Terrence Malick sposa l'obiettivo sull'ossessione sessuale e ingaggia un cast sontuoso con Ryan Gosling, Rooney Mara, Natalie Portman e Cate Blanchett - RECENSIONE - Dal 10 Maggio
"È la storia dell’amore tra quattro persone ma descrive anche il valore dell’amore e del perdono"
La produttrice Sarah Green
"Credo sia un film sull’auto-scoperta e Austin è il luogo perfetto. Qui i personaggi possono ritrovare se stessi. È una città che sta crescendo molto in fretta, è come un grosso prisma, attraverso il quale osservare questi personaggi che cercano di crescere e di evolversi"
Il produttore Ken Kao
(Song to Song (già 'Lawless' e già 'Weightless'); USA 2013; Dramma musicale; 129'; Produz.: Buckeye Pictures/FilmNation Entertainment/Waypoint Entertainment; Distribuz.: Lucky Red)
BV (Ryan Gosling) è un musicista che cerca il successo con l’aiuto della compagna cantautrice (Rooney Mara) e del suo produttore Cook (Michael Fassbender). Tra i tre si stabilisce un legame che va oltre il semplice rapporto professionale e che coinvolge presto anche la giovane cameriera Rhonda (Natalie Portman). Nasce così una relazione intima e passionale in continuo bilico tra amore e tradimento. Un’intensa storia d’amore che vanta nel cast, nel ruolo di se stessi, anche numerosi artisti di fama internazionale, tra cui Patti Smith e Iggy Pop.
Short Synopsis:
In this modern love story set against the Austin, Texas music scene, two entangled couples — struggling songwriters Faye (Mara) and BV (Gosling), and music mogul Cook (Fassbender) and the waitress whom he ensnares (Portman) — chase success through a rock ‘n’ roll landscape of seduction and betrayal
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Ventilato come uno dei film più intimi di Terrence Malick (The Tree of Life, To the Wonder) Song to Song apre un'altra porta con la stessa chiave: un oceano di immagini e di musica che non rinuncia ai silenzi, distillando in rare gocce i dialoghi mentre offre lo scettro del traghettatore alle voci over
"Ho passato tanto tempo dove... Niente sembrava vero. Ogni bacio sembrava la metà di quello che avrebbe dovuto essere... Pensavo solo di vivere, di canzone in canzone, di bacio in bacio...". E' lei la prima ad entrare in campo e anche quella che, a conti fatti, ci rimane più a lungo. La 'voice over' della Faye di Rooney Mara, perfetta a volteggiare nelle turbinose contraddizioni della sua esistenza, protesa verso un'aspirazione tutta da realizzare, ci traghetta in un percorso fatto di eccessi e di trasgressioni affettive e sessuali a cuor leggero, dentro cuore e polmone della musica
live: la città di Austin, com'è noto grembo elettivo di valanghe di festival musicali, oltre che di club, bar e locali di vario tipo dove regna il 'soul country'. E' lì che convolano sulle ali del proprio sogno, masse di aspiranti musicisti. E' lì che inseguono, nell'intento di liberare l'anima creativa, country, folk, blues, new wave, punk o rock che sia, ognuno la propria idea di libertà e di espressione artistica. Ed è lì che opera anche il facoltoso, ed altrettanto eccessivo, produttore musicale Cook di Michael Fassbender (contemporaneamente al cinema con il doppio ruolo del sintetico David e Walter in Alien Covenant), che si sta imponendo all'attenzione come uno tra gli interpreti più versatili e talentuosi della New Hollywood. Se dovessimo usare un'unica espressione per sintetizzare il suo muoversi negli affetti e nella professione - peraltro con discutibili contaminazioni tra le due sfere - potremmo parlare di 'ego' (nel
fil rouge musicale a stretto giro di posta dopo La la Land.
Song to Song. Un'aspirazione di vita, più che un titolo. L'idea di un'esistenza da vivere 'di canzone in canzone', appunto, sulle piume di quella leggerezza dell'essere la cui creatività basta a se stessa, e non intende lasciar spazio alcuno ai sensi di colpa di natura morale. Terrence Malick desiderava da tempo girare una storia d’amore contemporanea tra musicisti ad Austin, così, torna ad aprire una delle sue meditazioni sull'esistenza, concentrandosi nuovamente sull'amore e sui suoi variegati tranelli, mutevoli a seconda delle circostanze. Questa volta però, sembra più disposto ad allentare un pò la corda, decidendosi ad aprire, almeno in parte, qualche cortina un tempo serratissima, per avvicinarsi al grande pubblico senza escludere quello scelto. Così, dopo Knight of Cups, ultima sua opera cinematografica in ordine di tempo - 'faticosissima' soprattutto per lo spettatore - con Song to
dove non si pescano certo perle di fiume. E dove la ricerca personale si complica con nuovi personaggi, risicati in camei allargati, come quello della Rhonda di Natalie Portman e dell'Amanda di Cate Blanchett.
Serviva un collante a tenuta per questo sfrangiato puzzle umano e Malick pesca con un amo che non poteva mancare l'esca in alcun modo. Pesca nel lago della musica pop live dei tanti festival musicali andato in onda dal vivo ad Austin, tra nuovi talenti e vere e proprie leggende rock o punk, tra cui anche Iggy Pop. Ma, una per tutti, tutti per una, Patti Smith, madrina del punk per eccellenza negli anni Settanta e motore d'ispirazione dell'estetica 'garage-band', qui calca le scene interpretando se stessa, sulle orme della sua autentica filosofia di 'poetessa di strada'. E' questo l'orizzonte dove si fanno largo note e parole di My Blakean Year, per una riflessione che sa
farsi dialogo diretto all'indirizzo dei dilemmi esistenziali più profondi di Faye/Mara: "So throw off your stupid cloak. Embrace all that you fear. For joy will conquer all despair.
Quanto la musica costituisca il midollo osseo di Song to Song lo testimoniano le altre blasonatissime incursioni, 'canzone dopo canzone'. Una manciata di gioielli tra cui non manca il più prezioso: Rollin’ and Tumblin’, un brano classico del Blues di antichi natali - eseguito per la prima volta nel 1929 da Hambone Willie Newbern e reso famoso da Muddy Waters - ripreso e rivisitato con nuovi versi da Bob Dylan nel 2006. Esattamente quello che qui prende nuova vita come colonna sonora di Song to Song. Prosegue così la visione-meditazione esistenziale, non sempre rigenerante, nelle inconfondibili corde malickiane. Corde che si tendono mentre vanno sorvolando oceani di immagini, facendosi largo tra schegge di natura di incomparabile bellezza, metafora di aspirazioni e sentimenti
umani, e note musicali rigorosamente selezionate, portavoce di frasi non dette. D'altra parte irrinunciabili, gli immancabili silenzi, nobilitati da volteggi di macchina in perpetuo movimento, in una sorta danza che non conosce sosta, mentre si assapora un distillato di dialoghi diretti, offerto sempre in rare gocce, per poi porgere la coppa dell'elisir di lunga vita al traghettatore regale con le 'voci over'. Una porta dopo l'altra che si apre, sempre con la stessa chiave, per raggiungere il medesimo orizzonte.
Altre voci dal set:
Il montatore Rehman Ali:
"È stato come scolpire una scultura di ghiaccio... Malick preferisce mostrare piuttosto che raccontare, gli piacciono gli sguardi e i comportamenti discreti. Quindi abbiamo cercato di includere tutto ciò che apparisse reale e naturale, e che non somigliasse a una performance. Malick cerca sempre di trovare quei momenti in cui sembra che i personaggi vengano scoperti quasi casualmente dalla mdp... Dovevano apparire in tutta la loro spontaneità , l’effetto voluto era che sembrasse di guardare qualcosa di privato".