THE WICKER MAN/IL PRESCELTO : POVERO NICOLAS CAGE! NON C'E' SFORTUNA PEGGIORE CHE ESSERE PRESCELTI DALLE DONNE!
Stasera, 17 Giugno in TV, su IRIS, Canale 22, ore 21.09 - Dalla 63. Mostra del Cinema di Venezia - Uscito il 3 Dicembre 2006
“Credo che oltre a tutte le difficoltà insite in un remake, ci sia anche quella dovuta al fatto che si tratta di un film di genere. Il pubblico lo etichetta facilmente come film dell’orrore ma in realtà non lo è affatto. Non c’è nessun mostro o serial killer nel film, la storia si svolge quasi sempre di giorno e non c’è nessuno degli ingredieti fondamentali di un film horror. E quindi sono preoccupato del fatto che la gente abbia in mente un film di un certo tipo mentre in realtà si tratta di una cosa diversaâ€.
Il regista Neil LaBute
“E’ un film che merita di essere visto da tanti spettatori e nonostante sia ormai diventato un film di culto non sono tanti coloro che hanno visto l’originale. Inoltre il successo del film poggia tutto sul protagonista e il fatto che Nicolas Cage amasse il film e volesse fare un remake ci ha spinti ancora di più verso la sua realizzazioneâ€.
Il produttore Boaz Davidson
(The Wicker Man , GERMANIA/USA 2006; Thriller drammatico; 105’; Produz.: Millennium Films, Saturn Films, Emmett/Furla Films per Equity Pictures Medienfonds GmbH & Co. KG III e Nu Image Entertainment GmbH; Distribuz.: Medusa Film
(Comment by PATRIZIA FERRETTI) - A commercial movie, a tribute to the 1973 original version known by few. Nicolas Cage is the one the falls into the trap, this time, again wearing the police uniform, but in this film he has unusual and unlucky purpose and destiny. Never trust a woman especially if she is a “Summerisle †priestess. Even if we try to evaluate the film away from its original source, we can say it’s nice, at the end, but without any claim, or without any astonishing changes. A happy subject more suitable for the TV set than the silver screen. (Translation by MARTA SBRANA, Canada)
FILM COMMERCIALE DI GENERE PER UN OMAGGIO ALL’ORIGINALE DEL 1973 CONOSCIUTO DA POCHI. QUESTA VOLTA A CADERE NELLA ‘TRAPPOLA’ E’ IL MAL CAPITATO NICOLAS CAGE, DI NUOVO NELLE VESTI DI POLIZIOTTO, MA CON UNA META E UN DESTINO A DIR POCO DESUETI E DAVVERO POCO FORTUNATI. MAI METTERSI NELLE MANI DELLE DONNE, SOPRATTUTTO SE ‘SACERDOTESSE’ DELLA ‘SUMMERISLE’. ANCHE VALUTANDO IL FILM COME CREATURA INDIPENDENTE DALLA SUA FONTE DI RIFERIMENTO, CI PARE ALLA FIN FINE GRADEVOLE, MA SENZA TROPPE PRETESE O SORPRENDENTI INNOVAZIONI. UN FELICE SOGGETTO PER UN THRILLER TELEVISIVO PIU’ CHE PER IL GRANDE SCHERMO
Sembra proprio che Nicolas Cage sia nato per interpretare ruoli tormentati. Anche qui, come in altri suoi film (non solo il World Trade Center in contemporanea con The Wicker Man proprio qui alla 63° Mostra lagunare), si ritrova a dover fare i conti con rimuginii interiori imperanti in un menage esistenziale tutt’altro che sereno. E questo
fin dalle prime battute della storia, quando, qui nei panni di Edward Malus, a seguito di un incidente d’auto in cui muoiono madre e figlia, si sente direttamente responsabile e si vede sopraffatto dai sensi di colpa che lo vedono costantemente alle prese con pastiglie lenitive e angoscianti visioni. Visioni cui il regista LaBute dà vita optando per il flashbacks in bianco e nero, con sdoppiamenti d’immagine e movimenti di macchina volti ad intensificare la soggettiva degli incubi del nostro malcapitato protagonista. Al mistero dell’identità delle due defunte se ne aggiunge un altro con la lettera di aiuto inviatagli dalla sua ex fidanzata Willow (Kate Beahan), allo scopo di rintracciare sua figlia scomparsa. Il dibattimento interiore di Cage si raddoppia, il mistero si infittisce. Lo smarrimento del nostro protagonista cresce sempre più strada facendo ma non si arrende. Eppure lo scenario da gestire non è dei più facili e l’atmosfera
è senza dubbio delle più inquietanti: abbiamo un’isola popolata in stragrande maggioranza da donne, per lo più dedite ai lavori agricoli e all’apicoltura che vivono in una dimensione di isolamento e a stretto contatto con la natura, sentita come divinità , in maniera molto simile alle comunità Amish, salvo poi tradire il culto verso un genere di rituali a dir poco discutibile e alquanto sospetto, mal celato dietro l’innocente maschera di Festa del Raccolto o della fertilità . Riuscirà il nostro Nicolas Cage a ritrovare la bambina scomparsa? Sembra determinato a farlo e senza andare troppo per il sottile, a giudicare da come si comporta con alcune donne della comunità quando è ormai sull’orlo dell’esasperazione. Che succederà quando scoprirà che in gioco non è la vita della bambina? Cosa sta dietro questo suo incespicato percorso, irto di ostacoli, cui ben provvede un sinistro matriarcato degno di un’ancestrale tribù? In prima linea c’è
un’enigmatica e delicatamente insolente Sorella Summerisle - (Ellen Burstyn, anche lei, come Cage, alla 63° Mostra con un doppio ruolo, The Wicker Man e il The Fountain di Darren Aronofsky) - ‘sacerdotessa’ di cotante vestali di tutte le età . Non sia mai che ci si azzardi a rovinarvi la sorpresa. Se vi togliamo pure quella, cosa rimane?