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GREEN ZONE: RECENSIONE N. 2 - UN ALTRO PUNTO DI VISTA
RECENSIONE - Dal 9 APRILE
(Green Zone USA/GRAN BRETAGNA 2009; drammatico di guerra; 156'; Produz.: Working Title Films/Antena 3 Films; Distribuz.: Medusa Film)
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Titolo in italiano: Green Zone (scheda n. 2)
Titolo in lingua originale:
Green Zone
Anno di produzione:
2009
Anno di uscita:
2010
Regia: Paul Greengrass
Sceneggiatura:
Brian Helgeland
Soggetto: Dal reportage best-seller del capo redattore della sede a Baghdad del "Washington Post", Rajiv Chandrasekaran, Imperial Life in the Emerald City: Inside Baghdad's Green Zone (Vita Imperiale nella Città di Smeraldo: la Zona Verde in Iraq), non tradotto in italiano.
Cast: Matt Damon (Roy Miller) Jason Isaacs (Maj Briggs) Greg Kinnear (Clark Poundstone) Brendan Gleeson Amy Ryan (Lawrie Dayne) Khalid Abdalia (Freddy) Michael O'Neill (Colonnello Bethel) Yigal Naor (Al Rawi) Antoni Corone (Colonnello Lyons) Said Faraj (Seyyed) Raad Rawi (Zubaidi)
Musica: John Powell
Costumi: Sammy Sheldon
Scenografia: Dominic Watkins
Fotografia: Barry Ackroyd
Montaggio: Christopher Rouse
Effetti Speciali: Joss Williams (supervisore)
Casting: Daniel e John Hubbard, Amanda Mackey Johnson e Cathy Sandrich
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
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Sinossi:
IN BREVE:
Iraq dopo la sconfitta di Saddam Hussein. Paul Greengrass, ispirato dal libro di Rajiv Chandrasekaran Imperial Life in the Emerald City: Inside Baghdad's Green Zone, apre una finestra sugli errori commessi dall'amministrazione Usa nel tentativo di ricostruire il Paese.
IN DETTAGLIO:
Un soldato (Matt Damon) farà tutto quanto in suo potere per fare chiarezza sul clima di cospirazione che dilaga in un paese instabile, sull‘orlo di una guerra. Ad un guerriero solitario resta una sola possibilità : oltrepassare il limite per trovare la verità nascosta. È il 2003, il primo maresciallo luogotenente Roy Miller e la sua squadra di ispettori ricevono dai loro comandanti l‘incarico di scovare nel deserto dell‘Iraq i depositi dove si suppone siano custodite armi di distruzione di massa. Sfrecciando da un‘insidia all‘altra, in luoghi zeppi di trappole esplosive, gli uomini ricercano i composti chimici mortali, ma si imbattono in un‘elaborata copertura che sconvolge il proposito della loro missione. Preso nell‘intrigo delle operazioni di altri agenti segreti, Miller deve portare avanti il suo compito, muovendosi tra spie dell‘intelligence corrotte sotto copertura e nascoste sul suolo straniero, alla ricerca di risposte che porteranno all‘annientamento di un regime renitente o all‘intensificazione dello stato di guerra in una regione politicamente instabile. Con un ritmo furioso, in un luogo altamente pericoloso, egli scoprirà che tra tutte, l‘arma più difficile da trovare è la verità .
Dal >Press-Book< di Green Zone
Commento critico (a cura di ENRICA MANES)
Per nulla scontato, per nulla già visto. E non era facile riuscire nell’impresa, vista la fresca vittoria e candidatura di un film come HurtLocker che del controverso fronte iracheno mostra un’altra delle innumerevoli facciate e sfaccettature. Green zone fa parte dei film in controtendenza, qui non ci sono eroi veri e propri, qui gli Stati Uniti non sono la patria madre benevola, ma mostra i mille volti di un fronte e di chi lavora dentro e fuori, ha il coraggio di interpretare una realtà per nulla facile da descrivere e che si nutre di continui dubbi ed errori.
Se vogliamo parlare di â€fenomenoâ€, lasciandoci andare ad un termine abusato ormai, ci troviamo davanti ad un filone narrativo che non mitizza più, ma porta allo scoperto.
Senza paura di denunciare, Greengrass mette in opera il suo stile descrittivo, attento, peculiare, con le ampie panoramiche su Baghdad, un occhio segreto e sapiente |
che sbircia a volo di elicottero ed analizza. Ma senza mai perdere d’occhio il ritmo e senza mai lasciare gli effetti a se stessi.
Il punto di vista è tutto dalla parte del soldato, si privilegia l’azione, quella attiva, pochi dialoghi e poche parole ma molti fatti per chi riesce a leggere fra le righe, perché la denuncia resta sottesa e senza dimenticare nessuno. Il potere, la stampa, i soldati. Qui ci sono fazioni, controversie, segreti, non si nasconde nulla allo spettatore, eppure non si veicola l’interpretazione, non ci sono forzature.
Tutto ha un senso ben preciso e la tensione quasi toglie il fiato.
Un Matt Damon sempre più maturo, intento, intenso, che si attaglia alla perfezione alla parte, non c’è nulla di scontato nemmeno in lui che anzi sa rendere il giusto lato umano ma senza mai indulgere nel mito o nel pietismo.
Green Zone mette davanti agli occhi di tutti i |
retroscena nascosti dell’intelligence e di governo, con un ritmo serrato e con una fotografia aiutata dai rapidissimi movimenti di macchina, spesso in soggettiva, che hanno il compito del tutto riuscito di immergere lo spettatore all’interno della scena, dentro quello che non è più un set ma un campo di battaglia. E senza alcun intento di spettacolarizzazione, ma in un’ottica di denuncia niente affatto calcata ma che resta sottintesa e sottesa con un che di amaro come il finale aperto.
Che ne sarà di Miller? |
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