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    SYRIANA: GEORGE CLOONEY, MATT DAMON E JEFFREY WRIGHT IN UNA STORIA DI ORDINARIA CORRUZIONE ALL'OMBRA DELL'ORO NERO

    "Viviamo in tempi difficili, complessi, e volevo che 'Syriana' riflettesse questa complessità in modo viscerale, che la cogliesse da un punto di vista narrativo. Non ci sono buoni e cattivi e non ci sono risposte semplici. I personaggi non corrispondono ad archetipi tradizionali; le storie non racchiudono in modo netto piccole lezioni di vita, le domande restano aperte. La speranza era che, non facendo chiarezza su ogni cosa, il film sarebbe entrato in profondità in modo diverso e vi sarebbe rimasto dentro più a lungo. Questa sembrava essere la riflessione più onesta possibile da trovare in noi stessi in relazione a questo mondo dopo l'11 settembre... Sebbene 'Syriana' sia un termine reale utilizzato dagli strateghi di Washington per descrivere un'ipotetica risistemazione del Medio Oriente, il nostro titolo viene utilizzato in modo più astratto. 'Syriana' come concetto - l'ingannevole sogno di poter rimodellare con successo Stati e Nazioni a propria immagine - non è altro che un miraggio. Syriana potrebbe essere il titolo giusto per un film che tratti di qualsiasi tema avente a che fare con le sfrenate ambizioni dell'uomo, la presunzione, il sogno di un impero.
    Il regista Stephen Gaghan

    "Non stiamo cercando di fare la predica a nessuno con questo film. I film, nel migliore dei casi, possono incoraggiare un dibattito - ovviamente, in questo caso, un dibattito sulla dipendenza mondiale del petrolio, ma 'Syriana' apre un confronto anche sulla corruzione, sulla efficacia della CIA, su un certo numero di altri argomenti di pubblico interesse. Ci piacerebbe che la gente si ritrovasse il giorno dopo attorno alla macchinetta del caffè a parlarne, dicendo 'su questo sono d'accordo' oppure 'in questo si sbagliano'. Abbiamo bisogno di questo tipo di discussione".
    L'attore protagonista George Clooney

    (Syriana, USA 2005; thriller drammatico politico; 127', Produz.: Section Eight; Distribuz.: Warner Bros. Pictures)

    Locandina italiana Syriana

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    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Syriana

    Titolo in lingua originale: Syriana

    Anno di produzione: 2005

    Anno di uscita: 2005

    Regia: Stephen Gaghan

    Sceneggiatura: Stephen Gaghan

    Soggetto: Il film si ispira al romanzo See No Evil (La disfatta della Cia, edizioni Piemme) di Robert Baer

    Cast: George Clooney (Bob Barnes: Veterano CIA operativo in Medio Oriente)
    Max Minghella (Robby Barnes: il figlio di Bob)
    Jamey Sheridan (Terry George: Vice-capo della CIA)
    Thomas McCarthy (Fred Franks: Superiore di Bob alla CIA)
    William Hurt (Stan Goff: Agente CIA in congedo, a lungo operante con Bob Barnes)
    Viola Davis (Marilyn Richards: Vice Consigliere alla Sicurezza Nazionale)
    Jane Atkinson (Capo divisione alla CIA)
    Jeffrey Wright (Bennett Holiday: Avvocato incaricato di indagare sulla fusione delle due compagnie petrolifere Connex e Killen)
    William Charles Mitchell (Bennett Holiday Sr.: padre di Bennett)
    Nicky Henson (Sydney Hewitt: Consigliere a washington della Connex)
    Christopher Plummer (Dean Whiting: Capo dello Studio legale Sloan Whiting e Membro del CLI-Comitato di Liberazione dell'Iran)
    Chris Cooper (Jimmy Pope: proprietario della Killen Oil)
    Robert Foxworth (Tommy Thompson: Presidente della Connex)
    Tim Blake Nelson (Danny Dalton: petroliere texano collaboratore di Jimmy Pope e Membro del CLI)
    Peter Gerety (Lee Janus: Amministratore della Connex Oil e Membro del CLI)
    Cast completo

    Musica: Alexandre Desplat

    Scenografia: Dan Weil

    Fotografia: Robert Elswit, A.S.C.

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    "... un thriller politico che rivela intrighi e corruzione all'interno dell'industria petrolifera globale. Dai mediatori che svolgono i loro traffici nelle stanze nascoste di Washington agli uomini che lavorano duramente nei campi petroliferi del Golfo Persico, Le molteplici storylines del film si intrecciano per mettere in luce le conseguenze sul piano umano del feroce perseguimento della ricchezza e del potere".

    "L'intrigo si svolge avendo come sfondo un Paese produttore di petrolio del Golfo, dove il giovane, carismatico e riformatore Principe Nasir (Alexander Siddig) sta cercando di modificare le relazioni stabilite da lungo tempo a vantaggio degli affaristi statunitensi. Nasir, legittimo erede al trono, ha appena ceduto i diritti di sfruttamento del gas - a lungo appartenuti alla Connex, gigante texano dell'energia - ai cinesi, a seguito di un'offerta d'appalto più vantaggiosa. Ciò costituisce un brutto colpo per gli interessi della Connex e per gli interessi economici americani nella regione. Killen, una piccola compagnia petrolifera di proprietà di Jimmy Pope (Chris Cooper), ha appena ottenuto i diritti di trivellazione molto vantaggiosi negli ambiti giacimenti del Kazakhstan. Questo rende la killen molto interessante agli occhi della Connex, che ha bisogno di nuovi territori per mantenere la propria capacità di produzione. Quando le du ecompagnie si fondono, l'accordo in fase di attuazione rende necessaria una verifica da parte del Dipartimento di Giuistizia, e lo Sloan Whiting, un potente studio legale di Washington, viene chiamato ad effettuarla con la dovuta attenzione.
    Bob Barnes (George Clooney) è un agente veterano della CIA prossimo alla fine di una lunga e rispettata carriera, con un figlio pronto ad entrare al college (Max Minghella) e la possibilità di trascorrere gli ultimi giorni di servizio svolgendo un comodo lavoro da scrivania. Affidabile nel suo lavoro, Bob è sempre stato convinto di operare per il bene del suo governo e per rendere il suo Paese più sicuro.
    Durante l'ultima missione di Bob, l'assassinio di due trafficanti di armi a Tehran, un missile Stinger finisce nelle mani di un misterioso egiziano dagli occhi azzurri. Al suo ritorno a Washington, a Bob viene promessa una promozione dopo un'ultima missione sotto copertura - l'assassinio del Principe Nasir. Ma quando uno dei suoi contatti sul posto gli si mette contro e il tentativo di omicidio fallisce, Bob diventa il capro espiatorio della CIA, tradito così dalla stessa organizzazione alla quale ha dedicato la sua vita. Quando cerca di capire cosa sia successo, comincia a comprendere di essere stato raggirato - usato come merce di scambio e mai reso partecipe delle vere ragioni delle missioni da lui ciecamente portate avanti per anni.
    Bennett Holiday (Jeffrey Wright) è un ambizioso procuratore di Washington dello studio Sloan Whiting, a cui è stato affidato il delicato incarico di traghettare la fusione Connex-Killen attraverso le acque pericolose del District of Columbia. Per far ciò deve fornire al Dipartimento di Giustizia abbastanza materiale in modo da poter procedere contro Killen in relazione ai suoi equivoci affari in Kazakhstan, senza mettere però a repentaglio l'intero accordo. E' interesse della compagnia e del Paese che l'accordo si realizzi. E' questo va anche a vantaggio delle ambizioni di Bennett - ambizioni alimentate da un padre (William C. Mitchell) con il quale è perennemente in contrasto.
    L'esperto in problemi energetici Bryan Woodman (Matt Damon) è un astro in ascesa alla Energy Trading Company, che vive con sua moglie Julie (Amanda Peet) e i loro due figli a Ginevra. Quando viene invitato ad una festa organizzata dalla famiglia del Principe Nasir, un tragico incidente provoca la morte del suo giovane figlio. Nasir cerca di fare ammenda per l'accaduto, offrendo a Bryan una opportunità di lavoro che consiste nell'aiutarlo a realizzare le sue idee riformiste - una opportunità che Bryan coglie, nonostante lo sgomento di sua moglie sconvolta dal dolore.
    Dean Whiting (Christopher Plummer), superiore di Bennett, capo dello studio Sloan Whiting, e uno degli uomini più potenti a Washington, sta tentando di mandare a monte l'accordo di Nasir con i cinesi. Sa che il fratello più giovane e sprovveduto di Nasir, il Principe Meshal (Akbar Kurtha), sarà più malleabile nei confronti degli interessi economici statunitensi e fa pressioni sull'anziano Emiro affinchè scelga suo figlio più giovane per la successione, architettando efficacemente l'esclusione al potere per Nasir.
    All'altro capo della scala sociale nel Paese di Nasir vi sono i lavoratori immigrati che lavorano duramente nei campi petroliferi, le cui vite sono direttamente e fortemente condizionate dalle scelte della famiglia reale e dai capricci dell'industria. I lavoratori della Connex, Saleem Ahmed Kahn (Shahid Ahmed) e suo figlio Wasim (Mazhar Munir) sono stati appena sospesi dal lavoro nei giacimenti quando la compagnia cinese entra in campo, e il loro futuro si fa sempre più incerto mentre cercano invano un lavoro prima che i loro visti scadano. Saalem sogna di tornare un giorno in Pakistan; suo figlio sogna una vita migliore, ma presto si sente disilluso e pieno di rabbia per il modo in cui lui e suo padre vengono trattati in quanto lavoratori immigrati nel Golfo. Wasim e il suo amico Farooq (Sonnell Dadral) trovano conforto nella madrassa locale, un posto nel quale vengono trattati con dignità, rispetto al mondo circostante che appare invece triste e ostile. Alla madrassa, Wasim e Farooq vengono messi sotto la protezione del carismatico e pericoloso predicatore - l'egiziano dagli occhi azzurri in possesso del missile Stinger perduto.
    Sceicchi e lavoratori nei giacimenti, ispettori del governo e spie internazionali, ricchi e poveri, famosi e scellerati - ciascuno gioca il suo piccolo ruolo nel vasto e complesso sistema che costituisce il motore dell'industria, nessuno in grado di comprendere la vera portata e l'impatto esplosivo che le loro esistenze avranno sul mondo intero".

    Dal >Press-Book< di Syriana

    Nota: (Si ringrazia Pier Paolo Luciani dell'Ufficio Stampa Warner Bros per la cortese collaborazione)

    Commento critico (a cura di Patrizia Ferretti)

    UN FILM IMPORTANTE, AMBIZIOSO E QUASI EROICO CHE METTE CORAGGIOSAMENTE IL DITO IN UNA PIAGA DI SCOTTANTE ATTUALITA’, ALLA RADICE DEL NEO TERRORISMO, POST 11 SETTEMBRE. D’ALTRA PARTE E’ ANCHE UN FILM, MALGRADO IL BUON RITMO, CHE ESAGERA A DANNO DELLA RESA CINEMATOGRAFICA, PER COMPLESSITA’ E INTERAZIONE DI SITUAZIONI, NELL’ARTICOLAZIONE DI LABIRINTICI INTRECCI TRA PERSONAGGI NON SEMPRE AGEVOLMENTE RICONOSCIBILI NEGLI SPECIFICI RUOLI, ANCHE PERCHE’ SONO NUMEROSE LE FIGURE INTERMEDIE CHE SI INTERCALANO CON I PROTAGONISTI. SI RISCHIA COSI’ DI RESTARE INGHIOTTITI DA UNA FITTA RETE DI TRAME PARALLELE CHE TALORA RENDONO IL FILM FARRAGINOSO, INDIGESTO, E DUNQUE NON FACILE DA SEGUIRE, SEPPUR ARMATO DI OTTIME INTENZIONI. E QUESTO MALGRADO LA SUPERBA INTERPRETAZIONE DI GEORGE CLOONEY NEI PANNI DI UN NAVIGATO AGENTE CIA OPERATIVO IN MEDIO ORIENTE.

    Sembra quasi che Stephen Gaghan, lo sceneggiatore premiato per Traffic, sia rimasto intrappolato nell’infernale macchina degli intrighi internazionali sul filo di una corruzione profumata

    con l’oro nero e, come da copione, votata ad appagare un’insaziabile sete di potere e ricchezza: un complicato scenario molto simile ad un puzzle sporco quanto la politica e i mega interessi economici che la alimentano, balzellante a intermittenza tra Stati Uniti e Medio Oriente. Gaghan sembra quasi aver trasposto sulla celluloide il percorso, probabilmente altrettanto labirintico e complicato, delle ricerche sul tema che lo hanno peraltro tenuto in viaggio per due lunghi anni, buttando giù concetti, idee, spunti di riflessione con l’immediatezza tipica di un prontuario di appunti, senza aver avuto il tempo di redigere una sintesi per offrire una stesura un po’ più armonica e comprensibile. Per nulla intenzionato a lasciarsi per strada alcuna delle numerose maglie intermedie coinvolte nell’intrigo, appesantisce senza rimorso la tessitura di una vicenda di per sé già abbastanza tosta, di rado protagonista al cinema.
    Sullo sfondo di un’atmosfera fumosa - grigia e confusa quanto

    la maggior parte del film - all’alba di un nuovo giorno, un pulmann fa il suo carico di lavoratori mediorientali. E’ di scena il primo attentato. Alcuni primissimi piani molto fluidi e il film prende subito un certo ritmo, una caratteristica di regia e montaggio, caricata in seguito anche con il passaggio frequente da un fotogramma all’altro. La musica sottoscrive e aderisce in pieno, cadenza, rimarca e amplifica tensioni o premette scarti di movimenti immediatamente successivi. L’anima compulsiva di tanto movimento si annida in trame parallele che confluiscono in, uno fra i tanti, businness petroliferi. Il petrolio visto come una droga che dà la stessa dipendenza a tutti coloro che si trovano, per diverse ragioni, a seguirne indefessamente le orme. Le orme di quel labirinto che non sempre è facile seguire tanto si interseca e si complica con un percorso che fa continuamente tappa tra le maglie intermedie di questa

    macchina infernale.
    Il motivo più interessante, più bello e più commovente, sta d’altra parte, nel contrasto che il film evidenzia focalizzando in parallelo diverse situazioni personali tra chi tira le fila del discorso, senza troppi indugi o scrupoli, e chi opera nel settore da comune lavoratore. Un climax consumato tra la miseria vissuta dai giovani pakistani immigrati nel Golfo, animati semplicemente dalla speranza di poter ottenere per se stessi e per le famiglie un miglioramento delle rispettive esistenze, là dove si lascia spazio a molte digressioni-riflessione sul credo religioso sentito come sostegno imprescindibile: si argomenta ad esempio sul fatto che il Divino e il terreno siano un unico concetto e che Religione e Stato non sono cose diverse, si pone l’accento sul fallimento dell’Occidente o sul fatto che gli Americani siano sempre pronti a fare buchi nei territori altrui. Tutto questo va a contrapporsi con le dinamiche alimentate da ben

    altri principi, proprie delle pluriarticolate schiere di potenti e contropotenti che fanno e disfanno al riparo non solo dallo spauracchio della povertà, ma ben felici di esibirsi in un lusso sfrenato. Di per sé una storia vecchia di secoli. La storia di sempre in cui cambiano solo personaggi protagonisti e comparse man mano che chude il sipario su un’epoca per aprirsi su un’altra. Forse è per questo che Syriana - termine usato nella realtà dagli strateghi di Washington per descrivere un’ipotetica risistemazione del Medio Oriente - non mostra un epilogo positivo, evitando di aprire un varco alla possibile speranza di una via di uscita.
    E comunque, questo contrapposto, che è poi il climax concettuale del film, alla lunga ha scavato voragini nelle anime di quei giovani lavoratori, tra i quali vi è anche chi, pur non fondamentalista - non si può dire grazie a Dio che sia un fenomeno di

    massa ma è ugualmente devastante - non trovando risposte valide nelle plurimiliardarie fusioni di turno, non riescono ad impedirsi di diventare dei kamikaze. A questo proposito, ci sia consentita una considerazione: se per i due giovani del film non si tratta di fondamentalisti, si tratta comunque di individui abbastanza convinti sul da farsi, tanto da lasciare una sorta di testamento video con un non trascurabile punto di forza: “Nell’al di là sta la vera vitaâ€. Davvero viene da condividere la battuta di Farooq quando a un certo punto, per altri versi, considera: “Se l’uomo è fatto a immagine di Dio, allora Dio è messo veramente maleâ€.
    In questo guazzabuglio vi sono pure dialoghi in arabo con sottotitoli, ma questa è una nota di merito per un film che avvia uno dei suoi principali motori in un Paese produttore di petrolio nel Golfo. Anche Clooney ha studiato per sei mesi per potersi

    esprimere in arabo in maniera verosimile e va detto che la sua performance nei panni di questo veterano agente della CIA in Medio Oriente, è da considerarsi forse il fiore all’occhiello di tutta la sua carriera fino ad oggi. E non è solo per lo spiazzante look che lo ha visto aumentare di peso di ben 15 chili, bensì per il grado di intensità e per la forza trascinatrice che è riuscito ad incarnare, fino alle estreme conseguenze della tortura: una terribile esperienza che lo vede vittima forzata dello strappo di alcune unghie delle dita di una mano, allo scopo di estorcergli informazioni, di percosse pesanti al punto da farlo capitolare svenuto e tumefatto a terra. La vita salva per un soffio ma è solo l’inizio di una forca già allestita con il nodo scorsoio teso al punto giusto. Senz’altro il ruolo di maggior spicco e non per merito della

    storia.
    Dal quadro del triste epilogo emergono pure schegge di una cinica spietatezza sopra le righe: chi dà ordine di centrare l’obiettivo non si fa troppi scrupoli per voltare pagina, è sufficiente riporre una foto per lasciarsi alle spalle persone e testimonianze che ormai, per sua mano, appartengono al passato e si può guardare avanti. C’è chi muore e chi festeggia sulle sue ceneri. Perché l’obiettivo è stato centrato, la fusione realizzata con il conseguente tornaconto economico che equivale all’ambito accrescimento di potenza e ricchezza. Non importa come o sulla testa di chi.
    Un film importante dunque ed estremamente ambizioso che, d’altra parte, torniamo a dirlo, esagera per complessità e intreccio di persone e situazioni al punto da risultare indigesto, pesante da seguire, pur con le migliori intenzioni. E’ stato messo in scena l’eterno conflitto ora, purtroppo, più vivo che mai, cui il film non ha peraltro la pretesa di offrire risposte

    o vie d’uscita, ma è anche vero che l’epilogo dark la dice lunga sulle prospettive future: un’idea in tal senso sembra tracciarla e purtroppo, sembra anche aderente a quanto sta succedendo nella realtà, dove per l’appunto i kamikaze continuano a centrare i loro obiettivi, magari in nome di Dio e dove chi cerca di affermare qualcosa in altri termini, come è ad esempio il caso dell’eroe solitario Bob Barnes interpretato da Clooney, non gode della stessa fortuna, risultando schiacciato dallo stesso sistema che si era provato a controbattere.

    Perle di sceneggiatura

    Danny Dalton (Tim Blake Nelson) a Bennett Holiday (Jeffrey Wright): "La corruzione accusa... la corruzione? La corruzione è l'intrusione del governo con le sue regole nei rendimenti del mercato. Questo dice Milton Friedman. Ha avuto un dannato Premio Nobel. Abbiamo leggi contro tutto questo proprio per potercene liberare. La corruzione è la nostra protezione. La corruzione ci tiene al sicuro e al caldo. La corruzione è la ragione per cui io e te andiamo in giro dandoci delle arie invece di batterci nelle strade per degli avanzi di carne. La corruzione... è la ragione della nostra vittoria".

    Commenti del regista

    "Credo che quello che abbiamo fatto sia stato preservare l'essenza di Bob (Robert Baer ex-agente della CIA, autore di 'See No Evil'), anche se la trama è opera di fantasia. Lui mi ha anche aiutato a comprendere la rete dei protagonisti in Medio Oriente e gli affari legati al petrolio, che poi ha portato alla scelta di raccontare questa storia attraverso una narrazione multipla... Il film utilizza gente comune in situazioni eccezionali per sondare l'idea che la responsabilità personale ha un peso, che le nostre scelte quotidiane contribuiscono a ciò che siamo a livello globale. Bob Barnes è in definitiva un uomo rispettabile che tenta di far bene il suo lavoro e di far andare suo figlio al college. Bryan Woodman ha una moglie e due bambini, e poi affronta la peggior cosa che un padre debba affrontare quando perde suo figlio. Bennett Holiday ha un rapporto molto difficile con suo padre, così cerca di risolvere le questioni complicate del suo lavoro mentre cerca anche di tenere insieme la sua famiglia - situazione nella quale tutti noi ci troviamo. Così è attraverso la vita quotidiana di questi personaggi che riusciamo a penetrare in un mondo che ad un primo sguardo sembra astratto per la maggior parte delle persone, ma che è incredibilmente importante, perchè questo legame tra interessi petroliferi, terrorismo e la possibilità di una democrazia in Medio Oriente condiziona fortemente la nostra economia così come la nostra psiche e continuerà a farlo nel prossimo futuro".

    Commenti dei protagonisti:

    GEORGE CLOONEY (Bob Barnes: Veterano CIA operativo in Medio Oriente): "... Ritenevamo che il potenziale di 'Syriana' avrebbe potuto essere reso con un genere di film analogo a quelli della metà degli anni '60, primi anni '70, che ambivano a mettere in luce gli errori del governo come se si trattasse di errori di noi tutti, non di un particolare partito o gruppo".

    Bibliografia:

    Sito italiano: >www.syriana.it<

    Links:

    • Stephen Gaghan (Regista)

    • George Clooney

    • William Hurt

    • Matt Damon

    • Chris Cooper

    • Jeffrey Wright

    • Christopher Plummer

    • Thomas McCarthy

    • Viola Davis

    • Amanda Peet

    • 64 Mostra: Lido di Venezia 31 agosto 2007 ROUND TABLE & DINTORNI: MICHAEL CLAYTON per la regia di TONY GILROY (Interviste)

    • INDIANA JONES E IL REGNO DEL TESCHIO DI CRISTALLO: INTERVISTA con HARRISON FORD a cura del Magazine â€EMPIRE†(In Italiano e Inglese) (Interviste)

    • IN AMORE NIENTE REGOLE: INTERVISTA a GEORGE CLOONEY e RENÉE ZELLWEGER (A cura di PATRIZIA FERRETTI) (Interviste)

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    Galleria Video:

    syriana.mov

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