STAR WARS: EPISODIO III - LA VENDETTA DEI SITH: DOPO IL FESTIVAL DI CANNES ARRIVA ANCHE IN ITALIA L’ULTIMO ATTO STELLARE DI GEORGE LUCAS
Dal 20 MAGGIO
“Sostanzalmente, avevo buttato giù tutti gli eventi che avevano portato i miei personaggi ad essere quello che sono in ‘Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza’. Anche se ho iniziato a scrivere i tre ‘prequels’ solo vent’anni più tardi, la struttura della storia è rimasta sostanzialmente identica: è sempre stata l’epopea di un padre che viene redento dai suoi figli”.
Il regista George Lucas
(Star Wars: Episode III – Revenge of the Sith, USA 2005; Fantascienza; 141’; Produz.: Rick McCallum per Lucas Film Ltd Production; Distribuz.: Twentieth Century Fox Film Corporation)
Cast: Ewan McGregor (Obi-Wan Kenobi) Natalie Portman (Regina Amidala/Padmé) Hayden Christensen (Anakin Skywalker/Darth Vader) Ian McDiarmid (Cancelliere Supremo Palpatine/Darth Sidious) Samuel L. Jackson (Mace Windu) Jimmy Smits (Senatore Bail Organa) Frank Oz (Yoda) (voce) Anthony Daniels (C-3PO/D-3BO) Christopher Lee (Conte Dooku/Darth Tyranus) Keisha Castle-Hughes (Regina di Naboo) Silas Carson (Ki-Adi-Mundi/Nute Gunray) Jay Laga’aia (Capitano Typho) Bruce Spence (Tion Medon) Wayne Pygram (Governatore Tarkin) Temuera Morrison (Comandante Cody) Cast completo
David Bowers (Mas Amedda) Oliver Ford Davies (Sio Bibble) Ahmed Best (Jar Jar Binks) Rohan Nichol (Capitano Antilles) Jeremy Bulloch (Capitano Colton) Amanda Lucas (Terr Taneel) Kenny Baker (R2-D2/C1-P8) Matt Sloan (Plo Koon) Peter Mayhew (Chewbacca) Rebecca Jackson Mendoza (Regina di Alderaan) Joel Edgerton (Owen Lars) Bonnie Maree Piesse (Beru) Jett Lucas (Zett Jukassa) Tux Akindoyeni (Agen Kolar) Matt Rowan (Senatore Orn Free Taa) Kenji Oates (Saesee Tiin) Amy Allen (Aayala Secura) Bodie “Tihoi” Taylor (Clone) Graeme Blundell (Ruwee Naberrie) Trisha Noble (Jobal Naberrie) Claudia Karvan (Sola Naberrie) Keira Wingate (Ryoo Naberrie) Hayley Mooy (Pooja Naberrie) Sandy Finlay (Sly Moore) Katie Lucas (Chi Eekway) Genevieve O’Reilly (Mori Mothma) Warren Owens (Fang Zar) Kee Chan (Malé-Dee) RenanOwen (Nee Alavar) Christopher Kirby (Giddean Danu) Matthew Wood (Generale Grievous) (voce) Kristy Wright (Moteé) Coinneach Alexander (Whie) Mousy McCallum (Bene) Michael Kingma (Wookiee) Axel Dench (Wookiee) Steven Foy (Wookiee) Julian Khazzouh (Wookiee) James Rowland (Wookiee) David Stiff (Wookiee) Robert Cope (Wookiee) Nick Gillard (Coordinatore scene d’azione/Insegnante scherma (non accreditato))
Musica: John Williams (ideazione suono: Ben Burtt)
Costumi: Trisha Biggar
Scenografia: Gavin Bocquet
Fotografia: David Tattersall
Montaggio: Roger Barton e Ben Burtt
Makeup: Nikki Gooley (supervisore)
Casting: Christine King
Scheda film aggiornata al:
19 Dicembre 2015
Sinossi:
Tanto tempo fa, in una galassia molto lontana…
“In Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith, il cavaliere Jedi Anakin Skywalker deve fare la scelta definitiva. Costretto a scegliere tra perdere la donna che ama oppure perdere la propria anima per acquisire il potere per salvarla, Anakin si lascerà tentare dalla seduzione del lato oscuro della Forza.
Quale sia la decisione di Anakin, perché egli l’abbia fatta e in che modo tale scelta lo porti ad indossare quella inquietante armatura nera – tutto questo fa parte della leggenda di “Star Wars”. Dopo quasi tre decenni di attese e interrogativi… (scopriremo) esattamente come e perché l’eroico Anakin Skywalker – colui che doveva essere l’Eletto, in grado di assicurare equilibrio alla Forza e pace in tutta la galassia - diventa il temuto Darth Vader, il braccio destro dell’Imperatore… come hanno fatto i mentori di Anakin – l’intraprendente Obi-Wan Kenobi e il piccolo maestro Jedi Yoda - a sopravvivere alla distruzione dell’ordine dei Jedi e a trovarsi costretti a nascondersi per il resto dei loro giorni su pianeti lontani e ostili… che cosa ha trasformato l’apparente benevolo e riflessivo Cancelliere Palpatine nel dittatore del temuto Impero Galattico… come sono nati i figli di Anakin, Luke Skywalker e Leia Organa, e poi perché sono stati divisi… sebbene nel loro destino ci fosse il compito di guidare la leggendaria rivolta contro l’Impero…
All’inizio di Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith, la catastrofica battaglia finale dei Cloni divampa ormai in tuta la Galassia – e anche nei cieli sopra la città pianeta di Coruscant, dove ha sede la traballante Repubblica e dove hanno la loro sede anche i cavalieri Jedi. Il Cancelliere Palpatine è stato preso ostaggio dal perfido Generale Grievous, capo dell’esercito dei droidi, le truppe meccanizzate dell’Alleanza Separatista.
Obi-Wan Kenobi (Ewan Mc Gregor) e Anakin Skywalker (Hayden Christensen) s’imbarcano in una disperata missione di salvataggio, sebbene le loro possibilità di liberare Palpatine e distruggere Grievous siano minime. Ma questa missione, benchè appunto disperata, è solo l’inizio delle feroci battaglie e delle azioni Jedi che costellano Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith… La battaglia iniziale innesca una serie di eventi che portano Anakin – il cui segreto è anche la sua debolezza – di fronte al momento della verità : egli conduce difatti una doppia vita. Da un lato è un cavaliere Jedi, dall’altro è segretamente sposato alla bellissima Padmé amidala (Natalie Portman). Proprio facendo leva sulla paura di Anakin di perdere Padmé, Palpatine rivela da Anakin un altro lato della Forza, uno che gli è proibito, ma che promette di insegnargli dei poteri che mai avrebbe ritenuto possibili.
Obi-Wan si rende conto del conflitto interiore di Anakin, e alla fine si troverà costretto ad affrontarlo in una battaglia a colpi di Spada di Luce sul pianeta vulcanico di Mustafar…”.
Dal >Press-Book< di Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith
Commento critico (a cura di Patrizia Ferretti)
L’ANELLO MANCANTE SI RICONGIUNGE ALLA SAGA STELLARE COMPLETANDONE IL PROFILO IN TUTTE LE SUE TESSERE, MA QUEST’ULTIMO FRAMMENTO DI MOSAICO SI RIVELA SENZA TROPPO NERVO, SIA PURE CON UNA BELLA RIPRESA NELLA SECONDA PARTE. UNICA STELLA A BRILLARE DI LUCE PROPRIA NEL FIRMAMENTO DEI PROTAGONISTI, LA RECITAZIONE MAGISTRALMENTE SFUMATA DI IAN McDIARMID, SUPERBO INTERPRETE DEL PERFIDO CANCELLIERE PALPATINE.
Sembra un film dalla doppia anima, questo III episodio: La vendetta dei Sith, con una partenza in sottotono e un procedere lento e prevedibile, meccanico e cerebrale dal punto di vista visivo e scarno per i rari contenuti espressi qua e là da una sceneggiatura elementare e fondamentalmente povera. Quasi un resumè introduttivo, omaggio ai nostalgici dei precedenti episodi - analoghe perfino le battute: “Bel colpo! Bravo R-2”. E se, come sembra, è stata una scelta voluta, con specifico collegamento al primo Star Wars del 1977, per l’appunto episodio IV: una nuova speranza,
questo III, La vendetta dei Sith, sembra d’altra parte privo della stessa anima, forse con buona responsabilità di pecche nel montaggio e dunque nella taratura dei tempi cinematografici, nonché di gran parte degli interpreti protagonisti. Questa è almeno l’impronta dominante nella prima parte del film che a metà, inizia però a virare, azzardando le prime tiepide accellerate sia sul piano della visione che su quello introspettivo dei personaggi. Perfino l’inizio della crisi conflittuale interiore di Anakin Skywalker (Hayden Christensen) pecca di tocco didascalico: “Non è da Jedi abbandonarsi all’odio e alla vendetta” – commenta dopo essersi lasciato convincere dal Cancelliere Supremo Palpatine (Ian McDiarmid) a decapitare il Conte Dooku (Christopher Lee) con un colpo incrociato di Spade di Luce. Tutto molto evocativo più che sentito emotivamente in termini di mordente e anima pulsante. Fin qui lo stile Lucas colpisce ancora, ma senza fuochi artificiali o tocchi di raffinata eleganza estetica
del tipo Star Wars: episodio II - L’attacco dei cloni, dove invece era riuscito alla grande. E questo volendo lasciar da parte nel confronto la prima trilogia (1977, 1980, 1983) che ha un’impronta tutta sua, meno sofisticata ma più schiettamente genuina e sentita. Tra le nostalgiche riprese del 1° Star Wars perfino l’acconciatura iniziale di Padmé Amidala (ancora una splendida e brava Natalie Portman), che imita quella di Carrie Fisher (Leia) e tornano poi reiterati i soliti ologrammi. D’altra parte Lucas inoltra ulteriori, sofisticati effetti che dall’iniziale profondità tridimensionale con vista di ‘urbanizzazione celeste illuminata’ vanno alle splendide ‘sbavature’ visive ideate per illustrare i brutti sogni premonitori di Anakin circa le sorti future della moglie Padmé: sposata in segreto gli ha rivelato che è incinta e nel suo sogno muore poco dopo il parto (con il quale darà alla luce i due gemelli Luke e Leia). Fin dal primo colloquio
tra Anakin e Yoda si intravede un addensamento dei contenuti sul filo della paura che conduce al lato oscuro della Forza, ma Hayden Christensen (Anakin) non compensa per intensità di recitazione il coprotagonista Ian McDiarmid (Palpatine) durante tutta la fase di manipolazione psicologica che trascinerà Anakin nella trappola abilmente tesagli per sottrarlo al fronte Jedi e farlo passare, appunto, al lato oscuro della Forza: a cominciare dalla prima scintilla che fa scoccare il contrasto interiore, riguardo al suo inserimento nel Consiglio Jedi, ma non come di solito avviene, nelle vesti di Maestro, pillola amara difficile da mandar giù per Anakin e in grado di renderlo vulnerabile fino ad incrinare il rapporto di fiducia con i Jedi e con lo stesso Maestro Obi Wan-Kenobi (Ewan McGregor). E’ palese anche agli occhi dei membri del Consiglio Jedi la confusione interiore di Anakin, cui contribuiscono le lezioni impartitegli di nascosto da Palpatine,
filosofeggiando sull’entità del Bene e sui confini, non più così demarcati, che lo distanziano dal Male: “Il concetto del Bene è un punto di vista. I Sith e i Jedi sono simili… (sul filo del) potere”. Ed è nel solco di una leggenda Sith in cui il protagonista salva gli altri dalla morte ma non se stesso che inizia a muoversi qualcosa in Anakin, il quale già si chiede come è possibile acquisire il potere sulla morte. Non vuole perdere la giovane moglie Padmé così come ha perso sua madre, ma sente con apprensione che sta mutando interiormente ed è turbato: “Voglio di più di quello che può essermi concesso e questo non è da un Jedi. Obi-Wan e il consiglio non si fidano di me”. Ma, come subdolamente consigliato da Palpatine, Anakin deve conoscere il lato oscuro della Forza per acquisire il Potere Supremo e poter salvare la moglie
da morte certa. In questo tormento inizialmente ricusato con la denuncia di Palpatine quale signore dei Sith al Consiglio Jedi, Anakin finisce per soccombere alla tentazione della ‘Forza Oscura’, quando si vede rifiutare per l’ennesima volta dai Jedi l’ingresso nelle missioni di grande rilievo come ad esempio l’arresto dello stesso Palpatine. Per quanto con un’incongruenza davvero poco realistica, che vede infrangere il cristallo di un’enorme finestra affacciata sulla città, malgrado l’epoca avveniristica in cui l’infrangibile poteva essere ampiamente realizzato, qui si registra la prima sequenza di rilievo in cui effetti scenici e recitazione vanno di pari passo nel segno del coinvolgimento, con la trasformazione anche fisica di Palpatine. Ed è la prima vittoria del Male grazie all’intervento di Anakin che, tormentato e mortificato fino al pianto, ha deciso di disubbidire all’ordine di restare fuori dalla faccenda. Malgrado il proprio pentimento Anakin “ha compiuto il proprio destino”, affida se stesso
agli insegnamenti di Palpatine sul lato oscuro della Forza con l’idea di essere aiutato a salvare Padmé dalla morte e in questo modo diventa signore dei Sith, Darth Vader/Fener.
Su altri spaccati di stanchi dialoghi e battaglie galattiche troneggiano i due conflitti climax dell’episodio, che Lucas intreccia efficacemente tra loro, alternandone le sequenze, quello tra Yoda e Palpatine, e quello tra Anakin e Obi-Wan Kenobi. Fa da sfondo lo spettacolare pianeta vulcanico di Mustafar, con fiumi di lava incandescente che tornano più volte sotto diversi tocchi estetici di ripresa, con evidente e spiccato simbolismo, metafora del fuoco dell’inferno e dunque proiezione visiva del Male in senso lato. Quanto alla pretesa di climax di violenza in questo episodio rispetto a tutti gli altri, ci pare aspetto relativo, perché non ci si sofferma su di essa con primi piani rilevanti. Ad esempio non si vede, grazie a Dio, l’uccisione dei bambini per
mano di Anakin, e pur non vedendo niente, il fatto genera grande tristezza, così come l’incastonatura della maschera nera di Darth Fener con ripresa dall’interno e il funerale di Padmé. Con gli ultimi fotogrammi che motivano la separazione dei due gemelli Luke e Leia e il loro rispettivo affidamento a famiglie diverse si chiude il III episodio che, si assicura, sarà l’ultimo della saga. Sarà! Ma per quanto sia lo stesso Lucas a negare un eventuale proseguo, intanto si vocifera che egli abbia comunque già in mente il VII, l’VIII e il IX episodio e che la Twentieth Century Fox non veda di buon occhio la fine di un business di portata stellare come la saga Star Wars. Che dire! Che la Forza sia con George Lucas e lo porti a saggia decisione sul da farsi!
Bibliografia:
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