UN AMORE SENZA TEMPO: PER IL PRIMO LUNGOMETRAGGIO IN LINGUA INGLESE DI LAJOS KOLTAI UN CAST STELLARE, CON MERYL STREEP E VANESSA REDGRAVE, ENTRAMBE CON LE RISPETTIVE FIGLIE, E GLENN CLOSE
Cast: Claire Danes (Ann Grant) Toni Collette (Nina Mars) Vanessa Redgrave (Ann Grant Lord) Patrick Wilson (Harris Arden) Hugh Dancy (Buddy Wittenborn) Natasha Richardson (Constance Haverford) Mamie Gummer (Lila Wittenborn) Eileen Atkins (Infermiera di notte) Meryl Streep (Lila Wittenborn Ross) Glenn Close (Mrs. Wittenborn) Ebon Moss-Bachrach (Luc) Barry Bostwick (Mr. Wittenborn) David Furr (Ralph Haverford) Sarah Clements (Lizzie Tull) Cheryl Lynn Bowers (Peach Howze) Cast completo
Chuck Cooper (Ray) Timothy Kiefer (Karl Ross) Jon DeVries (Deaver Ross) David Call (Pip) Robert Walsh (Matt)
Musica: Jan A.P. Kaczmarek
Costumi: Ann Roth
Scenografia: Caroline Hanania
Fotografia: Gyula Pados
Montaggio: Allyson C. Johnson
Effetti Speciali: J.C. Brotherhood (supervisore)
Makeup: Bradley Stenson (direttore makeup); Jerry Popolis (direttore acconciature)
Casting: Kerry Barden, Suzanne Crowley e Billy Hopkins
Scheda film aggiornata al:
26 Dicembre 2024
Sinossi:
IN BREVE:
Un dramma che esplora il romantico passato e le emozioni del presente di Ann Grant e delle due figlie, COnstance e Nina. In punto di morte Ann ricorda e si commuove quando parla alle figlie riunite dei momenti più importanti della sua vita dicinquant'anni prima, quando ancora era una giovane donna. Harris è l'uomo che Ann ha amato negli anni Cinquanta e che non ha mai dimenticato...
A drama exploring the romantic past and emotional present of Ann Grant and her daughters, Constance and Nina. As Ann lays dying, she remembers, and is moved to convey to her daughters, the defining moments in her life 50 years prior, when she was a young woman. Harris is the man Ann loves in the 1950s and never forgets...
Sarebbe stato un film straordinario, più per ricercatezza e profondità delle tematiche affrontate, peraltro in una cornice difficile e scomoda, che per originalità strutturale, se non fosse per quel ricorso esasperatamente frammentato, in un continuo alternarsi di passato e presente, di spaccati reali spesso intrecciati alle visioni tipiche di chi prima di lasciare questo mondo, naviga attraverso una sorta di dimensioni parallele. Un alternarsi e un intrecciarsi che sfocia di fatto in un andamento quasi vorticoso e, comunque, disciplinato in tempi un po’ troppo stretti, soprattutto all’inizio della storia, prima di concedersi dilatazioni narrative tali da restituire ad ogni scheggia il respiro necessario per sopravvivere. Una dinamica sufficiente a smorzare, almeno nella prima parte del film, il palpito emotivo di un’aura che già fin dalle prime battute si intuisce carica di intensa e drammatica atmosfera. Per Lajos Koltai, già candidato all’Oscar (Fateless, 2005) come direttore della fotografia, qui al
suo primo lungometraggio in lingua inglese come regista, Evening (Un amore senza tempo) - ispirato al romanzo di Susan Minot (co-sceneggiatrice del film con il Premio Pulitzer (The Hours) Michael Cunningham) - deve aver rappresentato di certo una sfida non di poco conto. Quale sfida maggiore di questa poteva esserci per indurre lo spettatore alla riflessione collettiva su schegge di vita universalmente riconoscibili? La sfida di dare a queste schegge corpo e anima, mirando all’apice dello spessore introspettivo, usando tutta la potenza dei ricordi di una donna ormai anziana sul letto di morte, già madre di due figlie molto diverse tra loro. Prende così vita un racconto indiretto, ripercorso per frammenti, seguendo il filo di un pensiero ormai ondivago tra sfere pluridimensionali, là dove la consapevolezza sosta sul piano dell’intermittenza. Se poi a restituirci visioni e schegge di ricordi trasognati tra le velature di una vita che se ne sta
andando è un’interprete ‘da paura’ come Vanessa Redgrave, potete ben immaginarvi quale capolavoro ne possa esser derivato. E il cast stellare assoldato da Koltai per Un amore senza tempo ha fatto di certo la differenza. Intorno al satellite pilota Redgrave girano difatti, magari solo come camei, e pure fulgidi come non mai: Glenn Close, nelle vesti dell’aristocratica e sofisticata Signora Wittenborn, più tardi letteralmente stroncata dalla drammatica morte del figlio Buddy (Hugh Dancy), che una sequenza tanto breve quanto travolgente per climax rende indimenticabile, e la monumentale Meryl Streep (la vecchia amica Leila che da giovane è interpretata da Mamie Gummer, sua figlia nella vita reale). Meryl Streep giunge solo verso la fine ed è determinante, anche per il significato di tutta la storia. Giunge difatti a tirare le fila, in poche essenziali sequenze - chi potrà più dimenticarla sul quel letto a fianco della stessa Redgrave? - sul significato
di un’esistenza, quella dell’amica Ann, ancora per certi versi misteriosa per le figlie: Constance, (Natasha Richardson, figlia della Redgrave nella vita reale), ma soprattutto per Nina (Toni Colette), che cresce d’un tratto e finalmente trova il coraggio di affrontare sul serio la vita, proprio in questi drammatici frangenti. Ma qui, in definitiva, si tirano le fila del significato che ognuno deve trovare per la propria esistenza. Stiamo parlando del grado di importanza che ciascuno conferisce alle proprie scelte, alquanto mutevole a seconda della prospettiva da cui si guarda, soprattutto nei diversi momenti della vita stessa, al significato e al peso che queste scelte hanno per altre persone, di famiglia o comunque affettivamente vicine. Si tratta dell’amore senza tempo e del sacrificio personale di ogni donna nei confronti dei propri figli, pur nella consapevolezza che quasi mai è una passeggiata. Estremamente eloquente, in tal senso, considerate le ambizioni di aspirante cantante
professionista della giovane Ann, (illuminante per farci penetrare nei chiaroscuri dell’animo del suo personaggio un’ottima Claire Danes), la sequenza che la ritrae con le due figlie piccole mentre sta cucinando, quando sopraggiunge infuriato il marito che pretende di lavorare in pace lamentando le frequenti, inopportune, intromissioni. Ambizioni consumate tra le lacrime amare di sacrifici quotidiani, pronte a farsi da parte quando decide di cantare per calmare le sue bambine, incantate quasi fossero ipnotizzate. Quanto basta a mandare al diavolo fornelli e ogni altra urgenza presunta. Un amore senza tempo, limiti e confini, da sempre.
"Mia madre (Vanessa Redgrave) ed io abbiamo detto allo sceneggiatore: ‘Questa sarà probabilmente la prima e ultima volta che saremo madre e figlia sullo schermo e quindi vogliamo sfruttare al meglio questa opportunità .’ E così Michael (Cunninghan) ha aggiunto una bellissima scena apposta per noi. E’ stata una vera gioia interpretare un film che affronta questo argomento e nel quale abbiamo potuto attingere moltissimo al nostro rapporto e
alla nostra storia personale. Inoltre ero molto elettrizzata all’idea di lavorare con lei ma chi
non lo sarebbe stata? Anche se non fosse stata mia madre, stiamo parlando di Vanessa
Redgrave. Nel film, interpreto la 'figlia brava’, quella che ha una vita normale, una casa e una famiglia. Il mio personaggio che si chiama Constance, ha un rapporto molto affettuoso con
la sorella minore, Nina anche se a volte le salterebbe alla gola. Constance e Nina non sono sempre d’accordo su tutto, ma si vogliono molto bene come capita a tantissime sorelle".
MAMIE GUNNER (Lila Wittenborn):
"Lila viene da una famiglia molto ricca, dell’alta borghesia ma si sente in trappola in quel mondo. Sarebbe disposta a rinunciare a tutto in un batter
d’occhio se l’uomo che ama veramente – e che non è quello che sta per sposare – glielo
chiedesse. Sono stata attratta dalla sua tristezza, e dal fatto che la storia esplorasse il tema del conflitto tra amore e convenzioni sociali, che è vecchio quanto il mondo. Ann Grant e Lila non hanno molte cose in comune, ma ciononostante sono amiche per la
pelle e si amano in maniera incondizionata. Si sono conosciute e hanno fatto amicizia al college e da allora sono come due sorelle...".