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Sky Captain and the World of Tomorrow : il sci-fi rĂŠtro del neofita regista statuniktense Kerry Conran
Sky Captain and the World of Tomorrow, USA/UK/ITALIA 2004; Genere: Thriller fantascientifico tra azione, avventura e mistero; 107â; Produz.: Jon Avnet, Aurelio De Laurentiis, Sadie Frost, Jude Law; Distribuz.: Filmauro
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Titolo in italiano: Sky Captain and the World of Tomorrow
Titolo in lingua originale:
Sky Captain and the World of Tomorrow
Anno di produzione:
2004
Anno di uscita:
2004
Regia: Kerry Conran
Sceneggiatura:
Kerry Conran
Soggetto: Kerry Conran
Cast: Jude Law (âSky Captainâ Joe Sullivan) Gwyneth Paltrow (Polly Perkins) Angelina Jolie (Capt. âFrankyâ Cook) Giovanni Ribisi (Dex Dearborn) Michael Gambon (Editor Morris Paley) Ling Bai (Bai Ling, la donna misteriosa) Omid Djalili ( Kaji)
Musica: Robert Elai, Ed (Edward) Shearmur
Costumi: Stella McCartney
Scenografia: Kerry Conran
Fotografia: Eric Adkins
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
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Sinossi:
Alle soglie della Seconda Guerra Mondiale, nella New York del 1939, Polly Perkins (Gwyneth Paltrow), agguerrita scaltra e impavida giornalista reporter del âChronicleâ, è giusto alle prese con una indagine personale sulla scomparsa di alcuni scienziati, quando un esercito di colossali robots sovrasta i cieli della Grande Mela per mettere in atto, di lĂŹ a poco, una devastante invasione. Lâavvenente giornalista, incautamente avida di immortalare lâaccaduto con un inedito reportage fotografico, si trova in serio pericolo quando le viene in soccorso lo âSky Captainâ Joe Sullivan (Jude Law). Malgrado i loro trascorsi dissapori che avevano interrotto una avvincente storia dâamore, i due tornano a stringere un solidale team per risolvere lâintrigata matassa, cui darĂ loro una mano âCaptain âFrankyâ Cookâ (Angelina Jolie).
Commento critico (a cura di Patrizia Ferretti)
Un enciclopedico fumetto digitale che parte con una buona dose di fascino ed eleganza stilistiche per perdersi strada facendo in una foresta di citazionismi fini a se stessi che fanno perdere di mordente la storia e perfino scadere in sottotono il duetto vincente Paltrow-Law
Cosa non farebbe una giornalista per una notizia calda calda e un reportage fotografico a firma propria? Di tutto! Ad esempio ignorare, o quasi, i mega apocalittici robots che infestano i cieli della Grande Mela per poi marciare minacciosi calpestando ogni cosa trovino sul loro cammino, senza troppe distinzioni. E questo anche in unâepoca rĂŠtro come lâambientazione in una New York allâanno 1939 quale quella ricreata dal neofita regista cinematografico Kerry Conran, in omaggio ai film di genere degli anni â30-â40, tra cui Flash Gordon, Rockteer, , BigglesâŚ. Non vi è paura dipinta sul volto di Polly Perkins (Gwyneth Paltrow), impavida giornalista reporter del âChronicleâ, totalmente |
assorbita dallo scattare le sue foto e niente affatto in ansia per la propria incolumitĂ . Tuttâal piĂš si può lasciar andare a qualche concessione di lieve stupore, edulcorato e romanticamente sfumato come i fumetti da Grand Hotel. Il personaggio è indossato come un guanto da Gwyneth Paltrow nella mise ideale di cinica arrivista senza troppi scrupoli dalla faccia dâangelo, patinata di dolce romanticismo e ben disposta verso ogni sorta di avventura in grado di arricchire il proprio reportage. E dâaltra parte, il carattere di Polly, ricalcato anche nel look della femme fatale in azione, aderisce perfettamente allâimpronta fumettistica di tutto il film, tale quale emerge fin dalle prime sequenze. Tipo di confezione voluta dallâinnovativo e coraggioso regista ed evidenziata nella scelta di una fotografia in bianco e nero virata in una sorta di seppia patinata, mantenendo qualche, essenziale, dominante cromatica: il rosso cupo sulle labbra e il biondo cenerino delle |
lunghe e mosse chiome di Polly-Gwyneth fanno risaltare indubbiamente il sex appeal dellâeroina. Ma non câè eroina senza eroe. Ed ecco lo âSky Captainâ Joe Sullivan (Jude Law) solcare i cieli in aiuto della cittĂ , messa sotto torchio e devastata dai âmeccaniciâ, quanto inesorabilmente micidiali, invasori, senza mai perdere di vista la situazione e pur pronto a sdrammatizzare con un invidiabile senso dello humour, talvolta applicato sui battibecchi con la sua âcompagna di avventureâ, guarda caso la âvecchia fiammaâ rispuntata allâimprovviso sulla sua strada.
Per inciso, innamorato degli âeroi pulitiâ alla Indiana Jones, con cui ha sentito peraltro una certa sinergia interpretando questo ruolo, Jude Law sembra aver abbracciato con particolare piacere, con la sensazione di mantenersi sulla stessa lunghezza dâonda, il ruolo di Errol Flynn nel suo prossimo film The Aviator. Certo è che, con tutti i richiami che si voglia al mitico Indy, su cui peraltro a torto |
si è fin troppo insistito sullâimpronta cartoon, tra âSky Captainâ e âIndiana Jonesâ di distanza ce nâè parecchia. Câè tutta la distanza che intercorre tra un fumetto di nome e di fatto sul grande schermo, nuovo quanto si voglia, ma pur sempre fumetto, che coerentemente affronta i pericoli come un giro di danza su una pista di pattinaggio, ed è il caso di âSky Captainâ, e una storia avventurosa dove incidentali apostrofi cartoonistici o alcune improbabili risoluzioni hollywoodiane lasciano campo pieno a vibranti e realistici tocchi emotivi, ed è il caso di âIndiana Jonesâ, cui Harrison Ford tiene peraltro molto a dar vita pure se in un contesto di avventura romanzata. Anche Indy-Harrison non manca di humour, ma esibisce un certo grado di sana e reale paura o disperazione e agisce in un contesto ambientale del tutto plausibile e realistico. Pertanto il confronto non regge proprio e ci stupisce davvero |
molto apprendere che Roger Ebert (âChicago Sun Timesâ, 17 settembre 2004) possa aver provato emozioni analoghe per Sky Captain come per I predatori dellâArca Perduta.
Se Sky Captain and the World of Tomorrow coerente con la propria impronta, parte bene, con scenografie accattivanti dal discreto fascino, onore al merito di Conran e del suo annoso background al computer, grazie al quale si è dimostrato in grado di mettere a punto avanzate tecniche di animazione in Cgi (Computer Graphic Imagery), man mano che avanza sembra perdersi per strada riuscendo a diluire i punti a favore, lâidea e la novitĂ di confezione con il pieno asservimento del cast al Blue Screen, non parzialmente come avevano giĂ fatto George Lucas o altri registi limitandosi ad alcune scene, ma per la prima volta in totale digitalizzazione e assenza di un set. Un budget modesto di 40 milioni di dollari per lâintera produzione e il |
computer di casa propria sono stati sufficienti a Conran - a parte gli otto anni di riflessione prima di avere la possibilitĂ di realizzare concretamente quanto cosĂŹ a lungo meditato - a dar vita a Sky Captain and the World of Tomorrow, il primo âsci-fi rĂŠtroâ della storia del cinema, ma il risultato finale sembra quasi quello di una esercitazione didattica. A Conran è mancata forse solo lâesperienza come regista del grande schermo e con tutta probabilitĂ si è visto tradito dalla voglia di strafare, cosĂŹ non è riuscito ad arrivare ad un prodotto fruibile nel suo complesso con una certa fluiditĂ e appetibilitĂ evitando di scadere nel farraginoso amalgama, fin troppo debordante, di citazioni su citazioni, (prestiti, furti, omaggi?), da far perdere lo spettatore nei sentieri di uno spettacolo che a furia di biforcazioni parallele finisce per farci perdere la strada maestra o comunque indubbiamente il fascino e lâinteresse |
iniziali. Ma era davvero necessario questo attardarsi su âtrovate visiveâ ormai comune bagaglio dellâimmaginario collettivo e dunque sterili e prive di mordente? Dallâidea del laser che fende una porta metallica, qui con successo rispetto al tentativo andato a vuoto nella fonte di riferimento, Il pianeta proibito (1956), agli animali piĂš o meno preistorici alla Jurassic Park, al percorso del ponte sospeso nel vuoto, idea variamente consumata nel II° e III° Indiana Jones, a Star Wars, per la multietnicitĂ dellâuniverso robotico piĂš o meno volante, ma anche per la proiezione ologrammatica della âMente Supremaâ del fautore di tutti i mali, anche se qui adoperata in funzione dellâoriginale trovata di âresuscitareâ il defunto attore Laurence Olivier, miracolo del computer, interprete-cameo dello scellerato Dr. Totenkopf, Deus Machina delle devastanti manovre telecomandate di stuoli di âroboanti robotsâ (lâaltro cameo è stato riservato ad Angelina Jolie). E questo per fare solo pochi esempi su cui |
la m.d.p. si dilunga inutilmente, fatta eccezione per lâultimo riferimento, con un conseguente ristagno che va a mortificare lâincontro della storia con un finale allâinsegna della banalitĂ .
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Bibliografia:
Sito Ufficiale: >www.skycaptain.com<
Links:
Galleria Fotografica:
1
sky captain.mov
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