PAUL: DUE NERD BRITANNICI IN VACANZA NEGLI STATES INCONTRANO UN PICCOLO ALIENO DOC APPENA FUGGITO DA UNA BASE SEGRETA CHE VUOLE TORNARSENE A 'CASA'. SU QUESTA AVVENTUROSA 'COMEDY SCI-FI' L'OMBRA LUNGA DEL VECCHIO E AMATISSIMO SPIELBERGHIANO 'E.T.' CON APPENA UN RIGURGITO DEL CARPENTERIANO 'STARMAN'.
Seconde visioni - Cinema sotto le stelle - RECENSIONE - Dal 1° GIUGNO
(Paul; USA/REGNO UNITO 2011; Commedia d'avventura Sci-Fi; 104'; Produz.: Universal Pictures/Relativity Media in associazione con: Working Title Films/Big Talk Productions; Distribuz.: Universal Pictures International Italy)
Soggetto: Due nerd britannici in vacanza negli States incontrano un vero alieno. Piccolo, grigio, col classico testone. Un tipo simpatico, anche se piuttosto svalvolato, appena fuggito da una base segreta.
Dopo aver partecipato al Comic-Con, leggendaria convention di San Diego per gli appassionati di fumetti e di fantascienza, i due nerd inglesi Graeme Willy (Pegg) e Clive Gollings (Frost) proseguono con la visita di tutti quei luoghi che ogni adepto della materia deve conoscere, in particolare la famigerata Area 51. I due non sanno che la loro gita oltreoceano sta per trasformarsi in una delle avventure più folli e surreali che abbiano mai vissuto, visto che durante il viaggio incroceranno nientemeno che un alieno in carne ed ossa. Si tratta di un omino grigio, magro, con il testone e gli occhi enormi di nome Paul (doppiato, nella versione originale, da Seth Rogen). Un essere estremamente simpatico, sboccato, pieno di vizi ma molto più umano di quello che Graeme e Clive potessero mai pensare. Paul racconterà la sua storia ai due increduli ma curiosissimi nuovi amici. Ovvero di essere fuggito da una base segreta dove, dopo anni di consulenza per il Governo, era divenuto oramai un essere obsoleto e scomodo. Insomma Paul fa capire che sa molte cose, forse troppe, e se fosse rimasto in quel luogo il suo corpo sarebbe divenuto oggetto di studi anatomici o chissà quali altre brutture. A Graeme e Clive non pare vero di avere una missione: aiutare Paul a ritornare a casa, sul suo Pianeta. Nel cercare di salvarlo verrà coinvolta anche la timida e religiosissima Ruth (Kristen Wiig). Ma il coinvolgimento della ragazza metterà sulle tracce dei quartetto il padre di lei, un Men in Black armato e pericoloso con tutta l’intenzione di riportarla all’ovile. Oltre ad uno scrittore di fantascienza (Jeffrey Tambor) e un agente dell’FBI (Jason Bateman).
SYNOPSIS:
Simon Pegg and Nick Frost (Hot Fuzz, Shaun of the Dead) reunite for the comedy adventure Paul as two sci-fi geeks whose pilgrimage takes them to America's UFO heartland. While there, they accidentally meet an alien who brings them on an insane road trip that alters their universe forever. For the past 60 years, an alien named Paul (voiced by Seth Rogen) has been hanging out at a top-secret military base. When he discovers he's been taken prisoner, the space-traveling smart ass decides to escape the compound and hop on the first vehicle out of town-a rented RV containing Earthlings Graeme Willy (Pegg) and Clive Gollings (Frost). Chased by federal agents and the fanatical father of a young woman that they accidentally kidnap, Graeme and Clive hatch a fumbling escape plan to return Paul to his mother ship. And as two nerds struggle to help, one little green man might just take his fellow outcasts from misfits to intergalactic heroes...
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
INCONTRI RAVVICINATI CON STEVEN SPIELBERG E NON SOLO… TRA IL SERIO, IL FACETO E L’IRRIVERENTE IRONIA CHE LAMBISCE L’AMERICAN KITSCH
luogo comune più gettonato al mondo - in particolare al ComiCon di San Diego, sta a parafrasare volutamente e senza neppure troppi veli, l’incontro del regista Greg Mottola (L’amante in città , Superbad - 3 menti sopra il pelo) e degli attori e co-sceneggiatori Simon Pegg e Nick Frost, con il celebre Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo di Steven Spielberg, omaggiato fin dai primi fotogrammi di Paul. Ma l’omaggio prosegue qua e là nel corso dell’intera pellicola, toccando l’apice con la divertente sequenza in cui l’alieno elargisce consigli allo stesso Steven Spielberg, nel corso della sua collaborazione con il governo e l’industria cinematografica intrattenuta durante la sua lunga permanenza sulla Terra presso l’area 51, credendo di essere ospite invece che prigioniero. Così, passando dalla grande montagna dello stesso Incontri ravvicinati, dalla guarigione di ferite (vedi E.T., citato in Paul anche per altre dinamiche) e dalla trasmissione di conoscenza dalla mente aliena
a quella umana (ancora Spielberg con A.I.), si approda sulla sponda della resurrezione dalla morte di animali e di persone (sottendendo Ultimatum alla Terra, il carpenteriano Starman, citato anche per il motivo della difesa dell’alieno da parte dell’umano creduto in ostaggio).
Paul si impone all’attenzione sostanzialmente come commedia screziata di quel tipo di ironia che zampilla battute di fresca e innocente comicità , che dunque invita qua e là alla risata spontanea - vedi le sequenze della resurrezione dell’uccellino, gli specifici ammiccamenti alla sperimentazione degli alieni sugli umani, il cameo di Sigourney Weaver, discreta e misteriosa presenza ben occultata prima di rivelarsi ed ‘esplodere’ al momento giusto - finchè non sfocia ora nella leziosa persistenza, talaltra nella grossolana volgarità che rischia di avere non pochi punti di contatto con il kitsch: a cominciare dalla sequenza in cui il pestifero alieno - mai visto uno in pericolo di vita, braccato per essere vivisezionato,
così giocoso e con tale traboccante senso dell’umorismo! - mima e insiste fino alla nausea sulla sessualità gay, per finire alla persistente ‘liberalità ’ che irride al ‘bigottismo’; il che sarebbe anche stato divertente, se a un certo punto, quasi del tutto dismessa la maschera della commedia, non ci si fosse lasciati andare a sputare sentenze virate su toni piuttosto seri, inneggiando alla pseudo libertà che rende veri uomini (e vere donne) - della serie viva Darwin, abbasso Dio - in nome di fornicazione a 360°, bisessualità come regola di vita universale e imprecazioni a raffica come liberazione del proprio io. Al punto che di Ruth (Kristen Wiig), non si sa se preferire la fase iniziale del suo ridicolo bigottismo o quella della sua demenziale liberazione che la rende insensata ninfomane e bestemmiatrice a oltranza senza una ragione ben precisa. Beh, alla fine la risata diventa un tantino forzata, non vi
pare? Oltretutto queste contrapposizioni alla lunga hanno il deludente sapore della banalità : e poi, chi ha detto che chi crede in Dio non possa, al culmine di qualche incazzatura, esordirsene con un liberatorio ‘porca troia’? E che diamine!