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Una canzone d'amore per New Orleans
"... Descrive un mondo che la maggior parte della gente non conosce - un mondo magico. E' una storia sulla letteratura e sull'amore, ma non necessariamente amore fisico; l'amore fra gli esseri umani, ma ad un livello più profondo".
Paul Miller
"Questa storia non si sarebbe potuta raccontare altrove. New Orleans è un personaggio...".
John Travolta
(USA, 2004; Country drammatico; 120’; Produz. El Camino Pictures; Distribuz. Lucky Red)
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Titolo in italiano: Una canzone d amore per Bobby Long
Titolo in lingua originale:
A love song for Bobby Long
Anno di produzione:
2004
Anno di uscita:
2004
Regia: Shainee Gabel
Sceneggiatura:
Shainee Gabel
Soggetto: Liberamente tratto dal romanzo di Ronald Everett Capps
Cast: John Travolta (Bobby Long) Scarlett Johansson (Pursy Hominy Will) Gabriel Macht (Lawson Pines) Deborah KaraUnger (Georgianna) Dane Rhodes (Cecil)
Musica: Nathan Larson
Costumi: Jill Ohanneson
Scenografia: Sharon Lamofsky
Fotografia: Elliot Davis
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
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Sinossi:
L’adolescente Purslane Hominy Will (Scarlett Johansson), all’età di 18 anni convive, per smorzare un profondo senso di tristezza e solitudine che la attanaglia, come si intuisce di lì a poco con il procedere della storia, con un giovane sbandato. L’occasione di mollarlo su due piedi le giunge improvvisa e provvidenziale non appena scopre che non gli ha riferito in tempo la notizia della morte di sua madre. Lo abbandona per tornare nella città della sua infanzia, un quartiere dimenticato di New Orleans. Ma le sorprese nella sua giovane vita non sono che all’inizio: una volta a destinazione, scopre che la casa materna non è abbandonata bensì abitata da due bellimbusti alcolizzati, l’anziano Bobby Long (John Travolta), ex professore di letteratura e Lawson Pines (Gabriel Macht), suo allievo/biografo alle prese con la redazione di un libro che sembra parente stretto della tela di Penelope. La casa è in condizioni a dir poco disastrose e i due sono ben lontani dalla voglia di togliere le tende. Sarà la strana e paradossale convivenza dei tre nella stessa casa che sfocerà in altri colpi di scena e soprattutto a una loro graduale trasformazione e crescita interiore che prepara la storia ad un finale destinato a cambiare le loro esistenze per sempre, quella di Purslane in particolare.
Commento critico (a cura di Patrizia Ferretti)
Un film che sorprende e incanta, dai contenuti profondi, crudi e teneri ad un tempo, costellato di citazioni letterarie, specchio di una cultura del Sud America, qui eletta a viatico di riflessioni universali.
Questo film è decisamente sorprendente. E lo è per diversi aspetti, a cominciare dal tocco di musicalità che si percepisce pronunciando il titolo originale. Sorprende la maturità inaspettata, applicata con originalità e sensibilità emotiva e stilistica da una giovane regista americana come Shainee Gabel, impegnata nella sceneggiatura di questo film per ben cinque anni. L’impronta incisiva data alla storia, dotata della forza e della delicatezza tipiche di un poema letterario d’autore, con la capacità di attrarre fino all’incanto, risucchiando lo spettatore nell’atmosfera, non certo idilliaca, che si respira dagli anfratti in cui si incunea la m.d.p. per dipingere un quartiere di emarginati sociali, in una delle città più seducenti del Sud America, New Orleans. Sorprende per le |
straordinarie performances elargite dai protagonisti, resi attraenti e poetici proprio attraverso i loro limiti, i loro handicaps fisici o psicologici. Se non sono mai state in discussione le doti recitative di un attore come John Travolta, qui supera davvero se stesso nel ritrarre un personaggio vecchio, abbrutito dalla vita, dalle sofferenze, dall’alcol, con gravi scompensi fisici e mentali, rivestendolo di un tale spessore e di così tante e tali sfumature, da diventare lirico, e dunque in camaleontica sintonia con l’ambiente in cui vive, diventandone l’emblema, in contrasto e in armonia con le persone, molto diverse da lui, con cui si ritrova ad interagire, il cosiddetto allievo, la giovane proprietaria della casa sopraggiunta inaspettatamente. Non poche difficoltà il suo personaggio incontra persino a comprendere pienamente se stesso, incoerente e smarrito dalla realtà perso nei romanzi della letteratura del luogo o studiata all’Università , cui vanno ad aggiungersi le difficoltà a sopportare e |
superare le nuove sofferenze della malattia che lo consuma. Conferma il suo talento prodigio, particolarmente spiccato sul piano introspettivo, Scarlett Johansson (L’uomo che sussurrava ai cavalli, Lost in Translation, La ragazza con l’orecchino di perla). Tutti personaggi che vivono “nel limbo che alcuni di noi, per sopravvivere, costruiscono tra realtà e finzione: un posto dove si può fuggire… una fuga che può procurare, in parti uguali, rinascita e delusioneâ€.
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