/Reliance Entertainment; Distribuz.: 01 Distribution)
Soggetto: Dai seguenti libri: Inside WikiLeaks: My Time with Julian Assange at the World's Most Dangerous Website di Daniel Domscheit-Berg, WikiLeaks: Inside Julian Assange's War on Secrecy di David Leigh e WikiLeaks: Inside Julian Assange's War on Secrecy di Luke Harding.
PRELIMINARIA:
Dando il via a un’era fatta di segretezza assoluta, rivelazioni di notizie esplosive e traffico di informazioni riservate, Wikileaks ha cambiato per sempre il mondo del giornalismo. Ora, grazie a un thriller drammatico basato su fatti realmente accaduti, Il quinto potere, rivela come è stato possibile mettere in luce gli inganni e le corruzioni dei potenti, tanto da rendere un sito internet.
Makeup: Ãslaug Dröfn Sigurdardóttir; Annett Schulze (Germania); Alexandra Joyce (quotidiani)
Casting: Lucy Bevan
Scheda film aggiornata al:
04 Agosto 2017
Sinossi:
Uno sguardo al rapporto tra il fondatore di WikiLeaks Julian Assange e il suo sostenitore Daniel Domscheit-Berg, e di come la crescita del sito ha portato a una frattura insanabile tra i due amici.
La storia ha inizio quando il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange (Benedict Cumberbatch) e il suo collega Daniel Domscheit-Berg (Daniel Brühl) uniscono le loro forze per diventare dei cani da guardia, in grado di controllare l’attività dei potenti e dei privilegiati. Grazie a un piccolo budget, i due creano una piattaforma online che consente ai loro informatori di trasmettere in forma anonima delle notizie riservate, puntando così i riflettori sui luoghi oscuri dove si nascondono i segreti governativi e i crimini aziendali. In breve tempo, riescono a svelare più notizie importanti di tutti i leggendari mass media tradizionali messi insieme. Ma quando Assange e Berg mettono le mani sulla maggiore raccolta di informazioni riservate nella storia degli Stati Uniti, si scontrano tra di loro e devono rispondere a una questione fondamentale nella nostra epoca: qual è il costo di mantenere riservati i segreti in una società democratica e quale il prezzo da pagare quando si decide di rivelarli?
SYNOPSIS:
A dramatic thriller based on real events, THE FIFTH ESTATE reveals the quest to expose the deceptions and corruptions of power that turned an Internet upstart into the 21st century's most fiercely debated organization.
The story begins as WikiLeaks founder Julian Assange (Benedict Cumberbatch) and his colleague Daniel Domscheit-Berg (Daniel Brühl) team up to become underground watchdogs of the privileged and powerful. On a shoestring, they create a platform that allows whistle-blowers to anonymously leak covert data, shining a light on the dark recesses of government secrets and corporate crimes. Soon, they are breaking more hard news than the world's most legendary media organizations combined. But when Assange and Berg gain access to the biggest trove of confidential intelligence documents in U.S. history, they battle each other and a defining question of our time: what are the costs of keeping secrets in a free society-and what are the costs of exposing them?
Commento critico (a cura di SARA MESA)
Qual è il quinto potere? Secondo gli autori del film è quello rappresentato dal 'citizen journalism' nell’era di internet, quello che mira a tenere sotto controllo gli altri quattro poteri. Ma fino a dove è disposto a spingersi un giornalista della nuova era? C’è un confine oltre il quale è troppo rischioso andare o la trasparenza assoluta è un valore di cui la nostra democrazia non può fare più a meno, costi quel che costi?
Questi sono gli interrogativi che ci pone davanti il film e a questi lo spettatore è chiamato a dare una risposta. Assange con il suo nuovo sistema di diffusione dell’informazione ci ha fornito una serie di possibilità finora inesplorate e totalmente libere da ogni vincolo, così ora siamo noi i nuovi protagonisti di questo flusso di notizie e siamo noi a dover stabilire se e come regolarlo.
L’opera di Condon non pretende di avere la parola definitiva
sull’argomento, ma solo di iniziare a discuterne e per farlo affianca al resoconto di un episodio di cronaca che ha coinvolto tutti, il dramma umano ed emotivo dei suoi protagonisti. I punti di vista attraverso i quali è affrontata la vicenda sono davvero molteplici, anche se alla base della narrazione vi è il libro Inside Wikileaks scritto da Daniel Berg, il collaboratore di Assange e coprotagonista del film, il regista non si schiera mai apertamente con lui, privilegia il suo coinvolgimento emotivo, ma non le sue idee. Ogni punto di vista è tutelato e ben rappresentato: quello di Assange che vede la sua creazione come lo strumento di una nuova giustizia sociale; quello di Daniel che scopre che per cambiare il mondo è necessario correre dei rischi, ma che non è disposto a farli correre a troppe persone inconsapevoli; quello dei responsabili della sicurezza statunitense che oltre a dover coprire
una serie di segreti che li riguardano, proteggono le vite di coloro che gli permettono di svolgere un lavoro di aiuto e tutela nei confronti di popolazioni oppresse dai regimi.
Il film si configura all’interno del filone dei thriller giornalistici e come tale non rinuncia ad immergere il fruitore in una lunga serie di immagini di repertorio che scandiscono il tempo del racconto. Tutti gli eventi più importanti della storia mondiale (dalla nascita della stampa in poi) si alternano a quelli della storia attuale fino ad arrivare al momento in cui questa si fonde interamente con la vicenda narrata.
Il ritmo è incalzante, il continuo passaggio da una città all'altra e da un personaggio all’altro, è segnato dalla comparsa di didascalie computerizzate che segnano luogo e data dello svolgimento dell’azione. E’ evidente lo sforzo di creare una forma visiva che renda comprensibile e tangibile l’idea di una piattaforma informatica che consente a
chiunque di inviare informazioni in modo irrintracciabile. Si parte dall’immagine di qualcuno che scrive su un monitor, poi vediamo che le lettere si trasformano in un codice criptato che si redistribuisce in una serie infinita di computer collocati su una spiaggia, a cielo aperto. Lì lavorano Daniel e i fantomatici volontari di Wikileaks e da lì ognuno di noi può attingere.
Il montaggio frenetico e le riprese effettuate con diversi tipi di camera a mano aiutano lo spettatore ad immergersi in una realtà a tratti fantastica, a tratti fin troppo familiare e il dramma shakespeariano incentrato sull’amicizia contrastata dei due protagonisti che fa da corollario completa l’opera.
La performance degli attori è ottima, così come l’accompagnamento sonoro. La musica techno è dominante e nelle scene in cui è protagonista Daniel da extra diegetica passa spesso a diegetica. Anche la scenografia è parte integrante della forma narrativa, gli ambienti ricchi ed eleganti
tipici dei potenti si contrappongono a quelli pieni di graffiti e colori forti degli idealisti.
Il tocco finale è dato dal riportare i commenti del vero Julian Assange sul film, un ulteriore modo per delegittimare qualunque chiave d’interpretazione sulla vicenda che non sia quella personale.