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    Home Page > Movies & DVD > 1408

    NON APRITE QUELLA PORTA! QUATTORDICI ZERO OTTO (1408): UNA STANZA D'ALBERGO COME RING DOVE COMBATTERE I PROPRI DEMONI.

    "Fa veramente paura, ed è molto divertente. King è un maestro del racconto, ma possiede anche una sorta di sensibilità 'pulp'. Sa come rendere queste storie interessanti, paurose e vibranti al tempo stesso. Non so come faccia a sapere coem spaventare la gente in maniera così intensa, o da dove provengano questi impulsi, ma King sicuramente convoglia spiriti e demoni".
    L'attore John Cusack

    "(Il protagonista)E' una persona che ha perso la strada. E' triste e depresso, ed è alla ricerca di qualcosa... Nella 1408 Mike Enslin incontra l'orrore sotto forma dei suoi propri demoni... e deve affrontarli".
    Il regista Mikael Håfström

    (1408 USA 2007; Thriller horror paranormale psicologico; 104'; Produz.: Dimension Films/Di Bonaventura Pictures; Distribuz.: Keyfilms/A Lucky Red Company)

    Locandina italiana 1408

    Rating by
    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: 1408

    Titolo in lingua originale: 1408

    Anno di produzione: 2007

    Anno di uscita: 2007

    Regia: Mikael Håfström

    Sceneggiatura: Scott Alexander e Larry Karaszewski

    Soggetto: Da un racconto di Stephen King.

    Cast: John Cusack (Mike Enslin)
    Samuel L. Jackson (Gerald Olin)
    Mary McCormack (Lily Enslin)
    Jasmine Jessica Anthony (Katie Enslin)
    Paul Birchard (Mr. Innkeeper)
    Margot Leicester (Mrs. Innkeeper)

    Musica: Gabriel Yared

    Costumi: Natalie Ward

    Scenografia: Andrew Laws

    Fotografia: Benoit Delhomme

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    "Il famoso scrittore di libri horror Mike Enslin (John Cusack) crede solo in ciò che può vedere con i propri occhi. Dopo una serie di best seller che screditano gli eventi paranormali avvenuti nelle case infestate dai fantasmi e nei cimiteri più famosi del mondo, non ha nessuna prova concreta di una vita dopo la morte.
    La serie di lunghe notti solitarie senza fantasmi di Mike, tuttavia, è destinata a cambiare quando entra nella stanza 1408 del famigerato Dolphin Hotel per il suo ultimo progetto, Dieci notti nelle camere d'albergo infestate dai fantasmi.
    Sfidando gli avvertimenti del direttore dell'albergo (Samuel L. Jackson), decide di pernottare - il primo dopo anni - proprio nella stanza che tutti considerano infestata, nella speranza che possa essere l'inizio di un nuovo bestseller.
    Come molti degli eroi di Stephen King, Mike dovrà affrontare i suoi demoni, passando da scettico a credente, prima di superare la notte...".

    Dal >Press-Book< di 1408

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    REALTA� VISSUTA O IMMAGINATA? CHE TIPO DI ESPERIENZA E� STATA QUELLA DEL NOSTRO PROTAGONISTA NELLA STANZA 1408? L�UNICA CERTEZZA E� LA CONVINCENTE PERFORMANCE DI JOHN CUSACK NELLA TRASPOSIZIONE VISIVA DEL SUO TORMENTATO PERCORSO, DA SCETTICO SCRITTORE DI PARANORMALE E DI FANTASMI PRESUNTI A SOPRAVVISSUTO AI PROPRI DEMONI. UN PERCORSO CHE VI PORRA� DI FRONTE A INQUIETANTI INTERROGATIVI E A UNA IMPROBABILE VIA D�USCITA PER IL NOSTRO MALCAPITATO. QUALE VERITA�? RIUSCIRETE A FARVENE UN�IDEA SOLO CON L�ULTIMA SEQUENZA. NON PRIMA

    Certo che da ora in poi non sarà facile per nessuno accettare una 1408 come stanza d�albergo: dopo il film di Mikael Hafstrom - gli svedesi la sanno lunga quando si tratta di intrattenere sul registro del presagio - questo numero si va ad affiancare al 13 e al 17 per la �gioia� dei più superstiziosi. Non è una questione di paura e neppure di livello di horror. Anzi, a dirla tutta

    1408 non è né un film di paura né tanto meno può integrarsi di diritto nelle pellicole del genere horror. Si direbbe piuttosto un fanta psicologico paranormale innestato prioritariamente sul personaggio chiave e, soprattutto, sul suo tormentato percorso interiore: lo scrittore Mike Enslin che John Cusack ha dotato di quel cotè di superficiale abbrutimento, sottomesso alla dimensione di quel che può definirsi �scrittore� di second�ordine, rassegnato a cavalcare l�onda della sopravvivenza, con un doloroso background sul piano personale familiare, di quelli che segnano per sempre, come appunto la morte di una figlia e la conseguente separazione dalla moglie. Ma tutto questo lo scopriamo goccia a goccia nel corso della storia. Non c�è preambolo nè premessa in 1408. Lo spettatore è immediatamente catapultato nel percorso di questo personaggio che muove i suoi primi passi in modo piuttosto anonimo, seguendo un andamento blando, scontato, senza dirci molto di più di quello che

    non ci aspetteremmo da quel suo scrivere di fantasmi, diventato per lui routinario e chiave di una sopravvivenza basata più su vendite di contenuti a buon mercato che non su un certo target qualitativo. Come dire, la tipica vena narrativa da �merchandising�. Il numero di intervenuti alla presentazione del suo ultimo libro né dà un�immagine piuttosto chiara. E� il tipo che ormai non si aspetta grandi sorprese e tira avanti con sue personali convinzioni radicate nel più profondo scetticismo. Su questa lunghezza d�onda l�esperienza di una notte nella 1408 gli si prospetta come il banale lavoretto da sbrigare per cercare di scribacchiare qualcosa sul paranormale, in modo da poter vendere altro fumo indispensabile alla sua fiacca sopravvivenza. Del tutto vana la resistenza oppostagli dal proprietario dell�albergo, inutile ogni avvertimento: il suo fare sbruffone e insistente ha la meglio e una volta introiettato nella stanza la vede come una tra le

    tante.
    La componente un po� più debole del film si annida nella reazione del personaggio dopo le prime avvisaglie che di lì a poco gli si profilano davanti agli occhi, ad indicare che qualcosa in effetti non va. Si mostra subito agitato e spaventato con la ferma intenzione di andarsene. Sorprende un po� che questo leone, per così poco - all�inizio non si tratta di gran che - diventi improvvisamente coniglio. Ma ovvio che non gli sarà così facile, anzi, gli sarà proprio impossibile trovare una via di fuga. Da qui in poi ci si avventura nella parte più intrigante del film, là dove il percorso da incubo di Mike Enslin si complica per intensificarsi con l�intreccio di certi suoi spaccati personali: la dinamica interattiva con moglie e figlia, la malattia e la morte di quest�ultima, il rapporto con il vecchio padre, le precedenti morti in quella stessa stanza d�albergo,

    le varie trasposizioni temporali e le trasmutazioni animate di ambienti e oggetti, nonché i suoi tentativi di fuga naufragati in un ritorno obbligato nella stanza. Ci si chiede dove ci porterà tutto questo, avvinti dallo stesso, moderato, filo tensivo che tiene uniti noi spettatori al tormentatissimo protagonista. Realtà vissuta o immaginata? Pure il personaggio se lo chiede e non sa darsi risposta, almeno fino a quel punto. Ma ora noi un�idea ce la siamo fatta, anche se non ve lo possiamo dire! Sarete voi stessi a giudicare, e potrete farlo solo arrivando all�ultima sequenza, non prima.

    Commenti del regista

    La capacità di Cusack...:

    la capacità di Cusack di accattivarsi il pubblico era essenziale per il successo della narrazione. Era molto importante fare in modo che il pubblico desiderasse seguire il personaggio nel suo percorso. Il pubblico ha bisogno non solo di capirlo e di comprendere il momento della vita in cui si trova, ma anche di amarlo... Era una sfida dover lavorare con un personaggio che si trova in una stanza per così tanto tempo. Non è una storia convenzionale. La devi costruire mano a mano che vai avanti e renderla interessante. Non avremmo potuto fare gran che senza John (Cusack) o la sua energia. Penso che anche per lui sia stata una sfida".

    Non solo effetti...:

    "Era molto importante per me che 1408 non apparisse come un film di effetti speciali. Nella seconda o terza parte le cose si erano fatte abbastanza difficili, ma per la maggior parte del tempo ero io in una stanza con alcune persone che interpreatavano fantasmi o spiriti. Non abbiamo usato il blue screen facendo finta di fare tutto... L�acqua che irrompe nella stanza, la stanza che si trasforma in nave, il muro che crolla � abbiamo cercato di fare tutto quello che era possibile da soli. Quando abbiamo fatto crollare il muro, ad esempio, lo abbiamo fatto crollare sul serio... È stato un momento di crescita per me. Abbiamo cercato di non esagerare. Abbiamo cercato di integrare gli effetti all�andamento generale del film".

    Il finale:

    "Il racconto di Stephen King non ha un finale propriamente cinematografico. Abbiamo avuto diverse riunioni, lavorando a diversi finali... Dopo le proiezioni test, abbiamo optato per il finale che c�è adesso perché sentivamo che era più soddisfacente. Abbiamo dovuto girare la maggior parte del film prima di poter vedere con precisione dove ci avrebbe portato il finale. Era molto difficile prevedere in anticipo la direzione che avremmo preso".

    Commenti dei protagonisti:

    JOHN CUSACK (Mike Enslin) sul suo personaggio:

    "Enslin considera la 1408 parte di un'elaborata truffa perpetrata da Olin e dal suo staff. Se ne parlo, le prenotazioni dell'hotel aumenteranno del 50%. Presto però le cose iniziano ad accadere sul serio e si trasforma in una sorta di Hotel California. La stanza assume una personalità e diventa un personaggio. Che attacca".

    E sul film:

    "Il film è permeato da questa logica del sogno. Molte delle cose che vede Mike potrebbero essere accadute, dovrebbero essere accadute, o fanno parte del suo incubo più terribile<... Mike inizia ad avere delle visioni, ma sono tutte cose che sono accadute a lui, e potrebbero essere vere solo in parte. Vede dei membri della sua famiglia, relazioni del passato, genete deceduta con cui aveva delle questioni irrisolte. E' più un metafisico piegare la mente che un film dell'orrore. Non sai con certezza se la stanza dell'albergo sta veramente facendo questo alla mente di Enslin o se sono solo delle sue proiezioni. Questo film è sicuramente stato concepito per farci pensare, e spaventare, e farci sentire come se potessimo avere una personalità scissa... E' una grande sfida perché non ci sono vie di fuga. E non sai se riuscirai a farcela...".

    SAMUEL L. JACKSON (Olin):

    "Olin è stato il direttore dell'albergo per un periodo consistente, e ne è molto orgoglioso. Cerca di tenere lontana la gente dalla 1408. C'è una ragione, come ci racconta, per cui non vuole rimettere in ordine la stanza. Nel periodo in cui è stato responsabile dell'hotel ci sono stati molti decessi, e non sono state esperienze piacevoli. E' qualcosa che sicuramente non accresce la reputazione dell'hotel... In quella stanza accade qualcosa di molto reale. Chi sa cosa sia e perché?".

    MARY MCCORMACK (Lily) sul rapporto tra Mike e Lily:

    "Si possono cogliere dei barlumi del loro rapporto quando andava ancora bene, ma in linea di massima non è più stato lo stesso dopo la morte della figlia. Sono stati in cattivi rapporti per anni, ma credo che si amino ancora. Sono caduti in una sorta di trappola: il non averne parlato, non aver affrontato il lutto nello stesso modo, il non avere altro di cui parlare fatta eccezione per il soggetto di cui entrambi non desiderano parlare".

    sul film:

    "Per il suo genere questo film è complicato, ma questo mi piace. Lo rende interessante. Non è propriamente un film dell'orrore... ma fa paura. E' una specie di film sui fantasmi e contemporaneamente un thriller psicologico. Alla fine non sai più con certezza cos'è reale e cosa frutto della mente di Mike".

    Links:

    • John Cusack

    • Samuel L. Jackson

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    Galleria Video:

    1408.mov

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