STATE OF PLAY: DAL PICCOLO AL GRANDE SCHERMO PER UN ALTRO DEI TANTI SCANDALI OFFERTI DALLA POLITICA SU UN PIATTO D'ARGENTO. PER QUESTO 'POLITICAL THRILLER' UN CAST STELLARE A DISPETTO DELL'ABBANDONO DI PITT E NORTON
"La storia analizza l’ambiguità dell’idea di una stampa obiettiva. I giornalisti dicono di essere obiettivi e che i loro rapporti e la loro vita non influenzano ciò che scrivono. Ma in questo caso non è vero. E’ proprio questo l’aspetto che più mi ha interessato: la loro umanità , nel bene e nel male. In realtà prendono le cose personalmente e non possono non lasciarsi coinvolgere dalle storie che raccontano – con tutto ciò che ne consegue, di negativo e di positivo... Il film vuole rendere omaggio anche a 'Tutti gli uomini del presidente', uno dei più grandi film sul giornalismo americano mai realizzati."
L'attore Russell Crowe
(State of Play USA 2009; thriller politico; 125'; Produz.: Andell Entertainment/Universal Pictures/Working Title Films; Distribuz.: Universal Pictures International Italy)
Makeup: Felicity Bowring (direttrice makeup); Kelvin R. Trahan (direttore acconciature)
Casting: Avy Kaufman e Mike Styles
Scheda film aggiornata al:
30 Novembre 2024
Sinossi:
IN BREVE:
Un thriller al vetriolo centrato attorno ad un emergente membro del congresso americano e ad un reporter che si occupa di giornalismo investigativo invischiati in un caso di alcuni brutali omicidi apparentemente non collegati tra loro. Il reporter del D.C. (District of Columbia) Cal McCaffrey (Russell Crowe), grazie alla sua scaltrezza, si ritrova a risolvere un mistero di delitti e collusione nel quale sono coinvolti alcuni dei politici e degli uomini d'affari più promettenti del paese.
McCaffrey (Crowe) vanta due dubbie fortune: un'amicizia di vecchia data con Collins (Affleck) e un redattore capo senza scrupoli, Cameron (il Premio Oscar Helen Mirren), che lo incarica di investigare al riguardo. Mentre lui e la sua partner Della (Rachel McAdams) cercano di scoprire l'identità dell'assassino, McCaffrey si imbatte in una serie di verità opportunamente insabbiate che rischiano di mandare in crisi le strutture del potere del paese. E in una città di spin-doctors e di ricchi politicanti, scoprirà una verità : quando la posta in gioco è di miliardi di dollari, l'integrità , l'amore o la vita di chiunque sono sempre in pericolo.
ENGLISH PLOT:
"Oscar winner Russell Crowe leads an all-star cast in a blistering thriller about a rising congressman and an investigative journalist embroiled in an case of seemingly unrelated, brutal murders. Crowe plays D.C. reporter Cal McCaffrey, whose street smarts lead him to untangle a mystery of murder and collusion among some of the nation’s most promising political and corporate figures in State of Play, from acclaimed director Kevin Macdonald (The Last King of Scotland).
Handsome, unflappable U.S. Congressman Stephen Collins (Ben Affleck) is the future of his political party: an honorable appointee who serves as the chairman of a committee overseeing defense spending. All eyes are upon the rising star to be his party’s contender for the upcoming presidential race. Until his research assistant/mistress is brutally murdered and buried secrets come tumbling out.
McCaffrey has the dubious fortune of both an old friendship with Collins and a ruthless editor, Cameron (Oscar winner Helen Mirren), who has assigned him to investigate. As he and partner Della (Rachel McAdams) try to uncover the killer’s identity, McCaffrey steps into a cover-up that threatens to shake the nation’s power structures. And in a town of spin-doctors and wealthy politicos, he will discover one truth: when billions are at stake, no one’s integrity, love or life is ever safe".
IN ALTRE PAROLE:
Nella partita a scacchi giocata dai maggiori esponenti di Beltway, due importanti schieramenti si danno battaglia a colpi di intrighi e oscure manovre: da un lato i politici, che vorrebbero mantenere la propria influenza ad ogni costo, dall’altro i giornalisti, il cui principale obiettivo è quello di svelare storie di corruzione connesse a un potere incontrollato. Gli avversari sono legati fra loro solo dal bisogno che tutti hanno dell’altro. E l’omicidio – fisico o metaforico che sia – è a volte l’unico modo per porre fine a un gioco troppo grande e pericoloso.
... Un thriller ‘al veleno’ che racconta le vicende di un astro nascente della politica e di un giornalista alle prese con una serie di omicidi apparentemente non collegati fra loro. Russell Crowe interpreta Cal McAffrey, un veterano reporter di Washington dotato di un’incrollabile determinazione ed energia, che riesce a dipanare un fitto mistero che vede coinvolte le figure politiche e imprenditoriali più illustri dell’intera nazione.
L’ambizioso e imperturbabile deputato statunitense Stephen Collins (Ben Affleck) rappresenta il futuro del suo partito politico e presiede un comitato che supervisiona le spese per la difesa nazionale. Grandi speranze ed aspettative sono riposte in un uomo che diventerà una figura di spicco nella storia politica americana, fino al giorno in cui la sua bella assistente muore tragicamente e segreti, a lungo occultati, iniziano improvvisamente ad affiorare.
McAffrey ha la dubbia fortuna di essere un amico di lunga data sia di Collins che della determinata direttrice della testata Cameron Lynne (Helen Mirren), che gli ha commissionato un servizio su questa storia. Mentre lui e la collega apprendista al suo fianco, di nome Della Frye (Rachel McAdams) indagano sull’identità del killer, McAffrey scopre uno scandalo che minaccia di scuotere le maggiori e più potenti istituzioni dell’intero paese. In una città di faccendieri e di ricchi politicanti, McAffrey scoprirà una verità fondamentale: quando ci sono miliardi di dollari in gioco, non si salva l’integrità di nessuno.
seconda pelle le scarpe del veterano giornalista Cal McAffrey, tanto navigato e sulla piazza da tempo sufficiente per fare notizia lui stesso, da non aver problemi a muoversi e portarsi fino agli estremi beneficiando delle sue fonti multiple, non prima di aver aspettato il tempo necessario per riordinare le sue carte e le sue idee come si deve, per poter dire nel modo moralmente più corretto possibile le sue conquistate verità . E’ lui a bucare lo schermo appena dopo un preambolo d’avvio che serve alla storia. E sono sufficienti alcuni istanti di ripresa in auto per lo schizzo di un ritratto essenziale quanto chiarissimo del genere di persona che ci troviamo davanti. Un tipo che al di là della sciatteria d’immagine - davvero strascicato ma con una certa sottesa cura - sa il fatto suo e che nella confusione delle sue carte arruffate sul sedile posteriore dell’auto, saprà trovare i
materiali giusti, necessari a fare un buon servizio, magari sconfinando dalla sfera del giornalismo a quella del poliziotto. Un esperto di quel ‘giornalismo on the road’ dunque, fondato certamente non sul gossip di poco conto ma su giganti ‘patate bollenti’, il piatto forte di tresche internazionali, là dove la politica fa rima ‘ideale’ con la machiavellica massima ‘il fine giustifica i mezzi’. E l’interferenza interattiva, per contrasto, tra giornalisti e polizia investigativa assume qui le proporzioni di nervo portante della sottotrama in cui si contrappongono tra loro modi diversi di intendere il portare a galla la verità , sia come buon servizio giornalistico che come efficace dinamica investigativa: lo attestano l’integerrimo Cal McAffrey e la giovane Della Frye (Rachel McAdams), così come la sbrigativa Direttrice di testata Cameron Lynne, per una spiazzante Helen Mirren che, appesi nell’armadio i panni regali (The Queen), mai prima d’ora si era mostrata linguisticamente così spiccia
e talora ‘scurrile’, più che determinata a far tutto quel che serve a vendere la testata battendo la concorrenza sul filo dello scoop. Quanto serve ad un combattivo ma funzionale ‘gioco di squadra’ che, alla fine, ovviamente, funziona, sul filo di un buon ritmo e di un’ottima sceneggiatura che cavalca il brivido dell’imprevisto così come dello sferzante sarcasmo, con non poche occasioni mirate a scoprire i personaggi costantemente in bilico, tesi a mantenersi in un equilibrio che sembra sempre più improbabile: là dove l’amicizia collide ora con il dovere professionale, talaltra con l’amore e la fedeltà coniugale, e ancora, con i propri interessi ed acquisizioni personali. Un bilico multiplo sovrastato dall’ombra lunga della verità che la si ricerchi o meno, in un modo o nell’altro.
Un respiro dichiaratamene anni Settanta sull’onda di Tutti gli uomini del presidente del mitico Alan J. Pakula che qui, con questa rivisitazione per il grande schermo
di State of Play da parte di Kevin Mcdonald (L’ultimo re di Scozia) - com’è noto, ispirata alla serie televisiva della BBC creata da Paul Abbott - ci pare ‘interagire’ anche con l’indimenticabile Presunto Innocente (1990), per qualche affinità rilevabile in certe schegge strutturali narrative. Anche nel caso di State of Play - così come già in Presunto Innocente con la scottante professional-fedifraga dinamica tra gli avvocati Rusty Sabich (Harrison Ford) e Carolyn Polhemus (Greta Scacchi) - c’è una giovane donna (Sonia Baker) attraente e professionalmente apprezzabile tanto da far girare la testa al politico rampante di turno, il congressman Stephen Collins portato ‘fuori fuoco’ in una sorta di ‘mannequin’ da Ben Affleck, o quanto meno sotto tono rispetto al calibro richiesto dal personaggio. Dietro le quinte un ginepraio di spionaggio da ‘alte sfere’, ben presto destinato ad entrare in rotta di collisione con una illecita relazione amorosa che
imprevedibilmente esce dai confini del calcolo per assumere una dimensione reale e sincera. Un tale conflitto di interessi non poteva altro se non sfociare negli oscuri meandri delle più tragiche conseguenze. In entrambi i casi, Presunto innocente e State of Play, seguendo piste diversissime tra loro come le rispettive storie del resto, le due donne escono di scena come vittime dei loro stessi errori, pagando di persona e ad alto prezzo con la vita stessa le losche manovre avviate su binari senza via d’uscita. Su tutto un’incontrovertibile dato di fatto: la verità , in un modo o nell’altro, viene sempre a galla.
Così, più che la novità , State of Play si direbbe aver trovato modi (dinamiche delle riprese e montaggio) e persone/personaggi accattivanti per far raggiungere la sua verità all’ennesimo intrigo internazionale, per un risultato complessivo senz’altro convincente, consolatorio e persino appagante. Evidentemente lo stile cinematografico anni Settanta vale ancora oggi
come ottimo motivo di ispirazione soprattutto applicato ai ‘film-denuncia’, ed è sempre tra i più gettonati, come attestano i sempre più numerosi proseliti, tra cui, orgogliosamente si professano Tony Gillroy (Michael Clayton), Robert Redford (Leoni per agnelli) e George Clooney (Good Night, and Good Luck).
Perle di sceneggiatura
Cameron Lynne, Direttrice diel "The Washington Globe" (HELEN MIRREN): "I bravi giornalisti non hanno amici, ma solo fonti".
(...)
La Blogger del "Globe" Della Frye (RACHEL MCADAMS): "Abbiamo per caso appena infranto la legge "
Il Capo Redattore della Cronaca del "Globe" Cal McAffrey (RUSSELL CROWE): "No, questo è ciò che si chiama buon giornalismo!"
(...)
Il Capo Redattore della Cronaca del "Globe" Cal McAffrey (RUSSELL CROWE): "Un giornale può dare a questa notizia il taglio che vuole. Secondo te come la prenderanno?".
Commenti del regista
Sul personaggio protagonista Cal McAffrey (Russell Crowe):
"Cal è il reporter più anziano e autorevole del giornale — un uomo molto intelligente che merita senza dubbio una posizione di maggiore rilievo. Dovrebbe lavorare in politica, ma qualcosa – nella vita – lo ha trattenuto. Rappresenta la nobiltà del giornalismo, ma anche il suo declino... Il senso di colpa che Cal nutre nei confronti dell’amico è uno dei fattori che lo motiva a voler dimostrare l’innocenza di quest’ultimo. Alla fine però il suo cinismo riemerge e torna a farsi dominare dai suoi radicati istinti professionali".
A proposito del Membro del Congresso U.S. Stephen Collins (Ben Affleck):
"Stephen è il presidente di un comitato molto prestigioso che si occupa di indagare sui possibili abusi del Dipartimento della Difesa. E’ un uomo estremamente ambizioso, ha la stoffa di un futuro presidente, di un nuovo Kennedy. Ben Affleck aveva la giusta fisicità , la giusta tranquillità e un forte interesse nella politica, che lo hanno reso perfetto per la parte".
Sulla Direttrice del "The Washington Globe", Cameron Lynne (Helen Mirren):
"La Pointcorp è una società mercenaria. Negli ultimi 20 anni l’America ha privatizzato un po’ tutto. Ora la privatizzazione ha raggiunto persino il settore militare, la CIA e l’FBI, lo spionaggio, le intercettazioni, e tutto il resto".
Commenti dei protagonisti:
RUSSELL CROWE (Cal McAffrey) Sul suo personaggio:
"Cal è un essere umano le cui convizioni lo spingono all’azione. Ma non è eroismo; lui fa semplicemente ciò che sente di fare per conto del suo amico. Quindi fin dall’inizio dela storia, il suo punto di vista è inquinato".
Riguardo a Stephen Collins (Ben Affleck).
"Stephen Collins è come un abile giocatore di scacchi che usa tutti i suoi trucchi per ottenere un vantaggio. Vive in un mondo in cui i temi da trattare sono sempre legati ad amici cui restituire dei favori. Lo stesso vale per il mondo della stampa che, nella frenesia di battere la competizione, cerca con tutti i mezzi di scovare fonti segrete che in realtà si lasciano svelare per un proprio interesse personale".
BEN AFFLECK (Stephen Collins) sul suo personaggio:
"Ero molto interessata all’idea di un nuovo tipo di giornalismo che si fa strada contro quello più tradizionale. E’ un fatto molto importante, che sta cambiando il volto di un’antica e consolidata professione. Ma, anche se con mezzi diversi, Cal e Della hanno entrambi lo stesso scopo: scrivere delle buone storie. Il metodo della donna è più orientato ad una gratificazione immediata: ottiene l’incarico, svolge le sue ricerche al computer, e quindi si mette a scrivere il pezzo. Cal invece non fa ricerche al computer e si infila subito nella mischia, si ‘sporca le mani’, indaga in prima persona".
HELEN MIRREN (Direttrice del "The Washington Globe", Cameron Lynne):
"... Il capo di ogni redazione offre la propria storia da mettere in prima pagina. Nella stanza si respira un’atmosfera elettrizzante. Si ha la sensazione di trovarsi fra persone molto intelligenti e assolutamente risolute. Non sono ‘gentili’ fra loro, ma molto dirette, molto precise. Bisogna avere i nervi d’acciaio per far parte di quell’ambiente".
JEFF DANIELS (Il Senatore George Fergus) sull'odierno legame fra giornalismo e politica:
"La cosa interessante del film sono i paralleli fra ciò che accade oggigiorno fra media e giornalismo. Oggi esistono canali all news, notiziari che vanno in onda 24 ore su 24 e che, anche quando non succede nulla, devono ‘nutrire il mostro’".
Altre voci dal set:
Il produttore ANDREW HAUPTMAN su Cal McAffrey (RUSSELL CROWE):
"... Cal ha opinioni molto forti rispetto a ciò che il giornalismo è diventato oggi e un ricordo un po’ idealizzato di come era un tempo".
"Kevin (Mcdonald) aveva un’idea molto chiara del tipo di atmosfera e di look che voleva per il film. Siamo stati entrambi ispirati dai film degli anni ’70 e dai loro colori. Kevin ama molto il realismo della ‘strada’".