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'N' come NAPOLEONE
Dalla I. Festa del Cinema di Roma
"Da tempo rimuginavo il proposito di raccontare in un film la stagione del fervore politico giovanile, che per quanto mi riguarda ha avuto luogo in un'epoca recente. Quell'esaltazione romantica che può portare un giovanotto di buone letture e d'animo idealista a sentirsi investito dal destino di compiere un gesto eroico, per dirla in modo foscoleggiante, a personale detrimento ma a beneficio dell'umanità . Il libro di Ferrero, col suo racconto sull'esilio elbano di Napoleone, ha fatto venir voglia agli sceneggiatori e a me di attribuire questo spirito ad un ventenne di Portoferraio... In questa storia s'incontrano l'idealismo politico giovanile di Martino, maestrino e aspirante poeta elbano, ed il disincanto e la malizia del Bonaparte esiliato ed apparentemente sconfitto, certamente con uno spirito di opera comica irriverente, ma anche con una vena romantica e con qualche ambizione di racconto filosofico. Sullo sfondo c'è una Toscana ottocentesca dal notabilato patetico e velleitario, e una litigiosa famigliola bottegaia sui generis: due fratelli e una sorella sempre in guerra tra loro, ma che in fondo si adorano...".
Il regista Paolo VirzĂŹ
(N (Io e Napoleone), ITALIA; FRANCIA; SPAGNA 2006; commedia, ovvero "opera comica irriverente"; 110'; Produz.: co-produzione Italo-Franco-Spagnola: Cattleya/Babe Films/Alquimia Cinema; Distribuz.: Medusa Film)
(Comment by PATRIZIA FERRETTI)
Comedy or dark fairytale? 1800 noir or philosophical apologue? Simply âNâ, as in Napoleon Bonaparte, but âNâ in the hands, mind and lenses of Paolo Virzi, Tuscan director more D.O.C., meaning heâs getting better at his profession every day; means re-examine in full with truth and yet funny with irresistible irony used on the main character whoâs the despot par excellence. Here the drama is split in half to make us think on moments of history divided between humanity and politics. And going through history we can reflect about today tyranny. In the original dubbing is used the true, and even stronger than usual, native dialect from Livorno to underline the deflating dream to murder Napoleon. The result is a nice fresco undoubtedly not banal with pieces of true drama, yet filled with comedy which even Monica Bellucci find herself comfortable with, playing the role of Baroness Emilia.
(Translation by MARTA SBRANA, Canada)
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Titolo in italiano: N (Io e Napoleone)
Titolo in lingua originale:
N - Napoleon
Anno di produzione:
2006
Anno di uscita:
2006
Regia: Paolo VirzĂŹ
Sceneggiatura:
Paolo VirzĂŹ, Furio Scarpelli, Giacomo Scarpelli e Francesco Bruni
Soggetto: Liberamente tratto da N di Ernesto Ferrero, edito da Giulio Einaudi Editore (soggetto a cura Paolo VirzĂŹ, Furio Scarpelli, Giacomo Scarpelli e Francesco Bruni)
Cast: Daniel Auteuil (Napoleone) Elio Germano (Martino Papucci) Monica Bellucci (Baronessa Emilia) Francesca Einaudi (Mirella) Sabrina Impacciatore (Diamantina) Valerio Mastandrea (Ferrante) Massimo Ceccherini (Cosimo) (con la partecipazione di-) Omero Antonutti (Maestro Fontanelli) Margarita Lozano (Pascalina) JosĂŠ Angel Egido (Marchand) Achille Brugnini (Colonnello Campbell) Vincent Lo Monaco (Generale Drouot) Vittorio Amandola (il Sindaco) Emanuele Barresi Cast completo Carlo Monni (Notaio Bonci Bacelli) Fausto Caroli (AlĂŹ) Andrea Cambi (Oreste) Gianluca Iume (Brogi) Raffaella Lebboroni (Governante) Giorgio Algranti (Primo inserviente) Carlo Neri (Secondo inserviente) Sandro Radicia (Ufficiale francese) Andrea Buscemi (Coadiutore) Simone Caroti (Fruttivendolo) Marco Conte (cocchiere Emilia) Giorgio Cortigiani (Pescatore nella taverna) Fabio Vannozzi (Avventore taverna) Alberto Forti (Secondo avventore) Guido Genovesi (Terzo avventore) Pietro Fornaciari (Pescivendolo sguaiato) Tommaso Forni (Uff. lanciere polacco) Gloria Bigongiali (Moglie Bonci Baccelli) Massimiliano Gallicani (Stalliere) Simone Gallo (Soldato elbano) Francesco Gerardi (Altro soldato elbano) Roberto Marini (Cons. Municipale Mainardi) Serge Pirilli (Aiut. Gen. Drouot) Giovanni Rindi (Aiutante Col. Campbell) Luca Saglimbeni (Lanciere polacco) Vincenza Scotto (Madre di Napoleone) Maria Grazia Taddei (Vecchia domestica) Carlo Ipata (Musicista) Giorgio Sasso (Musicista) Massimo Paciariello (Musicista) Matteo Scarpelli (Musicista) Francesco Bruni (Cicisbeo di corte)
Musica: Paolo Buonvino e Juan Bardem
Costumi: Maurizio Millenotti
Scenografia: Francesco Frigeri
Fotografia: Alessandro Pesci
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
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Sinossi:
"Nel 1814 Napoleone giunge in esilio all'Isola d'Elba accolto dall'entusiasmo esaltato del popolino e del notabilato locale. Ma c'è qualcuno che non festeggia: il giovane Martino Papucci, ultimogenito di una famiglia di commercianti di Portoferraio, maestrino idealista e libertario, poeta in erba e amante libertino della bella e matura Baronessa Emilia. Martino detesta l'ex imperatore e sogna tutte le notti di ucciderlo, per vendicare gli ideali rivoluzionari traditi e i tanti giovani mandati al massacro sui campi di battaglia di tutta Europa; cosÏ quando gli viene offerto di diventare scrivano e bibliotecario del nuovo Re dell'Elba, il ragazzo accetta con il segreto intento di compiere finalmente il delitto per il quale si sente predestinato. Ma l'impresa tirannicida si rivela piÚ complicata del previsto: nella noia dell'esilio, Il Bonaparte si diverte ad irretire quel giovanotto pateticamente al tramonto, ormai sconfitto, stanco e pentito.
Tra seduzioni e tradimenti, tentativi falliti e sorprendenti confessioni, si consuma l'incontro tra il candore e l'idealismo dei vent'anni con il disincanto dell'etĂ adulta e la malizia del Potere. Fino alla beffarda e sorprendente delusione finale...".
Dal >Press-Book< di N (Io e Napoleone)
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
FIABA NERA O COMMEDIA? NOIR OTTOCENTESCO O APOLOGO FILOSOFICO? SEMPLICEMENTE âNâ, COME NAPOLEONE BONAPARTE. MA âNâ NELLE MANI, NELLA MENTE E NELLâOBIETTIVO DI PAOLO VIRZIâ, REGISTA TOSCANO SEMPRE PIUâ DOC, NEL SENSO AUTORIALE DEL TERMINE, HA SIGNIFICATO âRIVISITAZIONEâ PIENA, INTRISA DI AUTENTICA VERITAâ QUANTO DI UNA DIVERTITA, IRRESISTIBILE IRONIA, APPLICATA SU UN PROTAGONISTA DI TIRANNĂA A TUTTO TONDO PER ECCELLENZA, E NON SOLO SU DI LUI. ANCORA IL DRAMMA CHE SI SPOSA CON LA COMMEDIA PER RIFLETTERE SU SPACCATI DâEPOCA DIVISI TRA UMANITAâ E POLITICA. E PASSANDO PER IL RIGORE STORICO SI CORTEGGIANO SCHEGGE DI TIRANNIA PESCATE NELLâATTUALITAâ. A RENDERE ANCOR PIUâ DISSACRANTE IL SOGNO â DI FATTO MAI CONSUMATO â DI UCCIDERE NAPOLEONE, CELEBRE VOLTO STORICO DEL TIRANNO CLASSICO, QUALE GRANDE AFFABULATORE E AFFASCINANTE TRASCINATORE DI MASSE POPOLARI, Eâ LA SCELTA, VOLUTA, SUL PIANO LINGUISTICO, DI UNO SPICCATO DIALETTO LIVORNESE DI QUARTIERE. IL RISULTATO Eâ UN GRAZIOSO AFFRESCO TUTTâALTRO |
CHE BANALE, CON ACUMINATE SCHEGGE DI VERO DRAMMA, EPPURE DALLA IRRESISTIBILE DOMINANTE COMICA, CUI BEN SI ADEGUA CON SUCCESSO ANCHE MONICA BELLUCCI NELLE VESTI DELLA BARONESSA EMILIA
N-Ucciderò il tiranno doveva essere evidentemente il primo titolo cui Paolo VirzĂŹ aveva pensato per N (Io e Napoleone). E forse avrebbe fatto bene a mantenerlo, perchè delineava immediatamente i contorni dellâidea motrice del film, grazioso affresco che oltrepassa, pur affondandovi le radici, i limiti e confini dello spaccato locale legato allâepoca di riferimento: Portoferraio 1814. E il sogno agognato da Martino Papucci (Elio Germano), a occhi aperti e chiusi, un vero chiodo fisso, si consuma (solo col pensiero), fin dai primi fotogrammi del film, quasi monocromi nei toni seppiati, lĂ dove uno sparo raggiunge alle spalle Napoleone. Ma ben presto ci si distende allietati dal timbro esilarante ed ironico tipico della commedia. E lâironia non è certo indirizzata in modo univoco solo sul |
tiranno, bensĂŹ anche sullo stesso Martino, non immune da âpeccheâ caratteriali e, se vogliamo, pure su altri personaggi che in qualche modo ruotano attorno al protagonista. A cominciare dallo stesso nucleo familiare di Martino - o almeno di quel che è rimasto - costituito dal fratello Ferrante (Valerio Mastandrea), dalla sorella Diamantina (Sabrina Impacciatore) e dalla giovane domestica Mirella (Francesca Inaudi), uniti e divisi da una dialettica alquanto turbolenta e carica di contraccolpi, soprattutto in virtĂš della vena idealistico-rivoluzionaria del giovane Maestro Martino. Unâirruenza simile ad un fiume in piena che non può e non vuole trattenere neppure a scuola, coi ragazzi, anche se, colto in flagrante, rende inevitabile lo scontro con lâistituzione della direzione scolastica, valevole un bel licenziamento per direttissima.
Che cosa ha di particolare un film come questo per meritare una veste universale, benchĂŠ interamente impostato sul dialetto toscano, e piĂš esattamente, gergale, di quartiere livornese?
Molte |
veritĂ di ampio respiro, tali da surclassare epoca, e ambientazione: i tranelli della tirannĂŹa e lâeffetto placebo sulle masse popolari allâinsegna di promesse, o semplicemente di speranze, per un generale miglioramento delle condizioni di vita quotidiana. Ossia, quello che è stato, è, e rimarrĂ sempre il sogno universale della gente comune, del popolo di ogni epoca e di ogni luogo, disposto nella eccezionale circostanza, ad accettare qualsiasi âsovranitĂ â in nome della possibilitĂ - la speranza è lâultima a morire - di veder concretizzato il miraggio di unâevoluzione, la realizzazione del famigerato âmiracolo economicoâ che non sarĂ mai. Eâ dunque con un caleidoscopio di autentica e schietta umanitĂ che le schegge âpoliticheâ del film si ritrovano a fare i conti. Nessuno è perfetto, neppure la gente del posto, neppure il vecchio Maestro Fontanelli (Omero Antonutti), un esempio per Martino, che a un certo punto sembra rinnegare i suoi stessi insegnamenti e |
il proprio credo.
Eâ sulla scia di questa variegata e talora contraddittoria umanitĂ che, con aria divertita e pungente ironia, VirzĂŹ si diletta a tendere una sorta di tranello allo spettatore, facendo partecipare al gioco il tiranno in persona, N, splendidamente stratificato da Daniel Autier, a tratti persino simpatico, affascinante affabulatore, dalle cui labbra ormai giĂ pendono le persone semplici e di gran cuore del luogo, desiderose solo di credere di potersi fidare ed affidare a un qualcuno che sembra aver tutte le carte in regola per risollevare le loro sorti. CosĂŹ occhieggia lâinfanzia del bambino triste, della governante Pascalina (Margarita Lozano), testimone oculare di un destino non cercato e men che meno voluto - cosĂŹ si dice - di un professato (mendace) dolore per le migliaia di morti inutili alimentate da insane smanie di potere, fino alle lacrime, che di lĂŹ a poco sapremo âdi coccodrilloâ. Il tutto condotto con |
levitĂ assoluta, irrorata abbondantemente da quel tipo di comicitĂ semplice e immediata, di una fluiditĂ fresca e cristallina, e pur tale da macroscopizzare il dramma che traspare da dietro le quinte prima di uscire allo scoperto con la sequenza piĂš tragica in assoluto: protagonisti il vecchio Maestro e alcuni giovani ex allievi, lĂ dove quel dialetto schioppettante da commedia lascia il passo alla tragedia vera che, ormai senza veli, colpisce netta e cruda come lame di rasoio. Un duplice binario sul quale Roberto Benigni ha fatto strada, per citare solo lâesempio contemporaneo piĂš eclatante. Drammi stemperati al tepore di fiammelle di umanitĂ che non lasciano certo indietro ingredienti tipici nostrani ma anchâessi universali, passionalitĂ , pene dâamore e storie a lieto fine, per le quali però, non ci sarĂ posto per la godereccia Baronessa Emilia, una inedita ed esilarante Monica Bellucci, deliziosamente e ironicamente leziosa, dipinta nella cadenza popolana umbro-marchigiana.
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Perle di sceneggiatura
Napoleone: "I soli momenti felici sono quelli dell'infanzia. 'Mais'... Ricordarli è cosa molto triste. Il giorno che perdiamo l'amore per i gusci di conchiglia arriva la passione verso noi stessi, che ci porta verso la vanità , fino alla morte!...
Guardate gli occhi di queste persone, Martino. Vedono riflessa l'immagine della loro ansia di riscatto...
In sostanza: è 'NapolÊon' che ha scelto le moltitudini, o sono le moltitudini che hanno scelto 'NapolÊon'?...
La natura ci dice che il piÚ forte è costretto a sopraffare il piÚ debole...
Si può scrivere la guerra, non si può fare la guerra come come se si scrivesse... In battaglia, che cosa ci impedisce di pensare che guerra e morte sono la stessa cosa? La paura, Martino. La paura ci obbliga a pensare alla vittoria...
Non ti permettere di mettere il naso nei miei tormenti! Stupido bambino!... Mi dispiace. Ma non posso sentire applicare l'aritmetica al... al mio dolore...".
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Galleria Fotografica:
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N (Io e Napoleone).mov
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