RECENSIONE - Corruzione e affari sporchi, tradimenti e inganni dipingono il ritratto di una cupa New York, protagonista del torbido thriller di Allen Hughes, la' dove si muovono un ex poliziotto (Mark Wahlberg), un importante politico (Russel Crowe) e la sua bellissima moglie (Catherine Zeta-Jones) - Dal 7 FEBBRAIO
"C’è molta azione, con tante sorprese, oltre a una narrazione dinamica, ma la cosa più importante sono i personaggi. Billy Taggart emerge come un personaggio complesso e impegnati... Sostanzialmente, 'BROKEN CITY' è una storia di redenzione. Billy non si fermerà di fronte a nulla pur di fare giustizia su qualcosa che lo ossessiona da tempo".
Il regista Allen Hughes
Justin Chambers (Ryan) Ambyr Childers (Mary) Alex Kruz (Reporter)
Musica: Atticus Ross, Leopold Ross e Claudia Sarne
Costumi: Betsy Heimann
Scenografia: Tom Duffield
Fotografia: Ben Seresin
Montaggio: Cindy Mollo
Makeup: John Caglione Jr. (per Russell Crowe)
Casting: Sheila Jaffe
Scheda film aggiornata al:
07 Giugno 2024
Sinossi:
IN BREVE:
L'ex-poliziotto Billy Taggart, ora divenuto detective privato, viene ingaggiato dal sindaco per scoprire se sua moglie lo tradisce. Le indagini confermeranno una relazione extraconiugale della donna. Successivamente però l'amante viene ritrovato morto e l'investigatore Taggart si troverà invischiato in una sporca vicenda riguardante gli affari privati del sindaco e della politica del paese.
SHORT SYNOPSIS:
An ex-cop trailing the wife of New York City's mayor finds himself immersed in a larger scandal.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
I SOLITI 'AFFARI SPORCHI' NELLE RETROVIE DELLA POLITICA NELLA GRANDE MELA RISUONANO DI GRANDE ATTUALITA' ANCHE BEN AL DI FUORI DELL'OMBRA DI BANDIERA A STELLE E STRISCE. DAL PULPITO DI UNA INTERESSANTE RIVISITAZIONE CONTEMPORANEA DEL NOIR CLASSICO, SCINTILLA L'IMPONENTE TRITTICO CROWE-WAHLBERG-ZETA-JONES
sporche manipolazioni di appalti pubblici, a tutto detrimento degli interessi del cittadino medio, di contro all'illecito vantaggio certo di chi non si fa scrupolo di sporcarsi la coscienza lasciando immacolate le mani grazie al lavoro 'sporco' ceduto ad altri, ovviamente senza andare troppo per il sottile.
Come già ne Le idi di Marzo con il Governatore Mike Morris (Clooney) e il giovane idealista addetto stampa Stephen Meyers (Ryan Gosling), anche in Broken City va in onda il balletto tra due forze che si contrappongono, qui ora rappresentate dall'affabile, ma di fatto pericoloso, patriarca di Manhattan - il sindaco Hostetler che Russell Crowe ha finemente cesellato sul respiro di un cotè tronfio della sua autoreferenziale sicurezza, dalle maniere spicce e non propriamente raffinate, ma sempre col sorriso sulle labbra a sfoggio di una gentilezza vagamente melliflua - e l’uomo ai margini, ex poliziotto tradotto in investigatore privato alquanto determinato - il
Billy Taggart cui dà volto e anima Mark Wahlberg - con un passato 'oscuro' che lo ha spinto verso un percorso di redenzione che scoprirà lastricato di amare sorprese. Sulla tela tessuta con il filo della corruzione e del malaffare nelle retrovie della politica il regista Allen Hughes (La vera storia di Jack lo squartatore, Codice: Genesi) apre difatti un occhiello cui si adatta il bottone dei 'giri' tutt'altro che immacolati che alimentano rampanti carriere di giovani aspiranti attrici (vedi la sequenza, all'insegna del 'cinema nel cinema', della prima del film che vede protagonista esordiente la ragazza di Billy/Wahlberg). Piccoli e grandi shock cui il nostro confuso e a tratti spaesato uomo di lì a poco si trova giocoforza a tenere testa fino ad una 'resa dei conti' che lo pone di fronte ad un bivio cruciale, proprio quello che diventa una sorta di lezione-monito fuori dalla celluloide per la
nostra attualità . L'unico fine corsa legittimo in un percorso di redenzione tipo come quello del personaggio di Billy Taggart, egregiamente bilanciato da Wahlberg tra azione e stratificazione introspettiva. In mezzo a questo contrapposto bipolarismo (Hostetler/Crowe-Taggart/Wahlberg) poteva mancare l'elemento chiave che fa la differenza, incarnato da un conturbante personaggio femminile? Catherine Zeta-Jones non poteva essere più calzante nell'ambiguo e glaciale ruolo della moglie del sindaco, Cathleen Hostetler. Del resto di ambiguità e giochetti sporchi, sul filo della commedia però, la Zeta-Jones aveva acquisito una certa familiarità con Prima ti sposo poi ti rovino dei fratelli Cohen. Così, lasciati i ranghi della 'sophisticated comedy', in Broken City la Zeta-Jones sembra trovarsi perfettamente a suo agio con l'algido glamour porcellanato, che il tempo sembra peraltro non aver affatto scalfito, questa volta per tenere fermo il punto cardine della storia, per il quale 'quel che sembra non è mai la verità '.
La carica di sindaco,
si sa, implica la tutela di una città , così, mentre ad esempio nel Collateral di Michael Mann testimone oculare del crimine a grappolo era Los Angeles, che allora abbiamo vista con un volto suo proprio, inedito, qui Allen Hughes per Broken City sceglie la Grande Mela, consapevole del fatto che "Ci sono molti modi diversi di mostrare New York, sporca come ne 'Il braccio violento della legge' o splendida come in 'Manhattan'". L'opzione vincente si è poi di fatto rivelata Manhattan, e lo scenografo Tom Duffield (che vede i suoi inizi di carriera nei reparti artistici di classici come Blade Runner di Ridley Scott), in tandem con il direttore della fotografia Ben Seresin (Unstoppable-Fuori controllo di Tony Scott), ha fatto un gran bel lavoro nel mostrare il volto più 'pittoresco' della città , dal fiume ai Giardini botanici del Bronx, dalle sontuose terrazze con un occhio privilegiato sullo splendido panorama urbano,
alle nebulose soggettive negli anfratti più bui e decadenti di strade a rischio da cui prende avvio questa losca storia fatta di inganni ed intrighi, in cui tutti hanno delle ambizioni personali per ragioni diverse. Ed è proprio là che si aggira l'obiettivo di Allen Hughes, non sempre perfettamente a fuoco, soprattutto nella prima parte del film, qui al suo debutto in regia indipendente dal fratello gemello Albert con cui ha fatto coppia fissa fino ad oggi (Hughes Brothers). Ma a farsi largo tra la nebulosità degli inizi gli dà man forte la crescita esponenziale di un trittico di personaggi che sa farsi imponente e intrigante sull'onda di eventi che mentre precipitano, pretendono a gran voce la caduta della testa di qualcuno, prevedibile quanto si vuole, ma non priva del suo glamour e della sua verità .
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Twenty Century Fox e Orazio Bernardi (QuattroZeroQuattro)