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L'UOMO NERO: RIGURGITI AUTOBIOGRAFICI PER SERGIO RUBINI CHE DIRIGE SE STESSO AGGIUDICANDOSI NEL PANORAMA ATTORIALE UNA BUONA COMPAGNIA, CON VALERIA GOLINO, RICCARDO SCAMARCIO, MARGHERITA BUY E ANNA FALCHI, TRA GLI ALTRI
Dal 4 DICEMBRE
(L’uomo nero, Italia 2009; Drammatico; 90'; Produz.: Apulia Film Commission/Bianca Film/Rai Cinema; Distribuz.: 01 Distribution)
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Titolo in italiano: L'uomo nero
Titolo in lingua originale:
L'uomo nero
Anno di produzione:
2009
Anno di uscita:
2009
Regia: Sergio Rubini
Sceneggiatura:
Sergio Rubini, Carla Cavalluzzi e Domenico Starnone
Soggetto: Sergio Rubini, Carla Cavalluzzi e Domenico Starnone.
Cast: Valeria Golino (Franca Rossetti) Anna Falchi (Valeria Giordano) Riccardo Scamarcio (zio Pinuccio) Margherita Buy (Anna) Sergio Rubini (Ernesto Rossetti) Fabrizio Gifuni (Gabriele Rossetti) Vito Signorile (Venusto) Maurizio Micheli (avvocato Pezzetti) Vittorio Ciorcalo (Tonino Zucca) Mario Maranzana ( direttore Dalò) Mariolina De Fano (signora Lo Turco) Gianpiero Alicchio (dottore)
Costumi: Maurizio Millenotti
Scenografia: Luca Gobbi
Fotografia: Fabio Cianchetti
Montaggio: Esmeralda Calabria, Federico Carretti e Frédérique Foglia
Makeup: Federico Carretti e Frédérique Foglia
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
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Sinossi:
Gabriele Rossetti (Fabrizio Gifuni) torna nel suo paesino d’origine in Puglia per salutare suo padre morente, Ernesto (Sergio Rubini), che parlando con il figlio risveglia in lui alcuni ricordi d’infanzia: sono anni Sessanta quando Gabriele è ancora un bambino mentre suo padre è il capostazione della ferrovia locale e sua madre un’insegnante. Con loro vive anche zio Pinuccio (Riccardo Scamarcio), uno scapolo che è titolare di un’attività commerciale. Il padre di Gabriele (Rubini) ha la passione per la pittura ma sembra essere un talento incompreso, non solo perchè avrebbe voluto fare il liceo artistico e suo padre non glielo permise ma anche perchè i suoi dipinti non ricevono l’approvazione di quelli che sono gli esperti del paese. Per Gabriele, quindi, zio Pinuccio rappresenta una persona in grado di dargli conforto e capace di mostrargli un mondo diverso e più affascinante rispetto a quello presentato da suo padre, senza contare le evasioni visionarie a cui Gabriele fa ricorso grazie ad una grandissima fantasia che gli permette di vedere anche ciò che agli altri rimane nascosto. Quando però Gabriele torna in Puglia perchè suo padre sta morendo e dormirà di nuovo nella casa della sua infanzia scoprirà una verità fino ad allora inimmaginata che modificherà profondamente la prospettiva da cui ha sempre guardato suo padre.
Commento critico (a cura di ENRICA MANES)
L’uomo nero è il ritratto con bombetta di Cézanne che ossessiona il ferroviere Ernesto Rossetti, è la misteriosa ombra che insegue i sogni del piccolo Gabriele, le ombre del passato evocate dai sogni premonitori e dagli antenati di famiglia, e la figura di un padre che per il piccolo borgo pugliese è più spesso oggetto di scherno che di rispetto.
Quasi in un gioco-non sappiamo se voluto dallo stesso Rubini - il nome del giovane protagonista è Gabriele Rossetti richiama alla memoria il pittore preraffaellita (Dante Gabriel Rossetti) in un’ironia della sorte che coinvolge tutta la vita e la fanciullezza.
Cresciuto con il padre ossessionato da Cézanne, Gabriele, vero protagonista ed occhio critico della vicenda, finisce infatti per detestare i musei e l’arte, per non credere più in quel padre che litiga di continuo con la moglie, che si sente fuori posto e si umilia davanti a tutto il paese |
e ai sedicenti professori e critici d’arte che di lui si fanno beffe.
Fra pregiudizio ed ignoranza, paure e mistero, tradizione e storia famigliare, Rubini ricostruisce alla perfezione la mentalità ristretta della società di paese pugliese anni sessanta, con i suoi ospiti che vengono dal nord, i personaggi di spicco cui tutti fanno riferimento, i professori e i medici e vi inserisce per contrasto la figura che si distacca dalla normalità e dalla consuetudine, colui che nel ruolo che gli è stato assegnato si trova stretto e lascia libera la fantasia e la creatività .
Un micromondo di provincialismo universale in cui troviamo tutti gli elementi della narrazione fiabesca e di paesaggio sottolineate dalle musiche di Piovani e dagli scorci che richiamano alla memoria le vicende del Pinocchio di Collodi.
Tra ironia e lirismo, come ogni fiaba il lieto fine bussa alla porta nel finale; un Gabriele ormai maturo rivaluta la figura |
del padre e rivede in un flashback ogni particolare di quell’infanzia che allora gli era parsa piena di timori e dubbi.
Il mistero del ritratto di Cézanne è svelato, l’uomo nero mostra il volto del macchinista che lancia caramelle ai bambini e sorride, le ombre del passato fanno sorridere, il padre appare e strizza l’occhio in ultimo dialogo al figlio.
Dopo la fortunata collaborazione in Colpo d’occhio, Riccardo Scamarcio e Sergio Rubini tornano insieme sul set in versione commedia classica, questa volta affiancati da un brillante cast femminile.
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Links:
• 'L'UOMO NERO' NON E' SOLO NELLE FAVOLE: PAROLA DI DAVID FINCHER CHE DAI RIGURGITI DELLA PROPRIA INFANZIA E UN PAIO DI LIBRI DI RIFERIMENTO, CON IL FILM 'ZODIAC' RISPOLVERA UN VECCHIO INCUBO AMERICANO DEGLI ANNI SETTANTA (Anteprime)
Galleria Fotografica:
L'uomo nero.wmv
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