"Tutto ciò che impedisce ai giocattoli di giocare con il loro bambino, provoca in loro ansia e preoccupazioni. In ognuno dei film c’è questo tema. In sostanza nel primo film, Woody si preoccupa di essere sostituito da un nuovo pupazzo. I giocattoli sono preoccupati in due momenti particolari dell’anno, il Natale e il compleanno. In 'Toy Story 2' i giocattoli si trovano a dover affrontare l’idea di non essere più presi in considerazione perché rotti e strappati e quindi fragili. Woody infatti si trova di fronte alla scelta di restare perfetto, ma senza essere più amato. E’ questo un aspetto molto profondo. Nel terzo film invece il problema fondamentale per i giocattoli è quello di essere ormai superati. Quando si è rotti, si può essere riparati; quando si è persi, si può essere ritrovati, quando si è rubati, si può essere recuperati. Ma non c'è alcun rimedio quando si è ormai inutili per i bambini. E’ una svolta della storia molto interessante. Il segreto di questi film è che in ognuno di essi non si ripetono le emozioni e la storia del precedente. Affrontiamo qualcosa di veramente nuovo, ciò che è uguale è il mondo con i suoi personaggi, ma siamo in grado di attingere ad una serie completamente diversa di emozioni. Una volta che i giocattoli sono vivi diventano adulti con le preoccupazioni degli adulti. Tutti possono relazionarsi a questi personaggi. Guardando il mondo dal punto di vista del gioco è una cosa, ma guardarlo attraverso gli occhi del personaggio la rende una cosa ancora più profonda e più emotiva. Gli spettatori sono in grado di confrontarsi con la propria esperienza”.
Il produttore esecutivo John Lasseter
Il regista JOHN LASSETER (TOY STORY - IL MONDO DEI GIOCATTOLI, TOY STORY 2 - WOODY E BUZZ ALLA RISCOSSA) e produttore esecutivo di TOY STORY 3 - LA GRANDE FUGA diretto da
LEE UNKRICH:
"Tutto ciò che impedisce ai giocattoli di giocare con il loro bambino, provoca in loro ansia e preoccupazioni. In ognuno dei film c’è questo tema. In sostanza nel primo film, Woody si preoccupa di essere sostituito da un nuovo pupazzo. I giocattoli sono preoccupati in due momenti particolari dell’anno, il Natale e il compleanno. In 'Toy Story 2' i giocattoli si trovano a dover affrontare l’idea di non essere più presi in considerazione perché rotti e strappati e quindi fragili. Woody infatti si trova di fronte alla scelta di restare perfetto, ma senza essere più amato. E’ questo un aspetto molto profondo. Nel terzo film invece il problema fondamentale per i giocattoli è quello di essere ormai superati. Quando si è rotti, si può essere riparati; quando si è persi, si può essere ritrovati, quando si è rubati, si può essere recuperati. Ma non c'è alcun rimedio quando si è ormai inutili per i bambini. E’ una svolta della storia molto interessante. Il segreto di questi film è che in ognuno di essi non si ripetono le emozioni e la storia del precedente. Affrontiamo qualcosa di veramente nuovo, ciò che è uguale è il mondo con i suoi personaggi, ma siamo in grado di attingere ad una serie completamente diversa di emozioni. Una volta che i giocattoli sono vivi diventano adulti con le preoccupazioni degli adulti. Tutti possono relazionarsi a questi personaggi. Guardando il mondo dal punto di vista del gioco è una cosa, ma guardarlo attraverso gli occhi del personaggio la rende una cosa ancora più profonda e più emotiva. Gli spettatori sono in grado di confrontarsi con la propria esperienza”.
Il produttore esecutivo John Lasseter