A SIMPLE LIFE: IL FILM CHE NASCE DALL'INCONTRO DI DUE DONNE: LA REGISTA ANN HUI (PREMIO OSCAR ASIATICO) E L'ATTRICE DEANIE IP (COPPA VOLPI ALLA 68. MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA)
RECENSIONE IN ANTEPRIMA - Dall'8 MARZO (in occasione della Giornata Internazionale della Donna)
(Táo Jie; HONG KONG 2011; Commedia crepuscolare; 117'; Produz.: Bona International Film Group/Focus Films/Sil-Metropole Organisation; Distribuz.: Tucker Film)
Soggetto: Ispirato alla vera storia del produttore Lee e narrato con straordinaria sobrietà e misura emotiva, A Simple Life è un film sulla gratitudine e sul rispetto, una commedia crepuscolare sull’amore filiale e sull’amicizia.
PRELIMINARIA:
A Simple Life si basa sulla storia vera dell’amah Chung Chun-tao e sul suo giovane capo Roger Lee, noto produttore cinematografico a Hong Kong. Chung Chun-tao (detta Tao) era nata a Taishan, in Cina. Il padre adottivo morì durante l’occupazione Giapponese e la madre adottiva la mandò a lavorare come amah per la famiglia Lee all’età di 13 anni. Rimase a servizio di questa famiglia per 4 generazioni in 60 anni. Con moltissimi ricordi affettuosi, Roger spesso pensa a Tao come parte della famiglia e come figura chiave nella sua crescita.
A Simple Life si basa sulla storia vera dell’Amah Tao, che da 60 anni è al servizio della famiglia del suo giovane padroncino Roger Lee, un produttore cinematografico di cui si prende cura come se fosse un figlio.
IN DETTAGLIO:
Basato su eventi e persone realmente esistiti, il film parla di Chung Chun-Tao che lavorò come amah (donna di servizio) per la famiglia Leung. Ora, dopo sessant’anni di servizio, si prende cura di Roger, che lavora nell’industria del cinema ed è l’unico membro della famiglia ancora residente ad Hong Kong. Un giorno Roger torna a casa e scopre che Tao è stata colpita da un malore. La porta subito all’ospedale dove lei annuncia di voler lasciare il lavoro per trasferirsi in una casa di cura. Roger vaglia le varie possibilità e le trova una stanza in uno stabilimento gestito da un suo vecchio amico. Tao si trasferisce e comincia a familiarizzare con la sua nuova “famigliaâ€: la signora Choi, vivace ma gentile direttrice, e l’eterogeneo gruppo di anziani residenti, che include l’elegante Zio Kin, la gelosa Zia Kam, l’erudito “Headmaster†e il paziente in dialisi di buon cuore Mui Gu. Dedicando sempre più tempo e attenzioni ai bisogni e ai desideri di Tao, Roger realizza quanto lei significhi per lui. La mamma di Roger gli fa visita dalla California e suggerisce di riscattare un appartamento che appartiene alla famiglia per dare a Tao una casa sua. Ma la salute di Tao comincia a deteriorarsi rapidamente...
Commento critico (a cura di ROSS DI GIOIA)
Chung Chun-Tao (Deanie Ip) che lavorò come amah (donna di servizio) per la famiglia Leung, dopo ben sessant’anni di servizio, si prende cura di Roger (Andy Lau), che lavora nell’industria cinematografica ed è l’unico membro della famiglia ancora residente ad Hong Kong. La placida vita di entrambi viene scossa dalla notizia che Tao è stata colpita da un grave malore. Portata subito in ospedale, la donna annuncia poi di voler lasciare il lavoro per trasferirsi in una casa di cura. Roger vaglia le varie possibilità e le trova una stanza in uno stabilimento gestito da un suo vecchio amico. Tao allora si trasferisce e comincia a familiarizzare con la sua nuova “famigliaâ€: la signora Choi, vivace ma gentile direttrice, e l’eterogeneo gruppo di anziani residenti, che include l’elegante Zio Kin, la gelosa Zia Kam, un erudito “Headmaster†e il paziente in dialisi Mui Gu. Dedicando sempre più tempo e attenzioni
alla cura e ai desideri di Tao, Roger solo ora realizza quanto lei significhi davvero per lui. Quando la mamma di Roger gli fa visita dalla California e suggerisce di riscattare un appartamento che appartiene alla famiglia per dare a Tao una casa sua, lui accetta volentieri. Intanto però la salute di Tao comincia a deteriorarsi molto rapidamente…
Tratto da una storia vera, che nella realtà – come sul grande schermo – ha di fatto unito due generazioni, la regista cinese Ann Hui, attenta osservatrice del mondo e delle sue innumerevoli sfaccettature, con A Simple Life raffigura una quotidianità che, come profetizza il titolo, poggia le proprie basi sulla semplicità della vita. Così come semplice è Tao, una donna che sin dall’infanzia sa di essere nata per stare al servizio degli altri ma che è riuscita a non dimenticare mai la propria dignità . E da questa condizione che il film
prende spunto per raccontare quello che diventa un rapporto (tra Tao e Roger) molto simile a quello che si possa instaurare tra una madre e il figlio, che successivamente assume la forma del dolore e l’odore della morte quando la donna finisce in ospedale. Tra l’anziana amah (domestica) e l’attore il rapporto domestica-padrone gradualmente svanisce e grazie a impercettibili cambiamenti negli stati d’animo di ognuno, che la Hui capta con maestria ed estrema discrezione, A Simple Life resta marchiato a fuoco nella memoria dello spettatore.
Ultima annotazione: l’attrice protagonista, Deanie Ip, si è portata a casa la Coppa Volpi per la Migliore interpretazione femminile al Festival di Venezia del 2011. E mai premio fu più meritato sulla Laguna.