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    LA CROCIATA DI UNA DONNA: PER AMORE, PER SCONFIGGERE I NEMICI E MANTENERSI L'ICONA PIU' AMATA DALL'OCCIDENTE

    I più votati!!! Il n° 3 nella Top 20 di CelluloidPortraits 2017 - Dalla II. Festa del Cinema di Roma

    "Scavando nella Storia, si finisce per raccontare una storia contemporanea che parla di noi stessi. Perché fare oggi un film che non sia legato al nostro tempo? Perché fare un film che non sia attinente agli attuali modi di pensare individuali, politici o psicologici? 'Elizabeth: The Golden Age' parla di Cate Blanchett, che sta interpretando Elisabetta per i tempi moderni. Parla del conflitto tra fondamentalismo e tolleranza, della ricerca di sé e della divinità. Parla di mortalità e immortalità. Sono tutte cose con le quali abbiamo a che fare tutti i giorni nella nostra vita".
    Il regista Shekhar Kapur

    (The Golden Age, GRAN BRETAGNA/FRANCIA 2007; drammatico; 106'; Produz.: Studio Canal/Working Title Films; Distribuz.: UIP)

    Locandina italiana Elizabeth: The Golden Age

    Rating by
    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Elizabeth: The Golden Age

    Titolo in lingua originale: Elizabeth: The Golden Age

    Anno di produzione: 2007

    Anno di uscita: 2007

    Regia: Shekhar Kapur

    Sceneggiatura: Michael Hirst, William Nicholson

    Cast: Cate Blanchett (la Regina Elisabetta I)
    Clive Owen (Sir Walter Raleigh)
    Geoffrey Rush (Sir Francis Walsingham)
    Samantha Morton (Mary Stuart - Regina di Scozia)
    Tom Hollander (Sir Amyas Paulet)
    Abbie Cornish (Elizabeth Throckmorton)
    Jordi Mollà (Philip II)
    Eddie Redmayne (Babington)
    Adam Godley (William Walsingham)
    Dave Legeno (Carnefice)
    Hayley Burroughs (Il nano di Elisabetta)
    Jeremy Barker (Ramsay)
    Robert Cambrinus (Ambasciatore austriaco)
    Jazz Dhiman (nobile)
    Christian Brassington (Arciduca Charles)
    Cast completo

    Musica: Craig Armstrong, A. R. Rahman

    Costumi: Alexandra Byrne

    Scenografia: Guy Dyas

    Fotografia: Remi Adefarasin

    Scheda film aggiornata al: 20 Luglio 2017

    Sinossi:

    IN BREVE:

    "Mentre si difende dai complotti della cugina Maria Stuarda e dagli assalti di Filippo II re di Spagna che vuole convertire l'Inghilterra al cattolicesimo, Elisabetta I scopre tradimento, gelosia e vendetta tra le braccia dell'uomo che le fa battere il cuore. Secondo capitolo della trilogia dedicata dal regista indiano Kapur alla regina vergine di ferro".

    IN DETTAGLIO:

    "E’ il 1585 e, dopo aver regnato l’Inghilterra per quasi tre decenni, la Regina Elisabetta I (CATE BLANCHETT) continua a fare fronte alla sete di sangue per il suo trono e alla duratura minaccia costituita dal tradimento familiare. Al di là della Manica, un’ondata distruttiva di cattolicesimo fondamentalista, guidata dal re di Spagna Filippo II (JORDI MOLLA di Sultanes del Sur), si abbatte sull’Europa del 16° secolo. Sostenuto dalla Chiesa di Roma e armato con l’Inquisizione, Filippo – con il suo potente esercito e la sua Armada che domina i mari — costituisce un’imminente minaccia per la Regina e la sua nazione… il cupo e devoto re è determinato a strappare l’ 'eretica' Protestante dal trono e a riportare l’Inghilterra alla gloria della Chiesa Cattolica di Roma.
    Preparandosi alla guerra per difendere il suo impero, Elisabetta lotta anche per tenere in equilibrio gli antichi doveri reali e l’inaspettata vulnerabilità del suo amore per Raleigh che — nonostante il suo status di commoner (cittadino che non ha alcun titolo nobiliare) — rimane proibito per una Regina che ha giurato corpo e anima alla sua nazione. Incapace di e riluttante a inseguire la sua passione, Elisabetta incoraggia la sua dama di corte preferita, Bess (ABBIE CORNISH di Stop Loss di prossima uscita), di stringere amicizia con Raleigh e tenerlo vicino.
    Ma questa strategia fa trovare Elisabetta al centro del loro corteggiamento, posizione nella quale lei non ha altra scelta che fare da spettatrice alla loro crescente intimità. Nell’impetuoso e avventuroso Raleigh, lei non vede solo un suo pari nell’intelletto e nello spirito, ma anche il richiamo di terre lontane, il globo inesplorato, l’infinito… la libertà.. Scegliendo Bess per prendere il suo posto, Elisabetta è alla fine costretta a fare l’angosciosa scelta tra essere una donna e essere una Regina.
    E mentre la Regina segue la politica estera, il suo fidato consigliere, Sir Francis Walsingham (Rush), continua magistralmente a tenere le fila della sua Corte – e della sua campagna per rinforzare il potere assoluto. Attraverso un’intricata rete di spie, Walsingham scopre un complotto di assassinio che potrebbe rovesciare il trono. Ma smascherando i traditori, tra i quali potrebbe esserci anche la stessa cugina di Elisabetta Maria Stuarda (la due volte candidata all’Oscar SAMANTHA MORTON di In America), Walsingham mette inconsapevolmente l’Inghilterra in grave pericolo.

    Dal >Press-Book< di Elizabeth: The Golden Age

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    AVVOLGENTE DRAMMA EPICO CHE SCARTA DA FACILI TRANELLI DI RETORICA O BAROCCHISMI, PER PUNTARE TUTTO SULL’INTERIORITA’ UMANA, FACENDO PERNO SU UNA MAGISTRALE SINTESI CINEMATOGRAFICA, LA’ DOVE ECCELLE LA LENTICOLARE E PUR LIRICA REGIA DI SHEKHAR KAPUR, CAPACE DI FAR LETTERALMENTE ‘VOLTEGGIARE’ LA PROPRIA MACCHINA DA PRESA PER AVVOLGERE PERSONE E AMBIENTAZIONI, CON LA RUTILANTE SONTUOSITA’ DEI COSTUMI, FINO A CATTURARNE L’ESSENZA INTERIORE, E REGALANDOCI INDIMENTICABILI FOTOGRAMMI DI RARA POESIA. UN DRAMMA CHE SI NUTRE DI UN RESPIRO STORICO FATTO DI SANGUNOSE DIATRIBE BASATE SU DEVASTANTI STRUMENTALIZZAZIONI A SFONDO RELIGIOSO, PER ANDARE A INCONTRARE IL SUO EPICENTRO NELLA SOFFERTA CRESCITA INTERIORE, FONDATA SU DOLOROSE RINUNCE, DEL PERSONAGGIO PROTAGONISTA DI ELISABETTA I. UNA SOVRANA SOPRA LE RIGHE DI RARA ‘AVANGUARDISTA’ GRANDEZZA CHE PALPITA SULLO SCHERMO IN TUTTA LA SUA VISCERALE COMPLESSITA’ CON UNA CATE BLANCHETT IN PARTICOLARE STATO DI GRAZIA: SI DIREBBE LA PERFORMANCE PIU’ ALTA E RAFFINATA DELLA SUA CARRIERA

    ATTORIALE FINO AD OGGI

    Che si tratti di un personaggio assurto ben presto a dimensione di icona si tende a precisarlo subito. La prima immagine di Elisabetta I che il film Elizabeth: The Golden Age ci propone è quella ritratta su una vetrata. Dimensione che il superbo regista indiano Shekhar Kapur, autore anche dell’atto I sul medesimo personaggio (Elizabeth, 1998) non manca di ricordarci a più riprese nel corso della sua poetica e profonda rivisitazione di uno spaccato storico indubbiamente avvincente, trattato in chiave straordinariamente moderna. La scelta è quella di una sintesi storica, affidata a poche essenziali didascalie esplicative e ad alcuni incisivi fotogrammi che si avvicendano l’uno sull’altro a rievocare poeticamente in pochi secondi, drammatici eventi trascorsi in molti anni. Si tratta così di uno sguardo asciutto e conciso quando si tratta di attraversare alcuni fondamentali passi di storia, teso a scartare da lunghi e tediosi intrattenimenti in chiave

    di ampollosa retorica, così come pure da facili tranelli baroccheggianti, preferendo misurarsi sulle corde più nascoste di psiche e animo umani, e non solo del personaggio protagonista. Kapur non manca difatti di prendersi tutto il tempo necessario, cercando di catturare l’essenza interiore, ad esempio nell’episodio che vede i passaggi che conducono Maria Stuarda (Samantha Morton) verso la decapitazione. La regina Elisabetta I resta d’altra parte il fulcro indiscusso di questa originale investigazione su un soggetto classico, là dove si posa una macchina da presa capace di fermarsi in pochi intensissimi istanti su un primo piano, così come di volteggiare letteralmente sullo schermo avvolgendo persone e ambientazioni ricreate in maniera lenticolare fino a raccoglierne e trasmetterne il respiro: dai notturni irrorati dalla luce di incendi, dalle intimistiche ambientazioni di studioli o luoghi di preghiera in cui protagonista è la luce delle candele. Non sono poi poche, e soprattutto calzanti un ruolo

    ben preciso, le artistiche riprese dall’alto o da particolari angolazioni, con la complicità di veli volteggianti, di singolari scorci architettonici o luministici, là dove trovano il loro senso e il loro spazio multiple dissolvenze in bianco, e un rutilante avvincendarsi di mutar d’abito che contribuisce notevolmente a far affiorare con tratti sempre più demarcati il profilo introspettivo di un personaggio sopra le righe come quello della regina Elisabetta I. Profilo su cui l’interprete protagonista Cate Blachett deve aver lavorato moltissimo per riuscire a renderlo così magnificamente complesso e realmente sofferto, fortemente determinato non privo delle sue fragilità, appassionato e glaciale all’occorrenza, ironico e sarcastico, pronto a sacrificare tutto in nome della salvezza del suo popolo. Di fatto, la performance più raffinatamente elevata di tutto il percorso attoriale della Blanchett. Un profilo destinato peraltro a complicarsi ulteriormente tramite l’interazione affettiva con altri due personaggi chiave: Sir Walter Raleigh, che Clive Owen

    incarna quale poetico e romantico pirata alla scoperta del Nuovo Mondo, legato alla sua regina da un intricato rapporto che dovrà poi limitarsi ad una rispettosa devozione, e Bess (Abbie Cornish), la dama di corte preferita dalla regina, metafora vivente di quelle libertà di vita che Elisabetta ha negato a se stessa, proprio in funzione del suo gravoso ruolo di sovrana dell’Inghilterra.
    Se l’orrore di una guerra d’epoca, viene sintetizzata in pochi incisivi fotogrammi, sottotrama omnipresente che innerva l’intera pellicola è invece la diatriba a sfondo religioso che ha fatto storia e che odora di estrema attualità per i nostri non meno drammatici tempi contemporanei: la feroce ‘Guerra Santa’ tra Protestanti e Cattolici che tanto ha contribuito a un inutile e insano spargimento di sangue. Anche se nella realtà non è mai questo il solo motivo a far decollare una guerra: la vera storia non manca di rimarcare importanti interessi

    economici quali ragioni pilota di tale conflitto, su cui invece il film di Kapur sorvola. Ma questa ricostruzione di epoca e personaggio nel segno dell’interiorità umana fanno di Elizabeth: the Golden Age un’opera lirica a sfondo storico assolutamente straordinaria. Il film eccelle nel mettere in luce la visione moderna, avanguardista, della sovrana, estremamente aperta alla tolleranza religiosa e dunque lontana da ogni qualsivoglia parvenza di - devastante allora come oggi - fondamentalismo. Un avanguardismo a tutto tondo che il film peraltro evidenzia anche come ottica femminile, quella che motiva la sua superiorità di donna rispetto al novero di ridicoli o interessati spasimanti internazionali - tali da alimentare umoristiche e esilaranti sequenze - nonché l’attrazione profonda di Elisabetta (Blanchett) per Raleigh (Owen), per quanto poi di fatto si veda costretta a rinunciarvi.
    Dal momento che Elisabetta I è stata progettata come trilogia nella mente del regista Kapur fin dall’inizio, e notando la

    profonda evoluzione che distanzia l’atto primo (Elizabeth) dall’atto secondo (Elizabeth: The Golden Age), non osiamo immaginare che cosa mai riuscirà a realizzare con il terzo.

    Perle di sceneggiatura

    La Regina Elisabetta I: "Mi chiamano la Regina Vergine. Nubile, non ho Padrone. Senza figli, sono Madre del mio popolo. Che Dio mi dia la forza di sopportare questo pesante fardello".

    Commenti del regista

    "Senza Cate (Blanchett) nei panni di Elisabetta, 'Elizabeth: The Golden Age' non avrebbe potuto essere realizzato... Per Cate questa è una parte molto più difficile e stimolante, nella quale lei è più attiva che reattiva – Elisabetta è diventata molto più complessa. Cate ha dato un’interpretazione che mantiene la vulnerabilità già espressa in 'Elizabeth' ma che ora, sta sotto la superficie di questa donna molto più forte".

    Commenti dei protagonisti:

    CATE BLANCHETT (la regina Elisabetta I):

    "Ho imparato molto su questo mestiere dal tempo di 'Elizabeth'. Detto questo, è un ruolo complicato e ci sono state volte in cui ho pensato di aver sbagliato tutto e avrei avuto voglia di cominciare tutto daccapo. Credo che questo provi che si tratta di un personaggio davvero potente e complesso — ci sono un infinito numero di modi per interpretarlo… ma, dato che il film ha dei tempi, questo è il modo che abbiamo scelto allora. Elisabetta è un personaggio che continua ad affascinare il pubblico; ecco perché sono state raccontate così tante versioni della sua vita. Quello che si rivela di lei dipende dall’angolazione dalla quale si è deciso di guardarla... 'Elizabeth' ha esplorato la negazione, le parti di sé stessa di cui una persona deve liberarsi per poter comandare. Ha trasformato sé stessa in un’icona, un’immagine che lei ha levigato e lustrato per fini politici… e, io sospetto, per proteggersi emotivamente. Il viaggio di 'The Golden Age', per molti versi, parla di accettazione. Quello che ho cercato di fare in questo film è stato dare il senso di una donna vuota – senza un compagno, un marito, un figlio – che è alla ricerca di qualcosa che riempia questo vuoto... Elisabetta aveva un vigile senso dell’autocontrollo. Era molto attenta alla sua immagine. Quello che il film affronta, tra gli altri temi, è che quando lei comincia ad invecchiare, la sua possibilità di sposarsi e formare alleanze con altre nazioni – un’arma molto potente – viene meno. La sua attrattiva fisica e la capacità di avere dei figli vengono messe in discussione. Si tratta della pressione politica, ma anche della pressione che viene da dentro. Le cose che lei ha tenuto represse così a lungo esplodono in superficie, specialmente nella sua relazione con Raleigh".

    Altre voci dal set:

    Il produttore TIM BEVAN:

    "Cate si è resa conto nel primo film di parlare a donne contemporanee; quello che ha fatto in questo film è stato esplorare il prezzo che si paga per avere tutto. Per Elisabetta è la carriera, il prezzo di essere onnipotente e il prezzo di essere una donna in un mondo di uomini. Credo che questo parlerà a tutte le donne".

    Links:

    • Clive Owen

    • Cate Blanchett

    • Geoffrey Rush

    • Tom Hollander

    • Abbie Cornish

    • Samantha Morton

    • Eddie Redmayne

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    Galleria Video:

    Elizabeth The Golden Age.mov

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