40 CARATI

Dopo aver realizzato numerosi documentari, il regista Asger Leth è stato scelto per dirigere 40 Carati. Ciò che la produzione ha voluto ottenere è quel senso di vita reale che Leth sa infondere ai suoi progetti.

Nick Cassidy è un ex poliziotto, finito in prigione per un reato che lui afferma non aver commesso. Si troverà sul cornicione del 21esimo piano di un hotel, pronto a tutto pur di far sentire la sua voce. Nick fa una richiesta ben precisa: vuole parlare con la negoziatrice Lydia Mercer. Col passare dei minuti Lydia comprende che le intenzioni di Nick non sono quelle che sembrano.
Quella raccontata da Leth è la storia di un uomo che escogita un modo molto particolare per dimostrare la sua innocenza e riscattare il suo nome. Man mano che i pezzi che compongono l’intera storia vanno al loro posto, lo spettatore viene attirato sempre di più in questa ragnatela,

attendendo trepidante ogni minimo sviluppo, come la folla radunatasi davanti all’hotel.

È un film sul riscatto di un uomo ed è ricco d’azione, nonostante buona parte avvenga sul cornicione di un grattacielo. Sam Worthington riesce a trasmettere l’ansia, lo stare sulle spine e una certa dose di paura che pervade Nick Cassidy. Asger Leth riesce a dare attenzione a quei dettagli, sia delle inquadrature che del racconto, risolutivi per l’esito finale, realizzando un film ben costruito. Il cast non è da meno: tutti gli attori contribuiscono egregiamente a creare l’atmosfera del film. A Jamie Bell (Joey Cassidy) e Genesis Rodriguez (la ragazza di Joey) è stata affidata la parte più scanzonata per stemperarne i toni nei momenti di maggior tensione. Bell conferisce intensità al suo personaggio, stabilendo un’alchimia non scontata con Sam Worthington - come ha fatto precedentemente in The Eagle con Channing Tatum. Entrambi mostrano un legame fraterno credibile, che

rende partecipi delle loro emozioni.

Per quanto riguarda l’ambientazione, le riprese sono state effettuate in parte su un cornicione reale a 78 metri di altezza. L’intento della produzione è stato quello di portare lo spettatore a percepire l’autenticità delle scene. Per poter finire le riprese sono stati costruiti tre diversi set che rappresentavano lo stesso cornicione. In più si è deciso di mettere il protagonista ad un’altezza che non fosse troppo elevata, così da farlo interagire con la folla sottostante, dando modo al regista di accennare anche storie di persone comuni, che si stringono intorno a Nick.
40 Carati è un film dinamico, in cui l’azione si mescola al racconto personale dell’uomo sul cornicione del titolo originale.