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    Home Page > Movies & DVD > Il fondamentalista riluttante

    IL FONDAMENTALISTA RILUTTANTE: MIRA NAIR (LEONE D'ORO PER 'MONSOON WEDDING', 2001) INTRECCIA ORA UN THRILLER POLITICO DA CUI RIAFFIORA L'OMBRA LUNGA DELL'APOCALITTICO 11 SETTEMBRE

    RECENSIONE IN ANTEPRIMA - Già FILM DI APERTURA alla 69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia - Dal 13 GIUGNO

    "Da bambina, nell'India moderna, c'era un muro tra questi due paesi, che non poteva essere mai scavalcato. E' stato 7 anni fa, quando fui invitata a presentare i miei film in Pakistan, che ebbi la possibilità di andare nella terra in cui mio padre aveva passato la giovinezza, prima della divisione tra India e Pakistan. Scoprire il paese, la cultura, la gente - sembrava tutto terribilmente familiare. Sono stata immediatamente ispirata a fare un film contemporaneo sul Pakistan, specialmente in quest'epoca in cui lo scisma che si percepisce tra gli islamici e il mondo occidentale diventa ogni giorno più pronunciato. La gioia di questo film è che ci rivela il Pakistan in una maniera che non vediamo mai sui giornali; con la sua raffinatezza straordinaria, la lancinante poesia di Faiz Ahmed Faiz, la sua sconvolgente musica sufi e l'antica cultura che sa muoversi con sicurezza nel mondo della moda, della pittura e dello spettacolo. Questo mondo è posto in parallelo, con una certa fluidità, con l'energia di New York, con la spietatezza dell'America delle multinazionali e, attraverso l'amore del nostro eroe Changez per l'elegante, artistica Erica, si offre un ritratto della società di Manhattan allo stesso altissimo livello un tempo occupato dalla famiglia di Changez a Lahore... Negli ultimi anni abbiamo visto molti film sulle guerre in iraq e in Afghanistan, ma sempre raccontate dal punto di vista americano. Nella nostra storia, l'incontro tra i personaggi di Changez e di Bobby rispecchia il reciproco sospetto con cui si guardano l'America e il Pakistan (o il mondo musulmano). Apprendiamo che a causa della guerra americana al terrore, Changez fa esperienza di un mutamento sismico nell'atteggiamento, scoprendo rapporti di lealtà più fondamentali del denaro, del potere e perfino dell'amore. Nel frattempo vengono rivelate altre forme di fondamentalismo, comprese quelle del tipo praticato dalla società che un tempo dava il lavoro a Changez, la Underwood Samson. Il modello di espansione globale di quest'ultima è: 'concentrarsi sui fondamenti'. Dato il titolo del film, e data l'atmosfera sempre più tesa tra Changez e il suo interlocutore americano, ci aspettiamo la rivelazione che Changez sia andato, per quanto con 'riluttanza', fino in fondo nel lato oscuro dell'estremismo. Ma è proprio così? L'aspetto notevole di 'The Reluctant Fundamentalist' è che si tratta di un dialogo vero tra identità e percezione, e su questioni relative all'Io diviso nell'era della globalizzazione... Il libro è un elegante gioco mentale. Parla di come ci vediamo, Oriente e Occidente. Sentivo di conoscere intimamente i mondi descritti dal libro, sia dall'interno che dall'esterno... Due uomini si incontrano, hanno una conversazione. Il ticchettio di un orologio. La vita di un uomo appesa a un filo. Non sappiamo cosa succederà - chi vivrà e chi morirà. Il ritmo del film è pieno di suspense, ma io sono una persona piena di appetito per la vita, la bellezza, la famiglia e la moda. I miei film vi portano anche in questo viaggio... 'The Reluctant Fundamentalist' è un esercizio di guarigione e riconnessione personale. Io e alcuni membri della mia famiglia abbiamo sentito l'impatto degli eventi negli ultimi dieci anni. Il film è un tentativo, tra le altre cose, di rimettere insieme i pezzi. Non negando le tensioni che sono emerse, ma indicando i modi in cui possiamo attraversarle e rimanere umani nonostante esse esistano".
    La regista Mira Nair

    (The Reluctant Fundamentalist; USA/REGNO UNITO/QATAR 2012; Thriller drammatico; 128'; Produz.: The Doha Film Institute/Mirabai Films/Cine Mosaic/Corniche Pictures; Distribuz.: Eagle Pictures)

    Locandina italiana Il fondamentalista riluttante

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    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Il fondamentalista riluttante

    Titolo in lingua originale: The Reluctant Fundamentalist

    Anno di produzione: 2012

    Anno di uscita: 2013

    Regia: Mira Nair

    Sceneggiatura: William Wheeler, Mohsin Hamid e Ami Boghani

    Soggetto: Tratto dal romanzo omonimo di Mohsin Hamid, bestseller internazionale tradotto in 25 lingue

    Cast: Riz Ahmed (Changez)
    Kate Hudson (Erica)
    Kiefer Sutherland (Jim)
    Liev Schreiber (Bobby)
    Martin Donovan (Ludlow Cooper)
    Om Puri (Abu)
    Shabana Azmi (Ammi)
    Haluk Bilginer (Nazmi Kemal)
    Meesha Shafi (Bina)
    Nelsan Ellis (Wainwright)
    Christopher Nicholas Smith (Mike Rizzo)

    Musica: Michael Andrews

    Costumi: Arjun Bhasin

    Scenografia: Michael Carlin

    Fotografia: Declan Quinn

    Montaggio: Shimit Amin

    Effetti Speciali: Robert Vazquez (supervisore effetti speciali)

    Casting: Cindy Tolan

    Scheda film aggiornata al: 25 Giugno 2013

    Sinossi:

    Mentre infuriano le proteste studentesche a Lahore, il giovane professore pakistano Changez Khan (Riz Ahmed) e il giornalista Bobby Lincoln (Liev Schreiber) dialogano di fronte a una tazza di tè. Changez, laureato a Princeton, racconta a Lincoln del suo passato come brillante analista finanziario a Wall Street. Gli parla dello sfavillante futuro che vedeva davanti a sé e della meravigliosa e sofisticata Erica (Kate Hudson), con cui stava per condividere la vita. Ma poi l’11 settembre cambia tutto. Le condizioni si trasformano drammaticamente, e il suo stesso nome e il suo viso lo rendono un potenziale sospetto. Tornato al suo paese, dalla sua famiglia a cui è molto legato, accetta l’incarico come docente a contratto presso l’università locale, focolaio del fondamentalismo e del nuovo ambiente universitario militante. Il pretesto dell’incontro di questa improbabile coppia - Changez e Lincoln - in una giornata estiva nella sala da tè di Lahore, lascia lentamente emergere le sue vere ragioni. Un altro docente universitario è stato rapito dagli estremisti e il ticchettio dell’orologio scandisce l’avvicinarsi della sua esecuzione. La famiglia di Changez è stata aggredita e si trova in pericolo. Bobby è lì per ascoltare, con un proprio secondo fine. Quando si scopre che Lincoln ha insospettati legami con la CIA, capiamo che anche lui ha degli interessi personali in ballo. Guidandoci attraverso gli ambienti culturalmente vivaci di New York, Lahore e Istanbul, The Reluctant Fundamentalist è un’esplorazione del pregiudizio e del fenomeno della globalizzazione, al contempo esilarante e profondamente inquietante.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    MIRA NAIR COSTRUISCE SULLA CELLULOIDE L'IPOTESI AUSPICABILE DI UN PONTE IDEALE MA POSSIBILE, TRA IL 'SOGNO AMERICANO' E IL 'SOGNO PAKISTANO' (O DI QUALSIVOGLIA ALTRO PAESE), PERCHE' IN UN FUTURO PROSSIMO LE NUOVE GENERAZIONI SAPPIANO GUARDARE OLTRE OGNI SORTA DI 'ETICHETTAMENTO', QUELLO CHE ANCORA OGGI SOPRAVVIVE ATTRAVERSO NUOVI MURI E BARRIERE, PIU' O MENO 'INVISIBILI' O SOTTESI, EPPUR TANTO CONCRETI DA GARANTIRE AL SOSPETTO OTTIMA SALUTE, CONDIZIONANDO E MORTIFICANDO PESANTEMENTE L'UMANITA' DETENUTA IN UN INEDITO CARCERE APPARENTEMENTE SENZA SBARRE

    Mira Nair non rinuncia alla 'fastosità' della vita neppure quando affronta il dramma: sia esso una tragedia personale o un forte 'disagio' globale. Per questo, solo per certi aspetti naturalmente, guardando a The Reluctant Fundamentalist, si riconosce il coté 'bollywoodiano' del Monsoon Wedding che ha portato a Mira Nair il Leone d'Oro a Venezia proprio nel 2001. Persino la vivacità cromatica della mappa umana che campeggia in sottofondo ai titoli di

    testa anticipa questa sua necessità che va senza indugio ad appagare sortendo in una scelta linguistica che, qui ora, gioca al rialzo sull'onda del contrasto. E se per Mira Nair, come in altro modo per altri registi, musica e canzoni recitano sempre il loro ruolo, la sinergia con cui qui si consumano momenti di corale convivialità 'para-folkloristica' all'evento drammatico protagonista in alcune delle prime sequenze, mentre regala potenza all'accadimento in sé, esprime la raffinata eleganza di stile con cui la regista affronta temi più volte diversamente battuti: e più che al World Trade Center di Oliver Stone, una sorta di encomio all'eroismo americano all'ombra delle macerie lasciate dall'11 settembre, o agli omaggi a più voci 'in corto' rilasciati da vari registi (tra cui la stessa Nair) con l'11'09"01 - September 11, stiamo pensando a La terra dell'abbondanza di Wim Wenders o al drammatico Rendition-Detenzione illegale di Gavin Hood. E questo

    volendo tralasciare tutti i vari affluenti paralleli sul piano delle 'piramidi para-umane' erette nei vari circuiti di analisi economico-finanziarie (Wall Street annessi e connessi), incluso il cinico e spietato anello della medesima collana che mette in luce la figura del cosiddetto 'tagliatore di teste'. Affluenti a suo modo richiamati in causa dalla Nair in quanto tra i principali 'cuori pulsanti' della 'Grande Mela' e dell'America. Uno spicchio fra i tanti (oggi sempre meno ormai) di quell'intero di opportunità in seno all'universalmente ambita, ed entro certi limiti legittima, ascesa professionale, quella che per molti immigrati stranieri ha significato tradurre il cosiddetto 'sogno americano' da miraggio in realtà concreta. Ma si sa che "ci sono cose a cui il denaro non può porre rimedio".

    Così The Reluctant Fundamentalist non può certo dirsi un film 'etnico', bensì un'ambiziosa e complessa 'lettura altra', con cui Mira Nair si è prefissa di scavalcare la lente

    americana dominante nei vari trascorsi in celluloide sull'onda dei 'postumi' dell'11 settembre: una sorta di virus tra i più resistenti e contagiosi grazie ai vari ceppi da esso derivati, tanti e tali da rendere importante ancora oggi, raccoglierne riflessi e frammenti nella contemporaneità nel tentativo di individuarne l'antidoto per una possibile guarigione. Ed è proprio questa la sfida che ha stimolato la regista indiana naturalizzata newyorkese Mira Nair a realizzare The Reluctant Fundamentalist, ispirato al solido best seller (tradotto in 25 lingue) di Mohsin Hamid, mirando a superare il limite degli stereotipi per poter guardare oltre. Tanta poesia (il padre di Changez è poeta di talento), arte (il personaggio di Erica/Kate Hudson ne esprime una parte), moda e tradizioni non sono certo qui chiamate in causa per un vezzo estetico o una nota di colore, quanto per una seria e convinta riaffermazione del cruciale ruolo giocato dalla cultura per la

    salvezza del genere umano. Cultura unita in matrimonio con quelle verità che sanno fare a meno dei tranelli o dei nascondigli dietro cui occultarsi: l'unica ricetta in grado di restituirci la vera libertà ed affrancarci dai reciproci condizionamenti, resi qui emblematici dai due personaggi chiave del pakistano Changez (Riz Ahmed) e dell'americano Bobby (Liev Schreiber). Personaggi che Mira Nair va a raggiungere in un montaggio alternato ottimamente calibrato sull'onda di una inedita e provocatoria conversazione di fronte ad una tazza di tea, conversazione che ha quasi il sapore di un inconsueto, altamente tensivo e carico di suspense, 'confessionale' laico. Le reciproche 'confidenze' sul filo del sospetto più che vigile da entrambe le parti, figlio legittimo di realtà equivoche, diventano così la spina dorsale di questo ponte immaginario tra sponde annosamente opposte (Occidente e Oriente), su cui Nair scommette per la futura 'guarigione' dell'umanità dal morbo dell'etichettamento, perché ogni essere umano

    possa tornare ad essere ed esprimersi in ogni parte del mondo in quanto tale. Come dichiarato dalla stessa Nair, dunque, "'The Reluctant Fundamentalist' è un esercizio di guarigione e riconnessione personale". Un bell'esercizio, si direbbe, con cui è riuscita straordinariamente non solo a rifuggire dalla retorica, concedendosi pure qua e là un pizzico di humour con qualche scheggia di sarcasmo, ma soprattutto a restituire voce in capitolo a valori universali dimenticati o dismessi, vale a dire a restituire ossigeno ad uno scenario ormai asfittico e apparentemente senza vie di uscita.

    Pressbook:

    PRESSBOOK Completo in ITALIANO de IL FONDAMENTALISTA RILUTTANTE
    ENGLISH PRESSBOOK of THE RELUCTANT FUNDAMENTALIST

    Links:

    • Mira Nair (Regista)

    • Liev Schreiber

    • Kiefer Sutherland

    • Martin Donovan

    • Om Puri

    • Kate Hudson

    • Riz Ahmed

    • Dalla 69. Mostra del Cinema di Venezia - 'IL FONDAMENTALISTA RILUTTANTE' di MIRA NAIR: dal 13 Giugno al cinema (Anteprime)

    • Il fondamentalista riluttante (BLU-RAY + DVD)

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    Galleria Video:

    Il fondamentalista riluttante - trailer

    Il fondamentalista riluttante - trailer esteso

    Il fondamentalista riluttante - trailer (versione originale) - The Reluctant Fundamentalist

    Il fondamentalista riluttante - spot TV

    Il fondamentalista riluttante - clip 'Solo i colpevoli si nascondono'

    Il fondamentalista riluttante - clip 'Ho un impegno con me stesso'

    Il fondamentalista riluttante - clip 'Amore in Urdu'

    Il fondamentalista riluttante - clip 'Ho conosciuto un pakistano'

    Il fondamentalista riluttante - clip 'Uno sbaglio che ci costerà la vita'

    Il fondamentalista riluttante - clip 'Volete rendermi obsoleto'

    Il fondamentalista riluttante - featurette 'Dietro le Quinte' (versione originale sottotitolata)

    Il fondamentalista riluttante - intervista video a Mohsin Hamid, autore del romanzo che ha ispirato il film (versione originale)

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