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I DEMONI DI SAN PIETROBURGO: IL REGISTA GIULIANO MONTALDO SULLE TRACCE PIU' INTIMISTE DI DOSTOJEVSKIJ
"(…)È difficile, ma nello stesso tempo entusiasmante, entrare nel mondo di un grande scrittore come Fjodor Mikhajlovic Dostojevskij, rivivere le sue passioni, la malattia, la febbre del gioco; rileggere le pagine che lui ha scritto di getto, senza una correzione, perché doveva consegnare il lavoro presto, subito, per placare i tanti creditori. La vita, le sofferenze, le passioni di questo grande autore sono – forse - il suo romanzo più forte e coinvolgente(…)".
Il regista G. Montaldo
(I demoni di San Pietroburgo; Italia 2007; Storico-drammatico; 118'; Produz. Jean Vigo Italia in collaborazione con Rai Cinema; Distribuz. 01)
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Titolo in italiano: I demoni di San Pietroburgo
Titolo in lingua originale:
I demoni di San Pietroburgo
Anno di produzione:
2007
Anno di uscita:
2007
Regia: Giuliano Montaldo
Sceneggiatura:
Paolo Serbandini, Monica Zappelli, Giuliano Montaldo
Soggetto: Paolo Serbandini da un’idea di Andrej Konchalovskij
Cast: Miki Manojlovic (Dostojevskij) Carolina Crescentini (Anna) Roberto Herlitzka (Pavlovic) Anita Caprioli (Aleksandra) Filippo Timi (Gusiev) Patrizia Sacchi (Advotja ) Sandra Ceccarelli (Natalia Ivanovna) Giovanni Martorana (Trifonov) Giordano De Plano (Dostojevskij giovane) Emilio De Marchi (Gazin) Enzo Saturni (giovane Dottore) Carlo Colombo (Stellowsky) Cristina Aceto (ragazzina nuda) Danny Berger (II° giudice militare) Steve Della Casa (V° giudice militare ) Cast completo Marco Gandini (sarto ) Giancarlo Judica Cordiglia (Durov ) Francesco Marino (segretario Pavlovic) Stefano Saccotelli (servitore Stellowsky) Federico Zaimbra (venditore ambulante)
Musica: Ennio Morricone
Costumi: Elisabetta Montaldo
Scenografia: Francesco Frigeri
Fotografia: Arnaldo Catinari
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
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Sinossi:
San Pietroburgo, 1860. Un attentato provoca la morte di un membro della famiglia imperiale. Pochi giorni dopo lo scrittore Fjodor Mikhajlovic Dostojevskij incontra Gusiev, un giovane che è ricoverato in un ospedale psichiatrico. Gusiev confessa di aver fatto parte del gruppo terroristico e rivela che i suoi compagni stanno preparando un piano per eliminare un altro parente dello Zar. Il giovane gli rivela anche l’indirizzo di Aleksandra, il loro capo. Dostojevskij deve trovarla e convincerla a fermare questo nuovo atto terroristico. Lo scrittore è sconvolto. Sta vivendo giorni terribili, pressato dai creditori, dall’imminente scadenza del termine di consegna di un nuovo libro, dai frequenti attacchi di epilessia. Di giorno, con l’aiuto di una giovane stenografa, Anna Grigorjevna, detta Il giocatore. Di notte continua l’affannosa ricerca del gruppo terroristico. "I vostri romanzi - gli dirà l’ispettore Pavlovic - sembrano scritti contro i rivoluzionari, ma in realtà sono più incendiari dei proclami terroristici"…
Commento critico (a cura di ENRICA MANES)
La trama vagamente spettrale non funziona completamente per via di una sceneggiatura poco convincente ed il procedere per pura giustapposizione delle sequenze narrative (anche aggravata dai tagli che portano talvolta alla mancanza di nessi logici fra fotogrammi e situazioni).
Presente il tema della colpa, del patriottismo e della rivolta sociale, perfetti scenari e personaggi del dramma russo di genere, anche se l’indugiare in atmosfere buie e decadenti risulta a tratti di troppo; scontata la tematica, seppur biografica, del letterato squattrinato, ateo e sovversivo che si esplicita nel drammatico alternarsi di vicende presenti e connessioni passate, attraverso flash back narrativi di prigionia.
Non particolare rilievo e poca incisività delle scelte di regia e di inquadrature.
Dilungato nel finale a partire dalla fuga fortunosa sui tetti fino all’attentato alla cattedrale, il film si protrae oltremodo, dilatando i tempi e la narrazione in un abbondare di particolari di genere di interni a |
connotare l’ossessione morale nel rapporto fra dramma, realtà e l’allucinato delirio del protagonista, per chiudere con la scena per nulla nuova dell’aquila in volo, allusione alla libertà dopo la colpa.
Un prodotto drammatico dal buon potenziale psicologico che tuttavia convince a metà , unendo infatti ad un buon livello di recitazione e contenuto una narrazione però troppo lunga che rischia di allentare l’attenzione in più punti.
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Commenti del regista
"Lessi il progetto su Fjodor Dostojevskij qualche anno fa. Un racconto affascinante ideato da Andrej Konchalovskij e scritto da Paolo Serbandini. È davvero trascorso molto tempo ma le sequenze che avevo letto continuavo a rivederle e diventavano immagini con colori, ambienti, costumi, volti, luci... È difficile, ma nello stesso tempo entusiasmante, entrare nel mondo di un grande scrittore come Fjodor Mikhajlovic Dostojevskij, rivivere le sue passioni, la malattia, la febbre del gioco; rileggere le pagine che lui ha scritto di getto, senza una correzione, perché doveva consegnare il lavoro presto, subito, per placare i tanti creditori. La vita, le sofferenze, le passioni di questo grande autore sono - forse - il suo romanzo più forte e coinvolgente. Ho affrontato questa difficile impresa sperando che dopo la visione di questo film cresca il desiderio di conoscere ancora di più questo grande personaggio. Quello che mi ha affascinato, e che negli anni ha lavorato in profondità dentro di me, è l’idea di poter raccontare il dubbio, di poter osservare un grande scrittore affrontare il demone della sua coscienza nel timore di essere stato il cattivo maestro per le nuove generazioni. Di cogliere l’attimo in cui Dostojevskij dopo la terribile esperienza della detenzione in Siberia, nel contatto con la sofferenza vera e con quella umanità disperata, fa il bilancio del suo impegno rivoluzionario. E capisce che ormai è interessato a cercare una sola cosa: l’Uomo".
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Galleria Fotografica:
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i demoni di san pietroburgo.mov
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