RECENSIONE in ANTEPRIMA - Le devastanti conseguenze di un uomo (Will Ferrell) che perde il suo lavoro. cinque infiniti giorni di un uomo convinto di aver perso tutto della vita - USA: Dal 13 Maggio 2011 - Inedito in ITALIA
(Everything Must Go; USA 2010; dramedy; 96'; Produz.: Birdsong Pictures/IM Global/Nationlight Productions/Temple Hill Entertainment)
Soggetto: Da un racconto breve Why Don't You Dance? di Raymond Carver, in cui un uomo perde il suo lavoro e viene bloccato fuori di casa dalla moglie. Lei deposita le sue cose sul prato di fronte, e lui trascorre i successivi quattro giorni a cercare di vendere i suoi beni.
Cast: Will Ferrell (Nick Halsey) Rebecca Hall (Samantha) Michael Peña (Frank Garcia) Laura Dern (Delilah) Stephen Root (Elliot) Glenn Howerton (Gary) Christopher Jordan Wallace (Kenny Loftus) Shannon Whirry (Infermiera) Rosalie Michaels (Kitty) Leslea Fisher (Skinny ragazza bianca)
Musica: David Torn
Scenografia: Kara Lindstrom
Fotografia: Michael Barrett
Montaggio: Sandra Adair
Makeup: Collette Tolen
Casting: Joanna Colbert e Richard Mento
Scheda film aggiornata al:
09 Gennaio 2023
Sinossi:
Nicolas Halsey (Will Ferrell), non sta vivendo una buona giornata. Non solo è stato licenziato dal suo lavoro di come manager addetto alle vendite dopo sedici anni, ma quando torna a casa trova la serratura cambiata e le sue cose sparpagliate di fuori, le spoglie del suo matrimonio fallito sparse per il prato sotto gli occhi di tutto il mondo... Decidendo sia di lottare e di rinunciare, Nick si appropria degli oggetti trasformando il prato nel suo soggiorno; si staziona su un reclinabile e si intrattiene guardando i vicini, mentre viene frantumata la sobrietà a cui ha lavorato per sei mesi. Quando la polizia arriva per chiudere lo spettacolo illecito, invoca una scappatoia legale che gli regala altri quattro giorni sul prato: i residenti di Plano, Texas, sono autorizzati a tenere vendite nei loro cortili privati per un massimo di cinque giorni consecutivi.
Short Synopsis:
When an alcoholic relapses, causing him to lose his wife and his job, he holds a yard sale on his front lawn in an attempt to start over. A new neighbor might be the key to his return to form.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Due video musicali del 2003 - God: As The Palaces Burn e Lamb of God: Ruin - anticipano Everything Must Go (2010) del regista e sceneggiatore Dan Rush, che sembra peraltro essersi fermato proprio all’altezza di questa commedia. Per la verità proprio commedia non è: si direbbe un piccolo affresco tragicomico che ben presto lascia l’umorismo iniziale per far spazio a tutta l’amarezza sprigionata dalla tragedia personale del protagonista in campo. Il Nicolas Halsey di Will Ferrell, non sta vivendo una buona giornata: ha già avuto il ben servito al lavoro, quando lo vediamo nella sua auto a metabolizzare l’accaduto, mentre il montaggio incrociato informa nel dettaglio lo spettatore di quanto si è già consumato nell’ufficio. La sceneggiatura rinforza il registro tragicomico fino alla sequenza successiva, che vorrebbe consumare una piccola vendetta ai danni del capo dell’azienda. Ma per Nick/Ferrell inizia l’inarrestabile processo di chi è in procinto di inanellare
proprietà , come arriva a puntualizzargli la polizia. Insomma, già nei guai per i suoi trascorsi con l’alcool, in cui ricade ora con mani e piedi, ingollando una birra dietro l’altra, il nostro disastrato personaggio si copre spesso di ridicolo tentando di arrampicarsi sugli specchi per non affogare del tutto.
Nick. Un taglio netto senza ritorno inferto ad un amico ormai cambiato, che ha perso ogni velleità di rivalsa e che si presume abbia il suo bel da farsi per risollevare la sua sorte. Ma dopo aver aiutato, malgrado tutto, le persone incontrate in questi tragici frangenti, non sarà facile per Nick aiutare se stesso. Everything Must Go non confeziona nessun happy ending: lascia semmai aperta la finestra verso una probabile nuova prospettiva che potrebbe volgere al meglio. Ma nulla è più certo di tutta l’amarezza di una perdita a tutto tondo come questa, soprattutto in America, la terra delle opportunità ! Ma è ancora così vero?!