STAR WARS: EPISODIO III - LA VENDETTA DEI SITH: DOPO IL FESTIVAL DI CANNES ARRIVA ANCHE IN ITALIA L’ULTIMO ATTO STELLARE DI GEORGE LUCAS
Dal 20 MAGGIO
“Sostanzalmente, avevo buttato giù tutti gli eventi che avevano portato i miei personaggi ad essere quello che sono in ‘Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza’. Anche se ho iniziato a scrivere i tre ‘prequels’ solo vent’anni più tardi, la struttura della storia è rimasta sostanzialmente identica: è sempre stata l’epopea di un padre che viene redento dai suoi figliâ€.
Il regista George Lucas
(Star Wars: Episode III – Revenge of the Sith, USA 2005; Fantascienza; 141’; Produz.: Rick McCallum per Lucas Film Ltd Production; Distribuz.: Twentieth Century Fox Film Corporation)
Dal >Press-Book< di Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith
Commento critico (a cura di Patrizia Ferretti)
L’ANELLO MANCANTE SI RICONGIUNGE ALLA SAGA STELLARE COMPLETANDONE IL PROFILO IN TUTTE LE SUE TESSERE, MA QUEST’ULTIMO FRAMMENTO DI MOSAICO SI RIVELA SENZA TROPPO NERVO, SIA PURE CON UNA BELLA RIPRESA NELLA SECONDA PARTE. UNICA STELLA A BRILLARE DI LUCE PROPRIA NEL FIRMAMENTO DEI PROTAGONISTI, LA RECITAZIONE MAGISTRALMENTE SFUMATA DI IAN McDIARMID, SUPERBO INTERPRETE DEL PERFIDO CANCELLIERE PALPATINE.
Sembra un film dalla doppia anima, questo III episodio: La vendetta dei Sith, con una partenza in sottotono e un procedere lento e prevedibile, meccanico e cerebrale dal punto di vista visivo e scarno per i rari contenuti espressi qua e là da una sceneggiatura elementare e fondamentalmente povera. Quasi un resumè introduttivo, omaggio ai nostalgici dei precedenti episodi - analoghe perfino le battute: “Bel colpo! Bravo R-2â€. E se, come sembra, è stata una scelta voluta, con specifico collegamento al primo Star Wars del 1977, per l’appunto episodio IV: una nuova speranza,
tra Anakin e Yoda si intravede un addensamento dei contenuti sul filo della paura che conduce al lato oscuro della Forza, ma Hayden Christensen (Anakin) non compensa per intensità di recitazione il coprotagonista Ian McDiarmid (Palpatine) durante tutta la fase di manipolazione psicologica che trascinerà Anakin nella trappola abilmente tesagli per sottrarlo al fronte Jedi e farlo passare, appunto, al lato oscuro della Forza: a cominciare dalla prima scintilla che fa scoccare il contrasto interiore, riguardo al suo inserimento nel Consiglio Jedi, ma non come di solito avviene, nelle vesti di Maestro, pillola amara difficile da mandar giù per Anakin e in grado di renderlo vulnerabile fino ad incrinare il rapporto di fiducia con i Jedi e con lo stesso Maestro Obi Wan-Kenobi (Ewan McGregor). E’ palese anche agli occhi dei membri del Consiglio Jedi la confusione interiore di Anakin, cui contribuiscono le lezioni impartitegli di nascosto da Palpatine,
da morte certa. In questo tormento inizialmente ricusato con la denuncia di Palpatine quale signore dei Sith al Consiglio Jedi, Anakin finisce per soccombere alla tentazione della ‘Forza Oscura’, quando si vede rifiutare per l’ennesima volta dai Jedi l’ingresso nelle missioni di grande rilievo come ad esempio l’arresto dello stesso Palpatine. Per quanto con un’incongruenza davvero poco realistica, che vede infrangere il cristallo di un’enorme finestra affacciata sulla città , malgrado l’epoca avveniristica in cui l’infrangibile poteva essere ampiamente realizzato, qui si registra la prima sequenza di rilievo in cui effetti scenici e recitazione vanno di pari passo nel segno del coinvolgimento, con la trasformazione anche fisica di Palpatine. Ed è la prima vittoria del Male grazie all’intervento di Anakin che, tormentato e mortificato fino al pianto, ha deciso di disubbidire all’ordine di restare fuori dalla faccenda. Malgrado il proprio pentimento Anakin “ha compiuto il proprio destinoâ€, affida se stesso