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LâAMORE RITROVATO - IL TENERO E PASSIONALE AFFRESCO DI MAZZACURATI TRASUDA UN INTIMISMO POPOLARE SENZA TEMPO
âQuesta è una storia che parla di un uomo e di una donna, di un treno che corre lungo la costa tirrenica e dellâItalia di tanti anni fa, che nonostante tutto non è cosĂŹ diversa da quella di oggi. Si potrebbe definirla una storia dâamore ma io preferirei chiamarla educazione sentimentaleâŚâ.
Carlo Mazzacurati
(ITALIA, 2004; drammatico; 109â; Produz.: Pyramide International; Distribuz.: Medusa Film)
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Titolo in italiano: L'amore ritrovato
Titolo in lingua originale:
L'amore ritrovato
Anno di produzione:
2004
Anno di uscita:
2004
Regia: Carlo Mazzacurati
Sceneggiatura:
Carlo Mazzacurati Claudio Piersanti, Doriana Leondeff
Soggetto: Liberamente tratto , da Claudio Piersanti e Carlo Mazzacurati, dal romanzo Una relazione di Carlo Cassola
Cast: Stefano Accorsi (Giovanni) Maya Sansa (Maria) Marco Messeri (Franchino) Armida (Luisanna Pandolfi) Bice (Vania Rotondi) Armando (Giacomo La Rosa) Sig.ra Ines (Anne Canovas)
Musica: Franco Piersanti
Costumi: Gianna Gissi
Scenografia: Giancarlo Basili
Fotografia: Luca Bigazzi
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
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Sinossi:
Il litorale toscano del 1936 è lo scenario su cui si muove il trentenne Giovanni Mansani (Stefano Accorsi), sposato con un figlio piccolo e un buon impiego in banca. Una vita senza infamia e senza lode, ma soprattutto priva di emozioni. Eâ durante uno dei suoi quotidiani spostamenti in treno che Giovanni incontra Maria, una vecchia fiamma che sulle prime neppure riconosce, e si spinge verso unâavventura che, data la lunga ariditĂ sentimentale di lei dopo aver avuto diversi uomini, non trova grossi ostacoli. Lâavventura apparentemente chiusa per Giovanni ha per Maria una valenza diversa e dopo un nuovo incontro, fa presto a scivolare in qualcosa di piĂš: i due vivono una passione turbolenta, delicata, appassionata e irruenta, talora violenta e irrazionale come quando Giovanni la ritiene responsabile di un ricatto di famiglia a suo danno. Tra separazioni e nuovi incontri, in cui si ribaltano i sentimenti, Maria fa resistenza mentre Giovanni ha finito con lâinnamorarsi sul serio, si riaccende la passione per entrambi che vivono romanticamente un periodo idilliaco in cui câè spazio per furibonde scenate di gelosia da parte di Giovanni appuntate sul passato di Maria. Ma il loro stare insieme ha solo lâingannevole veste di una coppia di sposi felici, ed è Maria a rendersene amaramente conto non appena vede Giovanni insieme alla vera moglie e il figlioletto. Sconvolta di fronte alla possibilitĂ di rivestire perennemente il ruolo dellâamante, con doloroso rimpianto trova la forza di troncare la relazione. Dopo nove anni, sullo sfondo di un paesaggio trasfigurato dalla guerra appena terminata, lâincontro tra Maria e Giovanni li troverĂ profondamente cambiati: lui, provato dagli orrori della guerra, di ritorno dal fronte, lei sposata con una figlia, in attesa di un marito dato per disperso, dove del loro intenso amore ormai trascorso non resta che uno struggente nostalgico ricordo e un tenero rimpianto.
Commento critico (a cura di Patrizia Ferretti)
IN UN TRENO CHIAMATO DESIDERIO, METAFORA DEL DESTINO, STEFANO ACCORSI, PERDUTOSI NELLE PALUDI PLACIDIANE DI OVUNQUE SEI, RITROVA SE STESSO CON IL REGISTA CARLO MAZZACURATI E LA COPROTAGONISTA MAYA SANSA: ED Eâ INTESA IMMEDIATA, PER UNA DELICATA E IRRUENTA STORIA DâAMORE TRASFIGURATA IN TERMINI DI QUOTIDIANA ATTUALITAâ
Non un film strabiliante, ma un affresco delicato e intenso che Carlo Mazzacurati dipinge sul grande schermo con cuore e meticolosa attenzione ai dettagli, e soprattutto con il coraggio di scartare dai clichĂŠ dâepoca, rivestendolo, a cominciare dai look rivisitati dei protagonisti, di una quotidiana attualitĂ .
Che la storia dâamore di Mazzacurati, per quanto di fatto ambientata negli anni Trenta, trasudi una quotidiana attualitĂ , lo si percepisce fin dalle prime istanze anche con un inserimento musicale che non ci aspetteremmo in quel contesto, e che senzâaltro si profila scelta che esula dai clichĂŠ di film del genere cui siamo tradizionalmente abituati: una straordinaria |
canzone di Fabrizio De Andrè, la cui ben nota voce, dal timbro caldo e suadente, scivola insinuandosi dolcemente e opportunamente nella sostanza degli elementi della storia (ââŚI suoi occhi il piĂš bel paesaggioâŚâ), in particolare nella vita di Giovanni (Stefano Accorsi), figlio del suo tempo, giovane uomo sposato con un figlio piccolo che non si tira indietro di fronte ad unâavventura dâamore. E il treno, per Giovanni semplicemente il mezzo prioritario dei suoi spostamenti quotidiani, diventa metafora di un percorso piĂš grande, quello della mente e del cuore, il percorso per unâevoluzione, un viaggio interiore che alla fine lo vede trasfigurato cosĂŹ come riesce egli stesso a sentire con la massima consapevolezza. E la trasfigurazione di Giovanni si direbbe speculare a quella dellâinterprete Accorsi che, smarritosi nelle paludi placidiane di Ovunque sei, qui, con Lâamore ritrovato di Carlo Mazzacurati sembra recuperare, almeno in parte, la capacitĂ di interiorizzare la psicologia |
del personaggio alla maniera del, pur placidiano, Un viaggio chiamato amore. La molla principale di questa trasformazione, il ritrovare una sua vecchia fiamma, Maria, cui dĂ volto e anima Maya Sansa (la terrorista di Buongiorno, notte! diretto da Marco Bellocchio, presentato alla 60a Mostra a Venezia lo scorso anno). Qui la giovane attrice regala al suo personaggio, con naturalezza e semplicitĂ di gesti ed espressioni, il giusto equilibrio di forza, quella della donna che lavora e che riesce a far fronte alle avversitĂ , ad andare avanti comunque, sia pure con lâamaro in bocca, e di arrendevolezza, soprattutto ad un amore sognato e mai incontrato nel proprio passato retroscena, fatto di amori fuggevoli e senza futuro. Quale occasione migliore per un giovane uomo alla ricerca dellâemozione, negata da un quotidiano troppo perfetto? E se lâavventura sboccia in vero amore perchĂŠ non si può avere tutto? Non si può far finta che |
non vi sia conflitto tra lâamore matrimoniale e quello riscoperto, recuperato, sia pur clandestino? Se per Lâamore ritrovato Mazzacurati avesse voluto un titolo alternativo, e soprattutto metaforico, avrebbe potuto scegliere Lâamor sacro e lâamor profano, ma senzâaltro al secondo ha concesso unâistantanea modellata con quella struggente tenerezza usata guarda caso proprio da Fabrizio De Andrè nelle sue canzoni, trattando temi analoghi. Per questo, alla fine del film ci allontaniamo quasi in punta di piedi, con il timore di dissolvere le nebbie di un nostalgico ma ancora intenso sentimento che, se un tempo ha travolto i due protagonisti, ora li avvolge teneramente confortandoli verso il nuovo cammino che li attende, sebbene ognuno per la propria strada, forti del nutrimento di unâesperienza che li ha arricchiti e maturati preparandoli ad affrontare ciascuno il proprio destino, con maggior responsabilitĂ e consapevolezza.
Malgrado lâattenzione focalizzata deliberatamente sui protagonisti, Mazzacurati non manca di ritagliarsi uno spazio |
piĂš che sufficiente e meticolosamente tratteggiato fin nei dettagli, per riservarlo a quellâItalia dellâepoca da lui stesso definita âperiferica, provinciale, minutaâ, quella che nel film fa capo al bigliettaio Franchino (grande Marco Messeri), alle signore, âcomariâ, che argomentano su quisquilie di quotidianitĂ in uno spiccato dialetto toscano, sĂŹ da farci respirare a pieni polmoni lâatmosfera di spaccati di intimismo popolare, per i quali, dovessimo trovare un corrispettivo pittorico, potremmo agevolmente citare il ânaturalismoâ dei dipinti toscani dellâentourage di Silvestro Lega, tra cui ad esempio i fratelli Tommasi. Quadro nel quadro, la proiezione cinematografica di una pellicola in bianco e nero per lâappunto del 1934, cui assistono i personaggi protagonisti de Lâamore ritrovato: La signora di tutti, titolo tuttâaltro che casuale di Max OphĂźls, guarda caso regista per il quale, come generi e correnti artistiche di riferimento per la sua opera cinematografica si è soliti indicare proprio il âdramma sentimentaleâ.
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Commenti del regista
CARLO MAZZACURATI: âLa televisione ha ridotto gli anni â30 ad unâepoca storica usurata. Per cui abbiamo cercato di evitare ogni calligrafismo. Dâaltra parte la nostra idea è quella di un film senza tempo, dove quello che conta è lâuniversalitĂ dei sentimentiâ.
(in âCiak in Mostraâ n. 8 â 8 settembre 2004, p. 2/ supplemento a âCiakâ n. 9 settembre 2004)
Commenti dei protagonisti:
STEFANO ACCORSI: â⌠Ci sono dei film in cui certi eventi legati al presente ti riguardano e ti condizionano in qualche modo, ma ci sono soltanto un uomo ed una donna in scena e ognuno diventa il centro dellâattenzione totalizzante dellâaltro senza condizionamenti esterni di alcun tipo. E quando si è davvero innamorati, questa è una condizione davvero fantasticaâŚâ.
MAYA SANSA: âLa storia punta molto sullâemotivitĂ e ognuno di noi ha portato il proprio bagaglio di vita, condividendo emozioni forti e scavando nel proprio passato attraverso un apporto piĂš istintivo che intellettuale⌠il lavoro dellâattore è interessante perchĂŠ ti riporta qualcosa di qualcuno anche inaspettatamente e ti permette di riproporlaâŚâ.
(in Lâamore ritrovato - Press-Book)
Links:
• L'amore ritrovato (Interviste)
Galleria Fotografica:
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