HYSTERIA: LA STORIA MAI RACCONTATA DI UNA SINGOLARE SCOPERTA VITTORIANA NEGLI ANNI OTTANTA DELL'OTTOCENTO. I PRODIGI DELL'ELETTRICITA' E DELLA 'FRIZIONE' AMOROSA DECLINATI IN 'LIGHT COMEDY' CON MAGGIE GYLLENHAAL, HUGH DANCY E RUPERT EVERETT
Festa della Donna 2021 - RECENSIONE - Dal Toronto Film Festival e dal VI. Festival Internazionale del Film di Roma (27 Ottobre-4 Novembre 2011) - Dal 24 FEBBRAIO
Soggetto: Storia di Jonah Lisa e Stephen Dyer e Howard Gensler
PRELIMINARIA:
Hysteria è una commedia romantica leggera basata su un fatto storico: l’invenzione da parte del dott. Mortimer Granville del primo vibratore elettromeccanico. Ambientata negli anni Ottanta dell'Ottocento, Hysteria è la storia mai raccontata di una scoperta vittoriana: come un giovane medico intenzionato a trovare la chiave per rendere felici le donne troverà la propria felicità .
In un’epoca di invenzioni, un uomo si propose di trovare una cura per i mali delle donne … e per caso elettrificò per sempre le nostre vite amorose.
Il risultato è una commedia esilarante che non solo spiega come il vibratore sia stato uno dei primi congegni elettrici nella storia ad essere brevettato, ma riesce altresì a sprigionare scintille delineando il rapporto tra un uomo prudente e una donna emancipata, uniti dai prodigi della frizione.
SHORT SYNOPSIS:
A romantic comedy about the invention of the vibrator.
Commento critico (a cura di ENRICA MANES)
Un sotterfugio, un pretesto, basta un “massaggiatore portatile†per mettere a nudo le donne, a seconda del senso che si vuole dare al messaggio, tutt’altro che scontato e che gioca di uno humor sottile, del tutto inglese ed è strano anzi stranissimo che si tratti di una produzione francese.
Una commedia di equivoci che si fingono equivoci ma che tanto poi non lo sono, e che anzi divengono il paradigma di una società che strizza l’occhio ai panorami ed alle istantanee romantiche alla Jane Austen ed insieme portano alla denuncia della scoietà vittoriana descritta da Dickens e, ancora una volta, protagoniste sono le donne troppo spesso solo davvero uno stereotipo che Hysteria sfata con eleganza e con raffinatezza.
Una “isteria†che diviene qui sigillo, marchio a fuoco scomodo non per una ma più donne che, non soltanto per capriccio, si ritrovano costrette in una società che si affaccia al nuovo
secolo con interessi e con scoperte nuove, come il telefono e l’energia elettrica ma che ancora tiene avvinti gli animi e i sentimenti all’interno di palazzi, abiti, broccati e di una società borghese da perfetto romanzo inglese ottocentesco che, se da un lato richiama ai diritti conquistati dalle donne, non vuole affatto essere politico e nemmeno calcare la mano sull’uguaglianza ma porre attenzione, sulla diversità . Quel carattere che gli uomini non sempre sembrano comprendere e che rende ogni donna particolare negli affetti e nel modo di manifestare la passione, di gettarsi a capofitto in un’impresa, di andare contro a tutte le convenzioni e di imporsi, di mettersi in prima persona senza vincoli.
Ora dolcissima e il momento dopo…â€isterica!â€. Questa l’accusa, questa l’onta, semplicemente di… essere se stesse. Umori, pianti, improvvisa gioia e tempestosa tristezza quello che, prendendo in prestito versi altrui, si potrebbe definire come “Quello che le donne non
diconoâ€. Al bando la civetteria, Hysteria gioca tra il serio e l’umoristico leggero, e rende un affresco inusuale per il taglio che propone a livello storico e umano in una visione che dovrebbe far riflettere ed inorridire davanti a quanto oggi la donna spesso valga poco per quei diritti che, sua sponte, una nutrita casta del gentil sesso ha buttato via votandosi all’esteriorità effimera e ricorrendo a ritocchi estetici strazianti. Donne che hanno perso la propria “isteria†ed hanno scelto la plastica, dimenticando il proprio furor sacro, quello che non si esaurisce fra calde lenzuola di un letto ma pretende di uscire e andare oltre, invadendo un mondo che avrebbe ancora bisogno di una rivoluzione… sì, di personalità .